Life is Strange: True Colors Recensione: vita stramba da tasca

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Life is Strange True Colors debutta anche sull’ammiraglia ibrida della casa di Kyoto, dopo il buon successo ottenuto sulle altre piattaforme casalinghe. La serie si conferma come un punto di riferimento per gli amanti della narrazione episodica che, dall’uscita del primo capitolo, datato oltre sei anni fa, si sono appassionati a questa avventura dai toni garbati, affascinante e coinvolgente come un libro, sfogliato lentamente, nelle romantiche notti fredde di luna piena, accanto ad un caldo camino nel salotto di casa. Riscopriamo insieme questo nuovo episodio della saga, che si può oltretutto infilare nelle tasche dei pantaloni e giocare sotto un albero mentre cadono le foglie.

La saga, quattro avventure per me possono bastare

Con l’inevitabile incipit di battistiana memoria, facciamo un piccolo passo indietro alle origini della serie. Ed atterriamo nel vicino 2015, anno in cui debutta per la prima volta sul mercato il primo Life is Strange, una Avventura Grafica a tema fantascientifico, per quanto differente in molti punti chiave del gameplay dai classici Punta & Clicca anni novanta, che ottiene un buon successo di pubblico e critica. L’enorme fascino magnetico del titolo lo rende immediatamente un classico moderno. Del resto la sapiente direzione artistica e di development di Raoul Barbet e Michel Koch, persone chiave dello sviluppatore francese Dontnod Entertainment, si fa sentire, e l’avventura sprizza qualità da tutti i pori. Il team d’oltralpe si è fatto notare con l’interessante Remember Me, titolo del 2013 per PS3, Xbox 360 e PC Windows. Lo studio, peraltro, sceglie una bizzarra distribuzione episodica, che altro non fa che aumentare il desiderio di vedere come continua l’avventura da parte di chi inizia a giocarci. Due anni dopo è il turno di un prequel, Life is Strange: Before the Storm, sempre episodico e spalmato su tre diversi capitoli, ma sviluppato stavolta negli Stati Uniti da Deck Nine Games, nuova società nata dalle ceneri di Idol Minds, sviluppatore attivo fin dai tempi della prima PlayStation. La serie non si fa mancare nemmeno uno spin-off, l’interessante Le fantastiche avventure di Captain Spirit, AG free to play, con l’innovativa caratteristica di poter alterare la narrazione del sequel, se installata nella stessa macchina. Bisogna infatti aspettare il 2018 per avere un vero sequel, ovvero Life is Strange 2, diviso nuovamente in cinque capitoli, e sviluppato nuovamente dallo studio francese, ma pubblicato da Square-Enix. Se avete amato il Prequel, buone notizie per voi, perché é di nuovo all’opera il team statunitense per questo nuovo spumeggiante episodio, Life is Strange True Colors, che dopo essere uscito nel mese di settembre di quest’anno per PC Windows, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X/S e Google Stadia, che abbiamo recensito in questa pagina, sbarca finalmente su Nintendo Switch, dove disponibile dal 7 dicembre. Un perfetto regalo di Natale, a quanto pare.

Life is Strange True Colors: gameplay che vince non si cambia

La saga ha sempre avuto un gameplay molto rifinito e riconoscibile, e cambiarlo sarebbe un azzardo veramente folle, consapevole di ciò Deck Nine Games, sotto la sapiente direzione di Zak Garriss, opta per la riproposizione in toto di tutti gli elementi chiave dei precedenti titoli, cercando di andare a stimolare le emozioni dei giocatori, da sempre punto forte della saga stessa. La componente narrativa, molto curata e ben scritta, ci introduce in una storia completamente nuova, mettendoci nei panni di una ragazza dal taglio di capelli corto e sbarazzino, ma dal passato doloroso, ovvero Alex Chen, che, pur giovane, ha trascorso gli anni dell’infanzia tra adozioni temporanee e orfanotrofi, lontana dal fratello di sangue Gabe, che sogna di riabbracciare. Il fatto avviene, finalmente, in una piccola città dello stato del Colorado, peraltro reale sede dello sviluppatore, dove il piccolo Gabe ha decisamente messo radici stabili, costruendosi attorno a se un microcosmo emozionale di legami e persone. Si, la vita è strana, ma ad Haven Springs, a volte, è anche bella. Quello che colpisce subito il giocatore, ma viene quasi voglia di chiamarlo lettore, perché davvero pare di essere tra le pagine di un libro stampato, è la narrazione corale. Life is Strange True Colors non dedica infatti il comparto narrativo alla sola Alex, primadonna dell’avventura, ma ripartisce sapientemente lo spazio delle sue pagine tra tutti i personaggi, mettendo quasi la città al centro di tutto. Una scrittura di tipo kinghiano, dove Derry, la città del romanzo IT, assieme al Club dei Perdenti, era la vera protagonista. Nonostante questo non manca il tempo per l’introspezione psicologica di tutti i comprimari, caratterizzati emotivamente molto bene. Eppure Haven Springs resta il vero centro del gioco. Esplorare questa piccola, affasciante e misteriosa città è il vero fulcro del gameplay dinamico. Per farlo abbiamo una funzionale mappa che ci permette di spostarci da un punto saliente all’altro, scoprendo pian piano gli oscuri segreti del passato della cittadina, sullo stile di Twin Peaks, del Maestro David Lynch. L’elemento fantastico è costituito dal potere della protagonista, che, similmente alla serie TV cult Misfits, le permette di tornare indietro nel tempo, nonostante Alex viva questo potere come una maledizione malvagia, poiché ad ogni viaggio temporale anche le emozioni delle altre persone prendono il sopravvento nel suo cervello, rischiando spesso di farla impazzire. Questo elemento ricorda da vicino anche un’altra serie TV I, Zombie, in cui, nutrendosi dei cervelli dei defunti, una ragazza morta, ma non troppo, riviveva le emozioni altrui. Ad ogni emozione è associato uno specifico colore, cosa che da anche il titolo all’avventura stessa, ed il colore di turno è anche un importante indizio di come vada condotto e gestito il flusso temporale di turno. L’avventura è scritta in maniera molto brillante e coinvolgente, con ben cinque scrittori che lavorano su trama e testi, ovvero Jonathan Zimmerman, Felice Kuan, Ryan Clements, Mallory Littleton e Deandra Fallon Warrick.

Life is Strange True Colors: l’importanza della scelta

In tutta Life is Strange True Colors l’azione più caratterizzante sarà sempre e solo una, compiere una scelta, ognuna di queste scelte andrà ad influenzare la strada da intraprendere a livello narrativo. E come ben sappiamo, ogni strada percorsa in seguito alla sua scelta si rivelerà giusta o sbagliata solo ala fine. Non è possibile sapere l’esito della scelta fino a che non si arriva alla fine del cammino. Parimenti all’intera vita umana, del resto. Cosa sarebbe successo se avessimo corteggiato quella ragazza bionda a liceo piuttosto che la mora? E se ci fossimo sposati con la ragazza dei nostri sogni invece di veder buttato tutto all’aria per futili capricci? Si, esattamente quel genere di narrativa ipotetica mutuato dalla Letteratura Ucronica, ovvero il classico incipit “cosa sarebbe successo se” o “what would have happened if” se amate leggere nella lingua di Albione. L’ucronìa può avere risvolti inaspettati che fanno decisamente riflettere. Uno dei viaggi temporali più emozionante è quello che riguarda il rapporto tra Alex e Gabe, indubbiamente, anche se grande importanza riveste anche la storia di Ryan, amico del cuore di quest’ultimo, ma vivere i ricordi dei vari protagonisti lascia parecchie emozioni dentro, per il giocatore che si appassiona ed apre il suo cuore alla narrazione. Oltre ai nuovi protagonisti spicca il ritorno di Steph, la ragazza vista nello spin-off, che ha un interessante rapporto con Gabe, e che fa da ottimo collante narrativo per la continuità della saga. Scelte, dicevamo. E starà proprio a noi decidere se tra Ryan e Steph dovrà scattare l’amore o solo una tenera amicizia. La meccanica delle scelte aumenta, peraltro, anche la giocabilità, ed è un vero piacere vedere come si evolve la storia a seconda delle nostre indicazioni. Per completare il gioco ci vogliono circa dodici ore, ma, ne siamo sicuri, ci tornerete ben più di una volta, per vedere l’ IF differente derivato dall’una o l’altra scelta. Una grossa novità rispetto al passato è il fatto di poter gustare tutti e cinque i capitoli in cui è divisa l’opera tutti d’un fiato, grazie al rilascio contemporaneo e non più episodico. Se amate aspettare e l’hype, questo forse vi parrà un difetto. Accanto al punto forte del gioco, ovvero l’ovvia componente narrativa, abbiamo poi un altrettanto valido comparto audiovisivo.

Il gioco offre un doppiaggio in inglese delle voci, con sottotitoli in italiano. Tutte le location del gioco sono realizzate ottimamente, e il motore grafico, l’inossidabile ed onnipresente Unreal Engine 4, è ben sfruttato. I designer Christopher Sica e Chris Floyd hanno svolto un lavoro superbo.  Le caratteristiche rurali della città sono affascinanti, ed alcuni ambienti, come il pub della vecchia Lanterna Nera, sembrano realmente vivi, caldi ed accoglienti. Molto buoni i modelli poligonali dei protagonisti ed anche le loro espressioni facciali, importanti in un gioco emozionale come questo. L’impostazione con visuale in terza persona, da alcuni criticata, ma sicuramente funzionale al gameplay, permette di poter ammirare maggiormente il buon lavoro di charachter design dello studio. Una citazione di merito per l’eccezionale colonna sonora del gioco, che presenta brani cantati da artisti statunitensi di notevole fattura, come Phoebe Bridgers, Mxtoon, cantautrice che interpreta una struggente cover del brano Creep dei Radiohead, assieme alla talentuosa Gabrielle Aplin. La città di Haven Springs diventa viva e pulsante con queste note indimenticabili, e non vediamo l’ora di esplorare i suoi confini e, soprattutto, le menti dei suoi abitanti. Trovate il sito ufficiale dell’opera al seguente LINK.

Piattaforme: Switch, PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC

Sviluppatore: Deck Nine Games

Publisher: Square Enix

Life is Strange True Colors sbarca finalmente su Nintendo Switch, la versione da noi provata, con un’ottima conversione. Il nuovo episodio della splendida Avventura Grafica emozionale ideata dallo sviluppatore francese Dontnot è realizzato dal talentuoso studio statunitense Deck Nine Games e saprà coinvolgerci parecchio, grazie ad una trama interessante e ben scritta, stavolta da giocare tutta d’un fiato. Episodica si, ma con tutti e cinque i capitoli rilasciati in una volta sola. La narrazione ricca di emozioni e basata sulle scelte si accompagna ad una buona realizzazione grafica, basata su Unreal Engine, oltre ad una colonna sonora cantata da artisti statunitensi molto talentuosi. La cittadina rurale di Haven Springs ci aspetta, ed il pub della vecchia Lanterna Nera apre le sue accoglienti porte solo per noi.

VOTO: 7

Super Fabio Bros, al secolo Fabio D'Anna (ma non diteglielo: ancora soffre perché Facebook lo ha costretto a usare il suo vero nome), è un collezionista leggendario di videogiochi nonché super esperto di retrogaming. Ha organizzato due edizioni della mostra ARCHEOLUDICA ed è Responsabile della Collezione al museo VIGAMUS, ha collaborato con i portali specializzati Games Collection e Retrogaming History. Adora Super Mario, Pac-Man e le sue adorabili cagnoline. L'obiettivo finale della sua vita è possedere tutti e 2047 i modelli di PONG esistenti. Attualmente è a quota 69.... quindi augurategli lunga vita e prosperità.