GTA The Trilogy Definitive Edition Recensione: tre classici restaurati su Switch

Grand Theft Auto The Trilogy

Ci sono titoli che rimangono indelebili nella memoria dei videogiocatori. Chi è cresciuto con una PlayStation 2 nei primi anni 2000 conosce perfettamente la serie di Grand Theft Auto di Rockstar Games, capace di catturare una vasta platea di videogiocatori in un contesto urbano, criminale e soprattutto libero. Gli episodi storici in tre dimensioni più acclamati sono tornati in una versione rimasterizzata all’interno della GTA The Trilogy Definitive Edition, per esteso Grand Theft Auto: The Trilogy – The Definitive Edition, contenente GTA III (2001), GTA Vice City (2002) e GTA San Andreas (2004), rilasciata per tutti i sistemi di attuale generazione, inclusa Nintendo Switch, versione che abbiamo testato a fondo.

Storicamente parlando, l’importanza della serie di Rockstar Games all’interno del panorama è cosa nota, portando su home console una libertà d’azione verosimile invidiabile capace di immergere il giocatore all’interno di contesti non adatti ai minori sotto diversi punti di vista, scatenando indignazione e critiche dei media tradizionali in più di un’occasione data la sua diffusione soprattutto negli anni recenti. Oggi tuttavia, non approfondiremo il valore storico di Grand Theft Auto, bensì della riproposizione grafica e tecnica dei suoi capitoli più amati. Sarà riuscita Grove Street Games, software house a cui è stato affidato il progetto in occasione dei venti anni dal lancio di GTA III, a farci tornare in quelle strade tanto amate con del valore ludico ed estetico aggiunto e nostalgia ritrovata? Scopritelo nella nostra recensione.

GTA The Trilogy Definitive Edition: una storia infinita

Ogni capitolo ha la sua peculiare storia, con i propri contesti e spazi, anche se un filo comune lega le narrazioni delle produzioni: la criminalità. Ogni protagonista che impersoneremo ha una sua storia e un suo modo di essere, ma rivediamo con ordine i contesti urbani che hanno segnato la tridimensionalità di uno dei brand più redditizi al mondo.

Nel primo GTA tridimensionale della serie, ovvero Grand Theft Auto III, impersoneremo Claude, un criminale che verrà ferito durante una rapina dalla complice Catalina e che lo abbandonerà alla polizia di Liberty City. Durante il trasporto, un attentato permetterà a Claude di scappare insieme ad un altro prigioniero, e da qui inizierà l’ascesa criminale del nostro protagonista, svolgendo diversi incarichi nella gloriosa riproposizione fittizia di New York.

GTA The Trilogy Definitive Edition claude

Negli anni ’80, a Vice City, caricatura fittizia di Miami, Tommy Vercetti sarà coinvolto in una storia di tradimento e vendetta, tra spiagge tropicali e luci al neon, regno degli eccessi americani. Soldi e droga sono il fulcro della storia che vedrà Tommy alle prese con un impero criminale dalle grandi ambizioni, complice il periodo fiorente e il contesto stesso, dove le attività locali avranno un ruolo cruciale per la crescita degli interessi malavitosi.

Fuggito da Los Santos per poi tornare a casa, Carl “CJ” Johnson è un afroamericano membro di una gang locale, rivale dei Ballas, che si unirà ai suoi vecchi compagni dopo aver appreso della morte di sua madre e della frammentazione della banda di Grove Street. Carl deciderà di restare a Los Santos per riunire la famiglia e per regolare i conti con la banda rivale che uccise la madre, confrontandosi con la corruzione e una logorante guerra per il controllo della città.

GTA The Trilogy Definitive Edition CJ

Ogni capitolo della serie ha aggiunto qualche elemento al gameplay che ha impreziosito le varie uscite fino all’ultimo arrivato GTA V, ormai nel lontano 2013, e i primi capitoli non fanno eccezione, con San Andreas che ancora oggi rappresenta un punto distinto in termini di possibilità ludiche effettive per un mondo aperto. Da questo punto di vista, i tre titoli in questione sono esattamente come li ricordavamo, con qualche miglioria sul fronte dell’accessibilità, lasciandoci alle stesse vibrazioni positive dei primi anni 2000, che nonostante l’invecchiamento naturale si sono dimostrati dei titoli piuttosto godibili ancora oggi per la maggior parte del tempo di gioco, dove la massima libertà data al giocatore nell’esplorazione, scandita da missioni da completare segnate sulla vasta mappa urbana per progredire nella trama, contribuisce alla solidità dell’offerta.

Ricostruzione grafica, a quale costo?

Come è immaginabile, il fulcro della nostra recensione di GTA The Trilogy Definitive Edition verte sull’aspetto tecnico dell’opera di rimasterizzazione a cura del team di sviluppo, con risultati a nostro avviso da valutare singolarmente, poiché non è tutto oro quel che luccica, anche se gli intenti della produzione sono chiari già dai primi minuti: svecchiare le versioni originali senza snaturarle. Iniziamo col dire che l’interfaccia restaurata è a tutti gli effetti uno standard per i capitoli coinvolti, con mappa e mini-mappa stilisticamente univoche che migliorano la navigazione anche grazie al GPS in tempo reale, e un adattamento contemporaneo dei testi per una fruizione migliorata, anche dei sottotitoli.

Il sistema di mira delle armi da fuoco è sensibilmente migliorato, pescando da GTA V, snellendo una componente non troppo fluida e precisa all’epoca, che mantiene le stesse identiche meccaniche tra puntamento libero e assistito, ma ne rende più piacevole l’utilizzo, implementando anche la ruota delle armi di GTA V con relativo slow-motion, molto apprezzata per gli scontri a fuoco, aggiungendosi alla scelta sequenziale classica dell’arsenale. Rimanendo in tema armi, anche gli effetti degli spari guadagnano credibilità, e in generare tutti gli effetti speciali presenti all’epoca, come le fiamme generate dalle esplosioni dei veicoli. Questi ultimi non presentano grandi miglioramenti in fatto di controlli, dove i primi due giochi avevano uno sterzo molto diretto della vettura, e solo con San Andreas trovavano un sistema più complesso e verosimile. Molto utile è la possibilità di riavviare una missione appena fallita senza recarsi nuovamente nei luoghi segnalati sulla mappa per ripetere gli incarichi.

L’adattamento in Unreal Engine ha portato con sé un impatto estetico importante, che tuttavia non va molto d’accordo con la versione Nintendo Switch della trilogia. Abbiamo una ricostruzione di texture ambientali, strutture e modelli, con una risoluzione aumentata, che non sempre restituisce valore ai personaggi, ma in alcuni casi si dimostra pregevole, mentre il rinnovato sistema di luci avvalora i mondi di gioco, con ombre e riflessi decisamente da considerare. Anche gli effetti atmosferici guadagnano di credibilità, così come i terreni, l’acqua e ciò che si vede in cielo o all’orizzonte, che mostra più definizione e dettaglio che in passato.

Tutto ciò, però, deve fare i conti con un frame rate insufficiente e una conta poligonale che sulla ibrida Nintendo risulta alquanto scarna. Il gioco gira a 30 frame al secondo, che calano inesorabilmente verso i 20 quando ci si sposta da una zona all’altra, specialmente se a bordo di un mezzo, tanto da rendere la scena, sia in modalità portatile che dock, una delusione per gli occhi, a fronte di quanto buono fatto per l’ambiente a livello di ricostruzione, molto convincente in questo caso. Tale versione è afflitta anche da pop-up ambientali evidenti che non aiutano la scena e destabilizzano un’atmosfera potenzialmente attraente, specialmente se parliamo del lungomare di Vice City. A tratti anche la luminosità sembra non voler collaborare, con delle sezioni più scure del normale, anche se, rispetto al passato, cancellano i filtri peculiari delle città, rendendo la scena complessivamente più viva di colori, in cui tutti gli elementi a schermo sono ben distinguibili.

GTA The Trilogy Definitive Edition Vice City

Insieme alle texture rifatte, i nuovi dettagli tridimensionali e il fogliame migliorato contribuiscono senza dubbio al colpo d’occhio, che anche su Switch risulta buono, sebbene la risoluzione minore di rendering non permetta ai prodotti rimasterizzati di esprimere tutto il loro potenziale. Il fattore portabilità è sicuramente da tenere a mente, ma al costo di prestazioni irrisorie, date da un’ottimizzazione non proprio brillante. A tutto questo vanno aggiunti un cospicuo numero di bug non presenti nelle versioni originali che contornano le opere restaurate, nulla di critico per l’interezza della fruizione, ma puntiamo che vengano risolti con patch correttive.

Le cut-scene sono registicamente intatte, ma beneficiano del restyling e della ricostruzione generale, ottenendo valore aggiunto rispetto al passato, mentre a livello di gameplay abbiamo potuto notare delle cancellazioni anomale di alcune animazioni, che non presentano dei miglioramenti sperati ma qualche accortezza, anche se all’atto pratico i tre titoli risultano piacevoli da giocare nei loro controlli, invecchiando discretamente bene. La versione Nintendo Switch permette di utilizzare il touch screen per lo zoom, per muovere la visuale e per selezionare i menù, oltre che sfruttare il giroscopio per la mira, per delle chicche interessanti riservate ai possessori delle versioni della console ibrida Nintendo.

Sul fronte sonoro non abbiamo ravvisato cambianti di sorta, sottolineando la mancanza di qualche brano tratto dalle iconiche stazioni radio presenti nei giochi, anch’esse selezionabili attraverso la ruota utilizzata su GTA V, che anche qui si rivela interessante per una scelta più chiara. Concludiamo con l’inclusione degli obiettivi intrinsechi da raggiungere all’interno della collezione, supportata anche dall’integrazione del Social Club di Rockstar Games, e il mantenimento dei classici trucchi presenti nelle versioni originali per regalarvi nuovamente quel divertimento sfrenato di tanti anni fa eseguendo precise combinazioni di tasti, al costo della disattivazione degli obiettivi.

Piattaforme: PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X/S, Switch, PC

Sviluppatore: Grove Street Games

Publisher: Rockstar Games

La software house indipendente Grove Street Games porta sul mercato GTA The Trilogy Definitive Edition, una riproposizione di 3 titoli storici a mondo aperto con note positive e negative. Da una parte troviamo una ricostruzione estetica coerente con lo stile originale e delle funzionalità a livello di gioco interessanti che non snaturano ma migliorano i prodotti, mentre dall’altra un’ottimizzazione su Nintendo Switch davvero deludente, che mina la fruizione in più di un’occasione, risultando a conti fatti la versione più negativa tra le piattaforme di approdo della trilogia, che compensa con la portabilità delle tre esperienze in caso di esigenza. Certamente in alcuni frangenti si poteva far meglio nella ricostruzione, ma è indubbio che il lavoro del team di sviluppo non sia superficiale, bensì mirato al colpo d’occhio complessivo e allo svecchiamento delle meccaniche più rozze, e grazie ai numerosi accorgimenti ora è possibile fruire delle tre glorie ai giorni nostri senza dover ripescare necessariamente le esperienze native, a patto di tollerare il prezzo dell’offerta, che ideologicamente potrebbe far storcere qualche naso, soprattutto se il lavoro di ottimizzazione non è all’altezza del comparto grafico. Ci sentiamo di consigliare la trilogia su Nintendo Switch in caso di tremenda nostalgia e una fruizione prettamente in mobilità, poiché per una resa migliore sarebbe meglio optare per altri lidi.

VOTO: 6.5

Mirko è un appassionato di videogiochi sin dalla tenera età di 3 anni. Ama alla follia i platform 3D e i GDR, ma è un giocatore a tutto tondo. Grazie a una PlayStation e a un Mega Drive, il mondo per lui si è fatto dinamico fin da subito grazie a un irriverente marsupiale arancione e a un velocissimo porcospino blu. Cresciuto credendo che il cuore sia la propria chiave guida, ritiene che il videogioco sia la quintessenza dell’intrattenimento e materia dall’alto potenziale costruttivo.

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