Try n’ Cry Provato dalla Milan Games Week 2019

Try n’ Cry Provato | Try n’ Cry è un survival thriller con una connotazione fortemente esplorativa, partorito dallo studio siciliano indipendente Crystalia Games e nato da un’idea di Emanuele Scuderi, suo principale progettista. Abbiamo fatto quattro chiacchiere proprio con lui in occasione della Milan Games Week 2019, scoprendo un titolo dal sapore squisitamente old school, ispirato ai grandi classici del genere come i titoli di Frictional Games (fra cui l’ormai leggendario Amnesia: The Dark Descent), con qualche rimando al design degli horror anni ’90, primo fra tutti Silent Hill.

Try n' Cry

Il buio è una componente predominante nei labirintici corridoi di Try n’ Cry.

Try n’ Cry è un survival ispirato ai lavori di Frictional Games

Try n’ Cry, peraltro, è ispirato alle leggende siciliane (lo stesso titolo è un gioco di parole costruito sull’antico nome della Sicilia, Trinacria, appunto) e contiene una quantità incommensurabile di rimandi alla millenaria storia dell’isola, un tempo ricca di miti di stampo ellenico prima e latino poi. Con simili premesse, volte a fondere realtà e leggenda, ci siamo lanciati incuriositi in una prova pratica del gioco, scoprendolo ancor più ostico e punitivo di quanto ci aspettassimo dalle informazioni assimilate in precedenza. Emanuele, d’altronde, ci aveva avvertito: Try n’ Cry è un titolo pensato per non fare sconti a nessuno, e in cui è obbligatorio tener conto di ogni più piccolo particolare – e avere una buona dose di sangue freddo – per cavarsela.

Ogni oggetto nell’inventario può essere ruotato e manipolato a piacimento.

Il protagonista del gioco, Andrew Miller, è un inglese determinato a salvare il fratello Mason, disperso in Sicilia tempo addietro (il gioco è ambientato alla fine del 1929) e coinvolto in qualche strano rituale. Nella demo provata, lo abbiamo guidato in una breve sezione in cui risolvere un puzzle ben preciso: svuotare, una dopo l’altra, delle vasche di contenimento piene d’acqua, muovendoci in un ambiente labirintico e costantemente perseguitati da delle gorgoni (si, avete letto bene). Queste ultime, in stile Slender Man, fungono da efficacissimo elemento di disturbo, generando anche un involontario (ma la prima volta terrorizzante) effetto jumpscare, e possono addirittura portare alla morte permanente – per pietrificazione – e all’obbligo di ricominciare la demo dal principio.

Mentre cerca di evitarne il temibile sguardo, che diventa sempre più insistente, chiudendo gli occhi (meccanica fondamentale per non farsi “beccare”), Andrew deve districarsi tra un obiettivo e l’altro, armato soltanto di una torcia (liberamente direzionabile e dal fascio di luce gestibile a piacimento) e una sorta di periscopio col quale guardare oltre gli angoli; il nostro ha a disposizione anche un risicatissimo inventario, nel quale far stare tutti gli oggetti utili ad attivare meccanismi, come chiavi, valvole e via dicendo. Gli elementi più contorti, però, sono indubbiamente la mappa, labirintica e volutamente poco chiara e pensata per costringere il giocatore a imparare a memoria ogni angolo (sfruttando gli indizi visivi e la memoria fotografica), ma soprattutto il diario, vero e proprio cuore della progressione nel gioco, che tiene traccia di ogni dettaglio e di ogni scoperta, compresi gli aggiornamenti alla mappa stessa, ottenibili semplicemente avvicinandosi ai relativi cartelli.

Try n’ Cry ci è sembrato un titolo interessante, con alcune buone idee e volutamente rivolto ad una nicchia di pubblico che però apprezza particolarmente simili progetti. La build da noi provata è ancora in uno stato non propriamente rifinito, anche perché al progetto manca ancora un publisher intenzionato a completarlo e portarlo sul mercato, ma la buona volontà c’è: resta da vedere se Crystalia Games saprà metterla in pratica. Noi facciamo loro un grosso in bocca al lupo!

Nato nello scorso millennio con una console fra le mani e rimasto per molti anni confinato nel mondo distopico della Los Angeles del 2019, ha infine deciso di uscirne per divulgare al mondo intero le sue più grandi passioni: il videogioco in tutte le sue forme, il cinema (quello vero) e Dylan Dog.