Castlevania Advance Collection Recensione: vampiri tascabili classici

Castlevania Advance Collection è l’ultimo tassello, perlomeno in ordine cronologico, di una interessante manovra di recupero della blasonata saga vampiresca classica di Konami, che dal 1986 ad oggi è letteralmente entrata nel cuore dei fan di tutto il mondo, e con meriti oggettivi, oltretutto. Chi segue la serie da lungo tempo, o ha avuto la fortuna di vederla nascere ai tempi che furono lo sa, il solo nome di Castlevania evoca in tutti i giocatori di vecchia data emozioni fortissime. Si tratta di titoli che vanno ad inserirsi in tipologie diverse, si passa dal platform-adventure puro a quello contaminato da precisi elementi RPG, che ha dato il via, peraltro, ad un genere a se stante, chiamato oggi MetroidVania, perché prende spunto da due titoli seminali del passato, come sappiamo, ovvero l’indimenticabile Super Metroid del 1994, ultima installazione per Super Nintendo del leggendario titolo ideato da Gunpei Yokoi per Nintendo Entertainment System,  e l’altrettanto leggendario Castlevania: Simphony of the Night del 1997 per Sony PlayStation e Sega Saturn, tuttora considerato il massimo punto di arrivo dei Castlevania con elementi RPG nel gameplay.

Castlevania Advance Collection: quando i vampiri necessitavano del sole…

Proprio all’ultimo titolo citato nel cappello della recensione si ispirano i tre giochi principali contenuti nella raccolta storica. Castlevania Advance Collection offre infatti sulle piattaforme contemporanee, inclusa la PlayStation 4, quella provata da noi in redazione, l’ottimo trittico portatile della serie, tre giochi che, all’epoca, sono stati davvero amati dal pubblico e dalla critica. Oltretutto questa raccolta non va considerata come una collezione fine a se stessa, ma come un preciso nuovo capitolo da aggiungere alle precedenti Castlevania Anniversary Collection, che abbiamo recensito in questa pagina, contenente  la prima trilogia per NES, il quarto episodio per SNES, il titolo per Mega Drive e il dittico per Game Boy, andando a coprire un arco temporale che si estende dal 1986, fino al 1994. In molti, nel 2019, quando fu pubblicata la raccolta, lamentarono l’assenza di un titolo fondamentale per Super NES appena successivo, datato 1995, altro unico gioco della serie uscito sul 16 bit della grande N, ovvero Castlevania Vampire’s Kiss. Non era presente purtroppo nemmeno il titolo arcade del 1988 Haunted Castle, che però era stato già inserito nella precedente raccolta a tema Konami Arcade Classics che trovate qui. La scelta di presentare quindi una raccolta a parte contenente la trilogia per il portatile Nintendo Game Boy Advance, prodotta a partire dal 2001 al 2003, con un titolo l’anno che ha letteralmente spopolato sulla piattaforma originale. I tre titoli sono oltretutto dotati di diverse funzioni per adattarli al meglio allo schermo casalingo. Chi, all’epoca, era un utente della periferica Game Boy Player, ovvero l’accessorio per vedere i giochi GBA sulla TV grazie al Nintendo GameCube, dirà che c’è poco di nuovo sotto al sole, ma l’effettiva bassa reperibilità dei titoli originali, proposti spesso a prezzi disumani sul mercato Retrogaming, rendono l’operazione ancora più interessante. I tre titoli (più uno, come approfondiremo in seguito) sono infatti dotati di nuove ed interessanti feature realizzate apposta per ottimizzare i titoli e trasportarli nella nuova dimensione. Non dimentichiamo, infatti, che stiamo visualizzando su schermi molto grandi, anche sessanta pollici, titoli con circa venti anni sul groppone, e soprattutto nati per una piattaforma portatile dotata di schermo molto ridotto, i classici 2,9 pollici del display TFT, nella prima generazione, peraltro non retroilluminato, perlomeno fino all’arrivo della nuova release Nintendo Game Boy Advance SP, quindi è chiaro che sia presente una necessaria sgranatura dovuta allo schermo nativo del GBA, che all’epoca offriva una risoluzione parecchio modesta, ovvero 240×160 pixel. Tra le ottimizzazioni troviamo infatti la possibilità di selezionare lo Screen Setting, con modalità standard, a tutto schermo, con filtri o senza, in 4:3 o 16:9, ma, ovviamente, il nostro consiglio spassionato e di utilizzare la modalità Pixel Perfect, l’unica degna di restituire una immagine all’altezza di quella originale. Interessante anche la possibilità di applicare sfondi a tema, di poter ascoltare la colonna sonora in alta definizione, e così via. Una funzione davvero eccezionale è poi la Rewind, che permette di tornare indietro fotogramma per fotogramma in cerca dei propri errori. Sullo stile del classico Prince Of Persia: Le Sabbie del Tempo, per capirci. A questa va aggiunta la possibilità di effettuare salvataggi e caricamenti veloci, piuttosto che affidarsi alle tradizionali stanze di salvataggio proposte in origine. I titoli possono poi essere fruiti in tutte e tre le versioni, ovvero giapponese, statunitense ed europea, ognuna con slot di salvataggi personalizzati. Notevole l’Encyclopedia inclusa, che parte dal bestiario dei tre titoli base (più uno), ampliandolo con tutto, ma proprio tutto quello che contengono i giochi. La presenza di una Artwork Gallery e di un Lettore musicale della colonna sonora di tutti i titoli completano il tutto, offrendo una esperienza storica e artistica di alto livello.

I contenuti della raccolta

L’interessante collezione storica offre, come dicevamo, la trilogia originale portatile ideata per Nintendo Game Boy Advance, che sull’ handheld della veterana casa di Kyoto ha letteralmente spopolato, con diverse feature moderne, oltre un titolo extra davvero inaspettato quanto gradito, specie dai fan storici. Ma andiamo nel dettaglio a sviscerare cosa offre ludicamente questa splendida retrospettiva.

  • Castlevania: Circle of The Moon (2001, Game Boy Advance)
  • Castlevania: Harmony of Dissonance (2002, Game Boy Advance)
  • Castlevania: Aria of Sorrow (2003, Game Boy Advance)
  • Castlevania: Vampire’s Kiss (1995, Super Nintendo)

Una offerta numericamente esigua per una collezione storica, lo ammettiamo, ma eccezionale dal punto di vista contenutistico, soprattutto considerando questa nuova uscita come un compendio alla raccolta principale della serie classica Castlevania Anniversary Collection del 2019. Il primo gioco della raccolta, datato 2001, Castlevania: Circle of The Moon è ambientato nel 1830 e vede il protagonista Nathan Graves intento ad esplorare il castello di Dracula, dopo essere stato separato dai suoi colleghi cacciatori di vampiri, Hugh e Morris Baldwin. Il titolo presenta una grafica scurissima, affascinante oggi su schermi TV retroilluminati, ma per l’epoca problematica, poiché si trattava di un titolo di prima generazione per GBA, ben lontano dall’avvento della versione SP. il gameplay si basa sul platform-adventure con elementi RPG già apprezzato su Castlevania: Simphony of the Night ed aggiunge un interessante sistema di carte collezionabili che donano speciali poteri spendibili nel gioco. Ottimo dal punto di vista audiovisivo, il gioco è però orfano della musicista storica della serie, Kinuyo Yamashita, che spesso appariva nei credits con il folle nome di James Banana, presentando le musiche di Sōtarō TojimaHiroshi Mitsuoka. Nel 2002 arriva il secondo episodio per GBA intitolato, Castlevania: Harmony of Dissonance, ambientato nel 1748, che cerca di ripercorrere ancora di più le orme dell’episodio del 1997 tanto amato, al punto di esserne considerato un vero e proprio erede spirituale. Purtroppo il titolo soffre di un eccessivo cromatismo, voluto appositamente dagli sviluppatori per ovviare al troppo “buio” dell’episodio precedente, che però, in questo contesto, su PlayStation 4, appare davvero troppo luminoso e poco adatto al contesto vampiresco. Indimenticabili alcuni momenti chiave, come la stanza che scompare, si tinge di rosso, e dopo una volata di uno stormo di pipistrelli, ecco che di fronte all’eroe Juste Belmont, che peraltro è nipote di Simon Belmont, si para davanti il primo boss del titolo. Le musiche, veramente coinvolgenti, sono scritte da Soshiro Hokkai. Chiude la trilogia, nel 2003, l’eccezionale Castlevania: Aria of Sorrow, che si discosta parecchio dal classicismo e presenta, per la prima volta nella storia della serie Konami, una trama ambientata nel futuro prossimo, e più precisamente nel 2035, con protagonista Soma Cruz. Il sistema delle Anime Tattiche, che dai nemici traggono una arma secondaria, è interessante e dona al gameplay una buona varietà. Il titolo all’epoca è stato molto amato, al punto da avere un sequel diretto sul successivo Nintendo DS. La raccolta Castlevania Advance Collection avrebbe potuto fermarsi qui, e noi fan di Castlevania, che in casa abbiamo quadri di Dracula in salotto, paletti di frassino sul comodino e corone di aglio appese nei corridoi, saremmo stati felici. Per anni. Invece Konami, forse per farsi perdonare la mancanza di un episodio completamente nuovo per gli attuali sistemi, ha deciso di includere anche un titolo extra per SNES, il già citato Castlevania Vampire’s Kiss, datato 1995. Il gioco appartiene alla vecchia concezione dei platform adventure puri, senza alcun elemento RPG, e presenta le avventure di Ritcher Belmont nell’anno 1792. Il titolo è un controverso port da NEC PC-Engine Duo che all’epoca fece molto parlare di sè. Per saperne di più sul gioco vi rimandiamo a questa pagina. Una aggiunta davvero ghiotta, che sarà gradita da chi ne lamentava la mancanza nella precedente Castlevania Anniversary Collection. Una raccolta di compendio, che consigliamo a tutti, perché i titoli contenuti sono ormai dei classici, freschi e giocabili oggi come ieri.

 

Piattaforme: PS5, PS4, Xbox Series X/S, Xbox One, Switch, PC

Sviluppatore: Konami

Publisher: Konami

Castlevania Advance Collection è già disponibile sul mercato nel momento in cui leggerete questa recensione, nel PlayStation Store, in particolare, per la versione recensita, e ne consigliamo caldamente l’acquisto ai fan storici della saga. Poter giocare i tre grandi classici (più uno) ideati per Game Boy Advance sulle TV a grande schermo non sarà una novità per gli utenti storici della leggendaria combo Nintendo GameCube più periferica Game Boy Player, lo ammettiamo, ma per le nuove generazioni è decisamente una occasione unica! La presenza oltretutto di un titolo per Super Nintendo molto raro da trovare in versione originale fa acquisire all’intera offerta un valore storico e ludico davvero alto. 

VOTO: 8

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.