Attacco al Potere 3 Recensione

Attacco al Potere 3

Attacco al Potere 3 Recensione | Il cinema di azione, si sa, sin da quando è nato, è sempre andato molto bene nelle sale, complice un sano modo di intrattenere il pubblico con dignitose e robuste mazzate. Dire che però questo genere si è saputo rinnovare non è propriamente vero e l’unico cambiamento che si è visto nel corso degli anni sono stati gli eroi protagonisti, mentre le situazioni viste, bene o male sono sempre le stesse. Questo ovviamente se consideriamo fuori dai giochi i cinecomic che sono sempre action, ma con un’anima differente. Con la saga di John Wick (qui trovate la recensione del terzo capitolo) è stato fatto il miracolo vero e proprio, riuscendo non solo a confezionare una saga dignitosa, ma a creare un background interessante. Il franchise di Attacco al Potere si colloca invece in mezzo: anche se effettivamente non si può considerare una pietra miliare, il primo capitolo ha saputo divertire e intrattenere con eleganza, mediante un pretesto narrativo semplice ed efficace, ma di grande impatto. Un attacco terroristico alla Casa Bianca, infatti, non è solo spettacolare da vedere, ma dà l’opportunità di creare scene suggestive e coerenti con quanto premesso e narrato a livello di script. Cosa che ha funzionato decisamente meno con il secondo film, più un accozzaglia caotica di eventi, stavolta portati su larga scala. Il terzo, sulla carta, si presenta come un’opera più introspettiva che va ad indagare anche aspetti più legati al drama che all’anima più dinamica e caciarona. Davvero pensate che ciò sia servito per cambiare le cose?

Attacco al Potere 3

Nel terzo capitolo anche l’FBI sarà alla ricerca del protagonista.

Attacco al Potere 3: il passato, prima o poi, torna a far danni

Saremo posti inizialmente di fronte ad una introduzione decisamente soft e atta a calare il pubblico nel mood , per poi passare, in maniera improvvisa, all’azione. Mentre il nostro eroe Mike Banning (lo scultoreo Gerard Butler) è intento a proteggere il nuovo Presidente degli Stati Uniti Allan Trumbull (Morgan Freeman), in pausa dal suo incarico, un attacco di droni misterioso attacca tutta la scorta e i due sono costretti a scappare. Senza troppo giri di parole, il risultato sarà che il protagonista verrà accusato di tradimento ai danni degli USA per aver tentato di uccidere il Leader americano e farà di tutto per dimostrare la sua innocenza, anche a costo di combattere i suoi alleati. Abbiamo prima visto franare l’edificio presidenziale  a Washington, poi collassare il centro di Londra, ma il nostro uomo non è mai caduto ed è arrivato il momento di colpire direttamente lui, nella sua persona, per metterlo davvero alla prova e sondare le sue capacità. Si dice che la sfida più difficile la affrontiamo sempre con noi stessi e la realizzazione, in più di un occasione, metterà a nudo Banning, rivelandoci i suoi punti deboli. Forse l’aspetto più enigmatico della sua persona è il suo misterioso passato che scopriremo, piuttosto casualmente a dire il vero, e che consiste nella presenza di Clay, il padre dell’agente, interpretato da un energico Nick Nolte. I due insieme saranno una coppia fuori dal comune che offrirà al pubblico sia momenti drammatici che comici, con un bilanciamento che forse pende di più verso il lato spassoso, che non è mai troppo fuori luogo. A livello registico saremo invece di fronte a sequenze davvero folli a livello scenografico, in alcuni casi davvero ben riuscite e divertenti, in altri un po’ meno entusiasmanti e caotiche, che tutto sommato soddisferanno i palati inclini all’esplosiva dinamicità della saga. L’intrattenimento c’è bene o male, ma quello a non ingranare troppo è ben altro e non parliamo dello script, che nelle opere d’azione cade spesso in secondo piano.

Attacco al Potere 3

La relazione tra il Presidente Trumbull (Morgan Freeman) e Mike Banning (Gerard Butler) si fa decisamente più intensa.

Attacco al Potere 3: spesso la spettacolarità non è sufficiente

Quello a non funzionare granché, per prima cosa, è il ritmo ed è particolarmente strano in un lungometraggio di questo tipo. Sarà colpa di alcune scene forse troppo scontate o infinitamente lunghe o la parte descrittiva iniziale, fatto sta che si avrà l’impressione di vivere dei momenti riempitivi e inutili, quasi con la consapevolezza che siano stati inseriti per chiudere il lungometraggio e basta. Spesso, e mi duole dirlo, le esplosioni, gli scontri a fuoco massicci  e i morti a perdita d’occhio non sono sufficienti a regalare emozioni, se non sono ben contestualizzati all’interno della trama. Lungi da me nel criticare il copione, che non indago minimamente per non rovinarvi qualche simpatica sorpresa, ma il genere è fatto anche di regole ben precise e di lenta preparazione alla scena, che non ho visto in talune situazioni. Inoltre, il tentativo di indirizzare parte dell’attenzione verso aspetti più psicologici e maggiormente legati alla caratterizzazione del protagonista non riesce sempre ad essere un elemento incisivo e importante e si perde nel marasma delle battaglie e nel fumo delle granate ed è un vero peccato. Molto di questo problema deriva dal fatto che abbiamo assistito a due capitoli completamente privi della componente suddetta e la sua introduzione è avvenuta così a piccole dosi e in sordina da non risultare all’occhio rispetto al resto. In ogni caso, al di là del risultato finale, è bello scoprire qualcosa su Banning e umanizzare un personaggio così cazzuto e sanguinario è un’ottima occasione per scoprire lati della sua personalità non evidenti, come la sua  celata fragilità, spesso nascosta sotto uno spesso strato di machismo. In conclusione, un film che si lascia vedere in maniera leggera, senza essere troppo pretenzioso, con pochi spunti interessanti, ma con altrettante lacune più o meno gravi.

Attacco al Potere 3 tenta di tutti i modi di cambiare direzione, cercando di portare su schermo una storia improntata sull’eroe protagonista, ma che riesce solamente a grattare la superficie del background di Mike Banning. Le potenzialità e le occasioni sono sprecate e buttate alle ortiche, coperte da una spettacolarità spesso fine a sé stessa, fredda e inconcludente, che intrattiene alcune volte, ma che ricade anche nel banale e nel prevedibile. Il primo capitolo, purtroppo, non è mai stato così lontano, che seppur provvisto di difetti, manteneva una sua sobrietà di fondo, che questo terzo titolo ha perso completamente. Andando al cinema completamente scevri da ogni condizionamento e con la consapevolezza di divertirvi in maniera ignorante forse passerete qualche ora di ora di risate, ma non aspettatevi di trovarvi di fronte un action solido e caratteristico.

Massimiliano è un amante a tutto tondo dell'intrattenimento, dal cinema e serie tv fino a passare ai videogiochi. Sincero appassionato del mondo Marvel, di Star Wars e della cultura pop, nel tempo libero divora libri e graphic novel di qualsiasi tipo, con la predilezione per Moore e Gaiman. Sogna in futuro di diventare uno scrittore talmente tanto influente, da poter governare la mente dei suoi lettori, e ci sta lavorando con molta costanza!