Il Trono di Spade | Diciamoci la verità: l’ultima stagione de Il Trono di Spade non è stata all’altezza delle aspettative. Il capitolo finale delle avventure ambientate fra i Sette Regni di Westeros, non ha regalato le emozioni che i fan e i veri addicted della serie si aspettavano. Il sesto e ultimo episodio dello show, andato in onda in America il 19 maggio su HBO (visto da più di 19 milioni di telespettatori) e in Italia il giorno seguente su Sky, ha cercato di rendere giustizia a tutti i personaggi che si sono avvicendati nel corso degli anni. Eppure non ci sono state le emozioni, quelle vere, non ci sono state le lacrime, né tanto meno il batticuore. Un finale senza spina dorsale per una serie che si accomiata dal pubblico in punta di piedi, senza scrivere una pagina indelebile della tv contemporanea. L’ultima stagione in sé non è stata la migliore. I pochi episodi a disposizione, appena sei, non hanno centrato l’obiettivo. Alcuni sono stati epici, altri un completo spreco di tempo e, altri ancora, sono stati così includenti da scadere quasi nel ridicolo. Ma non si può parlare di stagione flop per il Trono di Spade, perché resta comunque un prodotto di alto profilo, anche se gli autori, senza nessun testo a cui attingere, non hanno lavorato bene di fantasia.
Il Trono di Spade: l’ultima stagione resta una grande serie, ma…
Una battaglia finale, un castello da espugnare, un trono da conquistare e un nemico insidioso da sconfiggere; così si potrebbero riassumere gli avvenimenti più salienti della stagione. Tutti sono stati scanditi con dovizia, tutti sono stati distillati con parsimonia, senza perdere il filo del discorso e intrecciando gli eventi come un vero romanzo fantasy; come la grande rivelazione che riguarda Jon e Dany, come la preparazione alla cruenta battaglia contro il signore della notte e come la corsa alla conquista del famigerato trono di spade.
Cersei: il tiranno che si scopre umano
Visto sotto questo punto di vista, l’ultima stagione della serie ha risposto a tutti gli interrogativi che hanno attanagliato i fan anche se, a causa di una sceneggiatura per nulla convincente e alcune scelte registiche poco consone, molte scelte narrative non hanno funzionato. Il Trono di Spade, dopo 8 anni, saluta il suo pubblico fedele con una grande stagione dal punto di vista degli effetti visivi, ma scialba nei contenuti. I primi due episodi infatti hanno fatto presagire una conclusione al cardiopalma, ma tutte le buone intenzioni sono state vane. E non è basata la celebrazione del femminismo, la forza della politica e il trionfo del buon senso: l’ultimo capitolo ha deluso decisamente le aspettative. E dentro e fuori dal set, i rumor di incomprensioni e dissidi hanno confermato la realtà dei fatti, purtroppo.
L’ultima stagione è una lunga discesa nell’abisso dell’autocommiserazione
Sei episodi raffazzonati, che hanno decisamente snaturato le intenzioni della serie e che hanno impedito ai personaggi di essere coerenti con loro stessi. Come Jon Snow che è diventato un personaggio-caricatura, legato a un destino che non vuole accettare; come la stessa Madre dei Draghi che, fin dall’inizio, voleva essere una sovrana diversa da suo padre, quando invece si è rivelata essere una tiranna senza cuore. E Cersei, che da regina incorruttibile ha mostrato il suo lato umano. Senza parlare di Jamie che, alla prima occasione, ha voltato le spalle a tutto e a tutti. In un contesto del genere, solo Aria, Tyrion e Sansa sono rimasti incorruttibili, ancorati alle proprie convinzioni. Un calderone in continuo movimento che, in realtà, ha fatto bollire una minestra insipida e finita nel dimenticatoio.
Ma possibile che in un anno e mezzo, gli autori e i produttori, non abbiano potuto realizzare un finale migliore? È una domanda a cui non è possibile rispondere, ma alla luce dei fatti, dopo un hype durato 8 anni, ci si aspettava un qualcosa di più da una serie come il Trono di Spade. E non è una considerazione così a caso, sono pensieri che condividono anche i fan più accaniti e, le petizioni on-line e i meme, sono la riprova. Il dato purtroppo è stato tratto e non si può tornare indietro. Il destino dei sette regni di Westeros è stato scritto. Ha trionfato il buon senso e l’autocommiserazione. Chissà se il già annunciato spin-off potrà essere migliore de Il Trono di Spade. Per ora non resta che sbollire la cocente delusione.