Watch Dogs Legion Provato: gli hacker stanno tornando

Watch Dogs Legion

Non è raro che qualche voce, nel settore del gaming, sostenga che Ubisoft produca sempre gli stessi giochi ad oltranza, variandoli giusto quanto basta. Sono probabilmente voci dalla memoria corta: che non ricordano, cioè, come nella generazione ormai agli sgoccioli siano saltati fuori franchise completamente nuovi, come Steep o Watch Dogs. Esatto, il primo Watch Dogs che giocaste proprio tra i titoli degli anni di vita iniziali su current-gen, poi seguito da Watch Dogs 2. Adesso tocca a Watch Dogs Legion, il terzo capitolo ufficiale che sarà anche cross-gen. Approderà cioè un po’ su tutti i sistemi a disposizione, fatta eccezione per Nintendo Switch. Noi lo abbiamo provato negli scorsi giorni, grazie ad un evento organizzato da Ubisoft, e siamo pronti per raccontarvelo in questa anteprima.

Un Watch Dogs diverso

Watch Dogs: Legion è un Watch Dogs diverso: questo era chiaro sin dal suo annuncio, e la prova in compagnia di Ubisoft ci ha aiutati a farci un’idea più precisa del prodotto. Ad essere sinceri abbiamo probabilmente giocato con la versione quasi definitiva del titolo, perfettamente in grado di affrontare il lancio sul mercato il prima possibile; in possesso della più completa libertà abbiamo esplorato Londra, affrontato missioni principali e secondarie, esplorato in lungo e in largo, saggiato insomma le potenzialità del titolo.

Watch Dogs Legion, come accennavamo, è però un titolo diverso dai precedenti: forse anche per questo la casa di produzione non si è sbilanciata nell’assegnargli un numero sulla destra. Si tratta della prima avventura corale del franchise, e dall’impostazione dichiaratamente “social”: non un protagonista, ma più protagonisti, anzi potenzialmente infiniti dato che il sistema di reclutamento (inedito) apre a possibilità limitate solo dalla volontà del giocatore. Watch Dogs: Legion non ha un vero e proprio protagonista principale, invincibile e destinato salvare il Regno Unito: l’avventura può essere portata a termine con qualsiasi personaggio, da quelli assegnati inizialmente dalla trama e dalla produzione a quelli reclutati per strada quasi per caso.

Del resto il vero scontro che si gioca (perdonate la battuta) all’interno di Watch Dogs: Legion è quello tra la DedSec (gruppo hacker londinese, buono) e il ctOS (uno stato autoritario che ha preso il controllo di una Londra futuristica quanto basta, e soprattutto distopica). La DedSec al suo interno presenta vari personaggi comprimari e una leader molto carismatica, ma non è questo che importa: importa invece come il giocatore possa scegliere liberamente il suo personaggio tra alcune proposte tutte ugualmente valide. Tutti fanno riferimento alla cultura pop e “di strada”, tra artisti, nerd in grado di hackerare qualsiasi cosa e pseudo-teppisti intenzionati a fare la loro parte nel dare una mano.

Reclutamento per le vie di Londra

Questa meccanica di base di Watch Dogs Legion è potenzialmente priva di limiti. Per reclutare nuovi membri nel gruppo di hacker al giocatore basta passeggiare per Londra, incontrare passanti e hackerarli: stiamo ovviamente semplificando un meccanismo che vi spiegheremo immediatamente nel dettaglio. I giocatori del primo Watch Dogs ricorderanno bene come fosse possibile hackerare i passanti per scoprire dettagli sulla loro vita, rubare denaro e molto altro ancora: ma l’interazione finiva lì. In Watch Dogs: Legion l’hacking chiarifica l’identità del malcapitato: potrebbe trattarsi di una persona simpatizzante per la DedSec oppure non in buoni rapporti con la società, forse perché legata al ctOS.

Nell’uno e nell’altro caso, sarà comunque possibile interagire con questo passante, dialogare, e capire che cosa voglia da noi. Nel migliore dei casi vorrà passare alla DedSec, e allora ci chiederà di completare per lui una piccola missione secondaria (missione di reclutamento, appunto); nel secondo caso andrà convinto, con qualche passaggio in più. Ecco allora che il giocatore può dedicarsi a questa missione, e si tratta di missioni molto variegate stando a quanto abbiamo potuto vedere: combattere dei criminali, recuperare un oggetto o dei dati importanti, recarsi in un’area specifica per metterla al sicuro, e via dicendo. La più piccola missione secondaria di Watch Dogs: Legion è questa: immaginate bene, dunque, a cosa possano arrivare le altre secondarie standard e le principali legate alla trama.

Watch Dogs Legion: questione di abilità (e di recupero)

Se è vero che in Watch Dogs Legion è possibile hackerare e reclutare quasi chiunque, è pur vero che non si sarà portati a farlo con tutti, a caso, per pura gioia dell’accumulo. I personaggi infatti possiedono delle statistiche specifiche, ma soprattutto sono specializzati in determinate mansioni: e cioè nel combattimento, nello stealth e nell’hacking vero e proprio. Chiaramente chi è personalizzato nell’hacking infliggerà molto più danni con un drone e sarà molto più abile nel gestire un ragnobot, a dispetto di un personaggio bravo nel combattimento; quest’ultimo però sarà molto più versatile con una pistola teaser e negli scontri a fuoco contro l’autorità.

Watch Dogs Legion

Il giocatore di Watch Dogs Legion può passare da un personaggio all’altro in qualsiasi momento, ma non è tutto: è importante avere tanti personaggi, perché in qualsiasi situazione potrete sbagliare qualcosa e perderne uno (la morte permanente sarà opzionale). Magari state camminando in città, urtate il poliziotto sbagliato e vi ritrovate con tutto l’esercito a dosso: potreste finire arrestati o feriti. Scattano qui i tempi di recupero, nell’ordine di alcuni minuti a seconda della gravità (un ferito impiegava 15 minuti di tempo reale nel riprendersi all’ospedale). Mentre i compagni sono messi male, un’altra recluta prende il loro posto e arriva subito sul luogo a continuare la missione in corso. In determinati casi sarà anche possibile andare a liberare un altro personaggio detenuto, così da accelerarne il recupero, ma spesso il gioco non vale la candela, soprattutto in zone molto sorvegliate.

Esplorazione: una città magnifica

Alla base di Watch Dogs Legion vi è l’esplorazione di un mondo di gioco mai affrontato prima nella serie, e cioè del contesto Londinese. Che stiate affrontando la missione di gioco principale, una delle svariate secondarie o persino un piccolo mini-gioco (ve ne sono diversi, ma non possiamo anticiparveli tutti) dovrete spostarvi dal punto A al punto B. Questo avverrà tramite metropolitana, oppure a piedi per gustarvi proprio tutti i dettagli della ricostruzione distopica di Ubisoft, ancora tramite mezzi requisibili rapidamente, e infine con il viaggio rapido. Di possibilità, anche da questo punto di vista, ve ne sono davvero tantissime.

Watch Dogs Legion

Ma ciò che più ci ha colpito, durante la nostra prova, è quella che reputeremmo senza problemi una città magnifica. Non solo il mondo di gioco di Watch Dogs Legion è ampiamente open world e liberamente esplorabile (bisognerà solo fare attenzione alle fazioni delle varie aree), ma ricostruito con maniacale cura per i particolari; al di là degli elementi iconici, quella del gioco potrebbe essere tranquillamente una qualsiasi città futuristica ad altissima tecnologia. L’esplorazione si fa così sin da subito affascinante e ricca di interazioni con tutto ciò che ci circonda. Sarà difficilmente, almeno nei momenti iniziali, non restare estasiati dall’esplorazione di un determinato vicolo, dalla città sotto la pioggia che rende la guida ancora più pericolosa, dalle file di auto agli incroci e dalla miriade di passanti a schermo. Di certo Ubisoft ha intenzione di spremere sin da subito le prime potenzialità delle next gen.

Grafica e gadget in dotazione

Dal punto di vista prettamente grafico-tecnico, la nostra prova di Watch Dogs Legion si è svolta in 1080 ancorati graniticamente a 30fps: siamo tuttavia certi che – soprattutto su next gen – il titolo Ubisoft abbia ancora da svelare per bene le proprie carte. Ci sentiremmo di azzardare una modalità performance a 1080p e 60fps, alternata ad una più basata sulla qualità visiva, e dunque in 4K a 30fps: ma queste sono nostre congetture. Ciò che preme sottolineare, per il momento, è il fatto che già così Watch Dogs Legion sia perfettamente in grado di annichilire i due capitoli precedenti, mostrando tutta la sua potenza con caricamenti rapidissimi e nessun rallentamento di sorta. Anche quando il gioco ha avuto bisogno di ricaricare l’intera mappa, ad esempio, non ha impiegato più di qualche manciata di secondi.

Piacevole, poi, la riscoperta di alcuni vecchi gadget già presenti in Watch Dogs 2 con l’aggiunta dei doverosi nuovi arrivati. L’arsenale dei protagonisti della Legione inizialmente sarà molto scarno e limitato, ma missione dopo missione verranno sbloccate tante nuove possibilità, oltre a potenziamenti per le versioni di base di alcuni gingilli. Ci siamo divertiti un po’ in compagnia del ragnobot e del drone sentinella, ma ovviamente sarà possibile, nel gioco definitivo, schierare anche vere e proprie torrette da combattimento, oltre a vari power up in grado di conferire bonus momentanei ai protagonisti (per esempio rendendoli individuabili per alcuni secondi preziosi). Tutti i gadget andranno sfruttati come abilità e accessori secondari: di base i personaggi di Watch Dogs: Legion, infatti, hanno l’immancabile smartphone per l’hacking e poche possibilità per gli scontri a fuoco e in mischia.

Watch Dogs: Legion non è ancora arrivato, ma possiede già tutte le carte in regola per rappresentare un’evoluzione notevole nel franchise di Ubisoft. Non solo tutti gli aspetti già presenti sono stati potenziati, ma nuove meccaniche appaiono già ben implementate, e soprattutto efficaci nel rendere un contesto asfittico e incerto, come quello della dittatura nel Regno Unito distopico. Tra gadget vecchi e nuovi, reclutamenti e salvataggi, missioni principali e secondarie, le nostre ore in compagnia della prova di Watch Dogs Legion sono letteralmente volate. Qualche dubbio sulla longevità della modalità storia permane, così come si chiediamo come se la caverà la filosofia di gioco con l’onnipresente (e minaccioso) fatto noia: ma per adesso Watch Dogs Legion convince. Ed è questo ciò che importa. Da novembre 2020 si tornerà ad hackerare il mondo.

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.