Lo scorso 21 aprile, come tutti gli anni, la città di Roma ha celebrato l’ennesimo anniversario di una storia plurimillenaria. Anche se sono passati secoli da quando una piccola città sulle rive del Tevere è riuscita a unificare l’intero mondo mediterraneo, fondando l’impero più grande del mondo antico, ancora oggi camminare tra le strade dell’Urbe trasmette una sensazione di gloria e grandezza. Come se non bastasse l’imponenza del Colosseo o il fascino intramontabile dei Fori Imperiali, è l’aria stessa della Capitale a essere permeata da qualcosa di diverso, quasi che si possa ancora avvertire il rumore delle truppe pretoriane in marcia lungo le strade lastricate, della plebe che esulta per gli spettacoli gladiatori, l’odore delle vittime sacrificali bruciate sulle pire. Sono sensazioni che colpiscono i turisti, che ammaliano, e che nel corso degli anni hanno formato il mito della Città Eterna. Sensazioni entrate nell’immaginario collettivo, che Creative Assembly ha cercato (con grande successo) di infondere nel suo Total War Rome, intramontabile titolo del 2004, appartenente alla serie strategica di maggior successo della casa di sviluppo inglese.
Sono passati diciassette anni dall’uscita di quello storico gioco e Creative Assembly ha scelto di tornare, in questo 2021, al vecchio amore romano. Piuttosto che proporre un nuovo sequel però, specialmente dopo il risultato tutt’altro che eccelso di Total War Rome 2 (datato 2012), il team inglese si è concentrato su un progetto diverso, pensando di procedere alla rimasterizzazione del titolo originale del 2004 (completo anche delle due grandi espansioni pubblicate da Creative Assembly negli anni successivi). Un’operazione nostalgia abbastanza evidente, che ha l’intento di accalappiare tutta quella vasta fetta di appassionati del genere che ha ancora dolci ricordi del gioco originale e che non vede l’ora di scoprire quali siano le modifiche che lo studio inglese (con il supporto di Feral Interactive) ha apportato all’opera e se sia riuscita a mantenere inalterata quell’aura quasi mistica e magica che Roma e le sue legioni sembrano emanare naturalmente, in qualsiasi tipo di adattamento.
Total War Rome Remastered: tra remaster e remake
La prima sensazione che assale il giocatore quando avvia Total War Rome Remastered è quella di essere risucchiato indietro nel tempo. Non tanto all’età dell’espansionismo romano però, quanto a quel 2004 pieno di promesse e speranze durante il quale questo gioco è sbarcato sul mercato per la prima volta. L’architettura di base e il gameplay sono rimasti sostanzialmente invariati, anche perché sarebbe stato inutile se non dannoso da parte di Creative Assembly, andare a intervenire su qualcosa che funziona da sempre (e benissimo) da sé. Invariati sono rimasti dunque i due punti cardine, i pilastri fondativi del titolo: l’organizzazione strategica delle risorse per favorire la crescita dell’impero da una parte, e le battaglie tattiche in tempo reale dall’altra.
Su questi aspetti le modifiche riguardano aspetti marginali e trascurabili, che non vanno assolutamente ad alterare l’esperienza di gioco complessiva. Di fatto invece Creative Assembly ha diretto i suoi sforzi verso il miglioramento di alcuni ben noti punti deboli del titolo, come ad esempio la tendenza suicida delle IA nemiche, che spesso si facevano catturare o cadevano quasi di proposito in trappole banali. Sotto questo aspetto si possono notare dei notevoli miglioramenti, anche se la rimasterizzazione non ha improvvisamente trasformato i nostri nemici in infallibili strateghi. Alcuni problemi permangono comunque, e a volte l’intelligenza artificiale sembra non essere del tutto “intelligente”, imponendo alle truppe percorsi troppo complessi, o troppo pericolosi. Un dettaglio comunque trascurabile ai fini di un’esperienza di gioco che, esattamente come nella versione originale del 2004, è ben più che soddisfacente.
Ma al di là di queste piccole modifiche, le aggiunte più consistenti, a livello di gameplay, riguardano soprattutto l’introduzione di certi elementi di disturbo durante le battaglie tattiche, come, ad esempio, l’influenza delle condizioni meteo, un’opzione assente nella prima versione del titolo, e inserita qui per amor di realismo. Anche le battaglie notturne (che su Total War Rome erano state introdotte dall’espansione Barbarian Invasion) fanno adesso parte dell’intera esperienza di gioco, e l’unico rimpianto possibile è quello della mancanza delle battaglie navali, che possono essere gestite soltanto in automatico (come nell’originale), una scelta singolare, soprattutto dal momento che li scontri marittimi sono stati una parte importante dei capitoli più recenti della saga di Total War.
Non sono però soltanto questi elementi a dare una sensazione di novità, di remake a questo Total War Rome Remastered. Consapevole dei tempi che cambiano, e della necessità di rendere più snelli e agevoli i controlli del gioco, Creative Assembly ha completamente ristrutturato l’interfaccia utente, soprattutto durante le battaglia tattiche che nella parte strategica del gioco, rendendola adatta anche a qualunque neofita che voglia avvicinarsi per la prima volta allo storico titolo. Una scelta sicuramente di successo.
L’antica Roma in HD
Uno degli aspetti più sorprendenti e forse meglio riusciti di Total War Rome Remastered è sicuramente il miglioramento grafico, il comparto dove il titolo ha fatto più passi in avanti. Proprio in questi aspetti infatti il salto tecnologico fa avvertire tutti i diciassette anni trascorsi. Il miglioramento dei modelli poligonali è strabiliante, le ambientazioni sono meglio caratterizzate, inoltre Creative Assembly ha continuato sulla scia degli ultimi capitoli della serie, ad inserire sempre più dettagli, come per esempio i visi differenti dei soldati.
In genere nei giochi gestionali la grafica viene un po’ tralasciata, perché non è quello il focus principale, l’obiettivo del titolo. Va detto che questo non è il caso di Total War Rome Remasterd. Anche se non si può affermare che siamo al livello dei capitoli più moderni della saga di Total War, ma si tratta pur sempre di un gioco del 2004 che viene rivisitato. La qualità delle immagini è ben più che alta già così.
Il lavoro di Feral Interacrive su questo fronte è stato magistrale: anche le mappe e le carte geografiche sono rese con una grande minuzia di particolari anche se la casa di sviluppo ha voluto mantenere la possibilità per i giocatori di personalizzare al massimo la loro partita, scegliendo quali, e quante delle migliorie apportate dalla versione Remastered utilizzare.
Total War Rome Remastered: spada e pergamena
Un aspetto importante di questo titolo è sempre stato l’impegno diplomatico necessario a mantenere in equilibrio il proprio impero. Essendo impossibile una politica completamente militarista, infatti, ci si ritrova spesso a trattare tregue, paci o alleanze con i popoli circonvicini. Popoli che, all’improvviso, in questa versione rimasterizzata del titolo, sono diventati molto meno volubili di prima. Nell’originale infatti la durata delle alleanze era spesso irrisoria, con i popoli vicini che cambiavano fazioni con fin troppa rapidità. Questo era un problema da due punti di vista: il primo, legato strettamente all’aspetto ludico, dove era difficile riuscire a districarsi nella rete di rapporti e interessi che circondano ogni singolo popolo. I Romani infatti utilizzarono spesso, per intrattenere dei rapporti con gli altri popoli, un dispositivo giuridico chiamato foedus, un accordo tra la città e i popoli vicini che a volte si rivelava incrollabile e granitico.
Si può dire che, con la diminuzione della fluttuazione delle alleanze, Total War Rome Remastered sia riuscito a coprire più o meno tutti i problemi che affliggevano una versione originale comunque di successo. Il che non vuol dire che il gioco sia perfetto. Ci sono ancora delle piccole incertezza e dei bug da sistemare, ma nel complesso ci si trova di fronte a uno dei remaster più azzeccati dell’ultimo periodo.
Piattaforme: PC
Sviluppatore: Creative Assembly, Feral Interactive
Publisher: SEGA
Exegi monumentum aere perennius, scriveva Orazio in apertura dell’ultimo libro delle Odi. “Ho elevato un monumento più duraturo del bronzo”. Parole che sembrano adattarsi benissimo a questa fatica di casa Creative Assembly che, oltre ad essere chiaramente un gioco di grande successo è anche un atto d’amore per Roma e la romanità antica. Un monumento moderno e intangibile di una gloria che non tramonterà mai, così come non tramonterà la voglia dei giocatori di misurarsi con questo titolo e vivere, anche solo per qualche ora, la sensazione di essere come Augusto.