Oddworld Soulstorm Recensione: il caro prezzo della libertà

Oddworld Soulstorm

Sebbene Microsoft da qualche tempo a questa parte ci ha abituati bene con il suo servizio Game Pass, offrendo agli abbonati la possibilità di giocare gratuitamente diversi AAA al lancio – esempio recente, Outriders di Square Enix -, Sony sta proponendo agli utenti PlayStation Plus diversi titoli completamente nuovi, pubblicandoli gratuitamente attraverso al noto servizio che permette di giocare in multigiocatore. Difatti la società nipponica negli ultimi mesi ha proposto ai suoi abbonati prodotti come Bugsnax, Destruction AllStars, Control: Ultimate Edition, Maquette ed infine il nuovo Oddworld Soulstorm, ultima new entry del mese d’aprile disponibile in via del tutto gratuita solo su PlayStation 5, con il gioco che in futuro giungerà anche in edizione fisica.

Con questa mossa, oltre a spingere gli utenti ad abbonarsi a tale servizio per accedere ai nuovi videogiochi che verranno distribuiti al lancio gratuitamente solo sulla nuova ammiraglia di Sony, la società guidata da Jim Ryan lancia un timido botta e risposta che potrebbe evolversi nei prossimi anni in una competizione addirittura più agguerrita col colosso di Redmond. Il lancio di Oddworld Soulstorm non solo è un’occasione per l’utenza PlayStation 5 di mettere mano su un gioiellino di saga rimasta sempre nascosta sotto i nostri occhi, ma anche un modo come un altro da parte dell’azienda di supportare alcuni dei team minori che da tempo collaborano con la famiglia PlayStation, considerando soprattutto la grande concentrazione posta sulla produzione di blockbuster videoludici da parte di Sony. Grazie al PlayStation Plus che vede un aprile a tema zombi, abbiamo giocato la nuova avventura con protagonista Abe su PlayStation 5, e siamo pronti per parlarvene finalmente in questa nuova recensione.

Oddworld Soulstorm

Oddworld Soulstorm: il destino dei Mudokon è nelle mani di Abe!

La saga di Oddworld è ripartita con lo scorso New’n’Tasty, remake del primo capitolo intitolato Oddworld: Abe’s Odyssey, e Oddworld Soulstorm prosegue gli eventi del rinvigorito platform pubblicato nel 2014 su console. Disponibile dal sei aprile gratuitamente con l’abbonamento PlayStation Plus solo su PlayStation 5 (o a pagamento anche su PlayStation 4 e PC), il titolo vede i Mudokon guidati da Abe finalmente liberi dalla schiavitù dei Mattatoi Ernia, intenti a godersi quegli attimi di felicità sorseggiando la bevanda Soulstorm come brindisi. Tra i festeggiamenti nel nascondiglio, Abe riceve un messaggio dall’oracolo, il quale presto gli comunicherà che dovrà guidare il suo popolo verso la libertà dall’incessante sfruttamento che gli industriali stanno commettendo sui poveri Mudokon. Un fardello, quello affidato al prode protagonista, che ritrae in una chiave di lettura più efferata la peregrinazione del popolo ebraico verso la Terra Promessa. Pertanto, quello di Abe sarà un ruolo “Mosèiano” – passatemi il termine -, che lo vedrà soprattutto alle prese con una missione di vitale importanza affidatagli dal destino: incontrare un certo “Guardiano”. Tuttavia, durante il viaggio di speranza, si apprenderanno verità piuttosto scomode su ciò che riguarda le fabbriche, e in particolare la Soulstorm, la bevanda di cui i Mudokon non possono fare a meno di bere. Con l’avanzare dei livelli – quindici in tutto -, la silenziosa narrazione illustra come questa razza di alieni conduca una vita completamente oppressa, soggiogata dal potere dei Glukkon, i quali vengono aiutati dagli Sligs impiegati come forze militari.

Nonostante sia stato affidato un compito così importante ad Abe, egli non è del tutto sicuro di esserne all’altezza: dopotutto si tratta di salvare un popolo oppresso sparso in tutto il mondo, e in tutta la sua onestà riconosce i dubbi e le incertezze sulle sue capacità, pertanto il viaggio che affronterà servirà soprattutto a comprendere le parole dell’oracolo. Soulstorm inoltre trova diverse analogie con la nostra realtà – vedasi lo sfruttamento dei Mudokon -, le quali ci avvicinano al contesto narrativo raccontato dagli autori, che non hanno fatto i conti – purtroppo – con un ritmo discontinuo della narrazione. Per precisare, la storia avanzerà al termine di un livello, la cui durata media si aggira intorno i sessanta minuti, dove il puro gameplay sarà continuamente preponderante nell’avventura. Dunque, coloro affamati storie appassionanti, potrebbero trovare diverse difficoltà ad approcciarsi alla storia di Abe, la quale non manca però di sorprendere in qualità di seguito: rispetto al capitolo Exoddus, da cui Soulstorm ne riprende alcuni dettagli narrativi, il gioco propone una narrazione più matura, capace soprattutto di tenere il passo con gli standard moderni a cui siamo tanto abituati, rappresentando in questo modo anche una ghiotta occasione per riscoprire una serie come quella confezionata dagli sviluppatori di Oddworld Inhabitants.

Oddworld SoulstormUn gameplay rimasto al passo con i tempi… di vent’anni fa

Quello di Oddworld Soulstorm è un gameplay conservatore, il quale pur mantenendo intatta la sua formula così com’è nata, trova spazio solamente per l’inserimento di un doppio salto, che permetterà ad Abe di raggiungere piattaforme più alte e trovare luoghi segreti più facilmente. Il nuovo gioco confezionato da Inhabitants avrebbe meritato un maggiore svecchiamento del suo gameplay, afflitto da una rigidità dei controlli alquanto stucchevole, seppur questi sanno essere rapidi, ma non sempre pronti a rispondere ai nostri input. La natura trial & error dell’opera si riflette soprattutto sul comportamento che il gioco ha nei nostri confronti quando ci apprestiamo a sopravvivere alle insidie di ciascun livello, facendoci sobbalzare qualche nervo di troppo per le morti accumulate e talvolta ingiustificate. Sia chiaro, in qualità di platform il titolo vi metterà alla prova in qualunque modo, a partire da come gestiremo la sopravvivenza di Mudokon. Infatti il core principale del gameplay è quello di salvare quanti più compatrioti possibili dalla minaccia degli Sligs, che armati di fucili faranno fuoco sui poveretti intenti a scappare. La loro salvezza dipenderà unicamente dalle nostre abilità, dai riflessi e dall’attenzione che poniamo in ogni passo compiuto nei livelli, seppur l’ostacolo principale rimarrà pur sempre un’intelligenza artificiale dei nostri seguaci non proprio eccelsa, e spesso e volentieri i compari salvati moriranno per volere della sfortuna, influenzando anche il nostro andazzo della partita. Infatti Oddworld Soulstorm introduce un sistema morale detto Quarma, la cui lancetta – sempre visibile nell’interfaccia di gioco – oscillerà tra il positivo e il negativo a seconda delle nostre azioni, determinando così anche uno dei quattro finali disponibili per l’avventura. Tuttavia, come già ribadito, salvare i Mudokon sarà tutto fuorché una passeggiata, colpa delle mille insidie che vi si celano in ogni scenario. Per appianare la frustrazione data dal numero di morti ormai accumulate – e pensare che vi è anche un obiettivo che richiede di completare tutti i livelli senza mai morire – viene appianata dalla presenza massiccia dei checkpoint, rimettendo il giocatore subito in carreggiata grazie anche alla velocità con cui l’SSD carica il punto di controllo raggiunto.

Come abbiamo già detto, ogni livello di Soulstorm cela numerose insidie: trappole, nemici ed anche puzzle ambientali, ogni cosa richiede attenzione e calcolo. Il gioco però risulta addirittura più permissivo rispetto al passato: se prima bastava un solo colpo per decretare la nostra morte, Abe in questa occasione apparirà più resistente, ma ciò non toglie che il minimo errore può esservi fatale. Difatti, se gli Slig in un certo senso si son fatti più teneri – e soggiogabili – le  trappole, o peggio ancora la fauna locale, non saranno altrettanto tenere con noi. Tuttavia il titolo fornisce gentilmente gli strumenti adatti per sopravvivere, merito anche di un semplicissimo sistema di crafting che ci permetterà di fabbricare oggetti utili alle nostre esigenze, che potremo sbloccare man mano che avanzeremo negli scenari. In questo modo, abbattere o superare gli Sligs sarà un gioco da ragazzi, ma non sempre tale azione sarà la mossa giusta da fare: per questo una buona dose di stealth – evitando dunque di fare rumore – servirà per poter risparmiare risorse per il futuro. Ciò che invece ci ha fatto parecchio storcere il naso è il reset del nostro zaino ad ogni capitolo: infatti nella transazione tra un livello all’altro perderemo tutti i materiali ed oggetti conservati, vanificando i risparmi fatti per prepararsi ad ogni esigenza. In tutto ciò dobbiamo anche considerare la gestione dei Mudokon: nel momento in cui si uniranno a noi potremo decidere quando farli muovere o quando dovranno restare fermi, affidargli degli oggetti o addirittura scegliere il tipo di approccio che dovranno avere nei confronti del nemico, tuttavia ciò non basterà a contrastare la lentezza con cui la loro IA interagisce con le nostre direttive.

Oddworld Soulstorm inoltre vanta di una componente arcade, atta a definire una rigiocabilità che permette addirittura di cambiare le sorti della partita. Infatti i giocatori potranno dedicarsi alla ricerca di segreti, raccolta dei collezionabili e addirittura, al salvataggio di tutta la razza Mudokon rigiocando ogni livello nel menù apposito. Al termine di uno scenario inoltre, il gioco riassumerà la vostra prestazione conferendovi delle medaglie, che partono dal bronzo fino al platino: esse si basano su azioni più disparate, dai Mudokon salvati ai segreti scoperti, fino agli oggetti fabbricati o distrutti. Come se non bastasse, vi è anche una classifica che elencherà i tempi migliori, incentivando dunque a migliorare il proprio tempo di completamento per finire sul podio.

Oddworld Soulstorm

Una fuga imperfetta

Su PlayStation 5, Oddworld Soulstorm vanta di una risoluzione a 1440p con un frame rate stabile sui sessanta fotogrammi per secondo, riuscendo a catturare la bellezza di ciascun livello senza dover rinunciare ad una graditissima fluidità. I modelli poligonali, a partire da Abe e dai Mudokon, risultano piuttosto dettagliati, così come ciascuno dei livelli proposti dalla nuova avventura di Inhabitants. Tuttavia, nonostante la moltitudine di dettagli e un colpo d’occhio gradevole, diverse texture ambientali ed assett sporcano la qualità visiva del titolo, il quale però punta decisamente sulla direzione artistica, concretizzata in maniera soddisfacente dal team di sviluppo grazie ai paesaggi tanto suggestivi quanto aperti che faranno da sfondo alla fuga di Abe. Stupiscono invece i filmati di gioco, dove abbiamo modo di vedere con un ottimo livello di dettaglio le espressioni e le animazioni di Abe, le quali vengono trasmesse con una discreta regia. Una nota negativa invece va ai numerosi bug riscontrati durante la partita, come quello in cui tutte le animazioni di gioco, con i relativi trigger d’attivazione, venivano completamente annullati, impedendoci addirittura di andare avanti e costringendoci dunque a riavviare l’intero livello. Inoltre, il comparto sonoro si presenta con una veste essenziale, libero spazio ai suoni ambientali ed effetti, mentre la colonna sonora e le relative musiche vengono relegate nei momenti più importanti della storia. Il titolo inoltre, vanta di un buon doppiaggio in lingua inglese ma tranquilli, la localizzazione italiana è presente nei testi e nei menù di gioco. Infine, il supporto al DualSense è stato limitato solo ai trigger adattivi, i quali agiscono sulla pressione dei due tasti interessati mentre utilizzeremo un estintore, mentre il feedback aptico è addirittura quasi impercettibile.

Oddworld Soulstorm sigla un gradito ritorno sulla scena ludica del Mudokon Abe, proponendo ai suoi fan una rivisitazione in chiave moderna del capitolo Exoddus. Tuttavia, e nonostante i numerosi rinvii, il titolo sembra necessitare ancora di qualche rifinitura per completare definitivamente un’esperienza che, nonostante diversi aspetti che potremmo definire “obsoleti” ma anche giusti, riesce in tutto e per tutto a mantenere intatta quella formula ludica che gli garantì il successo all’epoca. Come se non bastasse, il grado di sfida saprà soddisfare il palato dei giocatori più hardcore, merito soprattutto della possibilità di competere contro altri utenti migliorando i propri tempi di completamento di un livello. Tutto ciò che possiamo consigliare è di dare una chance al titolo dei ragazzi di Oddworld Inhabitants, poiché un’esperienza così “matura” rappresenterà per molti una gradevole novità della scena videoludica.

VOTO: 7.5

Matteo è un grande appassionato di videogiochi, manga ed anime. Come videogiocatore nasce sul Nintendo 64, Il suo primo videogioco? Super Mario 64. Col passare del tempo si è unito alla famiglia delle console di casa Sony e adora in particolare i videogiochi di produzione giapponese, ma grazie anche al suo spirito di cacciatore di trofei, prova interesse in ogni sfaccettatura del videogioco.