Elden Ring Anteprima: una meravigliosa poesia autocelebrativa

Elden Ring

Al termine del suo consolato, nel 63 a.C., Marco Tullio Cicerone era al culmine della sua gloria politica. Era stato lui infatti a salvare lo stato romano dalla congiura di Catilina, con una serie di feroci orazioni che avevano smascherato il piano del suo rivale. Cicerone iniziò a desiderare una celebrazione degna di un tale successo, e per questo chiese a ben due poeti greci, Posidonio e Aulo Licinio Archia, di comporre un poema epico che narrasse le sue grandiose imprese. Di fronte però al netto rifiuto dei due, Cicerone, non ritenendo nessun altro all’altezza del compito, decise di fare da sé, e nel triste lustro dell’esilio da Roma (tra il 60 e il 55 a.C.) scrisse il De consulatu suo, un goffo e vanaglorioso poema autocelebrativo. Ma se l’autocelebrazione ciceroniana non ha avuto sicuramente l’esito sperato, esistono dei casi in cui un’opera autocelebrativa può riuscire a toccare vette artistiche sublimi. E a dimostrarlo è stata From Software, che ha presentato il primo gameplay ufficiale di Elden Ring.

Probabilmente uno dei giochi più attesi nell’intera storia videoludica, Elden Ring era stato presentato, fin dal suo annuncio all’E3 del 2019, come un vero e proprio kolossal. Ideato dal genio di Hidetaka Miyazaki, già padre della saga dei Souls, il titolo è stato sviluppato in collaborazione con un autore del calibro di George R.R. Martin, con lo scopo, se non proprio dichiarato, almeno abbastanza palese, di diventare il gioiello della corona di From. Un vero e proprio poema autocelebrativo, all’interno del quale il celebre developer giapponese ha infuso tutta la sua anima, la sua essenza, plasmando (come ci ha dimostrato il gameplay) un titolo davvero a sua immagine e somiglianza. E non c’è mai stata una poesia autocelebrativa più magnifica e strardinaria di questa.

Elden Ring

Elden Ring: c’è la storia di From Software dentro

La lunghissima attesa che aveva preceduto l’esordio del primissimo trailer di Elden Ring aveva anche massimizzato le aspettative nei confronti di un titolo che i fan dei Souls bramavano come l’acqua nel deserto. Tra leak mai abbastanza esaustivi e continui rinvii, l’hype era salito alle stelle prima del trailer ufficiale al Summer Game Fest 2021. Fin da quell’occasione era stato chiaro (l’avevamo notato anche in quella primissima anteprima) quanto From Software avesse voluto imprimere, in modo indelebile e riconoscibile, tutti i segni distintivi del proprio lavoro all’interno del titolo.

Elden Ring è la grande e definitiva sintesi di tutti i capolavori di oltre trent’anni di esperienza nell’industria videoluidica e nel settore degli action-RPG. Erede spirituale ed evoluzione naturale di Dark Souls, il gioco dimostra di avere un gameplay discretamente punitivo (anche se non eccessivamente), ricchissimo inoltre di oggetti da raccogliere, di armi sempre diverse e sempre più letali da scovare, con un inventario ampio e una customizzazione del personaggio molto profonda. Allo stesso tempo non possono non balzare agli occhi i dettagli e le meccaniche ereditati da Sekiro Shadow Die Twice, soprattutto nei combattimenti e nella componente stealth, così come l’influenza di Bloodborne. Insomma, le parti migliori di tutti i più grandi capolavori della storia di From unite in un insieme armonico e fluido.

In Elden Ring non manca nulla di ciò che ci si aspetterebbe di trovare in un gioco From Software, dagli scheletri che si rianimano agli ambienti decadenti, punteggiati di rovine e distruzione, fino ai boss deformi e spaventosi, dotati di troppi arti malposizionati e di poteri mostruosi, così come di pattern di combattimento ampi, variegati e devastanti. Allo stesso tempo però non si può certo dire che il titolo rinunci completamente alla novità.

Diceva il vero infatti Miyazaki, quando affermava che i fan non avrebbero dovuto aspettarsi un open-world classico. Lo sconfinato mondo di Elden Ring è come un ordito sul quale si intesse una trama inestricabile di dungeon multilivello, collegati tra loro, accessibili da più entrate, e percorribili su più strade. Un mondo dove non esiste un modo giusto di avanzare, dove sarà fondamentale utilizzare i marcatori di posizione per potersi orientare e dove, soprattutto, non sembrano esserci città o luoghi sicuri nei quali rifugiarsi. Ci sono solo rovine e dungeon in questo spettacolare mondo fantasy, dove l’unica possibilità di riposo sembra essere rappresentata dai Siti di Grazia sparsi per il mondo.

Un’altra novità sarà rappresentata dalla possibilità di combattere a cavallo, come dimostrano le spettacolari immagini dello scontro con un dragone, mentre altri elementi del battle system vengono direttamente da Dark Souls III. Tra questi sicuramente i più spettacolari sono le abilità delle armi, la possibilità di evocare degli spiriti per combattere insieme contro i nemici, e ovviamente la funzionalità multiplayer. Sarà infatti possibile affrontare le complesse boss fight di Elden Ring anche in due, mettendo a segno impressionanti combinazioni di colpi mortali e abilità.

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Elden Ring: il mondo è meno oscuro

Nonostante gli oltre 15 minuti di gameplay, anche questo nuovo video è stato abbastanza avaro di dettagli sulla storia di Elden Ring. Per quanto la longevità attesa di oltre trenta ore di gioco lasci immaginare una trama complessa e involuta, ci sono ancora pochissimi elementi per dire qualcosa a riguardo. In mancanza di questi, l’attenzione non può che concentrarsi sulla spettacolare resa tecnica del gioco.

A livello di grafica, Elden Ring sembra puntare (come la maggior parte delle produzioni di nuova generazione) a un fotorealismo sempre più marcato in tutte le sequenze e non solo nelle cut-scene. Le animazioni (anche quelle dei volti più mostruosi e deformi) sono sempre più fluide e naturali, tanto da regalarci dei combattimenti che sembrano veri. I movimenti del nostro protagonista, così come quelli dei nostri nemici, sono precisi quasi al millimetro, con risultati coreografici davvero spettacolari.

Ma sicuramente l’aspetto più impressionante del titolo a livello grafico è la resa degli ambienti. Dettagliati in modo maniacale, i paesaggi di questo open world praticamente sconfinato sono assolutamente perfetti e, fatto abbastanza strano trattandosi di una produzione From Software, circonfusi da un particolare alone luminoso. A differenza dei vari Souls, così come di Bloodborne e di Sekiro, tutti caratterizzati da atmosfere caliginose, crepuscolari e oscure, Elden Ring pare avere una tavolozza di colori più brillante, luminosa, quasi calda. Forse è merito degli Yggdrasil che crescono rigogliosi e luminosi a inondare di luce questo mondo punteggiato di rovine e mostruosità. Tuttavia sarebbe un errore pensare che Elden Ring si svolga in un’atmosfera limpida e festosa.

Le condizioni atmosferiche del mondo cambiano rapidamente: la bruma, la nebbia, le nuvole cariche di pioggia possono arrivare da un momento all’altro a oscurare il cielo. E ovviamente le stanze e i sotterranei sono pervasi da una opprimente oscurità almeno tanto quanto sono carichi di pericoli e mostri pronti ad uccidervi sbucando da un angolo cieco.

Elden Ring

Pochi trascurabili difetti

Ovviamente la perfezione non è propria degli esseri umani, né delle loro opere. Per questo nemmeno Elden Ring è esente da piccoli difetti. Eppure si tratta di aspetti talmente piccoli e trascurabili da poter tranquillamente affermare che From Software e Bandai Namco stiano affettivamente rasentando il concetto di perfezione.

Tuttavia è impossibile non notare come, dopo alcuni attacchi particolarmente potenti del boss di turno, le rocce e le aree di terreno devastate dal colpo tornino come nuove pochi istanti dopo. Una piccola incongruenza (tipica tra l’altro di moltissimi rappresentanti del genere action-RPG) che però guasta un po’ quella sensazione di straordinario realismo e veridicità che il resto delle animazioni del gioco riesce a trasmettere (per quanto possa essere realistico combattere contro un dragone evocando frecce di luce magica).

Allo stesso modo è davvero un neo microscopico il fatto che le musiche, composte di nuovo dall’autrice delle colonne sonore dei Souls, Yuka Kitamura, ricalchino in maniera abbastanza palese proprio quelle di Dark Souls III. Potrebbe sembrare un peccato di poca fantasia, ma, parafrasando lo psicanalista Barry Magid, “se non è rotto, non aggiustarlo”.

Piattaforme: PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X e S, PC

Sviluppatore: From Software

Publisher: Bandai Namco

Data d’uscita: 25 febbraio 2022

Insomma, Elden Ring  è senza ombra di dubbio il progetto più ambizioso a cui From Software abbia mai messo mano, ma allo stesso tempo è un meraviglioso e magniloquente atto d’amore della compagnia nei confronti di se stessa, una gloriosa poetica autocelebrativa, che riunisce insieme tutto ciò che di bello e buono Miyazaki e i suoi sono stati in grado di creare. Un titolo da aggettivi superlativi dunque, uno di quelli che sembrano essere destinati a scrivere il proprio nome nella storia videoludica, la vetta più alta di un genere intero. Il Senzaluce rimarrà negli annali.