Monster Hunter World: Sony avrebbe pagato per ritardare la versione PC e bloccare così il crossplay?

Monster Hunter World

L’uscita nel 2018 di Monster Hunter World (qui per la nostra recensione) ha elevato la popolarità della serie a livelli inaspettati. Ma a quanto pare dietro il suo lancio si celerebbero retroscena non proprio degni di lode e che vedrebbero coinvolta come protagonista assoluta niente meno che Sony.

Come ricorderete, sul finire dello scorso anno Capcom ha subito una consistente fuga di dati che ha esposto allo sguardo della reta molte delle informazioni dei propri dipendenti e dei vari programmi di lancio per i giochi in arrivo. La quantità di dati che è stata violata è così ingente che molti la stanno ancora setacciando, scoprendo ogni giorno qualcosa in più su tutti i meccanismi interni all’azienda. L’ultimo clamoroso fatto che è emerso riguarda proprio Monster Hunter World, perché pare che a un certo punto Sony abbia messo mano in alcuni aspetti dello sviluppo del gioco in questione.

Come riportato dall’utente Twitter AsteriskAmpersand, nel file che riporta la registrazione di alcuni minuti di un meeting emergerebbe che Sony avrebbe pagato per ritardare la versione PC del gioco, oltre a bloccare il crossplay e il cross-save dei salvataggi  per il titolo campione d’incassi. Inoltre, lo stesso processo si sarebbe ripetuto l’anno successivo con l’espansione Iceborne.

Pur trattandosi comunque di notizie da prendere con le pinze, accordi di esclusività di tal genere non sono una novità nella game industry, anzi, tutt’altro. Ma piccoli retroscena ben celati come questi ci stupiscono sempre, lasciandoci un po’ d’amaro in bocca per come si stanno evolvendo le dinamiche del settore. Ad ogni modo, Monster Hunter World e la sua espansione sono disponibili su PlayStation 4, Xbox One e PC.

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