Akiba’s Trip Hellbound & Debriefed Recensione: l’origine dello strip

Akiba's Trip

La serie di Akiba’s Trip è arrivata a grande richiesta anche in Occidente grazie soprattutto al supporto dei fan, tuttavia non tutta la saga è giunta da noi fino ad oggi. Il primo capitolo, intitolato Akiba’s Trip uscì in Giappone nel 2011 su PlayStation Portable, per essere arricchito successivamente con un’edizione rinnovata dal sottotitolo Plus. Questo titolo ancorato entro i confini della terra nipponica, arriva in Europa in un’edizione rimasterizzata intitolata Akiba’s Trip Hellbound & Debriefed, approdando su PlayStation 4 e Nintendo Switch il 23 luglio grazie a Marvelous ed Acquire.

Si tratta di una saga action-adventure ambientata nel celebre quartiere di Akihabara, riconosciuta da molti come la mecca per gli appassionati di elettronica, anime, manga e videogiochi. Insomma, un vero e proprio paese dei balocchi dove lo sviluppatore Acquire ha scelto di narrare gli eventi della saga, che pone la sua attenzione sull’arte dello strip (da cui deriva la divertente assonanza con il titolo della saga). Ebbene sì, per coloro che non hanno mai avuto occasione di approcciarsi alla serie, il bizzarro gameplay vede il nostro eroe di turno strappare i vestiti a creature di vario tipo. Noi di Gamesvillage abbiamo esplorato in ogni suo angolo la riedizione della prima iterazione della saga e siamo finalmente pronti per parlarvene in questa nuova recensione.

Akiba's Trip

Akiba’s Trip Hellbound & Debriefed: Akihabara, tra vampiri e cacciatori

Akihabara! E’ una serata qualsiasi nel quartiere dell’elettronica, ed assistiamo all’aggressione di un ragazzo da parte di un Kageyashi, una razza di vampiri che abita nei dintorni di Tokyo. Il giovane, a seguito del fatto ed inerme e ridotto in fin di vita in un vicolo del quartiere elettronico, viene salvato da una fanciulla – anch’essa una vampira – che per pietà nei suoi confronti, lo salva donando una goccia del suo sangue, trasformandolo così in un suo simile. Subito dopo, un gruppo di ragazzi trovano il suo corpo esanime e verranno raggiunti da un’agente governativo che, accortosi dell’accaduto, scorterà il protagonista in una struttura sicura. I primi minuti di Akiba’s Trip Hellbound & Debriefed vengono conseguiti da una sequela di dialoghi che ci introducono al mondo creato da Acquire. La mecca degli Otaku infatti è teatro di un conflitto tra fazioni, da una parte abbiamo la NIRO, un’agenzia governativa che combatte i kageyashi (leggasi Shadow Souls nella versione internazionale) e dall’altra troviamo questi vampiri, che seguono la guida di una matriarca, nonché colei che ha benedetto queste creature con il suo sangue speciale.

In tutto ciò ci siamo noi, che impersoniamo un normalissimo ragazzo in cui scorre il sangue di una shadow soul, la cui salvezza dovrà essere ripagata sconfiggendo gli altri vampiri che si nascondono tra la folla di Akihabara. Una trama molto semplice e a tratti banale, che ci vedrà coinvolti negli affari dei vari schieramenti. In primis, il giocatore diverrà un agente della NIRO ed agirà insieme al gruppo dei Freedom Fighters, un manipolo di persone che personificano varie identità del mondo nerd, dal fan sfegatato delle idol all’amante delle ragazze 2D, fino ad una maid dall’identità super segreta. Questo gruppo, che man mano diverrà sempre più affiatato, agirà al nostro fianco dandoci informazioni utili per le missioni che ci verranno affidate. Il primo Akiba’s Trip dunque fa leva sui personaggi secondari, introducendoci a varie personalità che difficilmente si ripetono, sebbene nessuna di queste spicchi con decisione. D’altronde è difficile aspettarsi una storia intrigante in un titolo in cui sconfiggiamo i vampiri strappandogli i vestiti di dosso: dunque perché qualcuno dovrebbe utilizzare un paletto di legno per eliminarli?

Akiba's Trip

Tralasciando questo piccolo dettaglio, il vero nucleo della narrazione di Hellbound & Debriefed sono le consuete route, ossia una serie di decisioni che se intraprese, ci spingeranno a seguire un determinato percorso – come suggerisce il termine stesso “Route” – spesso rappresentato da una relazione, come accade spesso nelle visual novel, oppure una fazione o corrente di pensiero. Infatti scegliendo con chi schierarsi nel corso dell’avventura, si potranno vivere situazioni e finali diversi, avere certi alleati piuttosto che altri.

La storia, dalla durata di circa dieci ore, viene divisa tra missioni principali e secondarie, tutte recuperabili dal cellulare del protagonista su cui arriveranno sempre tutti i dettagli di ciascun compito da portare a termine. Alcune secondarie inoltre si rifaranno a determinati elementi narrativi della trama, offrendoci uno sbocco su cui appoggiarci in caso ci trovassimo in difficoltà ad andare avanti. Il racconto in sé non riserva grossi colpi di scena, e neppure è riuscita ad appassionarci a tal punto da farci affezionare al contesto narrativo imbastito da Acquire, dato che proprio quest’ultimo si classifica come l’aspetto meno appetibile od interessante del titolo. Tuttavia, l’esistenza di percorsi alternativi con tanto di finali dedicati possono spingere il giocatore a rivivere la storia approfittando delle sue ramificazioni, giungendo così a molteplici playthrough.

Akiba's Trip

La prego, mi dia i suoi vestiti!

Quello di Akiba’s Trip Hellbound & Debriefed è un gameplay action leggermente diverso dal solito, che basa il suo sistema di combattimento in quello di un picchiaduro, il quale pone come elemento principale lo Strip. Si tratta della meccanica più importante della serie, nonché ciò che la rappresenta nel mercato videoludico. Rimuovere i vestiti infatti è l’obiettivo del gameplay, dato che le shadow soul non solo sono capaci di mescolarsi tra la folla come normali esseri umani, ma riescono a stare alla luce del sole grazie agli abiti che indossano. Durante la storia apprenderemo nuove tecniche di strip necessarie per contrastare tutti gli avversari, ma al tempo stesso evolveremo il nostro stile di combattimento per diventare sempre più forti. Ma come funziona tutto ciò? Attraverso la fotocamera del nostro telefono, dotata di una tecnologia speciale in grado di rilevare le shadow soul, dovremo smascherare l’impostore di turno e combatterlo. In questo frangente, potremo combattere finché non avremo completamente lacerato ogni pezzo di tessuto indossato dal nemico oppure velocizzare il tutto usufruendo delle tecniche di strip.

Infatti il giocatore ha unicamente due opzioni in battaglia: dare soddisfazione ai propri pugni oppure denudare l’avversario. Nel primo caso, combatteremo utilizzando il più classico dei corpo a corpo, con ogni tipologia di colpo locato su ciascun tasto del pad, il quale va a interessare una determinata zona per l’hitbox. Tale approccio risulta fin troppo impacciato ed impreciso, senza considerare l’incredibile lentezza nella reattività dei nostri colpi e quelli subiti. L’assenza di un lock e la presenza di una telecamera fin troppo ballerina rendono ogni combattimento corpo a corpo difficile da digerire, a tal punto da cercare di farne un utilizzo sempre minore in favore dello strip, che al contrario risulta rapido ed efficace. Ovviamente, vi sarà la possibilità di acquisire nuove tecniche di combattimento per arricchire le vostre capacità, tuttavia ciò non cambierà il risultato, ossia un sistema di combattimento fin troppo rigido e lento. Anche la schivata a sua volta non è sempre precisa come ci saremmo aspettati: l’input non arriva sempre con il tempismo desiderato e ciò si traduce in dei colpi subiti che avremmo potuto perfettamente evitare. Il corpo a corpo viene ampliato soprattutto dalla possibilità di poter utilizzare una moltitudine di oggetti come armi, dagli ombrelli a laptop, ognuno dei quali sarà condizionato da una potenza d’attacco differente.

Akiba's Trip

Fortunatamente vi è l’arte dello strip, che risolleva in parte le sorti di un sistema di combattimento alquanto pessimo. Danneggiando a sufficienza i vestiti dell’avversario, possiamo eseguire una presa per sfilare il pezzo desiderato: che si tratti di un pantalone, una maglia o di un cappello, ogni elemento interessato dovrà essere necessariamente rimosso se vogliamo sconfiggere il nostro avversario. Ciononostante, ogni tipologia di avversario o vestito richiederà l’acquisizione della relativa tecnica, poiché secondo la filosofia imbastita da Akiba’s Trip, ogni abito ha le sue particolarità, persino per essere sfilato. Eppure, nonostante la teorica complessità di tale arte, nell’atto pratico ogni vestito dei nostri avversari lo sfileremo allo stesso modo attraverso una presa, che avvia una sequenza quick-time-event che indica la zona interessata. L’arte dello strip non solo vi permette di portare a termine gli scontri in tempistiche ridotte, ma sarà un ottimo modo per ottenere oggetti di vario tipo ed abiti, i quali rappresenteranno per noi un’armatura di vitale importanza. Come per il combattimento corpo a corpo, anche qui sarà possibile acquisire nuove tecniche per poter sfilare nuovi abiti, ottenendo così anche pezzi d’equipaggiamento migliori e denaro da spendere nei negozi di Akihabara.

Il sistema di combattimento, strip a parte, non ci ha particolarmente colpiti. Il corpo a corpo risulta impreciso e molto rigido, lento nei movimenti e talvolta l’input è capriccioso, rivelando così una reattività dei comandi decisamente lenta. Nonostante si tratti di un’edizione rimasterizzata del capitolo sbarcato solo su PSP in Giappone, avremmo desiderato un ulteriore miglioramento per quanto concerne i ritmi del gameplay e magari, l’introduzione di un lock per i bersagli avrebbe sicuramente facilitato le cose dato che la telecamera tende a regalarci delle inquadrature fin troppo scomode per comprendere ciò che sta accadendo su schermo.

Akiba's Trip

Un breve tour ad Akihabara nel primo Akiba’s Trip!

La mappa di Akiba’s Trip Hellbound & Debriefed trae ispirazione – ovviamente – dall’Akihabara della nostra realtà, ritraendo nel suo mondo musiche, aree e quotidianità in un piccolo spazio virtuale. Il mondo di gioco è diviso in sette aree e possiamo girovagare al suo interno liberamente tra una missione all’altra. Non vi sono molte attività da portare al termine: oltre alla main quest, abbiamo le missioni secondarie che possiamo attivare presso il nostro informatore, od altrimenti l’alternativa è quello di affinare le nostre tecniche di combattimento allenandoci dal nostro maestro. Ma indubbiamente, l’aspetto più importante sono i negozi, dove possiamo acquistare nuovi abiti (sia maschili che femminili), armi e manuali, quest’ultimi sono di vitale importanza se vogliamo essere più abili in combattimento. Nel menù della mappa infatti potremo personalizzare il nostro anonimo protagonista per vestirlo secondo il nostro indice di gradimento, ma dovremo tener soprattutto conto delle statistiche che ogni pezzo d’abito possiede. Infatti, i nostri vestiti saranno letteralmente la nostra armatura (la cui rimozione in battaglia decreterà automaticamente il nostro game over) e dovremo cercare di migliorarla ogni qualvolta sarà possibile.

Un equipaggiamento migliore sicuramente ci sarà di grande aiuto, ma anche il consueto level up sarà fondamentale per noi. Il sistema di progressione in Hellbound & Debriefed è minimalista e non avremo alcuna possibilità di scegliere quale parametro migliorare ad ogni avanzamento di livello. Infatti le statistiche aumenteranno autonomamente tra attacco e durevolezza, senza lasciarci alcun margine di personalizzazione. Aldilà dei consueti negozi, troviamo alcune attrazioni, tra cui l’Ufo Catcher dei Club SEGA (rinominati in SECA per questioni di copyright) dove poter vincere alcuni oggetti ed infine l’immancabile Maid Café. In questo luogo, oltre a farci servire gustose pietanze dalle graziose cameriere del locale, potremo partecipare a dei mini giochi con le fanciulle, un piccolissimo momento d’intrattenimento che ci permette di staccare la spina dall’eliminazione delle shadow soul. Infine troviamo una stanza in cui potremo interagire con la sorella del protagonista, dove sarà possibile far indossare alla ragazza gli abiti che le proporremo o farle esaudire alcune nostre richieste alquanto maniache, come farsi calpestare dai suoi piedi. Aldilà dell’affascinante riproduzione di Akihabara, in Akiba’s Trip Hellbound & Debriefed non avremo molte attività a cui attingere e la sua longevità sarà dettata soprattutto dall’inseguimento delle varie route narrative, le quali ci permetteranno di scoprire maggiori sfaccettature di una storia non proprio avvincente.

Akiba's Trip

Remaster di un’edizione definitiva

Akiba’s Trip Plus era un’edizione che migliorava sensibilmente il primo capitolo della saga (un po’ come accade nella serie Persona con le varie edizioni FES, Golden e Royal), introducendo una serie di novità che arricchivano persino i contenuti del gioco. Hellbound & Debriefed rimasterizza questa versione con un lavoro di restauro alquanto minimale dal punto di vista grafico, portando la qualità dell’immagine ai consueti 1080p. Infatti non vi è alcun rimaneggiamento delle texture o dei modelli poligonali, traducendo questa remaster come l’ennesima operazione di ripescaggio di un brand di nicchia o storico. Infatti dal punto di vista tecnico, sessanta fotogrammi al secondo a parte, non troviamo miglioramenti capaci di migliorare l’esperienza di gioco o il semplice quality of life, affermando così tale riedizione come un prodotto rivolto ad un pubblico completamente nuovo piuttosto che ai fan di vecchia data.

Tuttavia, l’unica novità è la presenza non solo della localizzazione inglese, ma anche di un doppiaggio completo per tale lingua. Un qualcosa di inaspettato per certi versi che renderà il prodotto sicuramente più appetibile per coloro che non digeriscono l’audio giapponese. Ciò che si può apprezzare del primo Akiba’s Trip è la ricostruzione di Akihabara, che riprende a piene mani le strade e i negozi presenti a quel tempo quando il titolo venne pubblicato in Giappone.

Piattaforme: PS4, Nintendo Switch, PC

Sviluppatore: Acquire

Publisher: Marvelous

Akiba’s Trip Hellbound & Debriefed è l’edizione rimasterizzata di Akiba’s Trip Plus, che rinnovò sotto diversi aspetti il primo capitolo della serie. Tuttavia, ad oggi, siamo dinanzi ad un prodotto invecchiato piuttosto male, la cui nuova edizione non riesce a donargli un lustro migliore, o quantomeno al pari passo con i suoi successori. Una trama non proprio accattivante, aggravata da un gameplay poco avvincente la cui meccanica dello strip riesce almeno a strapparci un sorriso – per quanto demenziale sia, dopotutto -. Come se non bastasse, l’operazione di restauro risulta fin troppo minimale, ben vengano i 1080p e i 60fps, ma ciò non bastano a valorizzare un prodotto che festeggia il suo decimo anniversario debuttando in Occidente.

VOTO: 5.5

Matteo è un grande appassionato di videogiochi, manga ed anime. Come videogiocatore nasce sul Nintendo 64, Il suo primo videogioco? Super Mario 64. Col passare del tempo si è unito alla famiglia delle console di casa Sony e adora in particolare i videogiochi di produzione giapponese, ma grazie anche al suo spirito di cacciatore di trofei, prova interesse in ogni sfaccettatura del videogioco.