Il 23 luglio, alle ore 18.00 italiane, si terrà l’Xbox Games Showcase, durante il quale verranno mostrati, a detta del publisher, titoli first party di tutti i gusti. Pochi sono i giochi confermati, tanti quelli ancora da svelare ed ufficializzare e, per questi ultimi, siamo sicuramente in trepidante attesa. Per i pochi, l’attesa è ben diversa: si cerca di capire quali possano essere le innovazioni nei brand; cosa potrebbe piacerci e cosa no; se gli sviluppatori sono stati all’altezza del titolo e, contemporaneamente delle aspettative dei fan. Proprio questa ultima parte, possiamo dire riferirsi per intero ad una delle conferme di questo Showcase, uno dei titoli più attesi e discussi (in casa Microsoft ed oltre) degli ultimi due anni, facente parte della saga di FPS più iconica delle console del ventennio. Parliamo proprio di Halo e dell’ultimo titolo come conclusione della seconda trilogia messa su da 343 Industries, dopo il passaggio del testimone da parte di Bungie e, contemporaneamente, dell’epico fardello fatto di aspettative. Questo articolo vuole ripercorrere la storia principale, la trama dell’intera saga, dall’inizio alla fine passando per i vari titoli in ordine cronologico di storia, cercando di far riemergere i ricordi di coloro che hanno già provato sulla loro pelle cosa vuol dire vestire i panni di Master Chief, oppure per chi approccia per la prima volta alla serie. Vedremo di portare più informazioni possibili affinché si riesca a creare un filo conduttore per rendere la storia fruibile per tutti e allo stesso tempo rendere questo recap non solo un mero elenco di titoli. Direi quindi che possiamo anche procedere, dopo questa introduzione, con il primo titolo: Halo Reach.
Halo Reach: l’inizio e la fine
Halo Reach, a detta di molti fan, è tra i migliori capitoli della saga anche se non facente parte della trilogia principale. Uscito nel 14 settembre 2010 è l’ultima, grande fatica della Bungie, a cui lavorò a questo progetto come ultimo, sotto l’ala, per loro un po’ ingombrante, di Microsoft. Tale episodio della serie è stato un ottimo finale, se così si può dire, per l’intera saga. E’, infatti, sì l’ultimo episodio, ma è pur sempre un prequel.
E’ il 2552 e Reach, una colonia umana che funge anche da base militare, viene attaccata dalle forze Covenant: un’alleanza di più forme di vita che fanno guerra all’umanità. Tra tutti i soldati impiegati, vi è anche una squadra, chiamata Squadra Noble e composta da sei Spartan III (classe Spartan leggermente inferiore rispetto a quella di Master Chief) ed il nostro protagonista, Noble Six, è l’ultimo arrivato e sarà il sesto dopo Carter, Catherine (meglio conosciuta come Kat), Jorge, Emile e Jun. L’intera Squadra Noble viene a conoscenza dei piani dei Covenant: questi ultimi infatti, non vogliono semplicemente sterminare la popolazione di Reach ma, essendo questo un importante hub militare della UNSC (United Nations Space Command) con vitali informazioni, essi vogliono impadronirsene per un vantaggio tattico per niente indifferente.
Le cose si fanno piuttosto interessanti quando la squadra incontra la dottoressa Catherine Halsey, la mente dietro il programma Spartan e le loro armature MJOLNIR. Halsey informa la squadra di Spartan che i Covenant non sono alla ricerca di semplici informazioni, ma sono interessati ad un preciso costrutto che Halsey custodisce con cura e dice di essere l’arma contro i Covenant: Cortana. E’ lei l’obiettivo principale dell’alleanza aliena o meglio, quello che è al suo interno e, dopo varie missioni portate a termine dal Noble Team, non senza grosse perdite, arrivano nel laboratorio di Halsey per recuperare Cortana. Parte così la missione di recupero e trasporto dell’IA mentre, in tutto ciò, la colonia di Reach è destinata a cadere nelle mani dei Covenant. L’ultima nave ancora disponibile su Reach è la nave della UNSC, la Pillar Of Autumn comandata dal capitano Jacob Keyes. Cortana, presa da Keys dalle mani dell’ultimo superstite della squadra, Six, porta l’IA sulla nave e così la Pillar Of Autumn, ancora in fuga dai Covenant che la inseguono da Reach, va verso quello che sarà l’inizio del primo capitolo della trilogia iniziale, ovvero verso un Halo, grazie ai dati estratti dalla Halsey dall’IA Cortana.
Halo Combat Evolved: una nuova era
E qui, direttamente dagli eventi di Halo Reach, parte il viaggio che ha ispirato il genere degli FPS su console, riproponendolo sotto nuova luce con Halo Combat Evolved. Il “Combat Evolved” infatti non è assolutamente casuale ma siamo qui per parlare della storia in fin dei conti, no?
In questo primo capitolo, reduce dai racconti creati dopo, di Halo Reach, l’IA Cortana viene assegnata al protagonista Master Chief per la sua protezione, ancora in fuga dai Covenant.
Dopo essersi rimessi in contatto con il capitano Jacob Keyes, vengono a conoscenza dei piani dell’alleanza Covenant: essi credono che Halo sia un’arma ed intendono usarla. Tra varie analisi, le forze UNSC scoprono quello che sembra essere un terminale di controllo della struttura ad anello e, una volta analizzato da Cortana, quest’ultima e Master Chief si avviano a fermare Keyes che è in cerca dell’”arma” dei Covenant. Una volta arrivati sul luogo nel quale si erano perse le tracce del capitano, il nostro protagonista e l’IA si imbattono in un nuovo e pericolosissimo nemico: i Flood.
Questa “nuova” razza è principalmente un parassita ed il suo rilascio, avvenuto per errore, da quelli che erano i posti sicuri dell’anello, attiva un’IA già presente in Halo da tempo: 343 Guilty Spark. Essa “ingaggia” Master Chief di attivare le difese dell’anello, spiegando che è l’unica cosa da fare per eliminare i Flood. Nel frattempo, Cortana si trova nella sala controllo principale dell’installazione.
Una volta recuperato l’indice di attivazione dell’anello, Master Chief fa ritorno alla sala controllo e, nel momento in cui si approccia ad essa per l’attivazione, Cortana impedisce il tutto, avendo appreso che in realtà l’anello è davvero un’arma seppur interpretata diversamente dai Covenant (i quali cercavano la sua attivazione) e anche da loro stessi. In realtà, Halo è in grado, alla sua attivazione, di distruggere ogni forma senziente nella galassia, lasciando così morire di fame il parassita Flood. Qui è il tempo di farsi nuovi nemici: infatti 343 Guilty Spark attacca il nostro protagonista il quale, dopo aver recuperato Cortana, a malapena riesce a fuggire dalla sala controllo. Tra i Covenant, i Flood ed ora Guilty Spark (che guida un esercito di Sentinelle per tutto l’anello), Master Chief e Cortana decidono che, per salvare la razza umana (e non solo, dato che il significato di “senziente” si applica praticamente a tutte le forme di vita presenti nella galassia), devono distruggere Halo. I due faranno ciò con l’aiuto dei resti della Pillar Of Autumn, rimasta inutilizzabile dalla fuga dalla colonia Reach. L’unica cosa da fare è attivare l’autodistruzione e, per fare questo, hanno bisogno dei codici di attivazione e l’unico ad esserne in possesso è il capitano Keyes, ormai diventato cibo e fonte di informazioni dei Flood. Dopo una serie di scontri, i due riescono a far esplodere la nave e con essa l’anello, mentre riescono a fuggire con un caccia fuori dal range di pericolo dell’esplosione e si conclude così il primo capitolo di Halo.
Halo 2: nuovo capitolo, nuove alleanze
Così termina il primo, rivoluzionario capitolo di Halo. Master Chief, con le sue ultime parole nel primo capitolo “Io credo che sia solo l’inizio”, non poteva vederci più giusto di così. Prima di andare avanti con la trama, c’è da specificare un punto cruciale nel secondo capitolo della saga. In questo episodio, infatti, si vestiranno i panni di un ulteriore protagonista, oltre Master Chief: Arbiter. Indovinate un po’ il suo schieramento? Fa parte dell’alleanza Covenant, più nello specifico è un Sangheili, la razza portante dell’intera alleanza e del nome di Guardie d’Onore fino a quel punto.
Halo 2 si apre con la città Alta Opera, la capitale fluttuante dei Covenant, nella quale si sta tenendo un processo. Avete presente la distruzione dell’anello? Bene, quello è stato un enorme fallimento per l’alleanza aliena, dato che ha praticamente perso un’intera flotta. Colui incaricato di portare a termine la missione su Halo, del tutto fallita, è il protagonista del processo sopra citato. L’ élite viene accusato di eresia, torturato e svestito del suo rango da Tartarus, il capo dei Brute, razza aliena facente parte dell’alleanza Covenant. Inizialmente vi doveva essere un’esecuzione, ma i tre Profeti, coloro che guidano e fondano gli ideali dell’alleanza, Verità, Rimorso e Pietà (questi i loro nomi) decidono di dare al Sangheili il rango, nonché simbolo dell’ Arbiter. Un rango che viene dato alla sua razza in tempi di crisi e così, un nuovo ed inaspettato personaggio entra nel cast principale del gioco.
Dall’altro lato, nel frattempo, Master Chief e Johnson (personaggio appena mostrato nel primo capitolo, ma di una certa rilevanza nel secondo) stanno ricevendo una medaglia al valore per le loro azioni sull’installazione andata distrutta proprio da Miranda Keyes, figlia di Jacob Keyes divenuta Comandante. E qui, però, arrivano i guai. Il tutto sta accadendo su una stazione orbitale della Terra ed ecco che, improvvisamente, appare una flotta Covenant che ha scoperto le coordinate grazie ad un manufatto dei Precursori. Master Chief, assieme ancora una volta a Cortana, iniziano la difesa del pianeta. Nel mentre, Arbiter viene incaricato di andare a sradicare un’azione eretica atta a fermare il Grande Viaggio, motivo che spinge l’alleanza Covenant sin dall’inizio a cercare l’anello e la sua attivazione e nel frattempo scopre un “vecchio amico” della saga: 343 Guilty Spark e, insieme a lui, il ritorno del parassita.
Con la difesa di Nuova Mombasa, una città situata in Africa, Master Chief, Cortana, Miranda e Johnson seguono la flotta dei Covenant in fuga, flotta nella quale si trovava uno dei tre profeti, Rimorso.
Così facendo scoprono, con loro grande stupore, un’altra installazione, un altro Halo. Purtroppo però, anche i Covenant arrivano a questa destinazione con il messaggio d’aiuto mandato da Rimorso e così, l’equipaggio della In Amber Clad (la nave con cui hanno seguito la flotta Covenant in fuga) decide di mettersi in moto con Master Chief e Cortana che hanno l’obiettivo di uccidere il Profeta sull’anello e Miranda e Johnson si gettano a cercare l’indice di attivazione dell’installazione.
Master Chief e Cortana portano a termine la loro missione uccidendo Rimorso. Così la flotta Covenant arrivata in aiuto del Profeta ormai andato decide di bombardare e distruggere il posto, sperando nella morte di colui che chiamano “Demon”. Il protagonista riesce a salvarsi gettandosi in un lago ma viene eventualmente preso da una strana creatura.
Nel frattempo, Alta Opera, la città santa dei Covenant, cade nel panico per via della morte di uno dei Profeti. I Brute vengono incaricati della protezione dei Profeti sotto il rango di Guardie d’Onore, dato il fallimento degli Elite, i quali erano i principali guardiani dei pilastri dell’alleanza. L’Arbiter nel frattempo, viene incaricato del recupero dell’indice, riuscendoci e sconfiggendo Miranda e Johnson che erano lì per lo stesso motivo. Appena dopo questo, Tartarus, il Capo dei Brute, si fa vivo dichiarando che i Profeti hanno ordinato la totale eliminazione degli Elite, gettando l’Arbiter in un profondo abisso.
Proprio quell’abisso, sarà il punto d’incontro tra l’Arbiter, Master Chief e la Mente Suprema, una creatura Flood. Quest’ultima rivela all’Arbiter che il Grande Viaggio è in realtà una menzogna e manda così i due, separatamente, a fermare l’attivazione di questo Halo.
Master Chief verrà mandato ad Alta Opera, dove una guerra civile è in pieno corso e nella quale, la ormai In Amber Clad sotto il controllo dei Flood, si schianta sulla città Covenant. Durante gli scontri nella città, il Profeta della Pietà diviene cibo per i Flood mentre il Profeta della Verità, l’ultimo rimasto in vita, manda Tartarus, assieme a Johnson, Miranda e Guilty Spark che erano stati catturati dopo l’incontro con l’Arbiter, ad attivare l’anello per il Grande Viaggio. Master Chief riesce a seguire il Profeta grazie ad una nave dei Precursori, lasciando invece Cortana ad Alta Opera per permettergli di distruggere la città ormai invasa dai Flood.
Sulla superficie dell’anello invece, l’Arbiter riesce ad unire le forze con Johnson e Miranda scontrandosi con Tartarus. Non riescono ad impedire al Capo dei Brute l’attivazione dell’anello ed inizia così una battaglia per la salvezza. Tartarus viene battuto dall’Arbiter e da Johnson, mentre Miranda riesce a disattivare l’anello ma ciò instaura un programma di “standby” dei molteplici anelli, ora attivabili a distanza da un posto che Guilty Spark chiama “Arca”. Il secondo capitolo della saga di Halo, si chiude con il Profeta della Verità diretto verso la Terra e Master Chief dietro di lui con l’intento di fermarlo una volta per tutte.
Halo 3: l’epica chiusura secondo Bungie
Eccoci giunti alla fine della trilogia di Bungie. Il terzo capitolo, Halo 3, riprende esattamente da dove eravamo rimasti nel finale di Halo 2, con Master Chief ed il suo epico “Pongo fine a questa battaglia”.
Master Chief arriva sulla Terra, dove si ricongiunge ai suoi alleati: Johnson e Arbiter. Riescono a tornare ad un avamposto dell’UNSC dove Miranda e Lord Hood cercano di metter su un piano per fermare i Covenant ed il Profeta della Verità. Il loro piano è quello di attivare il costrutto dei Precursori trovato proprio sotto la superficie terrestre. Purtroppo, il Profeta riesce ad attivare l’artefatto, aprendo così un portale. Tale portale, lascia entrare i Flood nell’atmosfera terrestre e, conseguentemente sulla superficie. Grazie all’aiuto degli Elite, i Flood vengono fermati nella loro avanzata e, sulla nave caduta, Chief trova un messaggio di Cortana che incita a seguire nel portale il Profeta della Verità. Una volta attraversato, Chief, Arbiter, Johnson, Miranda e Guilty Spark scoprono l’Arca.
Il costrutto dei Precursori permette l’attivazione di tutti gli Halo presenti nell’universo. Purtroppo, arrivando anche i Flood a bordo dell’ex capitale Covenant Alta Opera, di cui hanno il completo controllo e iniziando così ad infestare per intero l’installazione. Verità riesce a catturare Johnson: solo gli umani possono attivare l’Arca. Durante lo scontro per salvare Johnson, Miranda viene uccisa e l’Arbiter riesce comunque ad uccidere Verità, ponendo fine alla gerarchia Covenant una volta per tutte. A quel punto però, La Mente Suprema che stava lottando al fianco dei nostri protagonisti per evitare la propria estinzione, cambia obiettivi, andando a scontrarsi proprio con coloro che hanno appena fermato l’attivazione dell’installazione.
Proseguendo, Master Chief, Arbiter e 343 Guilty Spark scoprono che l’Arca sta costruendo un nuovo anello, di rimpiazzo a quello distrutto nel primo capitolo da Master Chief e Cortana. Chief decide di volerlo attivare, venendo a sapere che questo avrebbe distrutto solo i Flood presenti sull’Arca senza minacciare l’intera galassia. In tutto ciò però, Chief ha bisogno di Cortana, la quale ha l’indice di attivazione dell’anello distrutto e la va a recuperare da Alta Opera, ormai irriconoscibile. Una volta trovata, Cortana avverte i nostri combattenti che la Mente Suprema sta riproducendosi sull’anello. Così, Chief, Arbiter, Johnson e Cortana si dirigono alla sala controllo dell’anello in costruzione e, nel momento dell’attivazione di questo, Guilty Spark attacca Johnson, spiegando che essendo l’anello ancora in fase di costruzione, distruggerebbe l’installazione ancora in costruzione e l’Arca stessa. Guilty Spark viene distrutto ma Johnson, purtroppo, muore per le ferite riportate. Chief e Arbiter attivano l’anello e si dirigono verso la Forward Unto Dawn, nave più vicina della UNSC. La distruzione dell’anello comporterà però l’instabilità del portale che, collassando, porterà con sé metà della nave su cui si trovano a bordo Arbiter e Chief. La metà che torna sulla terra è quella del Sangheili, l’altra invece, resterà a fluttuare nello spazio con dentro Master Chief e Cortana. Termina così l’epica trilogia portata avanti da Bungie, la quale aveva deciso di rendere questo finale, “il” finale per la serie. Il passaggio del brand a 343 Industries però, ci catapulta ancora una volta nell’universo di Halo, andando a definire una trama che segue ovviamente le vicende sopra raccontate, seppur sotto una narrativa piuttosto diversa.
Il passaggio del testimone
Al risveglio di Chief dal sonno criogenico, lui e Cortana si ritrovano a combattere le forze Covenant approdate sui resti della Forward Unto Dawn. Nel mentre, vengono però attratti dalla forza attrattiva di Requiem, un’installazione dei Precursori. Qui, durante la loro esplorazione della nuova locazione, fanno l’incontro con nuovi nemici, i Cavalieri Prometeici. In tutto ciò, come se non bastasse, Cortana avverte Chief di star subendo un declino della propria architettura che questo la sta guidando ad una certa instabilità. Instabilità derivata dalla breve durata di vita dell’IA costruita da Halsey, di sette anni. Chief, ormai in contatto da tempo con Cortana, le promette di riportarla dal suo creatore.
Loro non sono gli unici nuovi ospiti: difatti, durante la loro esplorazione, Cortana e Chief rilevano un segnale da una nave dell’UNSC, la Infinity, la quale aveva a sua volta seguito il messaggio d’emergenza della Forward Unto Dawn. Cortana cerca di avvertirli ma le comunicazioni sembrano interrotte e così Chief va verso quelli che sembrano dei jammer ma, inavvertitamente, risvegliano il Didatta. Esso sarà il loro nuovo antagonista in questo quarto capitolo e primo della nuova trilogia di Halo.
Il Didatta è un antico guerriero dei Precursori in grado di prendere il controllo delle forme di vita su Requiem e, portando dalla sua parte anche le nuove forze Covenant, riesce a portare a terra la nave Infinity e attaccarla. Chief riesce ad aiutare l’equipaggio della nave dell’UNSC ed il nostro John-117 e Cortana vorrebbero poi attaccare subito il Didatta ora che sembra vulnerabile ma, il capitano della nave, Del Rio, ordina invece di distruggere i pozzi gravitazionali che trattengono lì la nave per poter poi scappare.
Durante l’operazione però, Chief e Cortana si imbattono nella figura dei Precursori della Bibliotecaria, l’antica protettrice dell’umanità. Ella spiega le vicende passate e di come i Precursori erano divisi sul modo di combattere i Flood. Purtroppo, il Didatta (che sarebbe anche il marito della Bibliotecaria), prende il controllo e dopo il fallimento del progetto biologico sull’immunizzazione delle forme di vita senzienti dalla minaccia Flood, decide di trasformare gli umani, tramite uno strumento chiamato Compositore, in forme di vita digitali ed immuni al contagio dei Flood e creando così i Cavalieri Prometeici. La Bibliotecaria aiuta Chief immunizzandolo dall’effetto del Compositore accelerando la sua evoluzione.
Del Rio nel frattempo, dopo la distruzione dei pozzi gravitazionali, dà l’ordine di ripartire per la Terra venendo inoltre a sapere del malfunzionamento di Cortana e ordinando loro di partire con la Infinity. Chief e Cortana disubbidiscono agli ordini, rimanendo indietro per fronteggiare il Didatta.
Quest’ultimo si dirige ad un anello, l’Installazione 03, per ritrovare il Compositore che trova invece ad una stazione di ricerca vicina, la Ivanoff. Purtroppo il Didatta riesce ad usare il Compositore, “componendo” così l’intero equipaggio della stazione tranne Chief, il quale resiste grazie all’immunità ricevuta dalla Bibliotecaria.
Aiutati dalla Infinity, Chief e Cortana seguono la nave del Didatta, armati di una testata nucleare. Cortana, per bypassare gli scudi del nemico, inserisce delle copie di sé stessa nei sistemi del Didatta, andando così a sovralimentarlo. Cortana e Chief riescono a sconfiggere il Didatta che aveva appena attivato il Compositore indirizzato verso la Terra. Il nemico cade in un portale e Chief attiva la bomba pur non avendo il tempo di fuggire. Cortana così, decide di sacrificarsi per salvare Chief. John saprà della perdita solo dopo il suo risveglio sulla Infinity conscio del fatto di non avere più con sé l’IA che l’ha accompagnato per molto tempo.
Guardians: la via verso la fine
In questo quinto capitolo di Halo, i giocatori vestiranno i panni, proprio come in Halo 2, di ben due protagonisti: lo Spartan Jameson Locke e Master Chief.
Il setting qui risulta essere molto diverso dagli altri Halo, non sono infatti il protagonista ed il suo alleato che inseguono un nemico. Ma è piuttosto un protagonista che insegue un nemico, inseguito a sua volta da un altro personaggio. Procediamo pure con ordine, però.
Halo 5 Guardians si apre con la Squadra Osiris, capitanata da Jameson Locke (ex agente dell’ONI, l’intelligence dell’UNSC) e seguito da altri Spartan: Olympia Vale, Edward Buck (un TALO proveniente dalla trama principale di Halo 3 ODST) e Holly Tanaka. La suddetta squadra viene mandata sul pianeta Kamtchaka per liberare la dottoressa Halsey tenuta in prigionia dal nuovo capo e braccio destro del Didatta Jul M’Dama. La missione è un successo: Halsey è salva e Jul M’Dama rimane ucciso come da obiettivo parallelo.
Altrove invece, prendono luogo le vicende di Master Chief che guida un’altra squadra di Spartan, Squadra Blu: Linda-058, Kelly-087 e Fred-104. La loro missione è quella di mettere in sicurezza un relitto dell’ONI chiamata Argent Moon. Per quanto il capo della flotta sia stato ucciso, la flotta stessa persiste, arrivando proprio al relitto e forzando il blue Team (la squadra guidata da Chief) a far esplodere la stazione ONI. In tutto questo, Chief “riceve” un messaggio da Cortana, la quale gli indica di andare su Meridian. Al termine della missione, la nave Infinity ordina al Blue Team di tornare su di essa ma la squadra si rifiuta di obbedire per andare in cerca dell’IA. Il capitano Lasky, comandante della Infinity, catalogherà Chief ed il resto della squadra, come disertori. Halsey, nel frattempo, crede che aiutare Cortana con la tecnologia dei Precursori sia più pericoloso, che altro.
Ed è qui che entra il concetto di prima: uno che insegue e che poi viene inseguito. Infatti, la Squadra Osiris viene incaricata di inseguire la Squadra Blu su Meridian. Durante l’inseguimento, Locke e squadra si imbattono contro il Guardiano Eterno, un Prometeico che serve da aiuto a Cortana. Una volta sconfitto (temporaneamente), riescono a raggiungere Chief ed il resto della squadra, ordinando loro di tornare sulla Infinity. Ovviamente le cose non vanno per il meglio e, durante la fuga del Blue Team, un Guardiano, entità enorme dei Precursori costruiti per supportare i mondi. La Squadra Osiris riesce a malapena a fuggire, mentre la colonia umana su Meridian collassa. Il Guardiano, una volta attivatosi, scompare nel nulla. La Squadra Blu, a “bordo” del Guardiano, viene trasportato assieme ad esso su Genesis dove, finalmente, John-117 e Cortana si riuniscono. Ella rivela a Chief che la sua instabilità è stata curata dalla stessa tecnologia dei Precursori che l’ha salvata dopo la fine del conflitto.
Fallita la missione della Squadra Osiris, quest’ultima viene portata sul pianeta nativo dei Sangheili, Sanghelios sul quale è situato un Guardiano. L’obiettivo è quello di risvegliarlo per poter andare verso Genesis. La Squadra Osiris si allea con un altro famoso personaggio, l’Arbiter ed entrambi cercano di porre fine all’ultima difesa dei Covenant di Jul M’Dama su Sanghelios. La squadra riesce così ad attuare il piano, arrivando alla stessa maniera della Squadra Blu su Genesis.
Una volta arrivati, Locke ed il suo seguito trovano l’IA 031, che si alleerà con loro per fermare Cortana. Le due squadre si incontrano e Locke viene a sapere del piano di Cortana: quello di usare i Guardiani per forzare un disarmo totale e creare così la pace. Chief, venuto a conoscenza di ciò che il piano di Cortana causerebbe, tenta di fermarla ma lei relega la squadra di John-117 ad una prigione dei Precursori. Osiris riesce a dare il controllo di Genesis all’IA 031 mentre Cortana, tramite un Guardiano, lascia il pianeta.
Nell’intera galassia, le varie IA iniziano a giurare fedeltà a Cortana, venute a conoscenza dei suoi piani. Fortunatamente però, l’IA dell’Infinity, capitanata sempre da Lasky, rimane fedele al capitano e prepara un salto nell’iperspazio per allontanarsi dalla Terra e cercare un modo per combattere Cortana. Nel frattempo, la Squadra Blu e la Squadra Osiris ritornano a Sanghelios per riunire gli Spartan con il comandante Palmer ed Halsey. Così termina il quinto capitolo di questa ventennale saga, pronta a farci combattere uno dei personaggi che ci ha accompagnati per tantissimi anni.
Purtroppo, è ancora poco quel che sappiamo sulla trama di Halo Infinite, se non che i Banditi, provenienti da Halo Wars 2, arriveranno nel nuovo ed ultimo capitolo della seconda trilogia dell’universo di Halo.