Let’s Sing Queen Recensione: una Bohemian Rhapsody non per tutti

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Cantare non è una cosa per tutti e Let’s Sing Queen lo dimostra ancora di più. Andare a pescare nel repertorio musicale della band inglese e provare a replicare le stesse sonorità attraverso un microfono collegato a PlayStation 4, piattaforma su cui abbiamo provato quest’ultima declinazione della longeva serie di rhythm-game di Ravenscourt, non è certo cosa da tutti. Della serie di Let’s Sing si conosce il percorso evolutivo che è stato costante senza grandi stravolgimenti o rivoluzioni ma con un lento miglioramento dell’offerta di questo prodotto musicale dedicato ai più canori dei giocatori.

Ma l’ugola con è un controller e quindi c’è necessità di rapportarsi in maniera diversa con questo tipo di prodotti, poiché “giocare” con la voce è facile per divertirsi ma richiede un minimo di preparazione e bravura per avere un’esperienza di gioco appagante. Chi vi scrive nel suo piccolo ha preso qualche lezione di canto in un passato (molto remoto a dire il vero) ed ha cercato di cogliere tutti i difetti e pregi di questo spaccato di musica rock. Come sarà andata questa piccola immersione nella Bohemian Rhapsody?

Let’s Sing Queen: The Show must go on

Lets-Sing-QueenLet’s Sing non è certo una serie che ha nella longevità il suo punto di forza. Si tratta di una scanzonata – è proprio il caso di dirlo – esperienza party a quelli che vogliono cimentarsi nel karaoke avendo come ritorno una valutazione delle proprie prestazioni non solo data dagli applausi, o fischi, del pubblico. Let’s Sing Queen non fa eccezione in quanto a durata dell’esperienza, anzi, tra numero di brano e modalità da giocare, una volta affrontato tutto il repertorio da soli la prima volta l’unica alternativa è aspettare che qualche amico venga a cantare per avere lo stimolo di tornare ad impugnare il microfono.

Il senso di continuità con gli altri titoli si sente fin da subito a partire dai menu di gioco che sono identici al passato prossimo: minimalisti, colorati in pieno stile festaiolo, ma molto scarni di settaggi e informazioni. Ad esempio il setting del ritardo e del volume della voce del giocatore sono le uniche alternative possibili sul sonoro: un po’ poco per un gioco musicale. C’è un sistema di progressione del giocatore che permette di accumulare punti esperienza in base alle proprio valutazioni delle singole prestazioni canore. Questo avanzamento fa salire di livello e permette di sbloccare via via nuovi avatar e nuovi piccoli extra. Nulla davvero di rilievo, ma questo sistema di micro ricompense funziona il giusto per concedere qualche momento di gioco in più nel tentativo di sbloccare lo step successivo.

Friends will be friends

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Oltre alla modalità in singolo il gioco propone le modalità per giocare in più personale. Da sottolineare qui l’ottima modalità feat per cantare in un duetto. In questo caso bastano due microfoni – o dispositivi appositi – per ricercare l’affinità con il proprio partner canoro del momento inanellando le voci tra di loro. Il gioco spezza in maniera molto dinamica e intelligente anche le canzoni con molte parti soliste rendendo questa modalità la migliore di quelle presenti. Degna di essere nominata anche la modalità online che non solo offre classifiche dei migliori giocatori per singola canzone, ma permette anche di affrontare in sfide uno contro uno su una singola canzone altri giocatori dal mondo.

C’è poi l’esclusività dettata dalla selezione di uno spaccato della carriera di una band lungo 30 brani più o meno iconici. La selezione dei brani va a raccogliere tutti i migliori capolavori della band inglese, ma nonostante la quantità di brani, 30 in totale, qualche lacuna c’è – come ad esempio “Living on my own”. I fan dei Queen comunque troveranno di certo più di un pretesto per perseverare alla ricerca del perfetto incrocio tra l’iconica voce di Freedy Mercury e la propria per sentirsi un po’ più vicini ai loro idoli. Fuori dalla cerchia degli estimatori dei Queen dopo un paio di performance con “We will rock you”, “Bohemian Rhapsody” e qualche altro brano si finisce invece per sentire il desiderio di passare ad altro.

Radio Gaga

Lets Sing Queen

I brani proposti sono per fortuna nella loro versione versione ufficiale. Si canta sulla voce e sulle note delle canzoni, le quali sono accompagnate sullo sfondo dai video clip originali dei brani, spalancando definitivamente le porte del cuore di ogni fan dei Queen. Avere la tracklist piena di questa musica di qualità riportata fedelmente è un piacere per le orecchie, a patto di avere un buon impianto audio collegato alla TV. Sfruttare le sole casse integrate nella TV fa perdere molta della magia.

Purtroppo ci sono delle dolenti note per chi canta. L’applicazione per smartphone da usare come microfono è facile da configurare, ma pessima nella recezione del segnale della voce, tanto che spesso si perde parti di cantato o le intercetta in ritardo. Molto meglio va invece il microfono cablato tramite USB (se ne può usare uno qualunque) che riesce a riprodurre anche la voce del giocatore anziché solo a captarla. Ovviamente più sarà di qualità il microfono meglio sarà. Come tutti i titoli della serie, anche Let’s Sing Queen punta sull’intonazione più che sulla riproposizione perfetta degli acuti di Freddy Mercury (sarebbe impossibile). E in effetti il gioco riesce a decodificare anche le note basse cantante e adattarsi ai limiti canori del giocatori, con pochissimi tentennamenti. Questo permette anche a qualcuno meno dotato di dare il proprio contributo al brano.

Let’s Sing Queen è una versione ridotta della serie principale che va a cogliere i successi (e il successo) della band britannica e ne offre uno spaccato per i fan. La selezione dei brani con relativi, video ufficiali, è buona, ma contornata da molto minimalismo nei menu e opzioni che in alcuni casi avrebbero meritato un po’ più di attenzione e qualche extra in più. Si può quasi considerare questo gioco un DLC stand alone più che un titolo a sé stante. Difficile pensare a lunghe sessioni di gioco considerato il quantitativo di contenuti a disposizione, ma di sicuro con questo titolo ci si diverte in compagnia, con un microfono con cavo, un bell’impianto audio di contorno e un gruppo di amici che non siano stonati come delle campane.

Dalla sua Mansion nel Sannio ha attraversato l'universo senza Tuta Phazon, visitando regni brulicanti di Koopa con l'aiuto di Pietre Sheikah. Ma il suo desiderio è una casetta sulla colonia 9 di Bionis e un mech parcheggiato in giardino. Cinema, borad game e birra artigianale le altre sue passioni. Ogni volta che esce un nuovo Zelda esclama: "Avverto un tremito nella forza."