In Sound Mind Provato: l’orrore in un cono di luce

Una delle paure più diffuse tra le persone è sicuramente la la paura del buio. L’incapacità di vedere, di rendersi conto del pericolo, di avere un quadro preciso di cosa abbiamo di fronte, è la cosa che ci terrorizza di più. E insieme al buio la gente teme anche qualcos’altro, che, esattamente come il buio, è profondo, inconoscibile, e spesso distorto: la propria stessa psiche, e i mostri che essa è in grado di generare. Due paure che, sommate tra di loro, vanno a toccare gli aspetti basilari del nostro stesso essere. La prima ci colpisce a livello primitivo, istintuale, quasi selvaggio, in quella zona del cervello che condividiamo con gli animali. La seconda invece è una paura solo nostra, propria di noi esseri umani, che abbiamo esplorato i meandri e le profondità dell’inconscio, del ricordo. E proprio su queste due paure, sommate insieme, oltre che su tanti altri elementi orrorifici, gioca In Sound Mind, il nuovo titolo horror sviluppato da We Create Stuff (lo stesso studio di Nightmare House 2) per Modus Games.

Un gioco che in fase di realizzazione qualche piccolissima difficoltà l’ha vissuta: annunciato durante il PC Gaming Show 2020 (anche se avevamo avuto l’occasione di provare una versione precedente già al devcom 2019), il gioco aveva poi rilasciato un trailer nel quale veniva annunciata l’uscita il prossimo 3 agosto 2021. Ma evidentemente qualcosa è andato storto, perché solo pochi giorni fa Modus Games è stata costretta a rinviare la data d’uscita ufficiale al 28 settembre. Un rinvio che non ci ha impedito però di provare la beta di In Sound Mind, per darvi le nostre impressioni sulla nuova fatica di We Create Stuff.

In Sound MindIn Sound Mind: facciamo quello che sappiamo fare

In Sound Mind inizia quando il nostro protagonista, lo psichiatra Desmond Wales, si sveglia all’interno di un’oscura stanza spoglia in un mondo desolato e spaventoso. Un incipit che ricorda abbastanza da vicino quello di Nightmare House 2, il primo lavoro del developer We Create Stuff, nato come mod di Half-Life 2 sul Source Engine di Valve. Ovviamente sono tantissimi i dettagli che differiscono, ma di base lo studio di sviluppo ha deciso di partire da qualcosa di ben noto, che aveva già dimostrato di saper fare molto più che egregiamente.

A partire da questo inizio non esattamente originalissimo, ma sicuramente convincente, In Sound Mind si distingue però per una grande varietà di oggetti con cui si può interagire all’interno dei vari ambienti, impegnandoci in una ricerca spasmodica della via d’uscita, e, allo stesso tempo, delle ragioni per cui ci siamo ritrovati in una situazione del genere. Quasi come una perversa escape room, ci ritroviamo a vagare in giro per le stanza, raccogliendo oggetti da mettere nell’inventario e cercando di trovare la nostra strada grazie al cono di luce sfarfallante di una torcia. L’atmosfera è pesante e ansiogena fin dal primo minuto, non tanto per la situazione iniziale (che come abbiamo già detto è abbastanza classica e che dunque non risulterà certo sorprendente agli amanti del genere) né per quello che troviamo scritto nei vari biglietti o nelle lettere sparse in giro, ma più che altro per uno strisciante senso di anticipazione, indotto soprattutto dalla grafica e dal sonoro del titolo.

L’ansia, infatti, viene soprattutto dalla scelta di ambientazioni con cromatismi per la maggior parte scuri, o illuminate da luci malevole, violacee o rosse, che fanno il paio con una colonna sonora di grande effetto, realizzata specificamente per questo titolo da The Living Tombstones, che sa giocare con i silenzi e i rumori ambientali, con le voci registrate e il gracchiare degli apparecchi elettrici, con le corde di una chitarra pizzicata appena al nostro passaggio e il suono del vento e dell’acqua che vengono dalle finestre.

In Sound Mind

In Sound Mind: dietro di te…

Uno degli aspetti più interessanti di In Sound Mind, assolutamente interessante e anche abbastanza raro quando si tratti di giochi che abbiano una visuale in prima persona, è la possibilità di guardarci alle spalle, utilizzando un frammento di specchio. Un aspetto che sembrerebbe poter diminuire la carica spaventosa del gioco, perché ci permette di non avere più il tipico punto cieco di ogni telecamere in point of view. Non fosse che spesso a restituirci lo sguardo dallo specchio sono creature mostruose partorite da un incubo, e questo non può che far schizzare alle stelle i nostri battiti cardiaci. Ma la grossa scheggia di specchio nelle nostre mani ha ben più di una funzione: sfruttando i suoi bordi taglienti infatti (una chicca, dal punto di vista grafico, e il nastro avvolto intorno a una parte dello specchietto, per evitare di tagliarci) possiamo utilizzarlo come arma, ed è inoltre fondamentale per deviare gli attacchi dei Watchers, oltre che per scoprire messaggi nascosti, una funzione di enorme utilità quando si tratti di risolvere gli spesso intricati enigmi del gioco.

Mentre ci muoviamo in questo mondo disturbante, fatto di mostri e manichini semoventi (se lo chiedete a me, la cosa più inquietante dell’intero gioco), di voci sussurrate e suoni ansiogeni,  dovremo prepararci ad affrontare l’orrore e la paura, oltre che i ricordi e la follia. Del resto, fin dal titolo, In Sound Mind è un gioco completamente basato sul concetto di follia, di psicopatia e di normalità. I mostri che affrontiamo sono davvero mostri? I nostri ricordi non sono forse la cosa più pericolosa? Quanto fa paura ciò che c’è nascosto nella nostra mente?

Tra l’altro con l’introduzione del secondo paziente di Desmond, Allen, il livello della paura, così come della complessità del gioco, si alza. Gli Shade, i nuovi nemici, sono spaventosi, e i puzzle basati sul concetto di luce e ombra regalano un’esperienza sempre più sensoriale, che coinvolge la vista e l’udito in maniera totalizzante. Insomma questo titolo rifugge dai classici jump-scare propri del genere, per cercare di toccare corde più profonde, quasi subliminali.

In Sound Mind

Tecnicamente sani di mente

Dal punto di vista puramente tecnico, detto di un comparto sonoro estremamente coinvolgente, la grafica del titolo è davvero molto interessante, anche se non ha un livello esagerato di fotorealismo. Alcuni aspetti potrebbero infatti essere migliorati, aumentando ancora di più l’immersione nel titolo, e gettandoci nel terrore più puro. Va detto comunque che le scelte cromatiche degli ambienti, le luci, il design dei mostri che ci perseguitano sono davvero uno splendido punto di partenza.

Per quanto riguarda i controlli il gioco scorre in modo molto fluido, utilizzando, almeno nella versione per PC che abbiamo testato noi, comandi classici e diretti (W-A-S-D per il movimento, i click del mouse per utilizzare le armi, etc.), e permettendo un gameplay rapido e senza intoppi eccessivi.

Ci sono ancora alcuni piccoli, trascurabili glitch e qualche bug, ma bisogna pur sempre ricordare che il gioco è in beta e, al di là del fatto che gli sviluppatori si stanno spendendo per risolvere tutti i problemi, si tratta di qualcosa di minimo conto, che non va assolutamente a intaccare l’esperienza complessiva di un horror psicologico che (e non è assolutamente scontato) riesce a spaventare per davvero.

Piattaforme: PlayStation 5, Xbox Series X, Nintendo Switch, PC

Sviluppatore: We Create Stuff

Publisher: Modus Games

Data d’uscita: 28 settembre 2021

Insomma In Sound Mind non è ancora finito, ma quello che ci ha mostrato finora basta sicuramente per dire che attendiamo con ansia il 28 settembre 2021, non fosse altro per veder uscire questo ansiogeno nuovo horror. I rompicapo sempre più difficili, l’incontro con creature ultraterrene e disturbanti, l’atmosfera a metà tra il confuso e il terrorizzato che ci accompagna per la gran parte del tempo rendono questo titolo un pezzo che, pensiamo, varrà davvero la pena giocare. E per questo non vediamo l’ora di scoprirlo nella sua interezza.

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