WWF Superstars: gli anni d’oro della World Wrestling Federation a portata di gettone!

1989 – Tra gli innumerevoli trastulli cui i ragazzini degli anni ottanta amavano dedicarsi l’appuntamento del sabato sera con Superstars of Wrestling era senz’altro uno dei più esaltanti: ancora oggi risulta in effetti complesso descrivere a parole le emozioni che si provassero quando Ultimate Warrior scuoteva con energia le corde del ring, per non parlare poi del fatale attimo in cui l’immarcescibile Hulkster mandava in pezzi la propria canottiera di fronte all’ennesimo avversario!

Puntualmente commentati dal sommo Dan Peterson per la TV italiana, i pittoreschi scontri che animarono quella che passò agli annali come la Golden Age della World Wrestling Federation trovarono adeguata celebrazione in pixel nel 1989, anno in cui le sale giochi di tutto il globo accolsero il possente cabinato di WWF Superstars.

 

Colosso grafico

Realizzato e prodotto da Technos Japan – sofware house nipponica passata già alla storia per aver dato i natali a serie di culto come Double Dragon e Kunio-Kun – il gioco affondava salde radici in un comparto tecnico d’eccezione che, amalgamando a dovere sprite quanto mai simili alle controparti reali, animazioni efficaci e fondali incredibilmente dettagliati, catturava all’istante l’attenzione del pubblico.

A sostenere detta impalcatura sarebbe quindi intervenuto il supporto un gameplay alquanto immediato che, attingendo a piene mani dalla tradizione beat’em up, immortalava l’essenza più spettacolare del wrestling senza indugiare troppo in tatticismi che potessero compromettere il ritmo che si conviene ad un arcade game.

Wrestle ‘em up

Per quanto condivisibile, il radicale snellimento delle manovre di grappling avrebbe sottratto all’esperienza di gioco un pizzico di profondità: complice un set list di mosse base non proprio vastissimo, l’azione su schermo finiva, in altre parole, per mostrare il fianco ad una certa ripetitività di fondo, cui neanche la possibilità utilizzare corpi contundenti posti a bordo ring o l’implemento di “signature move” quali il Savage Elbow di Macho Man riusciva a porre completo rimedio.

Alla luce di questa problematica, la decisione di vincolare la stipulazione dei match alla sola sfera Tag Team appare oggi molto più sensata di quanto non risultasse all’epoca: nel favorire il continuo alternarsi degli uomini sul ring, la rocambolesca natura degli scontri di coppia garantiva infatti maggiore imprevedibilità all’evoluzione dei match,  nascondendo sotto il tappeto limiti strutturali che sarebbero altrimenti apparsi ben più evidenti in un contesto One-on-One.

Un successo straordinario

Difetti su cui oggi giorno è difficile soprassedere, cui potremmo eventualmente aggiungere anche le striminzite dimensioni del roster di lottatori selezionabili (appena sei, NdR), sarebbero in ogni caso parsi men che facezie agli occhi dei gamer di un tempo: presi com’erano dall’opportunità di interpretare i loro beniamini e dalla prospettiva di poter condividere l’esperienza con altri amici, molti di essi non esitarono in tal senso a definire WWF Superstars come il miglior Wrestling-Game mai prodotto fino ad allora.

Lo straordinario successo riscosso dal gioco avrebbe chiaramente spianato la strada all’avvento di una lunga serie di produzioni a tema, trasformando ben presto il marchio WWF in una delle licenze più ambite dagli sviluppatori impegnati nella produzione di titoli destinati al mercato dei Coin-Op. La stessa Technos Japan sarebbe tra l’altro tornata sul ring nel 1991 affidando al sontuoso WWF Wrestlefest il compito di ampliare il concept del suo fortunato predecessore…

A fronte dei progressi maturati dal proprio sequel sotto i profili tecnico e strutturale, gli appassionati di genere continuano in ogni caso a nutrire un affetto del tutto speciale per WWF Superstars, tanto da averlo trasformato nel tempo in un vero e proprio superclassico del Retrogaming.

Nato e cresciuto sulle pagine di Game Republic dove ha diretto per generazioni la sezione Time Warp, Gianpaolo Iglio ama il retrogaming e lo considera una seconda vita. O una seconda amante. Ha scritto un libro sulle avventure Sierra e insegna Game Journalism e Storia del Videogame alla VIGAMUS Academy con Metalmark.