Railway Empire Complete Collection Recensione: rotaie da un continente all’altro

Railway Empire Complete Collection

Il genere del gestionale sta prendendo, non con poca ma giusta forza, la scena. Logico è l’inizio del genere su PC, sicuramente piattaforma più portata per un genere come questo, ma ultimamente i gestionali (assieme agli strategici, di cui non è il caso parlare in questa recensione) stanno vedendo una buona dose di importanza anche nel mondo console. Railway Empire uscì su PlayStation 4 nel 2018 e solo recentemente è approdato anche su Nintendo Switch (di cui potete leggere qui la nostra recensione) per poi arrivare oggi nella sua versione completa: Railway Empire Complete Collection in fermata anche su PlayStation 4.

Kalypso Media, il publisher di numerosissimi titoli strategici e gestionali (tanto per citarne alcuni: Tropico, lo storico Port Royale, la serie Dungeons e così via), ha deciso di rinfrescare il titolo sull’ammiraglia Sony con la Complete Collection solo adesso. Avrà forse aspettato troppo? È la mossa giusta da fare per il brand? Scopriamolo insieme in questa recensione!

Railway Empire Complete Collection: il giro del mondo… su rotaie

Facciamo subito il punto della situazione: il titolo Kalypso Media è solo uno degli ultimi esempi di gestionali riguardo una delle passioni, seppur forse un po’ passate, più comuni, soprattutto negli Stati Uniti. Infatti, Railway Empire strizza, pesantemente, l’occhio a produzioni che brillano di luce propria come Sid Meier’s Railroads e Railroad Tycoon 3 dei primi anni del 2000 fino anche più a ritroso. Non a caso, poco sopra, ho nominato gli Stati Uniti: Railway Empire parte proprio con in mente il Selvaggio West, dando in quel periodo storico lì l’incipit al giocatore, sia del setting scelto, sia del tipo di gioco.

L’origine del titolo è difatti l’arida terra dell’ovest americano nel periodo racchiuso tra il XIX e inizi del XX secolo e racconta la storia evolutiva del treno e delle miglia di binari costruiti in quel momento storico. La campagna presente nel gioco, compresa l’edizione che fa capo a questa recensione, porta con sé gli scenari degli Stati Uniti in crescita con un livello di sfida sempre maggiore. Senza perderci troppo in qualcosa che è stato già detto in altre recensioni, questa versione del gioco targato Kalypso Media ci propone non una nuova campagna, bensì nuovi e numerosissimi scenari che si allontanano in alcuni casi dagli Stati Uniti per arrivare in Europa, Regno Unito, Irlanda, Messico. Oltre ad un nuovo setting, ovviamente il titolo ci donerà nuove locomotive, tutte basate sul contesto storico, sul luogo e così via. Cambiando l’ambientazione, cambiano anche i bisogni delle città, così cambiano anche le materie prime ma, il succo del gioco, resta sempre quello.

Tali località sono principalmente giocabili in varie modalità offerte dal titolo. Partiamo dagli Scenari: questa modalità ci consente di godere appieno delle nuove ambientazioni in scenari, appunto, appositamente creati e con una difficoltà di partenza di default. Il giocatore sarà libero di scegliere tutte le ambientazioni nella Complete Collection e i pochi parametri nella lunga lista proposta, come l’IA dei treni ed il personaggio utilizzabile, la cui scelta farà dipendere i bonus passivi con i quali aiutarci nelle nostre strategie. La successiva possibilità di scelta nelle modalità (ricordiamo che la campagna non verrà vista in questa fase, perché essa non presenta in alcun modo le nuove ambientazioni proposte in questa versione del gioco) punta alla Modalità Libera. Tale modalità è una variante della prima ma con la possibilità di cambiare ogni minimo aspetto della partita, quindi scegliere i punti di partenza, gli avversari e così via, fino al dettaglio più minuzioso. Questa è poi seguita dalla Modalità Sandbox. Ovviamente, per chi un po’ mastica i tecnicismi videoludici, il nome parla chiaro. Quest’ultima modalità permette di entrare in uno scenario e farne, di questo, qualunque cosa. Il denaro sarà illimitato e gli avversari non ci saranno, permettendo così al giocatore di dare libero sfogo alla propria creatività. Ultima modalità che Railway Empire propone all’utente, è la modalità Sfida. Questa risulta essere un tipo di partita per chi cerca qualcosa in più, dato che l’obiettivo è completare scenari ad hoc nel minor tempo possibile, vedendo così il proprio nome nelle classifiche mondiali; sicuramente un ottimo punto per i giocatori veterani e per chi ha già visto molto del titolo, avendoci però passato molte, moltissime ore.

Stesso gioco, stessa storia

Per quanto Railway Empire si impegni a portare novità riguardo gli Scenari, tra nuove ambientazioni, nuove sfide e, soprattutto, nuove locomotive su cui non c’è nulla da ridire, il titolo non è stato toccato sotto altri aspetti. La campagna è quella che è, presa e non modificata in questa versione ma, con lei, anche i problemi del titolo sono rimasti gli stessi.

La modalità Campagna altro non è che un grande tutorial, suddiviso in cinque scenari diversi. Qui il gioco di Kalypso Media ci propone un viaggio che si inoltra nella storia americana tra il XIX ed il XX secolo. Si inizia dalla semplice costruzione di ferrovie con raccolta di risorse di base, fino ad arrivare all’imprenditoria. Difatti, Railway Empire non solo ci chiede di costruire e gestire gli impianti ferroviari, con tutto ciò che ci sarebbe di annesso (quindi rifornimenti dei treni, manutenzione, linee ferroviarie), ma imbastisce un discorso da puro magnate dipendente dal profitto. Si deve far crescere la società, si lotta a suon di aste e azioni contro l’IA, si acquistano edifici in città e così via. Le ore da passare su Railway Empire sono davvero moltissime, soprattutto contando le ore aggiunte nella Complete Collection. Eppure, i problemi che si ripresentano sono molteplici.

A partire da quello che sento di dover definirlo “problema”, ovvero un colossale tutorial spacciato per campagna principale ma, questo, è solo il minore di una serie di errori presenti. Sia chiaro, quelli che sto per andare a definire non sono enormi pecche che compromettono interamente il gameplay o una porzione di esso ma, piuttosto, un agglomerato di fattori che possono indurre a lasciare il titolo per qualche ora, per poi ritornarci e incappare di nuovo negli stessi problemi. Partiamo con ordine.

Fin quando ci si trova nella schermata principale, dove possiamo visualizzare il grande campo di gioco, è tutto nella norma. L’interfaccia semplice e non invasiva di ogni elemento la si padroneggia in pochissimo tempo e ci si può fermare ad ammirare le città con tanto di cittadini che passeggiano sotto l’occhio del giocatore, mentre le varie linee ferroviarie si espandono. I problemi però, non tardano ad arrivare. Railway Empire Complete Collection si basa, oltre sulla gestione dei treni e di tutto ciò che ne concerne (comprendendo anche una carina evoluzione di essi con la ricerca tecnologica), anche su fattori molto importanti, come la domanda e l’offerta delle città, le industrie presenti, la produzione e così via. Bene; non dovrebbero essere cose così complesse da capire, ovviamente parlando non in senso accademico ma ludico, rese più semplici (almeno in questo titolo) per permettere l’approccio a tutti i giocatori. Ebbene, gli sviluppatori, tramite interfacce per niente chiare, hanno reso difficile la situazione. È davvero frustrante guardare una lista di prodotti e non capire assolutamente dove trovare la domanda, l’offerta e così via.

Si va per tentativi, così come si va per tentativi, ad esempio, quando subentra la meccanica del doppio binario ove urge costruire un segnale direzionale per permettere un flusso moderato di locomotive senza che queste si fermino su un tratto, creando problemi di logistica. Il tutorial (che ricordiamo durare un’intera campagna) è reso piuttosto inutile se accostato a delle interfacce (o spiegazioni, come nel caso del segnale direzionale) malfatte. Ciò però, non toglie la natura d’assuefazione del titolo. Personalmente, per quanto frustrante fosse il non capire cose che, sulla carta risultano semplici, trovavo sempre la voglia di tornare sul titolo per sentire la soddisfazione di impersonare un filantropo in modo abbastanza semplice, reso tale solo dopo parecchi tentativi. Da aggiungere che c’è anche una sezione d’aiuto che ho provato a consultare ma anch’essa poco chiara nella sua interezza.

Railway Empire Complete Collection porta una grande ventata d’aria fresca (che tira dal Regno Unito, Irlanda, Germania, Messico ed oltre) facendo subentrare nel titolo originale una serie di nuovi scenari con tanto di nuove sfide. Kalypso Media ha davvero voluto portare qualcosa su cui i giocatori potessero spendere dozzine e dozzine di ore e, bisogna dire, che ci è riuscita. Il gioco però rimane quello, di base accessibile a molti neofiti del genere gestionale ma con una serie di problemi davvero basilari e sicuramente risolvibili con non troppo lavoro, mostrando proprio qui una pecca di volontà nella produzione. Tutto sommato, comunque, il titolo offre tantissime ore di divertimento, sia per i nuovi che per i veterani, portando su console un gestionale su cui puntare per una fase di relax giornaliera.

 

All'età di sei anni, Fabio ha potuto mettere le mani su quella che sarebbe diventata, in estremamente poco tempo, la sua passione più grande: il videogioco. Dalla prima Playstation, vagando tra le terre simil-burtoniane di MediEvil fino a Crash Bandicoot e Tombi arriva, nel suo percorso di videogiocatore, a farsi appassionare da una moltitudine di generi e a crescere con loro, facendoli diventare parte integrante della sua vita e riconoscendo nel videogame una nuova forma di pura arte, oltre che di intrattenimento. Da quel momento, i suoi interessi mettono radici anche altrove, arrivando alla Settima Arte e alla musica, il gioco di ruolo e la lettura e tutto ciò che permette di sentire e immaginare mondi che ci sembrano, o sono effettivamente, lontani dalle nostre realtà.