Lontano lontano Recensione

lontano-lontano-gianni-di-gregorio

Presentato in anteprima al Torino Film Festival, Lontano lontano è il nuovo film da regista, sceneggiatore e interprete di Gianni Di Gregorio, divenuto celebre con la sua opera di debutto Pranzo di Ferragosto, nel 2008. Il nuovo film lo vede accompagnato dagli attori Giorgio Colangeli ed Ennio Fantastichini, nell’ultimo ruolo della sua carriera.

Il film narra le vicende di tre settantenni romani, Attilio, robivecchi desideroso di compiere di nuovo quelle esperienze tipiche della gioventù; Giorgetto, impiegato, ultimo baluardo della vecchia romanità, che vive in miseria e fa fatica a sbarcare il lunario; e il Professore, un insegnante di latino ormai in pensione e rassegnato alla noia più totale. I tre, riunitisi, prenderanno una decisione che cambierà radicalmente le loro vite: abbandonare la loro solita routine quotidiana di quartiere e partire all’estero per ricominciare tutto da capo.

lontano-lontano-recensione-film

Il racconto amaro di una difficile vecchiaia

Tra i maggior punti di interesse del cinema di Di Gregorio vi è quella capacità di trattare con tatto e gentilezza tematiche attuali e problematiche sociali. Nel caso di Lontano lontano è la difficoltà di vivere un pensionamento sostenuto da cifre di denaro insufficienti o che lasciano spesso e volentieri su quel margine facilmente oltrepassabile tra il poco e il nulla A vivere ciò sulla propria pelle raggrinzita sono i tre protagonisti del film, che decidono di non lasciarsi vincere dall’età e di compiere invece quel salto qualitativo che oggi è prerogativa delle giovani generazioni. Il film si costruisce così sul desiderio di un altrove come luogo ideale dove ricominciare una nuova vita, ma prima di intraprendere davvero tale viaggio occorre una preparazione adeguata. Ed è proprio passando attraverso di questa, e non con il viaggio in sé, che i tre protagonisti hanno modo di maturare ulteriormente comprendo quello che alla fine è il dolce messaggio finale del film.

Salpare verso per nuovi orizzonti richiede sacrifici che gli anziani protagonisti non sono più pronti a fare, legati al loro porto sicuro non tanto dall’età quanto dal percorso di vita fino a quel momento realizzato. Di Gregorio pone così i suoi personaggi di fronte a realtà ben più complesse, arrivando a parlare di tematiche come l’immigrazione e l’emigrazione in modo del tutto non didascalico ma anzi con una delicatezza che ne è il vero pregio. La sua messa in scena è contenuta, mai virtuosa per il gusto di esserlo, e così facendo permette ai personaggi di essere il vero motore del film, ponendo al centro di tutto quelle emozioni imprescindibili che aiutano a superare qualunque momento di difficoltà.

lontano-lontano-ennio-fantastichini

Un film ricco di buoni sentimenti

E’ una commedia spensierata quella che Di Gregorio realizza, il racconto di un’età al cinema troppo spesso non considerata, che nei suoi limiti racconta a suo modo la difficoltà del vivere quotidiano, non dimenticando di considerare il sorriso come rimedio ad ogni male. Nel suo appassionato racconto Di Gregorio riesce a dosare quegli elementi che tengono in un buon equilibrio il film, diviso tra leggerezza e drammaticità della condizione dei tre protagonisti.

E se i personaggi sono il motore del film, ad impersonarli vi è un affiatato trio di attori, che sfoggia sul grande schermo una grande chimica di scena, i cui tempi comici o drammatici si inseriscono con grazie all’interno del film e del suo racconto. Ennio Fantastichini, in particolare, spicca sugli altri per il suo ritratto struggente di un uomo stanco della vita e desideroso di una rivalsa sociale. L’attore, scomparso nel dicembre del 2018, confeziona un’ultima grande interpretazione in una carriera ricca di successi. E dunque proprio attraverso la bontà dei tre personaggi, tragici ed eroici, si rimane colpiti da quel bagliore di speranza che sembra poter toccare ogni generazione, anche quella che più di altre parrebbe destinata all’oblio.

Lontano lontano si conclude come un vero e proprio road movie, con i personaggio che arrivano ad un nuovo capitolo della loro esistenza, senza tuttavia aver mai abbandonato quella Roma amata o odiata, né tantomeno quella società che nonostante dimostri scarsa gratitudine per il sudore e il sangue versati, sa ancora regalare quelle gioie su cui vale la pena fondare il futuro.

Gianmaria è sempre stato un grande appassionato di cinema e scrittura, tanto da volerne fare la sua professione. Studiando queste materie all'Università decide di fondere le sue passioni nella critica cinematografica e nella scrittura di sceneggiature. Tra i suoi autori preferiti vi sono Spike Jonze, Noah Baumbach e Richard Linklater.