SaGa Frontier Remastered Recensione: conoscere un classico grazie ad una remaster

SaGa Frontier Remastered

Penso non sia sbagliato dire che il 1997 sia stato un anno di svolta per i giochi di ruolo alla giapponese fuori dai confini dello stesso Giappone. Usciva Final Fantasy VII, capitolo che aveva stregato anche il mondo occidentale e di cui si percepisce il successo anche ora per via del suo remake. Quell’anno usciva però anche il settimo capitolo di un’altra storica serie di JRPG, sempre dell’allora Squaresoft e ora Square Enix, sempre molto popolare in patria, ma un po’ meno da noi: SaGa. E SaGa Frontier Remastered è appunto la versione migliorata di quel gioco uscito ormai 24 anni fa. Arriva tra l’altro per la prima volta in modo ufficiale qui in Europa, e abbiamo potuto testarlo nella versione PlayStation 4. E per dei remake di tanto tempo fa, inevitabilmente il fattore nostalgia ha sempre la meglio.

SaGa Frontier Remaster

SaGa Frontier Remastered: tanti personaggi, tante storie

Il gioco si svolge all’interno del mondo The Regions, e segue le storie di otto personaggi diversi, dove gli eventi portano più volte ad un intreccio dei racconti. Uno dei punti di forza di SaGa Frontier (anche se per qualcuno potrebbe risultare un po’ dispersivo all’inizio) è che partirete selezionando uno di questi protagonisti e potrete quindi giocare ben otto storie diverse. Parlare in modo specifico di tutte le storie sarebbe inutilmente lungo, ma quanto meno vi basti sapere che: Red è un apprendista ingegnere a bordo di una nave passeggeri chiamata Cygnus; ragazzo sorridente ma dal passato tragico, vuole vendicare l’organizzazione BlackX che ha distrutto la sua famiglia. Blue è nato con un potere magico incomprensibile, e la tradizione vuole che sia in grado di raggiungere il suo vero potenziale solo uccidendo il suo stesso fratello, Rouge. T260G è un mecha fabbricato con un nucleo antico scoperto in uno scavo archeologico e a cui è stata affidata una missione di vitale importanza.

Lute è un giovane campagnolo disobbediente e spensierato che un giorno prende il suo strumento (non a caso, un liuto) e decide di partire dalla sua terra natia per la prima volta in vita sua. Emilia è un’ex-supermodella accusata di aver assassinato brutalmente il suo fidanzato, che dà la caccia a un uomo mascherato di nome Joker per fare giustizia. Asellus è stata trasformata nell’unica persona mezza-umana e mezza-mistica della storia dopo che Orlouge, il re dei mistici, le ha salvato la vita. Riki è una creatura che cerca degli anelli per salvare la sua terra natia, Margmel, che potrebbe scomparire in qualsiasi momento. E infine c’è Fuse, un detective la cui natura instabile ha portato molti a credere che sia pazzo, affibbiandogli il nome di “Crazy Fuse”.

SaGa Frontier Remastered

I cari vecchi combattimenti a turni

Proprio per quanto riguarda Fuse, è una delle novità della versione remastered, in quanto ora si può giocare con lui in quella che era chiamata “la trama perduta”, che era stata tagliata nel gioco originale. Non è però selezionabile all’inizio. Come consigliato dagli sviluppatori, per i neofiti del titolo, meglio iniziare selezionando un personaggio tra Red ed Emilia. Io sono voluto partire in modo un po’ arrogante con Asellus, ma ammetto che ho trovato delle difficoltà proprio nell’approccio del gioco; sono quindi tornato a Red ed effettivamente è andata meglio. Questo perché il gioco non risulta totalmente intuitivo, è un titolo di tanto tempo fa ed alcune dinamiche che facilitano la comprensione del gioco, che forse al giorno d’oggi ci fanno fare troppo affidamento a determinati aiuti su schermo, prima magari c’erano di meno. Bisogna quindi conoscere prima alcuni schemi all’interno del gioco, partendo dai più facili. Ma questo non necessariamente deve essere un punto a sfavore, anzi, ne aumenta la sfida.

Ma tralasciando il mio livello di comprensione generale, passiamo ora più nello specifico al gameplay. SaGa Frontier Remastered è un JRPG con alcuni canoni classici dell’epoca, a turni, con combattimenti in party fino a 5 personaggi. Nei menù potrete selezionare fino a tre squadre diverse per un massimo di 15 combattenti. Ci sono 4 razze (umani, mistici, mostri e mecha) ognuna con le sue caratteristiche, e ogni personaggio può apprendere fino ad 8 attacchi, divisi in categorie: spada, pistole, arti marziali, magie, special e dodge. Ad esempio, se combattete con Red con la spada, dopo un attacco, in modo casuale, potrete apprendere una nuova tecnica di quella categoria (spada in questo caso) grazie a quelli che nel gioco sono chiamati “glimmer”, andando a migliorare il pg. Ma tralasciando la parte più specifica delle stat, degli HP, i punti abilità e tutta la parte numerica, che hanno comunque una loro profondità, ammetto di aver trovato degli sbalzi nella difficoltà degli scontri, come fossero montagne russe, partendo con una salita. L’inizio è tutto fuorché semplice, ma andando avanti vi ritroverete tra momenti fattibili, ad altri al limite dell’impossibile. Anche in questo caso, il gioco non vi è totalmente amico, e in alcune situazioni sarà d’obbligo fare un po’ di exp prima di andare avanti. Se però riuscirete a superare i primi intoppi, una volta che entrerete nel ritmo del gioco e capirete la direzione del gioco stesso, sarà molto gratificante e vi divertirete ad andare avanti e a migliorare il vostro team. Punto a favore dei combattimenti, le combo: con i già citati attacchi, potete trovare il modo di combare due o tre tecniche con due o tre degli altri personaggi in battaglia, per fare un attacco molto più potente. Le combo più usate verranno salvate in un menu apposito, per farvi ricordare con quali attacchi si arriva ad una determinata combo.

SaGa Frontier Remastered

Dopo più di vent’anni SaGa Frontier torna rifatto bene

Per fare un paragone con il già citato Final Fantasy 7, in SaGa Frontier Remastered vi muoverete con il vostro personaggi all’interno di ambienti pre-renderizzati in 2D, ma con personaggi sempre in due dimensioni, a differenza dei pupazzetti in 3D di FF. Se fate un rapido confronto, il punto di vista, il modo in cui si vede il gioco, risulta molto simile, con le dovute differenze. E vi muoverete all’interno di questi sfondi tra negozi, abitanti e mostri nemici, anche se alcune volte potreste bloccarvi tra i disegni stessi dello sfondo, perché alcuni sentieri non risultano molto nitidi, con muri invisibili a farvi da ostacolo. Fatto sta che il gioco stesso vi dà una certa libertà di esplorazione, e ci sono alcune sezioni che potrete saltare senza accorgervene di averle saltate, dando una direzione diversa alla partita stessa. Proprio per questo motivo, a volte non sarà facilissimo capire cosa ci sia da fare, ma per fortuna viene in vostro soccorso il diagramma della storia: mini riassuntini scritti che, oltre a dirvi come si sta evolvendo la vostra avventura, vi suggerirà il dà farsi principale. A proposito di cose scritte, purtroppo il gioco è localizzato solo in inglese e non c’è l’italiano. I testi non sono difficilissimi da capire ma, come spesso capita in questi casi, potrete perdervi alcuni dettagli.

Per quanto riguarda il lato tecnico, in SaGa Frontier Remastered si possono notare i miglioramenti negli sprite dei personaggi, con colori più vividi, risoluzione superiore e un senso di maggiore “rotondità” generale. Si notano quindi le differenze, in meglio, guardando qualche video dell’edizione originale, interfaccia inclusa. E agli occhi risulta gradevole; certo si nota “l’anzianità” del prodotto, parliamo di un gioco uscito nel 1997, ma il lavoro in questo senso è buono. Come buone sono anche le musiche (ok, alcune eccessivamente martellanti, ma poche): i synth midi rievocano nostalgie di anni andati, quando i JRPG iniziavano veramente a fare presa sui giocatori occidentali, anche grazie alle melodie dei grandi compositori, come Kenji Ito. Faccio un altro paragone con Final Fantasy, poi basta. La musica e i negozi di Koorong mi hanno ricordato troppo le atmosfere del Wall Market. E qui chiudo.

Tirando le somme, SaGa Frontier Remastered è un titolo che, giocato oggi, potrebbe non essere compreso del tutto da chi non è abituato a certi ritmi di gioco, di quella che si può dire un’epoca fa. Basti vedere la possibilità di accelerare a 2X o 3X il gioco stesso. Ma è indubbiamente un titolo che non può non essere giocato da chi invece vede nei JRPG pre-2000 un punto di riferimento del proprio io videoludico. Gli anni passano, ma il lavoro di rimasterizzazione c’è e risulta godibile.

VOTO: 7.8