Sony, Microsoft e il cloud: la nuova era del gaming

Sony, Microsoft e il cloud, attenti a quei tre

La notizia che sta facendo il giro del mondo nelle ultime ore è che le due compagnie rivali Microsoft e Sony hanno dichiarato di voler “esplorare una partnership strategica” che li vedrà lavorare insieme su “nuove soluzioni basate su cloud per ricercare esperienze di gioco innovative e soluzioni rivoluzionarie per l’intelligenza artificiale”. L’annuncio si è abbattuto sulla comunità videoludica come un fulmine a ciel sereno, replicando un po’ l’effetto di quando Nintendo e Sega annunciarono un’inattesa collaborazione con Mario & Sonic ai Giochi Olimpici, ma nel nostro caso il sostegno reciproco dichiarato da entrambe le società sembra davvero la fine o, piuttosto, l’inizio di una nuova era. L’ampia partnership strategica copre molti aspetti, tra cui “lo sviluppo congiunto di future soluzioni cloud su Microsoft Azure per supportare i rispettivi servizi di giochi e streaming di contenuti”, e che “insieme, le aziende mirano a offrire esperienze di intrattenimento sempre più avanzate per i loro clienti in tutto il mondo.” Naturalmente, malgrado gli apprezzabili risultati ottenuti con il suo PlayStation Now, sappiamo da tempo che Sony non possiede un’infrastruttura cloud sufficientemente robusta per combattere ad armi pari con Microsoft o Google, autentici giganti quando si tratta di servizi cloud, sia relativi al gaming che all’utilizzo professionale. Era chiaro perciò che avrebbe dovuto selezionare un partner proprio fra i suoi avversari per colmare il gap tecnico che ancora la affligge in questo campo, magari anche pescandolo da quelli ancora potenziali come Amazon, che tanti presumono già al lavoro su una proposta concreta di giochi in streaming da lanciare entro il prossimo anno.

Sony, Microsoft e il cloud, attenti a quei tre

Come cambieranno i rapporti di forza fra PlayStation e Xbox nei prossimi anni?

Sony e Microsoft insieme, via alle larghe intese nel segno del cloud gaming

Non solo: il desiderio di investire su questo particolare segmento di mercato mostra anche fino a che punto i leader dell’industria dell’intrattenimento elettronico mostrino preoccupazione per l’imminente arrivo di Google Stadia, il servizio di cloud gaming del colosso californiano, come osservato da Piers Harding-Rolls, responsabile dell’analisi e della ricerca del panorama ludico di IHS Markit: “L’ingresso sul mercato di nuovi attori di un certo calibro – ovvero Google, molto probabilmente Amazon e Tencent con le sue ambizioni internazionali (il colosso tecnologico cinese ha infatti iniziato una serie di test riservati ad un pubblico ridotto per Start, una piattaforma proprietaria orientata al cloud gaming, ndr) – ha spinto Sony a rivalutare la propria posizione sul mercato. Microsoft deve aver fatto lo stesso alla luce di simili sviluppi, in particolare nei confronti della strategia di Stadia avanzata da Google. Nel contesto dell’accesso ai servizi cloud, quando si valutano le offerte economiche alla ricerca di potenziali partner, è chiaro che Microsoft rappresenta la scelta migliore per Sony anche e soprattutto alla luce della dinamica agonistica tra Xbox e PlayStation: unendo le forze, le due multinazionali hanno migliori possibilità di misurarsi con concorrenti del calibro di Google, che sta continuando a dominare la più recente ondata di rinnovamento tecnologico in ambito mobile insieme ad Apple. A proposito dell’azienda di Cupertino, come lei stessa insegna non è affatto insolito che due concorrenti diretti lavorino insieme quando gli accordi sono vantaggiosi a livello economico: è risaputo infatti che Samsung abbia da sempre realizzato chipset, memorie e display per molti dei suoi rivali in affari, in particolar modo per l’”odiato” iPhone, e ne abbia continuato a ricavare ottimi profitti nel corso degli anni.

Come ha sottolineato Kenichiro Yoshida, presidente e CEO di Sony: “Microsoft è stata per noi un partner commerciale fondamentale per molto tempo, per quanto ovviamente le due società si sono disputate un certo numero di settori di mercato. Ritengo che lo sviluppo congiunto di future soluzioni basate sul cloud contribuirà notevolmente alla maturazione ed al miglioramento dei contenuti interattivi che verranno introdotti nell’immediato futuro.” Harding-Rolls sottolinea anche i vantaggi concreti che Microsoft può trarre dall’affare, i cui servizi cloud sono stati impegnati in una guerra contro Google e Amazon da diversi anni: “Microsoft sta costruendo un’infrastruttura cloud end-to-end rivolta esclusivamente all’industria dei videogiochi: la sua Xbox e il futuro business del cloud gaming (come Project xCloud, un servizio di streaming annunciato lo scorso ottobre e volto a rendere i giochi di Xbox One giocabili su computer, telefoni e tablet, ndr) sono solo due delle molteplici sfaccettature di un business mirato ad accrescere il valore della filiera riservata all’intrattenimento digitale. Attraverso gli strumenti ed i servizi di Azure basati sul cloud, l’intenzione della casa di Redmond è quella di perseguire in modo aggressivo le relazioni con terze parti interessate a sfruttare le conoscenze, la versatilità e la consistenza della sua piattaforma. L’accordo con Sony è la dimostrazione concreta che in tal senso è già riuscita a compiere progressi significativi, e che questa sembra proprio essere la strada giusta da imboccare.”.

Parliamoci chiaro: se la tua infrastruttura cloud riesce ad erogare senza problemi i servizi di un marchio come PlayStation, è molto probabile che tu riesca a fare lo stesso per qualsiasi altro possibile cliente interessato a rendere disponibili i propri contenuti nel medesimo formato. Per Microsoft Azure, non potrebbe esistere biglietto da visita migliore. Satya Nadella, CEO di Microsoft, ha dichiarato: “Sony è sempre stata un leader sia nel campo dell’intrattenimento che in quello tecnologico, e la collaborazione che abbiamo annunciato si basa sulla loro lunga storia di innovazione e successo… la nostra partnership mira a supportare i loro servizi online con la potenza di Azure e Azure AI per offrire una gamma di esperienze completamente inedite al loro bacino di utenti.” Le società produttrici di console erano solite competere senza esclusione di colpi per ottenere il meglio dagli sviluppatori che lavoravano sulle loro macchine ma, adesso che la qualità e il volume di servizi offerti incidono molto di più sulle preferenze del pubblico, è chiaro che competeranno per ottenere i migliori fornitori di contenuti sui loro server. Non sappiamo ancora se Google Stadia rappresenterà davvero la rivoluzione che sembra promettere su carta, tuttavia bisogna riconoscerle il merito di aver smosso con una certa veemenza un settore che, fino a ieri, sembrava troppo ancorato alle proprie radici.

Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.