Ogni genere ludico ha i suoi team di sviluppo capostipiti, i quali ormai hanno suggellato un proprio marchio di fabbrica riconoscibile al primo colpo d’occhio. Soprattutto nel panorama del racing game, abbiamo visto negli anni diverse realtà affermarsi in tale ambito, costruendo delle esperienze di guida sempre più dettagliate seguendo una delle due correnti di pensiero tra l’arcade e la simulazione. Ogni serie, soprattutto quelle sportive, cercano di migliorare – e perfezionare – tale gameplay di capitolo in capitolo, apportando miglioramenti talvolta minimi ma efficaci, rimediando agli errori commessi in precedenza. Così, titoli come Dirt Rally 2.0, Project Cars 2, Dirt 5 (QUI per la recensione) o un nostrano Assetto Corsa Competizione sono riusciti a conquistare il pubblico, traendo dai propri sbagli l’esperienza necessaria per maturare in prodotti qualitativamente migliori.
Un discorso che calza a pennello con un titolo come Monster Jam Steel Titans 2 di Rainbow Studios, afflitto da diverse problematiche che lo rendevano un titolo alquanto discutibile nonostante diverse buone idee messe in campo. Il dovere di questo inatteso seguito è quello di risollevare le sorti di un prodotto puramente arcade dedito ai mastodontici monster truck, che improntava il suo gameplay sulla pura spettacolarità delle acrobazie in arena. Noi di GamesVillage siamo scesi nuovamente in pista tra folli acrobazie e corse off-road spericolate, completando le modalità carriera e campionati del titolo. Sarà riuscito Rainbow Studios a confezionare un degno seguito? Scopriamolo in questa nuova recensione.
Monster Jam Steel Titans 2: un’altra pessima acrobazia
Nemmeno ci proveremo a nascondervelo: Monster Jam Steel Titans 2 è la personificazione della testardaggine di Rainbow Studios, dove vengono nuovamente commessi parte degli errori fatti col primo capitolo. Le criticità di un gameplay semplicemente arcade, derivano da un sistema di guida instabile, influenzato da una fisica dei monster truck fin troppo sopra le righe. Infatti durante le gare off-road, ci siamo accorti di quanto sia difficile gestire la mastodontica vettura anche nelle situazioni più semplici: mantenere il controllo è una sfida bella e buona, la quale però rende frustrante il controllo della fisica. Ogni singolo momento passato al volante si tramutava in una strenua lotta con lo sterzo, distribuito sui due analogici del pad in utilizzo: sebbene sia l’impostazione migliore da utilizzare, la gestione delle curve risultava comunque deleteria, complice della facilità con cui la vettura può ribaltarsi. Come se non bastasse, anche il minimo urto o atterraggio imperfetto ci ha costretti più volte a riavviare la gara, dato che rimettere in piedi il veicolo è piuttosto complesso; come nel primo capitolo, anche qui l’utilizzo degli analogici corrisponderà ad un’acrobazia del freestyle, dunque tornare in pista risultata piuttosto difficile. Dunque non sarà un’eccessiva difficoltà o una super intelligenza artificiale a procurarvi qualche pensiero di troppo, visto che anche sotto questo profilo il titolo è rimasto sui suoi passi, e possiamo affermare con estrema certezza che guidare in questo seguito è tutto fuorché un piacere.
Nonostante le nostre parole possano sembrare fin troppo severe nei confronti di Monster Jam Steel Titans 2, bisogna sottolineare che è proprio tutto ciò che si svolge all’interno dell’arena a risollevare le sorti: dopotutto troviamo delle gare semplici, con tracciati puliti e privi di ostacoli che possono destabilizzare la vettura, con eventi dedicati che sfruttano al meglio la fisica sbarazzina del gioco. Dunque, le problematiche legate ad un gameplay non proprio perfetto, vengono appianate da modalità di gioco che rendono questo aspetto più sopportabile, nonostante non limano completamente questi difetti. L’esperienza ludica del titolo non è una delle migliori in circolazione, e sinceramente avremmo voluto assaporare un sistema di guida meno problematico di quello che è arrivato tra le nostre mani: in qualità di seguito era lecito aspettarsi un netto miglioramento del gameplay, intervenendo sui punti critici che influenzano l’esperienza pad alla mano. In tutto ciò non possiamo nascondervi un leggero rammarico, viste alcune idee – che esploreremo tra poco – interessanti le quali avrebbero potuto trasformare la creatura di Rainbow Studio in un titolo perlomeno valido.
Varietà prima di tutto
Nonostante un gameplay poco soddisfacente, incapace di lavorare sui punti deboli del suo predecessore, in Monster Jam Steel Titans 2 abbiamo potuto assaporare una discreta varietà tra le modalità di gioco disponibili. Mentre l’infrastruttura online durante il nostro periodo di review era ancora bloccata, i contenuti single-player ci hanno permesso di capire a cosa puntava il team di sviluppo in questo seguito. La modalità carriera e i campionati offrono eventi discretamente diversificati fra loro, rendendo il giocatore singolo una componente meno monotona di quanto possa sembrare. Le competizioni che affronteremo infatti, vengono caratterizzate da tre tipologie di gare: acrobazie, distruzione e infine testa a testa, ognuna delle quali si presenta con piccole varianti che arricchiscono – seppur di poco – il titolo. Esplorandoli più a fondo, i singoli eventi che affronteremo nei vari capitoli della carriera hanno il pregio di variare un gameplay altrimenti monotono, permettendo al giocatore di sbizzarrirsi soprattutto nelle gare dedite al freestyle. E’ qui che tutto sommato, emerge quel briciolo di peculiarità del prodotto, facendo leva soprattutto su quella fisica che fino a qualche momento fa rappresentava un grosso ostacolo in gara. Steel Titans 2 spinge il pilota a dare spettacolo in questi frangenti, con un caos di acrobazie che pian piano rifocillano il moltiplicatore dei punti, facendo balzare in testa alla classifica quest’ultimo anche col minimo sforzo. Lo sbilanciamento della difficoltà è uno dei tanti aspetti negativi che neutralizzano quella competitività che aleggia nella carriera: si è in costante competizione con gli avversari, tant’è che a fine evento viene sempre rappresentata una classifica, ma purtroppo sono i rivali a scarseggiare.
Il toccasana arriva con le gare “distruzione a tempo”, dove è possibile assaporare la forza bruta del monster truck distruggendo tutti gli elementi posti nell’arena, un momento di sfogo necessario dopo tutto il nervosismo accumulato nelle gare classiche. Gli eventi dunque sono un concentrato di metallo e pneumatici atti a scorrazzare tra i paesaggi del mondo di gioco, i quali daranno spettacolo nei chiassosi stadi attrezzati per ospitare competizioni più professionali. Tuttavia, il concetto tradizionale di “circuito” inteso come pista si trasforma in un qualcosa di altamente confusionario nel momento in cui alcune gare sono costruite per gareggiare nel senso opposto rispetto agli avversari. Leggera confusione? Comprensibile, infatti vi saranno dei momenti in cui affronterete la pista al contrario, rendendo inevitabile lo scontro frontale con gli altri piloti. Da qui notiamo maggiormente l’inefficienza dell’intelligenza artificiale, la quale si incastra abitualmente tra le lamiere degli sventurati monster truck. Passando invece al mondo di gioco, troviamo la bellezza di cinque macro aree che caratterizzeranno alcune delle gare che affronteremo le quali saranno sbloccabili man mano che avanzeremo nella carriera. Sebbene maggior parte di essere sono piuttosto spoglie, ma anche semplici da affrontare nelle gare libere, troviamo una discreta quantità di segreti che ci darà accesso ad una piccola parte dei trentotto veicoli disponibili, sebbene tali collezionabili garantiscono l’ottenimento di bonus squadra di alcuni team di monster truck. Ogni squadra disponibile si contraddistingue per abilità speciali e bonus passivi, ma il giocatore dovrà tener conto che ogni veicolo avrà statistiche proprie che potranno essere livellate man mano che si completeranno gli eventi. Purtroppo, niente di ciò permette di preferire una vettura rispetto all’altra, se non per il team di appartenenza il quale cambia veramente di poco la situazione.
Un lavoro non proprio eccelso… ma nemmeno così pessimo
Monster Jam Steel Titans 2 ha dalla sua un comparto tecnico non proprio eccelso, ma nemmeno così pessimo. Infatti da questo punto di vista, il titolo non eccelle ma nemmeno scarseggia, rimanendo stabile in una bolla di mediocrità. Tra problemi di pop up in alcune aree del mondo aperto, e criticità legate al frame rate che arrivano con una maggiore densità poligonale nell’area finale, il titolo ce la mette tutta per offrire dei trenta fotogrammi granitici durante le gare, seppur tale dato non sia così ammaliante come sembra. Inoltre, le texture che adornano l’ambientazione non sono affatto invitanti, riconfermando dunque un lavoro alquanto sbrigativo, un errore già commesso col suo predecessore. La fisica, come abbiamo menzionato più volte, sa essere un degno rivale, ostacolandoci più volte durante le gare che abbiamo affrontato: riprendere il controllo della vettura non è mai stato semplice, e spesso abbiamo dovuto riavviare la gara proprio perché ci era impossibile tornare in pista.
Nel complesso il comparto grafico riesce a farsi apprezzare sufficientemente, merito soprattutto della quantità di dettagli e cura posta nei modelli di ciascun monster truck. Eppure, le ambientazioni così spoglie svelano un lavoro alquanto approssimativo, impedendo al titolo di esprimere le proprie potenzialità. Un vero peccato, dato che il mondo di gioco svolge la funzione di un’area social da poter percorrere in compagnia, e ritrovarsi con un hub così povero di dettagli e attività lascia dell’amaro in bocca. Anche il comparto sonoro risulta essere fin troppo standardizzato, mentre la colonna sonora fatica addirittura ad essere calzante per un prodotto come quello sviluppato da Rainbow Studio. Insomma, il risultato conseguito in Monster Jam Steel Titans 2 non è poi così lontano da quello raggiunto nel primo capitolo, non riuscendo in qualità di seguito a risolvere i punti più critici dell’Ip.
Monster Jam Steel Titans 2 purtroppo non ce la fa. Un seguito ha sempre l’ingrato compito di migliorare diversi aspetti del proprio predecessore, di risolvere alcune criticità e purtroppo, il nuovo capitolo sviluppato da Rainbow Studio e distribuito da THQ Nordic fallisce sotto ogni punto di vista. Tra una fisica incontrollabile, che il più delle volte sarà un ostacolo, una modalità carriera piuttosto monotona nonostante una discreta varietà e soprattutto, contenuti poco esaltanti persino per un titolo racing. Con un leggero rammarico, Monster Jam Steel Titans 2 purtroppo non è il videogioco di corse che state cercando.