Se nel 1998, al momento della pubblicazione del primo Guilty Gear, qualcuno avesse detto ad Arc System Works che il franchise era destinato a lunga e duratura fama, presso il pubblico di appassionati, difficilmente gli sviluppatori gli avrebbero creduto. E invece è andata così: e adesso, a distanza di vent’anni e anche qualcosa in più, eccoci alle prese con Guilty Gear STRIVE, del quale vi stiamo proponendo la recensione. Il titolo in questione nel momento in cui leggete è disponibile su PlayStation 4, PlayStation 5 e PC (per coloro che hanno optato per il pre-order: tutto il resto del mondo potrà iniziare a giocare dall’11 giugno 2021), mantenendo così inalterata l’esclusiva console già saggiata con i precedenti capitoli. Sia i già citati Arc System Works che Bandai Namco hanno proposto il capitolo insistendo sulla sua originalità, sul fatto che un’intera fase di Guilty Gear vada a concludersi con Guilty Gear STRIVE, e infine su un generale rinnovamento dello stesso gameplay, che opterebbe per una formula più moderna, adatta alla fruizione contemporanea. Scopriamo se tutto quanto è stato promesso sia stato poi mantenuto, e in che modo qualitativamente parlando.
La storia di Guilty Gear STRIVE: un vero anime
La Modalità Storia di Guilty Gear STRIVE, quasi al pari del gameplay in sé, rappresenta un vero e proprio fiore all’occhiello della produzione. Visivamente parlando già negli scorsi capitoli Arc System Works aveva dato sfoggio del proprio talento proponendo ai giocatori una narrazione in stile anime. Ma adesso probabilmente il punto di arrivo è finalmente stato raggiunto, perché a conti fatti avrete la possibilità di godere di un vero e proprio film d’animazione, in una tecnica mista tra il 2.5 e il 3D. Quando parliamo di film, non stiamo esagerando. Guilty Gear STRIVE è, tra le altre cose, un vero e proprio anime: un prodotto da fruire a parte, rispetto al videogioco, ma che ne rappresenta una delle sue offerte interne, assieme all’enciclopedia definitiva.
I nuovi arrivati potranno dunque o scegliere di scendere immediatamente nell’arena oppure di avviare il film in questione, suddiviso in capitoli. Potete anche metterlo in pausa in qualsivoglia momento e riprenderlo più avanti, così come saltare intere scene o velocizzare i dialoghi tramite i comandi del pad. Ma la fruizione è stata pensata come quella di una serie animata giapponese, possibilmente da completare in un’unica sessione. Tutto ciò ovviamente è fondamentale un po’ per capire dove vada a parare la storia di Guilty Gear STRIVE, e un po’ anche per comprendere chi siano i nuovi arrivati e familiarizzare con le rispettive affiliazioni. Un paio d’ore (e qualcosina in più) sono sufficienti per porre la parola “fine” alle avventure di Sol Badguy, almeno per il momento. Vi è poi un avvertimento secondario: molti personaggi non combattono effettivamente, dunque senza vedere l’anime non potrete conoscerli, perché restano esclusi dal gameplay. A meno che non si stia già pensando a future espansioni o DLC…
Dal punto di vista narrativo, la storia di Guilty Gear STRIVE ricomincia esattamente lì dove si era conclusa con l’episodio precedente: la guerra dei Gear per il momento è terminata, e nel 2187 Sol Badguy ha ripreso la sua vita scanzonata da cacciatore di taglie, individui di certo meno pericolosi della Volontà Universale; lo accompagna, va da sé, la bella Jack O’, attualmente dalla parte dei buoni. Nel frattempo comunque le mire di Asuka R. Kreutz (meglio noto come Quell’Uomo) sono sempre le stesse, anche se apparentemente si è arreso agli Stati Uniti d’America. Rapidamente, tra tanti alti e pochissimi bassi, la storia ingrana e il nuovo conflitto si profila all’orizzonte: la posta in gioco è per l’ennesima volta il destino stesso dell’umanità. Confermiamo ciò che era facilmente intuibile dai trailer rilasciati da Bandai Namco: il ciclo narrativo di Badguy giunge finalmente alla sua dignitosa conclusione; ma sono tante le porte lasciate aperte per gli inevitabili sequel dei prossimi anni. DI più preferiamo non dirvi, un po’ perché a conti fatti non faremmo altro che spoilerarvi l’intero film, e un po’ perché vogliamo lasciarvi il piacere di farvi la vostra opinione circa l’evoluzione dei personaggi già noti e l’arrivo delle new entry (maligne o benigne che siano).
Il gameplay
La formula che riassume perfettamente il gameplay di Guilty Gear STRIVE è “facile da apprendere, complesso da padroneggiare”; la stessa che del resto si può applicare all’intero franchise, procedendo a ritroso nel tempo, e più in generale ai picchiaduro più prestigiosi in commercio. Picchiaduro è anche Guilty Gear STRIVE, ma questo probabilmente lo sapete già se ne state leggendo la recensione. La novità principale dell’episodio in questione consiste nell’ammodernamento di determinate meccaniche, che avrebbero dovuto renderlo ancora più immediato, intuitivo ed appagante. Complice anche il motore di gioco perfettamente sfruttato, e la potenza di calcolo di PlayStation 5 (sulla quale è stato effettuato il nostro test) si può dire che il risultato sia stato perfettamente raggiunto.
Capire come funzioni Guilty Gear STRIVE è in effetti davvero facile. Ogni personaggio possiede tre tipi di attacco di base, che variano nell’estensione e nella quantità di danno inflitto; tutti sono in grado di sollevarsi in aria e di parare gli attacchi in arrivo; e tutti infine possono eseguire i counter contro gli avversari, attuando delle contromosse più o meno efficaci, fisiche o a distanza (speciali) che siano. Queste sono alcune delle considerazioni di base, che valgono per qualsiasi eroe o villain presente nel roaster. La questione si complica considerando il fatto che in tutto sono presenti tredici personaggi giocabili, e che i moveset differiscono tutti quanti. Alcuni in modo particolarmente vistoso. In-O ad esempio possiede una mobilità incredibile, che le permette di coprire l’intero ring in un istante; è chiaro che ciò viene controbilanciato da altri aspetti nel gameplay, come le mosse a distanza dalla gittata limitata. Tutto ciò sarà soggetto a bilanciamenti introdotti nei prossimi mesi, ed è un bene che vi siano, anche dal punto di vista dei futuri tornei.
Ciò che ci è dispiaciuto di Guilty Gear STRIVE è l’assenza di una modalità storia canonica, intervallata dai classici scontri contro i principali rivali. Se la trama diventa un vero e proprio anime, dove conviene posare sul tavolo il controller e godersi il film, gli scontri vengono relegati ad altre modalità più classiche: l’arcade, in cui si sfidano tutti gli altri personaggi uno dopo l’altro, secondo vari livelli di difficoltà; la modalità VS CPU, liberamente personalizzabile; e ancora vi sono missioni che permettono di prendere confidenza con tutti gli stili di combattimento; e l’imprescindibile modalità di gioco online, anche con classifica. Il problema di fondo è: quanto stimolo può garantire lo scontro fine a se stesso contro la CPU, senza un vero sistema a base di ricompense e una progressione sensata? Non sarebbe stato meglio pensare ad una modalità storia articolata in vari livelli giocabili?
L’enciclopedia definitiva per i fan di Guilty Gear
Gameplay, storia, enciclopedia: sono questi i tre assi portanti di Guilty Gear STRIVE. Dei primi due vi abbiamo già parlato, ma anche il terzo merita un piccolo approfondimento. È noto il livello di complessità generale dell’universo di Guilty Gear, costituito da un’unica trama lunga vent’anni del nostro tempo (e un paio di secoli di quello del mondo narrativo). Personaggi che arrivano, altri che vanno via; luoghi nuovi che subentrano ai vecchi; corporazioni, affiliazioni, buoni e cattivi che si avvicendano come pedine sulla stessa scacchiera. Difficile tenere a memoria tutto quanto è stato visto dal primo capitolo del franchise, praticamente impossibile orientarsi per i nuovi arrivati. Pensando a tutto ciò, Arc System Works ha introdotto l’enciclopedia definitiva.
Quest’ultima è accessibile nella stessa finestra adibita alla modalità storia di Guilty Gear STRIVE: già questo semplice fatto lascia sottintendere come chiunque (che si tratti di un fan di vecchia data o di uno nuovo) dovrebbe come prima cosa orientarsi al suo interno, “ripassare” prima dell’offerta principale, che coincide poi con l’ultima avventura di questo arco narrativo della saga. Ebbene, l’enciclopedia che abbiamo sviscerato per bene – anche alla ricerca di possibili errori, fraintendimenti o retcon, che non abbiamo trovato – è una delle migliori nell’intera storia dei videogiochi. La voce giusta da selezionare è “mondo di GG”. Da qui in poi potrete scegliere, in qualsiasi ordine, tra Glossario, Correlazione e Cronologia. Probabilmente c’è voluto molto tempo per mettere in piedi un archivio simile, perché di vero e proprio archivio storico si tratta. Date un po’ un’occhiata, ad esempio, all’infinito elenco di voci del Glossario, che illustrano eventi storici del mondo di Guilty Gear STRIVE, approfondiscono personaggi o illustrano tutte fazioni, principali e secondarie, in lotta per il controllo del pianeta Terra.
Utilissima è anche la Cronologia, che ovviamente mostra su una linea del tempo verticale tutti gli eventi “storici” del franchise, a partire dal 1945 con la fine della Seconda Guerra Mondiale; anche spulciare molto rapidamente i semplici “titoli” delle voci, può essere utile. Ma la ciliegina sulla torta consiste nelle Correlazioni, che illustrano tutti i rapporti tra tutti i personaggi del franchise dai suoi esordi. Buoni e cattivi, principali e secondari, déi ed umani, Gear e rivali: ogni singola entità che sia mai comparsa nella storia di Guilty Gear è posta in rapporto alle altre, in un rapporto di subordinazione, controllo, amore o rivalità; così come interi gruppi politici o “sette” o corporazioni. Certo, in alcuni casi, data la dualità dei personaggi, tutto ciò diventa enormemente complesso, un caos anche “grafico” a schermo. Ma difficilmente sarebbe stato possibile fare di meglio, in effetti. Ed è bene che una enciclopedia simile esista, perché anche in futuro rappresenterà il punto di ripartenza della saga, ne siamo convinti.
Piattaforme: PlayStation 5, PlayStation 4, PC
Sviluppatore: Arc System Works
Publisher: Bandai Namco
Guilty Gear STRIVE si riconferma un picchiaduro di qualità, arricchito in questo nuovo capitolo da una serie di chicche non da poco. Il sistema di combattimento, rinnovato, ammodernato, ma tradizionale al tempo stesso, sa dimostrarsi accessibile per i nuovi arrivati e appagante per i veterani. La modalità storia consiste in un film vero e proprio, in un anime a sua volta di qualità, molto gradevole anche per i non addetti ai lavori. L’enciclopedia riassume l’intero franchise ed è di facile e intelligente consultazione: di meglio non sarebbe stato possibile chiedere. Gli scontri online non erano ancora disponibili: dovremo tornarci con più calma per testare il netcode; quelli contro la CPU, che pur ci sono parsi fini a se stessi, mostrano una qualità tecnica degno di lode. Se Arc System Works avesse insistito di più sulla propria offerta, che tutto sommato resta sì nella sua struttura ancorata al passato, ci ritroveremmo tra le mani un titolo quasi perfetto. Il che non vuol dire che non dobbiate farlo comunque vostro, soprattutto se apprezzate la saga.