Kingdoms of Amalur Re-Reckoning Recensione: il destino dei GDR

Kingdoms of Amalur

No, non abbiamo deciso di scrivere il titolo della nostra recensione a causa della nostra scarsa inventiva. La vera motivazione è data dalla storia che Kingdoms of Amalur Re-Reckoning si porta alle spalle. Precisamente, iniziamo dallo sviluppo della prima versione rilasciata poi nel 2012 per PC, PlayStation 3 e Xbox 360. La software house ai tempi fu la vecchia e cara Big Huge Games, ora autrice di videogiochi strategici. Prima della rifondazione della suddetta, le risorse economiche a sua disposizione erano ridotte all’osso. Infatti Kingdoms of Amalur sarebbe dovuto essere un MMO, ma a causa della mancanza di fondi e dai tempi stretti che richiedevano ingenti somme di denaro da recuperare, i creatori scelsero l’approccio del classico GDR. Sfortunatamente, ciò non salvò la prima società dal collasso, oramai alle porte dopo le scarse vendite della versione originale.

Diversi anni dopo è arrivata THQ Nordic per rinsavire l’apparentemente defunto marchio, arrivando a collaborare con Kaiko nell’ultimazione della remastered. Così nasce Kingdoms of Amalur Re-Reckoning, dalla voglia di ritornare alle origini di un genere che quasi sembra abbia dimenticato di averne. La data di rilascio è fissata per il giorno 8 settembre per PS4, Xbox One e PC. Sarà questa la volta buona che porterà in auge il franchise? Scopritelo nella nostra recensione per sapere noi di GamesVillage.it cosa ne pensiamo.

Kingdoms of Amalur Re-Reckoning e il classico GDR

Lo ammettiamo, riuscire a valutare Kingdoms of Amalur Re-Reckoning è stata un’impresa snervante. Il problema nasce dalle radici del genere del gioco di ruolo all’interno del medium e, soprattutto, cosa rappresenta il suo rilascio nel mercato attuale. Indubbiamente, la nostra votazione sarebbe stata decisamente molto diversa ai tempi della prima versione. Tuttavia, ad oggi, il valore rappresentato dalla pubblicazione di THQ Nordic incarna un vero e proprio ritorno alle origini. In un’epoca in cui si cerca di trovare sempre la novità e creare il nuovo Dark Souls, molte case di sviluppo hanno perso di vista ciò che tutti i fan amano: la normalità. Perché sì, ormai avere una trama ed un mondo di gioco che non rappresentano né più e né meno ciò che abbiamo visto altre cinquanta volte è diventato un evento rarissimo.

Il classico sistema “dungeon crawler” è ciò che ha fatto la storia dei GDR, partendo dal celebre Dungeons & Dragons, ma che ora viene ogni giorno sempre più ignorato. Al primo avvio di Kingdoms of Amalur, però, ci siamo sentiti catapultati indietro nel passato, dove abbiamo capito che riusciamo ancora a divertirci in un mondo fantasy già visto, ma che risulta efficace anche nel 2020.

Tuttavia siamo qui nel mondo di Amalur, precisamente in Faelandia, nell’immensa mappa che nasconde centinaia di sottotrame e segreti tutti da scoprire. La struttura di quest’ultima, come avevamo già accennato, è molto semplice. In pratica, ci ritroviamo in grande lande che presentano al loro interno delle caverne. Dentro a queste ultime, è dove viene svolta la maggior parte dell’azione. La caratterizzazione dei luoghi è molto chiara e definisce il passaggio da un’area all’altra, senza possibilità di confondersi. Non siamo difronte ad una geografia rivoluzionaria, certo, ma la struttura delle aree interessate è ben progettata. Ciò rende molto difficile perdersi e non avere idea di dove dirigersi per il prossimo step. E fidatevi, gli step ci saranno, e come se ci saranno.

Kingdoms of Amalur Re

Il fato all’interno della narrativa

Sì, lo sappiamo: il fato è uno degli elementi più caratteristici e cliché che potremmo mai ritrovarci in una storia fantasy. Non neghiamo che la stessa storia di Kingdoms of Amalur Re-Reckoning sia lineare. Vestiremo i panni di un combattente che è riuscito a sconfiggere il suo destino, resuscitando dalla morte. Questo avvenimento ha portato degli squilibri all’interno dell’universo di Amalur. I problemi però non sorgono per noi ed i nostri alleati, ma paradossalmente è Gadflow, l’antagonista a capo dell’esercito dei tuatha, a temerci. Il nostro compito, non a caso, sarà “semplicemente” fermare l’avanzata del cattivone. Il regnante ha intenzione di riportare all’interno del mondo una divinità distruttiva, ergendosi come un araldo per i suoi seguaci.

Da qui, intuirete che lo svolgimento delle missioni principali sarà privo di soprese e colpi di scena. Ma dov’é che vogliamo arrivare? Alla lore del gioco. Uno dei dettagli che più ci ha impressionato è stata la cura con cui è stata scritta tutta la storia implicita del regno di Faelandia. Soltanto nel primo villaggio potevamo chiedere ad almeno cinque NPC informazioni riguardanti lo stesso argomento. Vi sorprenderà scoprire che ognuno di essi è stato in grado di darci una versione diversa, instillandoci sempre più conoscenza su ciò che sta accadendo intorno a noi. Il fatto di aggiungere diverse razze ha incrementato ancor di più la nostra curiosità: cosa ci risponderanno allo stesso quesito due individui provenienti da un background culturale diverso? Beh, come ormai avrete immaginato, tutti avranno una loro opinione in merito. A volte arrivando addirittura a criticare l’operato di un’altra specie con cui non vanno molto d’accordo.

Ciliegina sulla torta è composta dalle descrizioni degli oggetti ed i vari libri messi a disposizione. Nonostante questa scelta di design sia presente ancora in molti titoli attuali, il risultato in Kingdoms of Amalur ci ha comunque lasciati sbalorditi. Non è facile trovare centinaia di equipaggiamenti diversi e poter leggere una lore sempre diversa per ognuno di essi. Ricordiamo anche che stiamo tralasciando gli obiettivi secondari, ma questi meritano un paragrafo a parte.

Kingdoms of Amalur Re

Side quest, side quest e… Side quest!

Finalmente arriviamo ad uno dei punti più interessanti di Kingdoms of Amalur Re-Reckoning: il sistema delle side quest. Il quantitativo di missioni secondarie messe a disposizione al giocatore è enorme. Parliamo di ben duecento personaggi non giocabili che chiederanno il nostro aiuto nella risoluzione ei loro problemi. Ciò aggiunge una giocabilità pressoché infinita, da vero spirito del GDR. Premettiamo che le ore di gioco sono variabili, specialmente se scegliete una difficoltà molto semplice rispetto al grado delle vostre abilità e viceversa. Tuttavia, crediamo che per tutti i giocatori che hanno intenzione di completare al 100% il titolo ci vorrà un altro lockdown. Infatti parliamo di ben 200 ore di gioco per una run a modalità normale.

Il bello è che non ci sarà mai da annoiarsi. Le quest che dovremo completare sono quasi tutte diverse tra loro. Non neghiamo che noi siamo stati i primi a pensare che probabilmente ad un certo punto si ripetessero. Dopo circa 50 ore di gioco ed aver attivato la maggior parte dei compiti abbiamo raggiunto la conclusione che non è questo il caso. Dura la vita dei prescelti, non trovate?

Il fatto che i due DLC siano anch’essi già presenti all’interno dell’opera interattiva rende la nostra partita ancora più longeva. Oltre a questo, THQ ha già annunciato che nel corso del prossimo anno verrà rilasciato un altro contenuto scaricabile. Sarà effettivamente possibile finire questo gioco una volta per tutte?

Kingdoms of Amalur Re

Un ottimo mix tra parametria e gameplay

Uno degli aspetti che tiene incollati gli amanti dei GDR davanti al proprio schermo per almeno dieci minuti è la scelta della classe. Lo sappiamo, anche perché è quello che ci è successo almeno cinque volte in Kingdoms of Amalur Re-Reckoning. La motivazione al nostro blocco è dovuta al gameplay del titolo. Anche se ci troviamo difronte ad un GDR vecchio stile, il sistema di combattimento ricorda quello di Darksiders. Questa scelta di design che tende quasi all’hack n’ slash ci ha fatto ponderare un po’ prima di scegliere il nostro approccio nel corso della nostra avventura. Ma non sapevamo che non sarebbe finita lì. Dopo la scelta del tipo dell’eroe, ci siamo imbattuti in diversi alberi di abilità, skill legate all’interazione con gli NPC e l’esplorazione ed infine le Carte del Fato. Queste ultime si sono rivelate molto importanti, dato che in base alla nostra decisione gioveremo di determinati bonus.

Come se non bastasse, è possibile fondere diverse classi di combattimento. Per cui potrete far diventare il vostro alter ego un mago combattente, un arciere abile anche con la spade o addirittura un ladro a cui piace fracassare le teste dei propri nemici con un martello enorme. Tutto ciò rende il mix del sistema di level-up e azione variegato e gestito in maniera magistrale.

Una feature che caratterizza, in grande scala, l’esito degli scontri è il Fato. Questa funzione permette di alterare il tempo, aumentare i danni inflitti ed accumulare fino al 100% di punti esperienza in più. Sfortunatamente, crediamo che questa modalità renda tutte le battaglie estremamente semplici a difficoltà medie. Persino le boss fight sono durate meno di cinque minuti con la sua attivazione.

Sì, ma com’é questa Remastered?

Non ci siamo dimenticati che siamo difronte ad una versione che, dovrebbe, migliorare i problemi passati. Paradossalmente, è proprio in questo che Kingdoms of Amalur Re-Reckoning ci ha lasciato l’amaro in bocca. Dagli stessi trailer pubblicati da THQ Nordic, è possibile notare come la resa visiva abbia ricevuto un grande upgrade. Oltre a questo però, non c’é nessun altro elemento che possiamo accettare in maniera positiva.

Nonostante l’arrivo di una patch correttiva nel corso del nostro periodo di test, abbiamo sempre trovato diversi problemi di stabilità e crash saltuari. In aggiunta, caricamenti per la versione PS4 durano in media 45 secondi, rendendo ogni spostamento frustrante e snervante. Ad un certo punto, siamo stati costretti a contattare il publisher poiché non potevamo andare avanti nella storia a causa di un bug che non ci permetteva di parlare con un NPC. Apprezziamo l’intervento tempestivo degli sviluppatori che hanno risolto pochi giorni dopo, ma anche con il loro lavoro abbiamo comunque trovato impossible completare determinate side quest a causa di crash persistenti in alcune aree della mappa.

Come se non bastasse, il framerate non è per nulla stabile. In alcuni punti di specifici dungeon si è costretti a muoversi a meno di 30 FPS, causando non poche difficoltà nei combattimenti. Le scene cinematiche hanno uno sbalzo di volume che ignora le impostazioni da noi modificate, oltre che a terminare con tagli di suono al momento del ritorno nella scena di gioco. Il sistema della telecamera ha reso la nostra partita più difficile del dovuto. Molto spesso non potevamo vedere i nostri nemici per il suo strambo posizionamento, a volte a sinistra ed altre a destra, in modalità di combattimento.

Un vero peccato, soprattutto se teniamo conto del fatto che se non fosse stato per questi problemi elencati saremmo stati davanti ad un GDR classico, che però non ha nulla da invidiare ai competitor attuali. Speriamo vivamente che Kaiko lavori al più presto per migliorare tutto ciò che non rende pienamente godibile la fruizione della loro rivisitazione.

Kingdoms of Amalur Re-Reckoning dimostra come anche nei nostri giorni un GDR classico possa farsi valere all’interno del mercato. La profondità della lore proposta, una rigiocabilità pressoché infinita ed un sistema parametrico che si fonde perfettamente ad una componente più dinamica sono certamente degli ottimi punti che faranno gola agli appassionati del genere. Tuttavia, i diversi problemi di carattere tecnico portati da questa Remastered relegano, ancora una volta, l’opera interattiva in una posizione più bassa di quello che le sarebbe dovuto spettare.

 

Appassionato di videogiochi dalla tenera età di 5 anni, passando per diversi generi fino ad arrivare ai titoli eSports, coltivando una vera passione per la competizione e tutto ciò che la riguarda, soprattutto nell'ambito degli sparatutto in prima persona.