Sono solo. C’è poca luce, qui, e le pareti dei corridoi sembrano immergersi in un’oscurità senza fine. Non so come sono finito in questo posto, né se qualcuno mi ci ha portato contro la mia volontà, ho un vuoto che offusca i miei ricordi. Ma so che non posso restare fermo, devo muovermi, trovare il modo di uscire da questo labirinto. Prima che siano loro a trovarmi. Perché, mi correggo, non sono esattamente da solo: sono l’unico essere vivente fra queste mura, per la precisione, ma ci sono altre creature insieme a me. Spiriti. apparizioni, fantasmi, chiamatele come volete, echi di un mondo oltre ogni umana comprensione. E, mentre io cerco disperatamente una via di fuga, loro cercano me. Lenti. Inesorabili. Devo essere più scaltro di loro, affrettare il passo, e pregare che le briciole di lucidità mentale cui mi sto aggrappando riescano a sostenermi fino alla fine.
Quella che avete appena letto è la descrizione, forse un pelo romanzata, di Pac-Man. Come dite, pensavate che vi avrei parlato del titolo oggetto di questa recensione? Beh, in un certo senso è così, perché le premesse di Shadow Corridor (adattamento letterale del titolo originale, Kagero) sono curiosamente simili al capolavoro senza tempo di Toru Iwatani: traendo ispirazione dal folklore giapponese, il gioco ci costringe a visitare una serie di dedali generati in maniera casuale, gremiti di spettri ostili che sfoggiano inquietanti maschere da teatro Noh ma anche di oggetti che ci forniranno bonus sia attivi che passivi. Shadow Corridor nasce da un’idea di Kazuki Shiroma, che l’ha rilasciato in origine su PC come freeware e poi pubblicato su Steam in una versione potenziata, riveduta e corretta ad un prezzo assolutamente accessibile: il talentuoso sviluppatore ha concretizzato il progetto con le sue sole forze, ed ha continuato a lavorarci aggiungendo contenuti sempre nuovi, fino a raggiungere gli store digitali di Sony e Nintendo con un porting per le loro rispettive console. Oggi, NIS America adatta il gioco in inglese per Switch, mentre la versione PS4 resta purtroppo confinata al solo mercato nipponico, e la integra con il suo sistema di comando giroscopico e tutti gli extra aggiunti nel tempo su PC, integrando una modalità supplementare che capovolge la situazione e ci permette di interpretare i malefici fantasmi che devono localizzare e uccidere il temerario protagonista. Ho saggiato con mano la conversione giusto in tempo per Halloween, e vi anticipo che il mio budget mensile riservato alle mutande è più che triplicato…
Shadow Corridor: il vicolo in cui mi trovavo un attimo prima non c’era più
Come anticipato, Shadow Corridor è un titolo dal budget estremamente ridotto, e questo certamente si nota nella presentazione. Le texture e le movenze dei mostri svolgono il loro lavoro abbastanza bene, ma non c’è nulla che considererei memorabile. La qualità delle animazioni è un po’ altalenante: a volte sono davvero pregevoli, in alcuni frangenti oserei dire che aggiungono ulteriore angoscia a circostanze già inquietanti per conto loro, mentre altre riescono soltanto a dare una vaga idea del modo in cui certe creature dovrebbero muoversi, ma il risultato finale lascia molto a desiderare. Ma la presentazione raggiunge la sua vetta più alta nell’estetica: la mitologia giapponese è un tema che viene sfruttato pochissimo nei giochi horror, a parte alcune apprezzabili eccezioni come la saga di Project Zero/Fatal Frame, ma qui l’aspetto visivo nel complesso fornisce al gioco un’atmosfera meravigliosamente oppressiva. Nonostante la mancanza di competenze tecniche approfondite, la direzione artistica in alcune scene mi ha proprio stupito, riuscendo a trasformare alcune partite in un’esperienza oltremodo agghiacciante.
Anche il comparto sonoro soffre un po’ di questa natura ambivalente: certe scelte si rivelano straordinariamente evocative, come ad esempio il fragoroso scalpiccio di una certa apparizione a proposito della quale non vi rivelerò altro, mentre altre, come i suoi ambientali di sottofondo, vengono rovinati dal punto di ripetizione del loop che, dopo qualche ora, risulta abbastanza netto e smorza un po’ l’atmosfera. Nell’insieme, tuttavia, l’acustica è ottima, gli spunti sonori per i diversi tipi di nemici sono coerenti e utili, e l’audio direzionale funziona molto bene. Giocare questo gioco con un auricolare è un must assoluto.
Ti lascerò compiere una scelta, devi decidere il tuo destino
Per nostra fortuna, Shadow Corridor è molto povero di jump scares scriptati: beninteso, è chiaro che un gran numero di elementi di gameplay è stato pensato per indurre un senso di terrore e inquietudine, ma l’autore ha avuto l’accortezza di non inserire spaventi gratuiti e ingiustificati… posso assicurarvi che i momenti di terrore saranno genuini e ben integrati con le meccaniche del gioco. Queste ultime, chiaramente, si prestano bene al genere horror: gli spettri sono una minaccia che va e viene a ondate, e raramente rimangono nei paraggi per un lungo periodo di tempo. Ciò instaura un’alternanza di tensione e tranquillità mentre si attende che i nemici passino, e venire inseguiti da uno spirito che ci ha individuati è un’esperienza da cardiopalma. Non ci sono modi per sconfiggere i nemici, ma è possibile difendersi utilizzando una serie di stratagemmi, come stordire le apparizioni con il flash della fotocamera o lanciare petardi per distrarle, oppure respingere quelle più deboli. Le ambientazioni mescolano sezioni illuminate ad altre buie come la pece, perciò dovremo studiare bene i dintorni per capire quando poterci nascondere e quando invece correre per non restare troppo tempo in bella vista, mantenendo l’azione sempre fresca e visivamente interessante. I labirinti generati dal caso vengono anche interrotti da ambienti ben definiti che non cambiano tra una partita e l’altra, il che aiuta a costruire una certa familiarità. Nel complesso, Shiroma ha svolto un ottimo lavoro con il ritmo classico degli horror che avvicenda periodi calmi a sequenze frenetiche.
Di base, in Shadow Corridor saremo impegnati in una furtiva caccia al tesoro, alla costante ricerca di oggetti mentre tentiamo di restare al di fuori del campo visivo degli avversari. Non c’è niente di sbagliato in una simile premessa, ma di per sé non è nemmeno qualcosa di troppo coinvolgente. Tuttavia, il titolo compensa questa potenziale mediocrità con meccaniche decisamente robuste: la casualità dei livelli mescolata con contenuti originali mantiene viva l’attenzione del giocatore, e ogni nemico ha un metodo diverso per essere superato o aggirato. Ci sono molti oggetti che danno al nostro personaggio dei potenziamenti o ci consentono di migliorare le nostre capacità esplorative, e vi assicuro che ne avrete davvero bisogno. La difficoltà è decisamente elevata, i mostri sono implacabili e, se venite individuati, è probabile che morirete. Ad ogni modo, morire non significa sempre la fine della partita, in quanto è possibile spendere un certo tipo di oggetti collezionabili, i magatama, per resuscitare all’inizio del livello – ma questo significa che la prossima volta dovremo spingerci ancora più in profondità per trovarne altri, in quanto avremo bisogno di cinque di questi cimeli per concludere con successo il nostro pellegrinaggio. Come la sua controparte per PC, l’ottimizzazione di Shadow Corridor lascia abbastanza a desiderare anche su Nintendo Switch, e qualche blocco occasionale ha rovinato alcune delle mie partite proprio quando pensavo di essere riuscito finalmente a sconfiggere con successo l’IA dei fantasmi. Tuttavia, vista la tendenza dell’autore a rilasciare aggiornamenti e ottimizzazioni continue, confido nel suo impegno per sistemare gli aspetti più grezzi della sua opera d’esordio. Di contro, alcuni ritocchi all’interfaccia, come la presenza di una minimappa nell’angolo in basso a sinistra dello schermo, sono decisamente encomiabili.
Piattaforme: Nintendo Switch
Sviluppatore: Kazuki Shiroma
Publisher: NIS America
La natura a basso costo di Shadow Corridor trapela da molti aspetti che compongono il gioco, dalla grafica alle animazioni. Malgrado ciò, Shiruma ha riversato nella sua opera una dedizione difficile da ritrovare in molte altre produzioni ben più costose e blasonate, e l’attenzione per i dettagli e per le meccaniche stealth, fra le migliori degli ultimi tempi grazie ai rischi e ai benefici che l’utilizzo di qualsiasi oggetto comporta mentre ci nascondiamo dagli spettri, meritano un profluvio di complimenti. Il prezzo contenuto e l’enorme quantitativo di ore necessario per sbloccare ogni singolo segreto lo rendono un titolo imperdibile per gli amanti del genere anche su Nintendo Switch.