Borderlands Legendary Collection Recensione: la serie approda su Nintendo Switch

Borderlands Legendary Collection

Avete mai sognato di godere della follia della serie Gearbox in forma portatile? Oppure la saga vi incuriosisce ma avete a disposizione solo una Switch? A partire da oggi sarà possibile fruire dei primi tre capitoli di Gearbox Software e 2k Games andando a soddisfare queste due lecite richieste. Il fascino della ibrida Nintendo non è un mistero, e dopo l’annuncio dell’arrivo della trilogia di Bioshock e XCOM 2 proprio su Nintendo Switch, anche Borderlands è pronto a conquistare il lato portatile del mercato odierno.

Lo fa con Borderlands Legendary Collection, una raccolta che comprende il primo titolo, nella sua versione ammodernata Game of the Year Edition, il secondo capitolo, anch’esso in formato Game of the Year, e infine Borderlands: The Pre-Sequel, il derivativo spin-off in formato Ultimate Edition. Parliamo dunque dei primi tre capitoli comprensivi di tutte le espansioni e contenuti scaricabili rilasciati ad oggi per ore e ore di malsano divertimento.

L’offerta si è da subito preannunciata ricca, ad un prezzo standard per il mercato Nintendo, ma quale sarà il vero valore dei porting? Scopriamolo nella nostra recensione di Borderlands: Legendary Collection

Borderlands Legendary Collection: c’era una volta Pandora

Correva l’anno 2009, dove nel fiorire della scorsa generazione di console, un’eccentrica IP arrivò sul mercato donando un nuovo senso ai videogiochi cooperativi, con un impianto GDR che ha dato alla luce uno dei migliori loot shooter sul mercato.  Forte anche di uno stile grafico molto peculiare prodotto in cel-shading che riprende alcuni tratti fumettistici e caricaturali, è stato semplice per il primo capitolo ingraziarsi un pubblico che andava cercando qualcosa di diverso dalle produzioni sparatutto più classiche. La struttura ideata da Gearbox ha permesso alla serie di esplodere definitivamente con Borderlands 2, che ampliava e migliorava quanto di buono era stato fatto con il primo capitolo, introducendo uno dei villain più iconici del panorama, rincarando notevolmente la dose di humor sboccato che da sempre contraddistingue la produzione.

Nei panni di un Cacciatore della Cripta dovremo farci strada tra banditi, corporazioni, bizzarri alleati e violente creature in cerca di fortuna e tesori che solo la ricercata cripta dell’ostile pianeta Pandora può nascondere. L’esplorazione di ogni anfratto del pianeta e la progressione del nostro personaggio, scandita da un sistema di crescita ad albero, tra statistiche e abilità attive/passive, rappresenta il cardine su cui ruota l’intera esperienza, sempre scandita da una buona e goliardica narrativa e tante missioni secondarie. Ma soprattutto, ciò che ha reso Borderlands un prodotto estremamente affascinate è la componente shooter, grazie alle infinite bocche da fuoco disponibili e tutte ben diversificate per statistiche ed effetti, divise per rarità crescente.

Borderlands

Lo scorso anno abbiamo assistito al lancio di un ottimo Borderlands 3, assente di questa raccolta, che ha proposto ancora una volta la solida struttura peculiare, ampliando di fatto la ricerca della cripta su altri pianeti e rinnovando il sistema di crescita dei personaggi, ora capaci di utilizzare abilità d’azione diverse in base allo stile di gioco voluto dal giocatore.

In questi anni dunque, è stato possibile vivere la distruzione e l’umorismo triviale secondo Gearbox in molte forme, soprattutto quella cooperativa ha contribuito allo sviluppo del fenomeno Borderlands, grazie al multiplayer fino a 4 giocatori pronti a ottenere il loot migliore tra armi, granate e scudi, espugnando fino all’ultimo boss.

Il valore del porting

Dopo aver riassunto brevemente cosa sia e cosa offra effettivamente la saga, ci focalizzeremo sul porting vero e proprio dei primi tre capitoli su Nintendo Switch, per analizzarne l’aspetto tecnico, vero protagonista di questa recensione.

Il lavoro svolto con la trasposizione dei 3 giochi è sicuramente encomiabile, grazie al framerate stabile a 30 fotogrammi al secondo con risoluzione a 1080p per tutta la durata di gioco. Durante le nostre prove non abbiamo riscontrato nessun downgrade di sorta rispetto alle controparti console per quanto riguarda il dettaglio grafico e le texture, che tuttavia impiegano un po’ di tempo per caricare, mentre a tratti è possibile intravedere qualche fenomeno di pop up più o meno vistoso che non compromette in alcun modo l’esperienza a schermo. Durante le nostre scorribande su Pandora, abbiamo potuto notare che i caricamenti tra una zona e l’altra delle macro-aree di gioco richiedono del tempo, non risultando proprio rapidissimi.

Borderlands

È inoltre importante notare il peso dei titoli singoli, poiché presentano una mole di dati non indifferente per l’ibrida Nintendo, se consideriamo l’esigua dotazione della console in termini di capienza. Parliamo di 13,7 GB per il primo Borderlands, 21,5 GB per Borderlands 2 e 12 GB per Borderlands The Pre-Sequel.

Immancabile il comparto cooperativo online, che necessita dell’abbonamento al servizio di Nintendo, e che ci è parso stabile in tutte le sue funzioni. Una delle peculiarità della serie risiede nella possibilità di giocare in split-sreen locale, funzione presente anche in queste versioni, che farà la felicità degli amanti del multiplayer vecchia scuola.

Borderlands

Sotto il profilo delle aggiunte esclusive, è opportuno sottolineare la possibilità di utilizzare i sensori di movimento dei Joycon per mirare, funzionalità che ci è parsa gradevole unita al contesto sparatutto di Borderlands. Se più classicamente si decidesse di voler utilizzare il sistema di mira con gli stick è purtroppo doveroso sottolineare che l’accuratezza in modalità portatile viene meno, complice una sensibilità di base tuttavia personalizzabile e un’ergonomia della console e dei Joycon che mal si sposa con il genere, nonostante ci venga in aiuto una leggera mira assistita. Per godere al massimo dell’esperienza caciarona della proprietà intellettuale di Gearbox è consigliabile l’uso di un pro controller o derivati, al fine di ottenere un feeling più classico e confortevole. Nonostante ciò, la tecnologia HD Rumble viene sfruttata a dovere, captando coerentemente ogni azione su schermo per trasporla in impulsi di vibrazione precisi.

Borderlands Legendary Collection ci pone davanti a un pacchetto allettante per tutti i possessori di Nintendo Switch che vogliano sperimentare o rivivere una delle saghe sparatutto più goliardiche e interessanti degli ultimi anni, grazie ai primi 3 giochi adattati per l’occasione che non hanno perso praticamente nulla con l’approdo sulla console della grande N, sia in termini grafici che di contenuti.

La serie è chiaramente improntata per essere fruita in compagnia, sebbene risulti godibile anche in solitaria. Ma il massimo potenziale di Borderlands risiede nelle sparatorie caotiche in cooperativa dove unire le forze tra migliaia di armi e abilità speciali, esplosioni e humor a profusione. Un’ottima occasione dunque di addentrarsi su Pandora alla ricerca della Cripta, che sia per la prima volta o per l’ennesima, grazie a un ottimo porting che garantisce una soluzione ibrida funzionale mantenendo intatti i prodotti originali muniti di espansioni, al netto di controlli portatili non propriamente comodi per l’esperienza e qualche caricamento non proprio celere per le texture e gli elementi a schermo. Pronti per ascoltare un’altra storia?

VOTO: 8

Mirko è un appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni. Ama alla follia i platform 3D e i GDR, ma è un giocatore a tutto tondo. Grazie a una PlayStation e a un Mega Drive, il mondo per lui si è fatto dinamico fin da subito grazie a un irriverente marsupiale arancione e a un velocissimo porcospino blu. Cresciuto credendo che il cuore sia la propria chiave guida, ritiene che il videogioco sia la quintessenza dell’intrattenimento e materia dall’alto potenziale costruttivo.