Intervista a Lukasz Rosinski, CEO di Varsav Game Studios: “Vogliamo creare un’esperienza unica con Bee Simulator”

Bee Simulator

Bee Simulator | Nel grande miasma che è il sottobosco del “Simulator”, molte volte è facile immergersi nella melma più disgustosa del genere per ritrovarsi sulle famigerate parodie del termine. GOAT Simulator e Surgeon Simulator sono alcuni esempi recenti del fenomeno, ma ne abbiamo anche altri trascorsi e, con ogni probabilità, ne vedremo anche altri in futuro. È stato quindi provvidenziale vedere e chiedere alcune domande a Lukasz Rosinski, CEO di Varsav Game Studios e ideatore di Bee Simulator. Cosa si nasconde dietro questo progetto, e com’è andato a maturare negli anni? Avendo fissato un appuntamento alla gamescom 2019 per testare direttamente il gioco (per leggere il Provato cliccate QUI), ci siamo fermati qualche minuto con lo stesso Lukasz per chiarire l’intera produzione dietro al simulatore delle api.

Bee Simulator: tutto comincia da un libro

Com’è nata l’idea di Bee Simulator?
Bee Simulator è un’idea che mi è venuta in mente mentre stavo leggendo un libro, chiamato “Bees”, a mia figlia di 5 anni. Quando ho finito di leggere il libro mi sono subito sentito in dovere di trasformarlo in un videogioco. Il libro è infatti concentrato a spiegare alcuni dettagli interessanti sui nidi delle api, sulla loro gerarchia e sulle cose che le api fanno normalmente. Quando vedi un’ape o mangi il loro miele, in fondo, non sai cosa si nasconde dietro le tende. Era un libro minuscolo, un testo di circa 16 pagine fatto da sole immagini giganti, ma mi ha dato un sacco di idee da dedicare al design di un videogioco.

Parlando invece del gioco, cos’è in essenza Bee Simulator?
Bee Simulator è un gioco action con degli elementi educativi e simulativi. Raccontando la storia di un’ape e del suo nido, cominci l’avventura da infante e lo finisci con il ruolo di eroina del nido. Perciò ci saranno dei momenti divertenti, sì, ma anche scene in cui si piangerà. Vogliamo creare un’esperienza unica con Bee Simulator; perché? Beh, perché quando giochi e ti diverti non ti accorgi di aver imparato effettivamente qualcosa, e nel nostro caso il giocatore capirà molte cose sulle api e sul fatto che le stesse api stiano lentamente morendo; c’è un problema da risolvere. Vogliamo inoltre dare al giocatore qualche soluzione per aiutarle, ovviamente! Quello è sicuramente una delle missioni del nostro prodotto; non solo divertirsi, ma anche fare qualcosa dopo aver spento lo schermo. Quindi, in essenza, dei consigli e dei trucchetti che il singolo può sfruttare per aiutare le api a sopravvivere.

Bee Simulator

La ricostruzione del nido è forse una tra le più grandi chicche di Bee Simulator.

Oggigiorno, tra GOAT Simulator e altre parodie del genere, il termine del “Simulator” ha un po’ perso il suo significato originale in una minoranza dei giocatori. Perciò, cosa ti ha fatto scegliere un titolo del genere rispetto a uno più distante dalle simulazioni?
Credo di capire come sia la tipica simulazione di una fattoria, per dire. So cosa aspettarmi da una cosa simile, ma non saprei invece dirvi cosa mi aspetterei da un simulatore di capre. Le capre sono pigre, non fanno granché, mangiano solo l’erba, dormono nel frattempo e basta! Per cui capisco il punto di vista degli sviluppatori nel realizzare un gameplay semplicemente divertente per GOAT Simulator. Le capre, in fondo, sono generalmente noiose ma le api, invece, non lo sono! Le api ci hanno dato dei metodi naturali per realizzare un videogioco, ci hanno dato delle soluzioni che abbiamo utilizzato nel design definitivo del progetto. Dopotutto, ho dovuto scegliere, come CEO dell’azienda, quale alternativa scegliere. Da un certo punto di vista avrei potuto realizzare un simulatore, ma dall’altro avrei potuto scegliere un nome come “Be a Bee”, registrando il dominio e tutto il resto utile al prodotto…. Ma cosa mi avrebbe dato? C’è un enorme lato simulativo in Bee Simulator: hai i modelli veri delle api, hai un luogo reale nel quale volare (Central Park, ndr), né ti muovi con una grafica estremamente stilizzata o colorata. Tutte le meccaniche di gioco sono basate sulla vita reale della api, collaborando perfino con alcuni apicoltori durante la realizzazione di Bee Simulator. Secondo me c’è ancora un lato simulativo nel gioco, ma farne anche uno identico al nostro mondo non avrebbe granché senso. Per dire, i nidi delle api sono generalmente noiosi da un punto di vista del design: sono oscuri e generalmente limitati nelle grandezze, e lo stesso si potrebbe dire sull’impollinazione dei fiori! Ecco, in fondo abbiamo svolto un buon lavoro a unire l’anima simulativa a un gioco che potesse risultare anche divertente. Credo che il nostro sia un buon punto di vista su come i simulatori futuri dovrebbero muoversi.

Creare un gioco attorno alla vita di un’ape dovrà essere stato un incubo! Qual è stata la cosa più difficile che avete dovuto affrontare durante lo sviluppo di Bee Simulator?
Il tempo, perché avevamo 13 lingue da implementare nel gioco. Il tempo, perché stiamo ufficializzando allo stesso tempo 3 certificati per il gioco: uno per Xbox, un altro su PlayStation e l’ultimo su Nintendo Switch. Le tempistiche finali sono state il più grande problema che abbiamo dovuto affrontare nello sviluppo di Bee Simulator, sicuramente. Allo stesso tempo, non avevamo alcun punto di riferimento per il gioco. Molti titoli ce l’hanno -i racing game si basano dopotutto su altri titoli dello stesso genere- ma nel nostro caso ci siamo dovuti basare sul nulla. Avevamo i giochi di corse aeree, ma anche quelli non potevano aiutarci nel creare un titolo basato sulle api. Perciò abbiamo dovuto semplicemente prototipare finché non abbiamo avuto tra le mani una versione definitiva del gioco.

Quant’è importante la crisi ambientale nella narrazione di Bee Simulator?
È estremamente importante. Lo mostriamo all’inizio e durante alcune missioni del gioco, affrontando i problemi reali che le api si trovano ad affrontare. I giocatori saranno consci di questi problemi ma, ancor meglio, saranno anche consci delle soluzioni! Alla fine, i giocatori cominceranno ad adorare le api. Per dirne una, molti giocatori non conoscono le differenze fondamentali tra un’ape e una vespa. Vedono una o l’altra e pensano che entrambi mordano, ma non riescono a differenziarle! Vorrei piuttosto insegnare quest’etica ai giocatori, così come accade nel nostro studio. Difatti, davanti a un nostro studio c’era il mio produttore, che è il diretto responsabile per Bee Simulator, e lì si trovò davanti a un’ape che stava in piedi sulla strada. Fuori facevano circa 40 gradi, perciò stava pian piano morendo dal caldo! Cosa fece il produttore? Semplicemente, fece ciò che il gioco gli aveva insegnato! Prese l’ape, le diede dello zucchero, dell’acqua e la salvò. Alla base, vorrei che i giocatori capissero quanto sia importante il gesto del salvare invece di quello dell’uccidere.

E il lato educativo, invece, quant’è importante? Come siete riusciti a creare un gioco indirizzato sia ai ragazzi che agli adulti?
Abbiamo due modalità distinte: Easy e Hard. Non c’è assolutamente alcuna pressione da parte del gioco nella modalità facile, neanche delle tempistiche da seguire, perciò è perfetto per i ragazzi, in quanto capiscono cosa fare dopo aver finito il gioco in autonomia. Abbiamo anche testato il titolo con dei bambini di 7 anni: alcuni sono riusciti a finire completamente il gioco, mentre la maggior parte di loro è riuscita a giocare una buona porzione del titolo. Per gli adulti, invece, credo che sarà interessante la meccanica del combattimento. Ma c’è anche altro da tenere in considerazione. Prendendo ispirazione da Flower, infatti, vediamo Bee Simulator come se fosse un’esperienza rilassante in cui esplorare Central Park in tutta tranquillità.

Il sistema di combattimento sicuramente è uno degli elementi più interessanti di Bee Simulator. Ci hai detto che avete preso ispirazione dal gameplay di For Honor per realizzarlo, ma come si è passati dal concept iniziale alle meccaniche definitive?
Uno dei primissimi sistemi di combattimento che abbiamo implementato nel gioco è stato sicuramente quello che abbiamo nella modalità facile di Bee Simulator. Lì, infatti, devi solo premere i pulsanti X e Y sul controller per bloccare l’assalto del nemico e contrattaccare. In essenza, devi solo premere alcuni pulsanti in sequenza per vincere. Dopo aver testato il gioco, tuttavia, avevamo notato che alcuni giocatori finivano irrimediabilmente per trovarlo noioso, perciò abbiamo pensato di renderlo più veloce, ma non ha funzionato. Non c’è un metodo univoco per far funzionare un sistema, per cui abbiamo dovuto prototipare il sistema finché non ha funzionato.

Quindi, puoi dirci quando e su quali piattaforme uscirà Bee Simulator?
Bee Simulator uscirà il prossimo 14 novembre per PC, Xbox One, PlayStation 4 e Nintendo Switch.

Dopo un rito di iniziazione tenuto dalle alte cariche di GamesVillage, Valerio è stato accettato come redattore. È il più giovane del gruppo e, nonostante le apparenze, nasconde un grande talento. Ma lo nasconde molto bene! Non vi consigliamo di partire con lui: leggende narrano che chi l'abbia seguito si sia perso nei meandri della misteriosa Pomezia.