The Snack World: Esploratori di Dungeon – Gold Anteprima

The Snack World: Esploratori di Dungeon Gold

Se fino ad oggi non avete mai sentito parlare di The Snack World, non ve ne posso certo fare un torto: il più recente franchise multimediale di Level-5, gli straquotatissimi autori di Ni no Kuni, Professor Layton, Yo-kai Watch e Inazuma Eleven, non ha infatti mai lasciato i confini giapponesi prima d’ora, malgrado l’incredibile quantitativo di materiale prodotto (fumetti, serie TV, gadget e, naturalmente, videogiochi) come da tradizione di qualsiasi brand di questo tipo concepito dalla compagnia di Fukuoka. La trovata principale della declinazione ludica di The Snack World è costituita da compagni mostruosi (chiamati “snack”, da cui il titolo) ed equipaggiamento (i cosiddetti “jare”, neologismo ricavato dall’ultima parte della traslitterazione fonetica di “treasure”) rivenduti come portachiavi dotati di chip NFC, che possono essere letti dai modelli più recenti di Nintendo 3DS (quelli vecchi abbisognano di un dispositivo acquistabile a parte) per materializzare oggetti e missioni extra in-game: benché tali accessori non siano fondamentali per il completamento dell’avventura, forniscono comunque benefici aggiuntivi interessanti, sono molto simpatici da collezionare e garantiscono introiti supplementari alla casa editrice, che non guastano mai. Questo Esploratori di Dungeon – Gold è il porting della versione 3DS su Nintendo Switch, riveduto e corretto sia in termini di presentazione visiva che di gameplay, cui interno si annidano tutti i contenuti extra dell’originale che moltiplicano esponenzialmente le ore necessarie per sviscerare tutti gli aspetti del titolo. Ma in cosa consiste il gioco, di preciso?

The Snack World: Esploratori di Dungeon GoldThe Snack World si presenta come un hack ‘n’ slash relativamente convenzionale, dove le peripezie del nostro baldo e personalizzabile avventuriero si dipanano lungo una serie di missioni in perfetto stile Monster Hunter, con la città principale strutturata come centro nevralgico nel quale incontrare un bislacco assortimento di personaggi non giocanti, ciascuno con una personalità ben definita e un corredo di idiosincrasie e sub-quest al seguito, e fare scorta di oggetti consumabili e non che aumentano le nostre probabilità di sopravvivenza durante le fasi d’azione. Queste ultime sono strutturate come un qualsiasi clone di Diablo o di Gauntlet che si rispetti, dove orde di mostriciattoli poco amichevoli ci attendono al varco, pronti a cadere sotto i colpi della nostra attrezzatura offensiva. In perfetto stile Yo-kai Watch, occasionalmente è possibile immortalare con lo smartphone un avversario tramortito per schierarlo in battaglia al nostro fianco: sì, avete capito bene, ho parlato proprio di smartphone perché, malgrado le classiche atmosfere fantasy, Esploratori di Dungeon – Gold è intriso di anacronismi e richiami al mondo moderno che non mancheranno di strappare più di una risata, oltre ad essere funzionali per determinate meccaniche come l’evocazione di compagni e armamentario. La possibilità di variare i jara utilizzati in tempo reale durante i combattimenti si rivela fondamentale, perché i punti deboli dei nemici variano di pari passo con la loro eterogeneità e ci ritroveremo spesso ad inanellare combinazioni di colpi con armi diverse per abbattere le minacce circostanti, soprattutto quando avremo a che fare con torme di antagonisti particolarmente nutrite.

The Snack World: Esploratori di Dungeon GoldNel corso di queste primissime ore di gioco, ho potuto constatare come il comparto grafico non sia un semplice riversamento in alta risoluzione del pur gradevole equivalente su 3DS, ma abbia beneficiato di un restyling completo che sfrutta al meglio l’hardware della macchina ibrida targata Nintendo: i modelli poligonali sono molto più simili alle controparti utilizzate nei film e nella serie in CG, mentre gli accorgimenti adottati in termini di gestione della telecamera, degli effetti visivi legati all’utilizzo di jara con poteri diversi e delle molteplici correzioni mirate ad ottimizzare l’esperienza di gioco nel complesso, come i contorni del personaggio controllato da noi che restano visibili anche dietro muri ed ostacoli, rendono questa conversione una vera e propria rifinitura del capostipite, adatta sia a quanti si sono già consumati i pollici sulla console portatile che ai neofiti della serie, ovvero quasi tutti i giocatori occidentali che non hanno voluto cimentarsi con la lingua giapponese e sono rimasti in attesa di un’edizione ufficiale per il nostro mercato. Altro particolare non di poco conto che salta subito agli occhi, ma soprattutto alle orecchie, è la presenza di testi e dialoghi completamente in italiano, per i quali bisogna rendere un doveroso tributo ai responsabili dell’adattamento che hanno dovuto ricostruire nella lingua di Dante un quantitativo spropositato di giochi di parole, doppi sensi, grammelot e mescolanze lessicali con ottimi risultati. Bisogna sottolineare quanto, sebbene l’estetica di The Snack World sia volutamente bambinesca, il livello delle battute sia decisamente più adulto con sovrabbondanza di riferimenti sessuali e umorismo scatologico che, per quanto da me apprezzatissimi, a qualcuno potrebbero far storcere il naso: ad esempio, uno degli incarichi principali ci vede alla ricerca dell’ingrediente principale di una crema di bellezza, prodotto da un raro esemplare di polipo gigante… il fatto che quest’ultimo sia noto come “Caccalamaro” dovrebbe suggerire che tale sostanza non sia esattamente il suo inchiostro…

Insomma, benché non sia (ancora) famoso come gli altri marchi distribuiti in tutto il mondo da Level-5, The Snack World promette di regalare un’esperienza appagante a tutti gli appassionati di RPG dinamici con dungeon procedurali che, purtroppo, negli ultimi tempi sembrano scarseggiare, soprattutto su console. Al di là dello humour che lo pervade, la componente ludica è sufficientemente robusta da garantire ore e ore di intrattenimento, anche se il fattore randomico di acquisizione degli oggetti più rari, delegato ad una serie di procedure non troppo dissimili da quelle adottate nei cosiddetti gacha su dispositivi mobili, potrebbe indurre un certo senso di frustrazione alla lunga… per gli approfondimenti del caso, vi rimando comunque alla recensione completa che attraccherà su queste pagine fra un paio di settimane e, con il vostro permesso, torno a sprofondare tra i labirintici cunicoli che circondano l’irriverente regno di Tutti Frutti! Che l’esplorazione… abbia inizio!

Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.