GamesVillage Awards 2020: tutti i vincitori di quest’anno

GamesVillage Awards 2020

Il 2020 sta quasi per terminare (era ora, visto ciò che ha portato) e, come ogni anno, è finalmente giunto il momento più atteso, cioè quello in cui ci siamo scannati per assegnare i premi redazionali ai giochi più meritevoli e che si sono distinti nel corso di questi 12 tormentatissimi mesi. L’anno che sta per concludersi ci ha comunque “donato” (si fa per dire!) una line up di giochi di altissimo livello e molte scelte sono state davvero ardue, per usare un eufemismo. I GamesVillage Awards 2020 però andavano assegnati e alla fine, ogni categoria in gara ha trovato il suo vincitore.

GamesVillage Awards 2020

BEST GRAPHICS
Marvel’s Spider-Man: Miles Morales

Marvel’s Spider-Man Miles Morales è riuscito a portare con sé tutto ciò che ci saremmo potuti aspettare dalla next-gen del Videogioco. Una qualità dei modelli pazzesca, combinata a una gestione tecnica con tempi di caricamento infimi, elevano il titolo a uno status differente rispetto a tutto ciò che abbiamo visto nel corso del 2020.

GamesVillage Awards 2020

BEST NARRATIVE
The Last of Us Parte II

Nonostante delle scelte che riteniamo un po’ forzate per sembrare genuine, The Last of Us Parte II è un titolo che nel 2020 ha catalizzato l’attenzione di tutti, guidati da una narrazione ritmata con cura e da altre sezioni di gioco che ci hanno tramortiti, in ogni senso possibile del termine. E con noi, un’intera community di videogiocatori.

GamesVillage Awards 2020

BEST AUDIO DESIGN
Half-Life: Alyx

Quello di Half-Life: Alyx è un esperimento che ricorderemo negli anni a venire. Tra i suoi pregi, sicuramente era doveroso premiare la magistrale gestione del comparto acustico, il quale riesce a farci sentire parte integrante del mondo di gioco. Una scommessa vinta a mani basse da parte di Valve.

BEST ACTION GAME
DOOM Eternal

Azione brutale, scontri frenetici e adrenalina pura. Tutto questo è DOOM Eternal, che in termini di “action” non è stato secondo a nessuno nel 2020. E proprio per questo il titolo in prima persona di Bethesda ha battuto la concorrenza, aggiudicandosi il Best Action dell’anno.

BEST ACTION-ADVENTURE GAME
Assassin’s Creed Valhalla

Sicuramente il gioco di Ubisoft presenta alcuni difetti che non gli hanno permesso di primeggiare nelle altre categorie in gara, ma Assassin’s Creed Valhalla presenta comunque un mondo davvero vasto da esplorare e un gameplay RPG che, uniti, hanno creato un mix perfetto che ha permesso all’IP di Ubisoft di ambire al miglior Action/Adventure dell’anno.

BEST SHOOTER
DOOM Eternal

DOOM Eternal è riuscito a portare in auge nel 2020 uno dei generi che da tempo non riusciva più a vedere la luce. Grazie a un roster delle armi invidiabile e a una varietà di nemici di tutto rispetto, l’opera targata id Software si classifica come lo sparatutto più completo e consistente dell’anno.

BEST FIGHTING GAME
Mortal Kombat 11 Ultimate

Abbiamo deciso di premiare il picchiaduro di NetherRealm Studios per la continuità che lo studio ha saputo dare al suo gioco, ripubblicandolo quest’anno con nuovi contenuti e una trama aggiuntiva che fanno della versione Ultimate un vero e proprio nuovo gioco. E Mortal Kombat continua ancora oggi a fare scuola a tanti altri titoli del genere.

BEST SPORT-RACING GAME
FIFA 21

Il premio come miglior titolo sportivo non poteva che andare a FIFA 21. Il perché è presto detto: abbiamo deciso di premiare l’immenso lavoro svolto da Electronic Arts nell’offrire una versione next-gen rifinita ai massimi livelli sia nel gameplay che in termini grafici, con i dettagli che avvicinano sempre di più la simulazione di EA al calcio giocato vero e proprio. Siete sicuri di riuscire a distinguere i calciatori virtuali da quelli reali?

BEST STRATEGY GAME
13 Sentinels: Aegis Rim

13 Sentinels: Aegis Rim è una delle sorprese di quest’anno. Sarà perché siamo sempre abituati a vedere i soliti “grandi”, ma la creazione di Vanillaware si è contraddistinta grazie a un ingegnoso connubio formato da un’ottima narrativa e un gameplay che è in grado di appassionare anche i neofiti del genere.

BEST VR GAME
Half-Life: Alyx

Half-Life: Alyx verrà ricordato nella storia del Videogioco come il titolo che ha riscritto i canoni dell’emergente VR. Il team di Valve è riuscito in maniera impeccabile a farci sentire i veri protagonisti del gioco, con un’implementazione delle tecnologie della realtà virtuale mai viste prima d’ora.

BEST MALE PERFORMANCE
Kazuhiro Nakaya (Ichiban Kasuga, Yakuza: Like a Dragon)

Kazuhiro Nakaya è, da sempre, una delle voci iconiche della celebre serie di Yakuza. Con l’arrivo di Like a Dragon, il doppiatore è riuscito a entrare in maniera inaspettata nel complesso personaggio di Ichiban Kasuga, incarnando meravigliosamente tutti i suoi sbalzi emotivi e dando vita a delle scene che verranno ricordate nel tempo.

BEST FEMALE PERFORMANCE
Laura Bailey (Abby, The Last of Us Parte II)

Laura Bailey è stata semplicemente stupenda nel dare voce ed emozioni a uno dei personaggi che più hanno colpito gli utenti nel 2020. Abby è stata capace di trasmettere rabbia, tristezza, dolore, gioia e dolcezza, e questo è stato possibile solo perché Druckmann ha deciso di affidare la forzuta ragazza a una delle migliori doppiatrici in circolazione.

BEST SCORE/MUSIC
Final Fantasy VII Remake

Stiamo parlando del remake di un gioco pubblicato 23 anni fa, ma la cui soundtrack è rimasta nel cuore a diversi utenti, che a distanza di anni hanno rinnovato il loro amore verso le melodie del titolo di Square Enix, riproposte sì in maniera fedele, ma allo stesso tempo rinnovate in alcune tracce. Anche se non avete giocato a Final Fantasy VII Remake, vi invitiamo comunque ad ascoltare la sua colonna sonora!

BEST ONGOING GAME
Call of Duty: Warzone

Activision e i suoi studi sono maestri nel supportare i propri titoli multiplayer. Le tante Stagioni di Call of Duty: Warzone, unite ai contenuti aggiuntivi e ai DLC, hanno offerto un supporto così mastodontico tale da rendere ancora oggi il Battle Royale uno dei generi più giocati di sempre. E noi non potevamo non premiare tutto ciò!

BEST MULTIPLAYER
Call of Duty: Warzone

Il secondo premio dato a Call of Duty: Warzone è la conferma che gli sviluppatori hanno dato ai giocatori ciò che cercavano in un gioco multiplayer: un titolo capace di portare innovazione, divertimento e continuità. Parliamo di un gioco che non copia niente da nessuno e anzi, offre diverse novità che non si erano mai viste fino al suo arrivo.

BEST ESPORTS GAME
League of Legends

League of Legends si rivela, ancora una volta, come il titolo Esports migliore dell’anno. Grazie a un’ecosistema competitivo praticamente enorme, composto da collaborazioni con numerosi partner, e la presentazione di eventi e contenuti a tema, l’opera di Riot Games è riuscita a dimostrare di essere un gradino più in alto rispetto agli altri contendenti.

BEST RPG
Cyberpunk 2077

Cyberpunk 2077 è stata una scommessa che non ha ripagato gli 8 anni di attesa da parte dei giocatori eppure, nonostante tutte le criticità riscontrabili nel titolo di CD Projekt RED, ci siamo trovati davanti a uno straordinario esponente del GDR moderno. La possibilità di personalizzare il proprio personaggio da cima a fondo, instaurando un numero enorme di legami sociali sempre differenti basati sulle nostre scelte nell’intricata Night City, rendono la magnum opus di CD Projekt RED un fiore all’occhiello per tutti gli amanti del gioco di ruolo.

BEST REMAKE-REWORKED GAME
Demon’s Souls

Bluepoint Games ha riportato alla luce, dopo ben 11 anni, il regno di Boletaria in una maniera che mai ci saremmo immaginati di vedere nella old-gen. La passione e la cura dei dettagli che trasuda su ogni modello di gioco rispecchia la dedizione di tutto il team di sviluppo, che ha presentato un grandioso adattamento next-gen di un grande classico.

BEST INDIE GAME
Hades

Grazie a Hades, il termine “indie” non rappresenta più solamente un’idea di rottura, quanto piuttosto un movimento capace di offrire una visione alternativa di vivere l’intrattenimento. Libertà è la parola chiave: libertà di offrire meccaniche interessanti e dirompenti senza dover consultare il tabellino proveniente dai focus group. Libertà di offrire character design originali e storie affascinanti senza doversi per forza adeguare a quelle aspettative conformiste che per anni hanno distanziato il videogioco da quella che dovrebbe essere una rappresentazione inclusiva e corretta delle diversità. Libertà, in ultima analisi, di essere se stessi.

BEST STUDIO
Supergiant Games

Sono innumerevoli i motivi per cui ci troviamo nella posizione di dover decretare Supergiant Games quale Studio dell’Anno, non fosse altro per il suo impressionante cursus honorum, che ha portato il team a inanellare una serie ininterrotta di successi, che vanno dal già brillante Bastion fino a Hades. Tuttavia, la ragione più profonda dietro questo premio, che assume se vogliamo anche una valenza simbolica, risiede nell’encomiabile gestione del capitale umano orchestrata da Supergiant Games, frutto di una cultura dell’ecosistema creativo dove successo commerciale, ambizioni artistiche e ricerca tecnologica sono in grado di coesistere armonicamente.

BEST PUBLISHER
Microsoft

Più di tutti, Microsoft ha dimostrato di essere un’azienda lungimirante e attenta al futuro del gaming. Oltre all’annuncio della nuova generazione di Xbox Series X e S, la compagnia di Redmond ha dato il via a numerosi progetti e servizi rivoluzionari all’interno della game industry, come il cloud gaming e l’Xbox Game Pass, che hanno dato il via a un nuovo modo di pubblicare e intendere le opere interattive.

BEST MOBILE GAME
Genshin Impact

miHoYo è riuscito a proporre un ottimo titolo per dispositivi mobile, e non solo, grazie a Genshin Impact. Il gatcha gratuito è in grado di incollare sui piccoli schermi tutti i tipi di giocatori, per via di una grafica che difficilmente si vede su dispositivi mobile e un gameplay che stimola a instaurare svariate relazioni sociali con gli altri giocatori.

BEST LOCALIZATION
The Last of Us Parte II

Migliaia e migliaia di linee di testo doppiate, personaggi primari, secondari e di contorno trattati alla stessa maniera. Non una traduzione o un testo localizzato in maniera minimale. Alla fine è stato The Last of Us Parte II a prendersi questo premio e la vittoria è doppia, dato che i candidati per questa categoria erano altrettanto forti, come Persona 5 Royal e Yakuza: Like a Dragon.

BEST GAME FOR IMPACT/SOCIAL AWARENESS
Animal Crossing: New Horizons

A nostro avviso, uno dei premi più meritati. Animal Crossing: New Horizons è stato sotto ogni punto di vista il gioco anti-Coronavirus per eccellenza. Una IP capace di avvicinare in parte le persone e farle sentire più vicine. L’impatto sociale avuto dal titolo di Nintendo è stato qualcosa che ha sorpreso tutti in positivo. C’è chi ha organizzato feste, incontri ed eventi insieme ai propri amici, trasformando la propria isola in un posto dove a farla da padrona è stata la libertà, quella libertà che per mesi ci è stata reclusa da un male che purtroppo continua ad aleggiare intorno a noi. Fortunatamente c’è stato Animal Crossing: New Horizons!

BEST FAMILY GAME
Mario Kart Live: Home Circuit

Mario Kart Live: Home Circuit potrebbe non essere un titolo per tutti, considerato il fatto che già il possesso di due kit vorrebbe dire andare contro a una spesa considerevole. Nonostante ciò, basta una sola macchinina e una stanza per permettere a un’intera famiglia di divertirsi e passare ore e ore in compagnia di Mario, Luigi e della Realtà Aumentata proposta da Nintendo. Il divertimento per famiglie è assicurato!

MOST ANTICIPATED GAME
Halo Infinite

343 Industries ha fatto una scommessa con Halo Infinite. Nonostante l’ilarità e le critiche scaturite dal Gameplay Premier, il titolo si prospetta, ancora una volta, come l’eterna rappresentante di punta per Microsoft, grazie a un cambio radicale del sistema di gioco, ormai divenuto un open-world a tutti gli effetti. Riuscirà il lavoro di 343 Industries a stupirci? Non ci rimane che attendere il 2021 per scoprirlo.

GamesVillage Awards 2020

BEST ART DIRECTION
Ghost of Tsushima

La creazione di Sucker Punch è riuscita a incarnare meravigliosamente lo spirito del Giappone del passato. Con le sue ambientazioni mozzafiato e scene quasi cinematografiche, Ghost of Tsushima è riuscito a distinguersi per la sua direzione artistica fuori dal comune.

GamesVillage Awards 2020

BEST GAME DIRECTION
The Last of Us Parte II

Un’opera divisiva, controversa, che ha fatto discutere milioni di giocatori diversi e che non merita tuttora la nomea del “titolo perfetto”, ma con un’uscita che ha fin da subito alzato l’asticella per la direzione dei tripla A nella video game industry. Se c’è un merito che va dato a Neil Druckmann, ora vicepresidente di Naughty Dog, è di aver diretto un titolo che dal 2020 sarà un punto di riferimento costante per tutti.

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5 – Microsoft Flight Simulator

GamesVillage Awards 2020

4 – Animal Crossing: New Horizons

GamesVillage Awards 2020

3 – Half-Life: Alyx

GamesVillage Awards 2020

2 – The Last of Us Parte II

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GAME OF THE YEAR
1 – Hades

Per chiunque avesse osservato in maniera completa e attenta la parabola della scena indie, dall’era di Braid e analoghi antesignani della prima ora fino a oggi, Hades non rappresenta affatto una sorpresa, per quanto gradita essa sarebbe.

Hades è il frutto di tante cose, in primis del talento, dell’intelligenza, della tecnologia, ma ancor prima di tutto questo è il figlio di un’industria videoludica che ha preso consapevolezza di se stessa, una consapevolezza che non passa necessariamente per i grigi corridoi di una corporation ma che piuttosto nasce dall’ecosistema più genuino e vivo dei designer di videogiochi, quello composto da creatori di ogni identità che si interrogano sugli eventi del mondo in cui si vanno a muovere nonché sul ruolo che la loro arte interattiva ha sulla collettività e sulle vita stessa dell’utente finale. Ne scaturisce un’opera sincera e mai pretenziosa, che incarna l’essenza di videogioco nella maniera più pura, combinando estetiche, generi e stili diversi tra loro al fine di comporre un inossidabile mosaico di gameplay e carattere; lo storytelling, raffinato e multiforme nel suo alternare epicità e ironia, non arroga mai pretese né si produce in quei forzosi lirismi spesso più pensati per mandare in solluchero il reparto marketing piuttosto che l’utente finale. Un autentico gioco, quindi, nel senso più puro e fieramente consapevole della parola.

Chiaramente non si può e non si deve ignorare il retroterra culturale di un risultato del genere e, se vogliamo, il suo peso politico. Tra game jam, gruppi di advocacy e genuine connessioni umane che si vengono a creare tanto nel mondo reale che negli spazi non fisici, e che confluiscono in esperienze produttive come Hades, la parola “indie” oggi diventa qualcosa di più di un’etichetta da apporre su una copertina, magari al fine di carpire la benevolenza del consumatore associando una plasticosa idea di creatività e genio ribelle a un prodotto qualsiasi. Con Hades, “indie” diventa definitivamente un’idea che travalica il modello di business e financo il gameplay, abbandonando un’idea patinata di indipendenza veicolata dall’espediente estetico fine a se stesso, e abbracciando fino in fondo la sua natura di vettore dirompente per l’industria tutta.

Ove la stagnazione creativa che affligge l’industria mainstream è sotto gli occhi di tutti ormai da diversi anni, siamo chiamati a ricercarne la causa anche nel modello produttivo stesso su cui si basa. Giochi come Hades, quindi, ci fanno interrogare per contrasto sull’effettiva bontà del contesto corporativo quale ecosistema adatto per quel tipo di creatività e divertimento senza compromessi che ci aspetteremmo da un videogioco. Con l’appalesarsi di numerose fratture nel modello classico della games industry globale, è inevitabile notare come, andando in netta controtendenza a suddetto modello, Supergiant Games abbia scelto di riportare lo sviluppo di videogiochi a una dimensione umana, in maniera sincera e non forzata, permettendo allo sviluppatore-artista di prosperare ed esprimere a 360 gradi la sua individualità e diversità, senza alcun tipo di barriere dettate dal pregiudizio o da una scellerata visione del game developer quale mero generatore di profitto per i suoi superiori.

Hades rappresenta quindi il passo conclusivo di uno studio che osa varcare quel “miglio extra” che pochissime compagnie sull’onda del successo avrebbero rischiato di attraversare, andando quindi non solo a evitare di imporre gli straordinari ai suoi dipendenti (o, peggio, richiederli dietro compenso inadeguato se non addirittura assente), ma andando a intervenire direttamente sui tranelli psicologici del crunch time, scoraggiando proattivamente e contrattualmente questa pratica all’interno della compagnia.

La qualità indiscutibile del gioco dimostra principalmente un fatto, ovvero che non vi può essere alcuna traccia di creatività e ingegno in un’opera videoludica se questa non viene realizzata in condizioni umane e arricchenti per l’individuo, poiché la vera Arte e la vera Bellezza nascono solo dalla libertà di chi crea. In altre parole, Hades dimostra che un’altra games industry e un altro mondo sono possibili, ed è esattamente quel tipo di speranza di cui chiunque ha bisogno in questo anno cruciale per la nostra specie.