Hell Let Loose Recensione: uno sparatutto che premia il realismo

Hell Let Loose

Il panorama degli sparatutto continua ad espandersi, sebbene ultimamente stia abbandonando quella classica struttura del multigiocatore online, forgiata per anni dai massimi esponenti del genere come Halo o Call of Duty, per affacciarsi nel panorama del battle royale o della guerra su larga scala. In particolar modo quest’ultima non ha ancora visto una concreta esplosione mediatica, ed oggi solo la serie di Battlefield è riuscita a portare tale struttura di gioco verso nuove vette, nonostante non sono mancate le produzioni coraggiose che hanno tentato di replicare tale successo, come Hell let Loose.

Realizzare un nuovo sparatutto convincente di questi tempi non è facile: la competizione non soltanto trai giocatori ma anche tra le case di produzione è agguerrita a tal punto che spesso si tende a lasciare da parte degli aspetti o delle migliorie necessarie per arricchire l’esperienza, in favore di un gameplay immutato assieme tutti i suoi pregi e difetti. Soprattutto negli sparatutto online su larga scala, risulta difficile trovare degli esempi accettabili al di fuori degli FPS sviluppati da Electronic Arts e DICE, eppure grazie all’abbonamento PlayStation Plus, i giocatori in possesso di una PlayStation 5 possono mettere sulle mani, gratuitamente, su Hell Let Loose. Si tratta di uno sparatutto in soggettiva su larga scala pubblicato da Team17, dove si ripercorrono alcuni dei fronti di guerra del secondo grande conflitto che ha scosso la storia dell’umanità in era moderna, offrendo ai giocatori un’esperienza completamente immersiva. Lo abbiamo giocato in questi ultimi giorni e noi di GamesVillage ve ne vogliamo parlare come sempre in questa nuova recensione.

Hell Let Loose

Hell Let Loose e l’immersione del gameplay

Nonostante sia passato in sordina a causa di una line-up del PlayStation Plus non proprio soddisfacente per gli utenti PlayStation, Hell Let Loose riesce finalmente a proporre un’esperienza immersiva che da tempo gli appassionati degli sparatutto in soggettiva ricercavano. Oggi siamo abituati ai numerosi feedback che il gioco comunica attraverso l’interfaccia: dall’hitmarker al feed per le uccisioni, fino alla mini mappa al punteggio della partita. Sono da sempre tutti elementi che in un modo o nell’altro hanno sempre aiutato il giocatore ad orientarsi durante la partita, rendendo persino possibile un gioco più individualista. Ma un approccio simile può funzionare nello sparatutto sviluppato da Black Matter? Decisamente no. Hell Let Loose punta completamente sulla cooperazione e comunicazione tra i giocatori, rimuovendo quegli elementi che semplificavano sensibilmente l’esperienza di gioco. La sua peculiarità infatti è la quasi totale assenza di elementi su schermo che possano fornire anche il più minimo dei feedback, offrendo così un gameplay completamente immersivo. In sintesi non vi sarà alcun simbolo che vi avvertirà se avrete ucciso o meno un avversario (per quello c’è la classifica che tiene conto delle vostre prestazioni), né un indicatore che terrà conto dei vostri punti vitali. Insomma, si tratta di uno sparatutto nudo e crudo che non vi tenderà mai la mano.

In quel di Hell Let Loose troviamo una sola modalità di gioco, che vi fionderà in battaglie su larga scala da cento giocatori massimo (divisi nei due schieramenti disponibili), i quali andranno a formare l’Alleanza o l’Asse. Quella proposta nel titolo di Team17 è una modalità che si basa completamente sulla contesa del fronte, dove i due schieramenti dovranno conquistare le basi avversarie per ottenere la vittoria. Nulla di così complesso in realtà, ma le battaglie avvengono su mappe decisamente colossali per un FPS, a tal punto da rendere “occasionali” gli scontri a fuoco nonostante il numero di giocatori che riempie completamente una lobby. Inoltre, ciascuna delle mappe proposte non solo offre uno scenario completamente diverso, rendendo queste mastodontiche arene alquanto uniche, ma la prevalenza di aree completamente aperte rendono gli spostamenti sul campo più strategici, punendo così qualsiasi azione sconsiderata: finire in pasto ai cecchini nemici sarà più facile di quanto pensiate. Anche l’assenza di punti di spawn più frequenti (che approfondiremo tra poco) rende la vostra sopravvivenza ancor più preziosa, dato che per tornare nel vivo della battaglia dovrete camminare parecchio; in caso la fortuna vi sorrida, potrete sempre salire a bordo di un camion o di un carro armato e farvi trasportare da qualche compagno di battaglione gentile verso il cuore pulsante dell’azione. L’assenza dei punti di spawn, completamente relegati ai limiti della mappa, rallenta quelli che sono i ritmi di una partita: infatti si passerà più tempo a camminare che a sparare, a meno che non abbiate in squadra un ufficiale che piazzi dei nuovi ingressi nei punti più strategici e favorevoli della mappa. Un piccolo aiuto che sicuramente limita questa problematica, ma ciò non cambia il fatto che i ritmi di gioco purtroppo continuano a risultare fin troppo lenti.

Hell Let Loose

Il gioco di squadra che conta

Hell Let Loose non è uno sparatutto fatto per essere giocato in solitaria. Avere un team affiatato e che sappia comunicare nel bel mezzo della battaglia è uno degli elementi fondamentali per portare a casa la vittoria. E far sì che ciò accada ci pensa la totale assenza dell’interfaccia, che rende ancor più necessario un approccio strategico in partita. Per questo non solo è necessario muoversi con cautela sul terreno, ma è di vitale importanza segnalare i nemici avvistati ai nostri compagni, così da poter tenere anche la situazione sotto controllo. Anche la selezione delle classi può fare la differenza e ve ne sono a bizzeffe, con l’unica problematica che purtroppo, non tutte possono fare parte della stessa squadra. Infatti le classi a disposizione vengono divise principalmente in fanteria, geniere e scout, influenzando così la creazione delle squadre e il numero dei suoi componenti: qualora un team di cinque persone decidesse di utilizzare la classe cecchino appartenente alla categoria scout, dovrà necessariamente dividersi in più squadre, rischiando persino di non ritrovarsi nemmeno sulla mappa e rendendo più complicati gli spostamenti di gruppo.

Sotto diversi punti di vista ad Hell Let Loose non solo manca l’ABC dello sparatutto moderno, tra cui una minima personalizzazione dei propri armamenti ed una maggiore diversità nei ruoli ricoperti nelle varie squadre, ma il suo voler essere “realistico” talvolta rappresenta più un punto negativo che positivo per il gioco stesso. Questo perché i movimenti ingessati dei soldati rendono gli spostamenti sì pesanti, ma spesso anche insopportabili e fin troppo lenti, trasformando il gameplay in un qualcosa di raramente entusiasmante. In un’era in cui il giocatore è abituato a ritmi di gioco sempre più frenetici e serrati, l’FPS di Black Matter risulta meno attraente verso quegli utenti che potevano vedere nel titolo un potenziale promettente. Anche negli scontri a fuoco, spesso si viene penalizzati dalla lentezza con cui vengono eseguite le nostre azioni, formando persino un divario tra la velocità di movimento sia in modalità mirino che senza. Questa differenza viene soprattutto avvertita durante gli scontri ravvicinati, impedendoci frequentemente di tenere il passo con i movimenti dell’avversario, mandando così diversi colpi a vuoto.

Hell Let Loose

Il gunplay miracolosamente è soddisfacente. Sia chiaro, con l’assenza della personalizzazione del proprio equipaggiamento, maggior parte delle armi saranno sprovviste di ottiche e dovremo ricorrere ai classici mirini metallici, e con l’assenza di eventuali marker o feedback visivi su schermo sarà ancor più complicato colpire il nemico; tuttavia sparare in Hell Let Loose non è affatto complesso. Il giocatore infatti nella modalità mirino non solo potrà indicare la posizione dell’avversario avvistato, ma avrà la possibilità di inclinarsi a suo piacimento per sfruttare eventuali sporgenze ed angoli, così da diminuire persino le dimensioni della sua hitbox. Il feeback delle armi soprattutto non offre particolari rinculi, ma per i fucili semi automatici come il Kar98K o l’M1 Garand sarà necessario caricare manualmente il colpo in canna. Anche l’utilizzo di altri oggetti, come le granate è un meccanismo non proprio immediato dato che sarà necessario selezionare gli esplosivi attraverso un’apposita ruota che apparirà su schermo. Anche i punti vitali andranno recuperati manualmente utilizzando le bende, rendendoci infine dei bersagli facili nel momento in cui veniamo circondati.

Accennato poc’anzi, il gioco di squadra in Hell Let Loose è fondamentale. Trattandosi quello di Team17 uno sparatutto che fa del realismo la sua lancia e la strategia il suo scudo, ogni componente della squadra necessita di assumere un ruolo ben definito affinché si possa guidare un’azione strategica con successo. E con ben quattordici ruoli diversi a disposizione, non sarà affatto difficile imbastire un piano che possa guidare alla vittoria il proprio schieramento. Non mancano inoltre le meccaniche di contorno, come la possibilità di utilizzare l’artiglieria o gli aerei per eseguire dei bombardamenti a tappeto.

Una versione console non proprio eccellente

Abbiamo giocato e recensito Hell Let Loose su PlayStation 5 in concomitanza con la pubblicazione gratuita avvenuta tramite il servizio d’abbonamento PlayStation Plus. Trattandosi di un’esperienza completamente online, abbiamo trovato decisamente discreti i server del gioco che, nonostante la possibilità di selezionare la regione preferita d’accesso (e di abilitare persino il cross-play), maggior parte delle nostre partite sono state afflitte da una frequente disconnessione dai server di Team17, facendoci perdere persino i progressi ottenuti durante la partita. Sebbene il ping non ha dato particolari problemi, merito soprattutto della divisione dei server per continenti, non possiamo di certo nascondere il fastidio recato dalle numerose disconnessioni durante le partite, nonostante la connessione utilizzata in quei dati momenti risultava decisamente stabile. In ambito social, non vi è la possibilità purtroppo di unirsi a un gruppo di amici mentre questi sono in partita: sarà dunque necessario attendere che il match, dalla durata di novanta minuti, giunga al termine; oppure i vostri compagni saranno quasi obbligati ad abbandonare la partita, subendo così anche una penalità.

Sul fronte grafico troviamo una particolarità: le mappe così come gli scenari sono stati costruiti attraverso fotografie e rilevazioni satellitari, a cui viene aggiunto un comparto grafico improntato su una palette realistica che, se sommiamo anche l’assenza dell’HUD, non solo rende il colpo d’occhio più gradevole, ma imprime un’impronta ancor più realistica nell’esperienza di gioco. Tuttavia non è tutto rose e fiori: ciò che manca al titolo è un livello di dettaglio più sgargiante e sicuro, e lo notiamo dalla scarsa cura con cui sono stati realizzati diversi modelli poligonali. Utilizzando persino la lente d’ingrandimento notiamo come la qualità di certe texture lasci a desiderare, mostrando così tutti i limiti della produzione che ha abbandonato l’Early Access su PC da qualche mese. Anche sul fronte tecnico il titolo soffre diversi inciampi: dal pop up delle texture ad un motion blur decisamente oppressivo in modalità mirino, fino a diversi cali di frame rate che minano l’esperienza. Decisamente un peccato, dato che dal punto di vista grafico il titolo risulta convincente grazie anche agli effetti come esplosioni, fumo o come gli edifici stessi risultano persino credibili; ma ciò che manca è un’interazione con l’ambientazione. Infatti il level design scarseggia con le interazioni ambientali, limitando così anche gli approcci strategici all’interno delle sezioni più urbane delle mappe. Il comparto sonoro invece si attesta su una qualità standard, permettendo come in tanti altri sparatutto in soggettiva di poter ascoltare i passi degli avversari, mentre un feedback acustico ci dirà se avremo colpito in testa un nemico.

Piattaforme: PlayStation 5, Xbox Series X e PC
Sviluppatore: Black Matter
Publisher: Team17

Hell Let Loose è un buon sparatutto su larga scala che punta completamente sul realismo, a differenza che quest’ultimo particolare rappresenti spesso e volentieri un punto negativo  per la produzione, la quale viene minata da evidenti limiti non solo tecnici ma anche ludici. Partendo dai ritmi molto lenti del suo gameplay, ogni partita può rifilarci sensazioni positive o contrastanti, rubandoci maggior parte del tempo nei consistenti viaggi che ci porteranno infine nel cuore dell’azione. Tuttavia, se giocato in gruppo, l’FPS di Black Matter e Team17 può regalare ottime soddisfazioni, soprattutto quando la comunicazione tra giocatori risulta efficiente e le uccisioni riempono il nostro punteggio. Nel suo realismo essenziale però sarà difficile ritrovarsi al cento per cento e come dichiarato poc’anzi, difficilmente i giocatori più agguerriti potranno accontentarsi dei ritmi proposti da Hell Let Loose. L’esperienza di gioco inoltre è decisamente immersiva e visivamente appagante, sebbene non mancano quei guai tecnici che minano in piccola parte la godibilità del gameplay, anch’esso realistico ma lento ed impacciato. Insomma, se sarete capaci di passare oltre i suoi difetti, la creatura di Black Matter saprà regalare dei momenti entusiasmanti e ricchi di adrenalina.

VOTO: 7

Matteo è un grande appassionato di videogiochi, manga ed anime. Come videogiocatore nasce sul Nintendo 64, Il suo primo videogioco? Super Mario 64. Col passare del tempo si è unito alla famiglia delle console di casa Sony e adora in particolare i videogiochi di produzione giapponese, ma grazie anche al suo spirito di cacciatore di trofei, prova interesse in ogni sfaccettatura del videogioco.