Bookbound Brigade Provato dalla Milan Games Week 2019

Bookbound Brigade Milan Games Week

Bookbound Brigade Provato | Il Libro dei Libri contiene la vita di migliaia di personaggi, storici o di fantasia, che hanno allietato le nostre letture per anni. Questo prezioso tomo racchiude inoltre la memoria di tutti questi personaggi, e la sua sparizione può provocare un’amnesia di massa: è ciò che accade in Bookbound Brigade, piccola gemma sviluppata da Digital Tales.

Bookbound Brigade è un metroidvania ispirato ai miti letterari

Lo studio milanese aveva iniziato il progetto del gioco realizzando un classico RPG, popolato da gli archetipi di maghi e guerrieri, ma successivamente ha deciso di inserire l’elemento letterario. Grazie a un bando europeo che richiedeva di valorizzare la cultura dei nostri paesi, il progetto si è evoluto nel Bookbound Brigade che conosciamo, nel quale comandiamo una truppa di 8 personaggi celebri. La nostra squadra è formata niente meno che da: Tesla, Robin Hood, Cassandra, la Regina Vittoria, Dorothy, Dracula, lo scimmiotto Son Goku e Re Artù. Appare subito evidente il mix di culture e storie, che crea un risultato variegato e riconoscibile in tutto il mondo, ma non è tutto: gli otto eroi sono infatti utilizzabili contemporaneamente, nell’ambito di un concept che richiama alla lontana quanto fatto da Platinum Games su Wii U con The Wonderful 101.

Assumere determinate “forme” in certi casi è fondamentale.

Il gameplay è altrettanto peculiare: i nostri protagonisti marciano compatti e possono creare varie formazioni. Quella di base è caratterizzata da 4 personaggi a terra e 4 impilati sopra, ma esistono anche strutture a colonna, a linea orizzontale o a ruota. Variare struttura permette di raggiungere nuove zone o raccogliere oggetti posti in posizioni prima irraggiungibili. È perciò evidente che Bookbound Brigade sia caratterizzato da imponente backtracking, enfatizzato da una mappa con una struttura volutamente lineare e vagamente simile a Bloodstained: Ritual of the Night. Una volta recuperata una nuova abilità, vanno rivisitati i livelli precedenti per scoprire ogni mistero. Nelle varie zone sono presenti numerose casse contenenti cuori o pagine di libro, che fungono da conio, e soprattutto è possibile liberare NPC svariati e apprendere da loro attacchi o informazioni. I personaggi presenti sono davvero innumerevoli, è buona parte del divertimento consiste nel parlarci e interagirci. Ad esempio, Giovanna D’Arco fa davvero faville!

Bookbound Brigade è un Metroidvania, e come tale richiede una certa abilità nei salti e nel tempismo. La brigata è abbastanza lenta, nonché ingombrante: ciò complica molto salti e spostamenti in punti stretti, e richiede di ingegnarci a dovere. Apprendere nuove abilità -come ad esempio semplice doppio salto, ma anche molto più complesse- è necessario per proseguire l’avventura. Il gameplay provato mi è parso divertente e stimolante, adatto anche ai veterani del genere. C’è stato qualche piccolo calo di frame rate, ma la build della fiera era un work in progress, per cui non è un problema preoccupante.

Dagli al troll!

Dal punto di vista artistico, Bookbound Brigade appare curatissimo: ogni personaggio ha le sue animazioni peculiari, nonché dialoghi molto ben scritti e divertenti. Il titolo verrà adattato in ben dieci lingue, inclusi cinese e giapponese, e punta a far divertire giocatori in tutto il mondo. Soddisfare i vari gusti è essenziale, ed è evidente anche dalla varietà delle ambientazioni: esiste un mondo steampunk, uno antico/mitologico, uno fantasy medievale e persino uno avventuroso e piratesco. La biblioteca svolge il ruolo di hub centrale e connette tutte le varie regioni esplorabili.

Bookbound Brigade ha insomma personalità da vendere e un gameplay solido e sfizioso. È atteso su PlayStation 4, Steam e Nintendo Switch, piattaforma dove ho avuto modo di gustarlo sia in modalità handheld che docked.

Mangiatrice compulsiva di sushi e cibarie di ogni genere, ama alla follia tutto quello che è Nintendo, non disdegnando neppure il dorato mondo dei Pokémon. Videogioca sin da quando era bambina, ed ora che è grande forse lo fa addirittura più di prima. Anzi, sicuramente.