Warhammer Chaosbane provato

Warhammer Chaosbane

Se non fosse stato per l’assurdo (e fin troppo esagerato, diciamocelo) vespaio sollevato dall’annuncio di Diablo: Immortal per dispositivi mobili al termine dell’ultima BlizzCon, forse il grande pubblico non avrebbe nemmeno notato l’esistenza di questo Warhammer Chaosbane, impegnato com’era a criticare la bieca operazione commerciale di Blizzard: la parigina Eko Software, che i più forse ricordano per la discreta duologia di survival action RPG How to Survive, pensò bene di cavalcare l’onda del malcontento ricordando a tutti che in effetti c’era un altro titolo simile in arrivo, e che sarebbe approdato l’anno successivo su console e PC completo di modalità cooperativa sia online che locale. A quel punto, la mia tiepida curiosità si è tramutata in positivo interesse, poiché per qualche motivo i giochi di ruolo d’azione che includono la possibilità di andare all’avventura con uno o più amici mentre restate comodamente spaparanzati sul divano di casa sono merce rarissima al giorno d’oggi, e trovare combinazioni interessanti di equipaggiamento per affrontare l’ennesima stagione di Diablo III iniziava a diventare più un dovere inerziale dovuto alla mancanza di alternative che un piacere videoludico. La promessa di un hack’n’slash ambientato nell’universo fantasy di Games Workshop da affrontare assieme alla mia consorte si è quindi ricavata un posticino di tutto rispetto nella lista dei titoli che attendo con una certa impazienza, ed è con estremo piacere che mi sono immerso nella prova di questa versione preliminare con la quale ho avuto un corposo assaggio di quanto ci attende il prossimo 4 giugno, data prevista di uscita del prodotto finale, con la possibilità di calzare i panni di due delle quattro classi disponibili e far crescere il mio personaggio fino al 20° livello. Da amante del folclore di Warhammer, ho anche felicemente constatato che la storia aggiunge elementi narrativi di un periodo storico poco comune nelle campagne ruolistiche sia cartacee che digitali, dunque i ragazzotti francesi sembrano avere tutte le carte in regola per scendere in campo con un gioco che riesca a soddisfare un ampio bacino di utenza ed a colmare un vuoto significativo in un panorama che vede la celebre licenza ruolistica impiegata su molteplici versanti, tra lo strategico Total War: Warhammer e lo sparatutto pensato per il multiplayer Warhammer: End Times – Vermintide.

Warhammer: Chaosbane
La corruzione dilagante si manifesta spesso e volentieri sui fondali.

Duecento anni prima dell’illuminata reggenza di Karl Franz, vi fu un tempo in cui le Divinità Oscure del Chaos si unirono per conquistare definitivamente il mondo nel quale risiedevano: con il succedersi di eventi sempre più apocalittici, gli abitanti del Vecchio Mondo si convinsero che la Fine dei Tempi fosse ormai imminente quando Magnus von Bildhofen, rinomato condottiero di Nuln, riuscì ad unire le forze dei Conti Elettori ed affrontare l’orda di Asavar Kul, predecessore di Archaon e quarto Semprescelto, decapitando alfine quest’ultimo al culmine di un duello leggendario. Grazie alle sue eroiche gesta, Magnus venne nominato Imperatore e unificò di nuovo i regni degli uomini, ma gli emissari del Chaos non lasciarono trascorrere troppo tempo prima di tornare a reclamare la vita di colui che aveva osato respingerli e così, durante una notte di tregenda, l’amato sovrano viene ridotto in fin di vita da un assalto tanto brutale quanto repentino al castello di Nuln. La responsabilità di trovare i mandanti e sventare la nuova minaccia ricade perciò sulle spalle di quattro combattenti che lo affiancarono durante la Grande Guerra: il capitano imperiale Konrad Vollen, il mago elfico piromante Elontir, il nano sventratore Bragi Mordiascia (mio personale adattamento di Axebiter, nella speranza che la versione definitiva abbia anche l’italiano fra le lingue selezionabili) e la guardavia Elessa, dei quali soltanto i primi due sono disponibili per questa rapida prova. Warhammer Chaosbane non si vergogna di certo a mostrare quale sia la sua fonte primaria d’ispirazione: al di là della frecciatina scoccata a inizio novembre, un gran numero di elementi del titolo strappati e trapiantati a forza dal terzo capitolo del dungeon crawler firmato Blizzard, a partire dalle sequenze non interattive animate come fossero illustrazioni di un libro che prendono vita e passando poi per interfaccia e gestione di inventario e abilità.

Warhammer Chaosbane
Le ambientazioni prevedono anche simpatiche gite all’aperto oltre a fogne e sotterranei.

Una volta preso in mano il controller, sistema decisamente preferibile a mouse e tastiera anche per chi gioca su PC, le somiglianze con Diablo iniziano a ridimensionarsi ed affiora netta la sensazione che la volontà dei programmatori sia piuttosto quella di ricreare una variante di Gauntlet nella quale i partecipanti possono sfruttare le peculiarità dei propri personaggi in maniera complementare; ad esempio, lo stendardo che il capitano Vollen può piantare al suolo per concedere svariati potenziamenti a se stesso e ai suoi compagni ha il medesimo raggio della sfera temporale di Elontir, in grado di rallentare i movimenti dei nemici, e la combinazione di entrambi i poteri è un ottimo modo per trarsi d’impaccio dalle situazioni più concitate, perché capiterà spesso di trovarsi chiusi a tenaglia fra più ondate di assalitori che si precipitano verso di noi da molteplici fronti. Entrambe le levette analogiche del pad sono poi ben implementate, dato che la destra serve a governare un potere archetipale unico, che per l’imperiale è un colpo di scudo capace di stordire quanti lo subiscono mentre il mago ha la facoltà di modificare la direzione di alcuni incantesimi. Tali accortezze spezzano in parte la monotonia tipica del genere, che spesso riducono l’intervento del giocatore ad una semplice reiterazione degli stessi, identici schemi d’attacco fino alla totale scomparsa di ogni forma di vita sullo schermo, e incentivano il coinvolgimento in proporzione al numero di amici che siamo riusciti a radunare a casa nostra oppure online. Ci sono molte altre rifiniture che mostrano non solo la bontà dell’analisi condotta dagli sviluppatori per incorporare quanti più fattori specifici degli action RPG che facilitino l’accesso a quanti hanno già familiarità con gli stessi, ma anche la determinazione di apportare migliorie sostanziali che altre produzioni simili non offrono come la gestione dell’inventario che non arresta l’azione per i compagni, laddove nel pluricitato Diablo III il gruppo è costretto a fare una pausa quando uno dei membri vuole controllare equipaggiamento o poteri. La gestione di questi ultimi, infine, si distacca dalla configurazione legata a doppio filo con gli oggetti indossati ed abbraccia una filosofia più tradizionalista, che ci consente di spendere i punti guadagnati con ogni passaggio di livello per ottimizzare le capacità che riteniamo adatte al nostro stile di gioco.

Warhammer Chaosbane
I poteri di ciascuna classe si integrano efficacemente tra di loro, e le evidenze visive delineano molto bene le aree d’effetto.

Il motore grafico è un perfezionamento di quello proprietario che Eko Software ha già impiegato nei suoi How to Survive e traspone con grande cura per i particolari tutte le ambientazioni visitabili, in particolar modo il castello di Nuln che funge da centro nevralgico per le varie spedizioni contro i servitori del Chaos. La beta, naturalmente, non mi ha permesso di esplorare una grande varietà di ambienti, che sono perlopiù limitati alle serpeggianti cloache scavate fra le viscere della città, ma è comunque presente qualche scorcio di paesaggio esterno che lascia ben sperare. Ciò che invece lascia piacevolmente stupiti è la varietà di servitori delle Divinità Oscure, in particolar modo la progenie di Nurgle e di Khorne, tutti estremamente riconoscibili per gli appassionati del mondo di Warhammer Fantasy, e la presenza di moltissimi riferimenti alla demologia dell’originale cartaceo non fa che aumentare a dismisura le aspettative: la possibilità di brandire il mitico Ghal Maraz, il martello da guerra di Sigmar che dà il nome all’ambientazione, una volta accumulata una furia sufficiente in combattimento oppure di ritrovare set di armamenti che riproducono le corazze degli eroi e dei malvagi più caratteristici del gioco di ruolo potrebbero essere i tratti distintivi che riusciranno a far emergere Warhammer Chaosbane dal gruppo dei suoi analoghi, e quanto visto finora è già di gran lunga preferibile alla sua controparte futuristica Warhammer 40.000: Inquisitor – Martyr, pur discreto ma sfortunatamente poco memorabile. Forza Eko, che la strada sembra proprio quella giusta!

Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.