Volevo nascondermi Recensione: la bestia, l’uomo, l’arte

Volevo Nascondermi

Volevo nascondermi | “Parlare? Non si parla dei quadri, li si guarda”. Cosรฌ Antonio Ligabue liquida un giornalista venuto a scrivere un articolo sulla sua mostra, e allo stesso tempo riassume la difficoltร  di trascrivere a parole ciรฒ che questo film rappresenta e trasmette al pubblico. Volevo nascondermi, lungometraggio tutto italiano diretto da Giorgio Diritti e candidato alย 70ยบ Festival del Cinema di Berlino, non รจ infatti un mero prodotto di intrattenimento, quanto una rappresentazione artistica ed emotiva di un uomo travagliato e quasi incapace di comunicare, se non attraverso la pittura. Risulta quindi complesso dare una valutazione oggettiva all’interpretazione sfrenata e trascinante di Elio Germano, alla colonna sonora suggestiva e ai silenzi eloquenti, ai giochi di luci e ai contrasti di colori. Ciรฒ che stiamo per presentarvi, dunque, non รจ una semplice analisi dei pro e dei contro di questa pellicola, quanto il tentativo di rievocare le sensazioni e il messaggio che si celano dietro alle immagini sullo schermo, cosรฌ che possiate anche voi interpretare – e di conseguenza apprezzare – la rinascita e l’affermazione di un autore fuori dagli schemi, libero e selvaggio, essere umano e bestia.

Volevo Nascondermi

Emozioni, non eventi

Un consiglio che ci sentiamo di darvi รจ di recuperare a grandi linee la storia di Ligabue, soprattutto le vicende che hanno segnato la sua infanzia. Il film, infatti, รจ caratterizzato nelle prime battute dalla totale assenza di linearitร  degli eventi, mentre il protagonista rimembra frammenti mescolati della sua gioventรน. Come nel piรน tetro dei sogni, saltiamo velocemente da un bambino oppresso da genitori e coetanei, in cui giร  si manifestano i primi segni della sua “follia”, ad un uomo in cui si riflettono violentemente i traumi del passato, vessato dagli abitanti del suo paese e chiuso in sรฉ stesso. La confusione fa da padrone in questa fase di pazzia della vita del pittore, rappresentata da veloci sequenze di immagini contrastanti, un’alternanza di rumori forti e silenzio, scatti di rabbia e volti oscurati. Non รจ semplice seguire questo flusso incessante di emozioni senza un minimo di preparazione, ma il suo scopo diventa tangibile con il proseguire della pellicola. Infatti, l’incontro prima con Renato Marino Mazzacurati (Pietro Taldi) e poi con Andrea Mozzali (Andrea Gherpelli) rende la narrazione piรน trasparente (simbolo del rinsavimento di Toni) e lo spettatore iniziaย  appienoย  a cogliereย le motivazioni e il pensiero che guidano l’artista, immedesimandosi nel suo personaggio in un modo che solo il cinema riesce ad offrire.

Volevo Nascondermi

Dall’autore allo spettatore

Protagonista assoluta e indiscussa di Volevo nascondermi รจ l’interpretazione magistrale e smodata di Elio Germano, tanto potente e selvaggia quanto umana ed emozionante. Non c’รจ un attimo in cui l’attore si separa dal ruolo, in cui noi spettatori ci rendiamo conto di star osservando uno schermo e non la realtร  dei fatti. Al contrario, veniamo velocemente trascinati nell’Italia del tempo e ci troviamo inconsciamente a condividere lo stato d’animo di Ligabue, a osservare da vicino il suo carattere quasi bestiale e a respirare la sua vena artistica. L’unica pecca (se cosรฌ si puรฒ chiamare) รจ che la profonditร  e lo spessore del pittore soffocano il resto del cast, fin troppo inquadrato nei canoni della “normalitร ” per reggere la sua eccentricitร . C’รจ ovviamente qualche eccezione, come l’amicizia di Mozzali e la fredda condiscendenza dell’autista Sergio Terzi (Denis Campitelli), che di tanto in tanto si elevano fino a distinguersi e concedere al pubblico un momento di sana ordinarietร . La danza che si crea tra l’estro sovrannaturale di Toni e i modi consueti e abitudinari degli individui che lo circondano diventa una formula che eleva ancor di piรน l’artista e gli dona quel forte senso di maestositร  che solo si confร  ai grandi maestri dell’arte.

E se l’interpretazione degli attori รจ il motore di Volevo nascondermi, il comparto sonoro e la fotografia non possono che essere le sue ruote. Il carattere e lo stato d’animo di Ligabue, che sarebbero probabilmente troppo complessi da digerire, vengono mediati e poi trasmessi allo spettatore attraverso ambientazioni, contrasti di luce, note musicali ed effetti audio d’immediato impatto. Il protagonista viene tormentato da una banda di bulli in una scena ricca di rumori forti, urla e scatti veloci di camera, per poi andare a calmarsi vicino al Po con inquadrature larghe e immobili, avvolte in un mutismo rilassante interrotto solo dai suoni della natura. E cosรฌ l’uomo si avvicina all’artista, segue il suo processo creativo, lo osserva mentre analizza l’ambiente circostante e lo riporta su tela con pennellate pesanti e colori sgargianti. Leggermente sotto tono si trova invece la colonna sonora, che a volte fa fatica ad emergere e svolge per lo piรน un ruolo secondario – ad eccezione di alcuni momenti dove assume il totale controllo della narrazione. Nel complesso, il silenzio risulta spesso molto piรน eloquente del parlato e della musica, in una perfetta rappresentazione della difficoltร  di comunicazione di Antonio.

Volevo Nascondermi

Un dipinto per una motocicletta

Ma alla fine, dopo tutto questo poema, a chi รจ indirizzato questo film? In fondo, รจ facile pensare che un’opera di questo calibro sia adatta solo ai veri appassionati di arte, agli amanti di quadri e dipinti, o a chi si nutre di documentari sulla vita di individui come Ligabue. Ma, sebbene queste categorie lo troveranno sicuramente appagante, Volevo nascondermi si prende anche il tempo necessario per alleggerire il suo spessore e donare scorci simpatici e deliziosi delย rachitico “El Tudesc”, dai goffi tentativi di conquistare la sua amata alla sua eccessiva sinceritร  e innocenza. Impossibile non sorridere quando Toni prova a barattare dieci tele “grandi, grandissime” per una BMW, di fronte ad un meccanico perplesso e disinteressato. Ne consegue che la pellicola รจ rivolta a tutti coloro che cercano in un lungometraggio l’espressione artistica, l’introspezione e la forte impronta autoriale che contraddistinguono anche questa storia, andando oltre al puro e semplice intrattenimento da sala.

https://www.youtube.com/watch?v=D5oC_NYpV0s

Volevo nascondermi porta al Berlinale tutta la forza e la naturalezza del cinema italiano, raccontando una storia complessa ed emozionante come quella di Ligabue attraverso l’eccellente interpretazione di Elio Germano e la sorprendente qualitร  delle immagini e dei suoni. Un’opera non leggera e dai toni cupi, ma che riesce a soddisfare e coinvolgere un pubblico ampio ed eterogeneo, da rinomati esperti a semplici amanti dell’arte. Vi consigliamo di non limitarvi a leggere queste parole per costruire la vostra opinione sulla pellicola: il 27 febbraio andate in sala e guardate con i vostri occhi, ascoltate con le vostre orecchie e vivete con il vostro animo la vicenda di Toni. D’altronde, un quadro va ammirato, non va discusso.

Il fortuito incontro con una piccola cartuccia usata per Game Boy ha acceso la passione per i videogames in Lorenzo, al tempo ignaro ragazzetto con la passione per la narrazione. Non ci รจ voluto molto prima dell'entrata nel mondo del modding, seguita a ruota dagli esperimenti su GameMaker, un breve soggiorno su YouTube e infine l'investitura a Dungeon Master. I videogiochi hanno accompagnato Lorenzo durante tutto questo viaggio, sia come momento di relax e divertimento che come fonte di ispirazione. Adesso, la sua ultima tappa lo vede pienamente immerso nella scrittura giornalistica, nel frattempo che continua a coltivare il suo amore per le grandi storie.