Lo strabiliante 2022 videoludico sta entrando subito nel vivo, grazie a un mese di febbraio a dir poco pirotecnico, di cui il primo alfiere ĆØ sicuramente Dying Light 2 Stay Human. Il titolo di Techland, arrivato a distanza di ormai oltre quattro anni dallāannuncio e al seguito di uno sviluppo tormentato e travagliato, ĆØ senza ombra di dubbio uno dei prodotti più attesi di questāanno, al netto della perdita al timone del progetto di Chris Avallone, la cui assenza, comunque, si fa sentire e non poco in diverse circostanze. Dying Light 2 Stay Human, proprio a seguito della sua complicata gestazione, ĆØ un prodotto difficile da valutare: spettacolare, divertente e appagante da un lato ma non privo di alcune mancanze dallāaltro, per un risultato complessivo comunque più che convincente.
Del resto, cosƬ come con il primo capitolo, i ragazzi di Techland non hanno lāobiettivo di rivoluzionare il genere di riferimento, nĆ© tantomeno di creare un punto di rottura rispetto alla precedente produzione ma, anzi, questo secondo capitolo risulta proprio una sorta di versione migliorata e straordinariamente ampliata di quello arrivato su PlayStation 4 nellāormai ālontanoā 2015, che ha saputo stregare la platea e gli addetti ai lavori. Questo nuovo capitolo ĆØ finito però col rimanere per certi versi schiacciato non tanto dal complicato percorso di sviluppo quanto dalle enormi attese che portava con sĆ©, proprio grazie al grande successo ottenuto dal suo predecessore. Sia chiaro, siamo di fronte a un prodotto incredibilmente divertente da giocare, appagante da vivere e anche per lunghi tratti memorabile da vedere e da ascoltare, ma alla fine della corsa non riesce a infrangere la sua barriera qualitativa, risultando uno splendido action open world ma lontano da quello che sarebbe potuto diventare con uno sviluppo più omogeneo e meno turbolento. Se siete curiosi di approfondire la nostra disamina completa di Dying Light 2 Stay Human non vi resta che proseguire con la lettura della nostra recensione.
Dying Light 2 Stay Human: una lunga cavalcata verso la veritĆ
Prima di analizzare la struttura narrativa di questo Dying Light 2 Stay Human, ĆØ giusto fare una doverosa premessa. Il sequel dellāottimo Dying Light di Techland si piazza a livello cronologico ben venti anni dopo rispetto al sopracitato primo capitolo della serie, con ovvie conseguenze in termini di narrazione e gestione della storia stessa. Questa scelta, chiaramente, agevola chi ha saltato lāappuntamento con lāavventura di Kyle: pur con qualche importante riferimento alle vicende passate, infatti, Dying Light 2, grazie anche al cambio di location e al sensibile passaggio, lento e inesorabile, a una location diversa, martoriata dal peso degli anni e dagli effetti della pandemia, ĆØ un prodotto godibilissimo anche per i neofiti, che potrebbero apprezzare meno alcune situazioni ma che non avranno alcuna difficoltĆ nellāentrare in confidenza con lāecosistema narrativo e tematico del titolo di Techland. Subito dopo la splendida quanto angosciante cinematica iniziale, che ci fa un poā da presentazione e da introduzione a ciò che ci aspetta una volta indossati i panni del Pellegrino Aiden, il gioco ci catapulta subito nellāazione, a testimonianza di quanto, anche narrativamente parlando, tutta la produzione sia pervasa da una sana volontĆ di trascinare via il giocatore con un ritmo frenetico e che sembra non voler lasciare spazio nemmeno per respirare. Il protagonista della storia ĆØ dunque Aiden Caldwell uno dei Pellegrini, un giovane facente parte da una delle fazioni āumaneā presenti nel mondo di gioco, molto importanti e centrali a livello tematico e che prendono spunto un poā da produzioni come TWD e The 100 nella loro visione del mondo e nella conseguente gestione di ciò che ĆØ rimasto il mondo di gioco. Al netto del suo ruolo nella fazione sopracitata e della sua rilevanza sociale, la missione di Aiden ĆØ però ben chiara sin dallāinizio ed ĆØ estremamente personale: ritrovare la piccola Mia, la sua sorellina di cui non sa più nulla se non che, in qualche modo, ĆØ riuscita a sopravvivere allāorrore di un passato avvolto nellāoscuritĆ e nel terrore più totale.
Senza entrare nel dettaglio e con la volontĆ precisa di farvi scoprire tutti i dettagli in maniera squisitamente vergine e immacolata, vi basti sapere che il racconto vive proprio sotto questo aspetto di una classica struttura a flashback, una soluzione giĆ usata e abusata un poā a destra e a manca e che vuole aiutare a ricostruire le vicende del passato proprio dello stesso Aiden e della sua difficile infanzia, che avrĆ delle ripercussioni ovvie e tangibili anche sul presente e sul futuro, sia a livello tematico e narrativo sia proprio ludico. Aiden, infatti, vuole a tutti costi ricucire il doloroso strappo a cui ĆØ stato costretto a esporsi: vuole ritrovare sua sorella, e per farlo ĆØ disposto a praticamente tutto, anche allearsi con personaggi di ventura, incontrati durante il lungo percorso lungo le mura di Villador, una delle ultime cittĆ fortificate degli uomini, ancora in lotta contro la piaga che ha mutato gli esseri umani in zombie e che continua a flagellare il mondo con la presenza di creature sempre più minacciose e desiderose di seminare morte e distruzione.
In questo contesto si snoda una storia, al di lĆ delle vicende personali del protagonista, interessante e ben congegnata, con tante forze in gioco e con tanti spunti narrativi molto interessanti, impreziositi da un nutrito insieme di colpi di scena che rendono tutta la narrazione piacevole e affascinante per praticamente tutta la sua durata. Lungo la strada per perseguire i propri obiettivi Aiden ĆØ infatti chiamato a unirsi a una delle fazioni in gioco, ossia i Pacificatori o i Sopravvissuti, perennemente in lotta tra di loro a livello concettuale e tematico ma soprattutto in contrasto con gli spietati Rinnegati, desiderosi di seminare soltanto morte e terrore, appropriandosi in maniera poco ortodossa di quella che ĆØ la vita umana o ciò che ne resta, contestualizzandola in un mondo tanto oscuro e sepolcrale. Scegliere se ascoltare i desideri di rifondazione dei Pacifcatori o quelli di ordine dei Sopravvisuti ĆØ comunque uno step che narrativamente parlando non stravolge più di tanto la storia ed ĆØ proprio questo uno degli aspetti meno riusciti della produzione. Per quanto piacevole e mai noiosa, la narrazione sembra avere poco spazio per ārottureā narrative generate da quelle che sono le scelte del giocatore, in qualche modo sempre e comunque indirizzate verso una strada che sembra impossibile da ignorare. Al netto di tutto, ĆØ però doveroso ammettere che il racconto e anche la gestione del cast e dei suoi interpreti funziona e convince. La storia, come dicevamo, si lascia vivere tutta dāun fiato, specialmente quando ci si stacca dal filone narrativo principale e si decide di abbracciare tutto il blocco āsecondarioā, perfettamente in linea con la storia e, anzi, quasi necessario per conoscere veramente appieno il mondo di gioco. Se proprio volessimo trovare un pelo nellāuovo in tutta questa struttura, probabilmente, potrebbe essere quello relativo al villain principale, sicuramente ben caratterizzato ma in qualche modo meno ispirato di quanto ci saremmo aspettati. Non una mancanza di poco conto, certo, ma nemmeno niente che possa rovinare più di tanto un percorso narrativo sicuramente molto interessante, per quanto migliorabile.
Dying Light 2 Stay Human: un open world per tutti i gusti
Poco fa vi abbiamo accennato il discorso, per nulla marginale, sulla gestione e la progressione delle missioni allāinterno del gioco, divise come da tradizione in incarichi principali e secondari, focalizzandoci proprio sulla bontĆ di questāultimi in termini squisitamente narrativi. Ebbene, ĆØ giusto sottolineare quanto anche a livello ludico questi risultino incredibilmente entusiasmanti e avvincenti e aiutano non poco un gameplay che si dimostra sin dalle primissime battute intrigante, divertente e appagante, per quanto acerbo e singhiozzante sotto alcuni aspetti. Per analizzare bene il tutto ĆØ necessario ribadire un concetto giĆ abbastanza chiaro: Dying Light 2 ĆØ esattamente come il primo capitolo, ossia un open world con spiccate sfumature da RPG, ancor più marcate e rilevanti nellāeconomia della produzione che vuole migliorare ed espandere i suoi orizzonti strutturali e ludici e per diversi aspetti centra appieno lāobiettivo. In Dying Light 2 ĆØ fondamentale, sia per cimentarsi nellāavventura principale sia per portare a termine le attivitĆ secondarie o le varie sfide, tenere sempre sotto controllo lāinventario e la propria dotazione, ampiamente personalizzabile ma soprattutto crafatabile, cosƬ come gli elementi quali medicine e potenziamenti vari, i quali risultano spesso e volentieri decisivi per una corretta e più agevole progressione. Va da sĆ© che la raccolta di strumenti utili e materiali di prima necessitĆ diventa rapidamente un passaggio fondamentale nellāecosistema ludico del gioco, incanalando buona parte delle attenzioni verso un fattore preciso: lāesplorazione. Ć inutile girarci intorno: lāesplorazione dellāenorme struttura open-world coniata da Techland ĆØ uno degli aspetti più appaganti e intriganti della produzione e non poteva essere altrimenti, ma attenzione, perchĆ© oltre a pullulare di oggetti da raccogliere, piante per produrre pozioni e segreti da scoprire, il mondo di gioco ĆØ anche un minacciosissimo agglomerato di minacce, non per forza di cose, come vi abbiamo giĆ anticipato pocāanzi, provenienti dai redivivi.
Proprio a tal proposito diventa decisivo e centrale il ruolo del parkour, che come da tradizione della serie risulta un elemento imprescindibile proprio ai fini dellāesplorazione stessa, unāesplorazione che come dicevamo affonda le sue radici nella natura ancor più open world di questo sequel. Techland ha reso il nuovo Dying Light enorme, smisurato e variegato e proprio rapportandolo alla sua natura incredibilmente straripante di contenuti che il parkour diventa un qualcosa di praticamente obbligatorio da gestire e da vivere. In questo sequel le abilitĆ di Aiden nello scalare rapidamente muri, superfici e quantāaltro ĆØ stata resa ancor più massiccia dal team di sviluppo, che proprio in onore della rapiditĆ e della āfrenesiaā generale ha voluto rendere queste fasi ancor più semplici e spontanee, per quanto però non prive di alcune imprecisioni, generate soprattutto da una quantitĆ di animazioni non sempre a fuoco e da unāeccessiva āpesantezzaā di alcuni passaggi che più di una volta spezzano il ritmo generale ed espongono Aiden a pericoli tutto sommato evitabili. GiĆ , i pericoli. Fidatevi: sono tanti, sia di giorno sia, e soprattutto, di notte. Come da tradizione, infatti, il ciclo giorno/notte genera situazioni diverse sia a livello esplorativo sia a livello ludico, il che incide e non poco anche sulla progressione delle missioni, sia quelle principali ma soprattutto secondarie. Girovagare di giorno o di notte cambia la pericolositĆ e la tipologia di nemici sparsi per le mappe, con conseguenti ripercussioni su quella che ĆØ la gestione degli scontri stessi e della dotazione in proprio possesso. Dying Light 2 Stay Human pullula di nemici e sta proprio al giocatore decidere come e se affrontarli, se muoversi alla luce del giorno o se insediarsi senza paura nellāoscuritĆ della notte, che genera però un ulteriore nemico: se stessi. Senza entrare troppo nel dettaglio, vi diciamo soltanto che Aiden viene infettato a inizio gioco e le ripercussioni, sotto tutti i punti di vista, sono ben visibili sin da subito ma si evidenziano man mano, col passare delle ore di gioco. Scegliere come muoversi ĆØ quindi una chiave di lettura predominante nella gestione delle tante ore di gioco necessarie per completare lāavventura, a cui si aggiungono praticamente il triplo delle ore necessarie per completare tutte le attivitĆ che giĆ di primo acchito sembrano veramente soverchianti, sia per numero sia per densitĆ e varietĆ .
Scegli chi sei, rimani te stesso
Come giĆ detto poco sopra, questo Dying Light 2 Stay Human ha radici da GDR ben più marcate del suo predecessore e lo si capisce rapidamente. Aprendo il menù di gioco (ricordiamo che il gioco può essere affrontato in co-op con massimo quattro giocatori) ĆØ subito possibile appurare la presenza di diverse voci, che sin da subito lasciano comprendere cosa ci aspetta una volta iniziata lāavventura. Aiden ĆØ infatti equipaggiabile con tantissimi oggetti: corazza, braccia, mani e quantāaltro, oltre alla possibilitĆ di utilizzare āgioielliā con bonus diversi e che rendono la gestione dello stesso inventario uno step decisamente importante per il viaggio. A ciò, chiaramente, si aggiunge la gestione delle armi, come sempre tante (ma poco differenziate, a dire la veritĆ !) e che offrono al giocatore diversi approcci nel trucidare le orde nemiche. Vi diciamo però la veritĆ : cosƬ come nel primo capitolo, non preferirete mai unāarma a distanza (balestra ecc) ma andrete sempre a optare per una delle tanti armi corpo a corpo, oggettivamente sempre e comunque le più efficaci. Proprio facendo leva su questa convinzione, il team di sviluppo ha inserito alcune meccaniche proprio legate sia alle movenze di Aiden sia allāutilizzo degli attacchi corpo a corpo, il vero e proprio fulcro di un sistema di combattimento che, al netto delle novitĆ introdotte, si mantiene comunque molto tradizionale e semplicistico. Machete o mazza alla mano il tutto si riduce quasi sempre allāalternanza di parate e contrattacchi, ed ĆØ un peccato, perchĆ© questo vanifica in qualche modo la scelta degli sviluppatori di mettere a disposizione armi di raritĆ diversa, potenziabili attraverso un sistema di crafting anche piuttosto variegato ma che nel complesso risulta sempre un poā in qualche modo fine a se stesso. I limiti dellāimpiego delle armi e di conseguenza del combat system sono legati anche allāIA dei nemici, in particolare quelli umani. Se (e non ĆØ cosƬ) potrebbe risultare comprensibile la scarsa intelligenza tattica degli zombie, e anche delle creature più pericolose, a lasciarci un poā amareggiati ĆØ sicuramente la natura bellica degli avversari ancora in carne e ossa.
Questi ultimi sono risultati quasi sempre non in grado di risultare una vera minaccia, poichĆ© imbrigliati in una serie di movenze fin troppo ripetitive e scontate, che azzerano o comunque riducono fortemente il livello di sfida una volta iniziato uno scontro. Per quanto ci riguarda, combattere ĆØ certamente la fase meno divertente del gioco, ma non era sicuramente un mistero e non può risultare un elemento ānegativoā nella valutazione complessiva più di tanto. Dying Light 2, cosƬ come il suo predecessore, affonda le sue radici nellāesplorazione, nella sensazione di libertĆ e nel lasciarsi trasportare da un mondo di gioco ricco di possibilitĆ e di cose da fare. Tutto questo, comunque, tenendo bene a mente che la vena ruolistica del gioco si sente anche considerando la progressione stessa del buon protagonista, caratterizzata anche dalla presenza di un albero delle abilitĆ decisamente molto interessante e sfaccettato. Pur mancante di un pezzo rispetto a quello del primo capitolo, con lāattenzione generale che rimane fissata su due rami ben precisi: il combattimento e il parkour. Ci leviamo subito il dente: entrambi risultano fondamentali per proseguire in maniera più efficace, poichĆ© le varie abilitĆ sbloccabili sono quasi sempre importanti e in qualche modo ānecessarieā per le varie situazioni, specialmente nelle fasi più avanzate del gioco. A livello contenutistico, dunque, non possiamo assolutamente lamentarci del lavoro svolto da Techland, capace di espandere e migliorare il primo capitolo sotto praticamente ogni punto di vista, seppur con qualche piccola sbavatura che comunque abbiamo giĆ analizzato e portato alla luce.
Un comparto audiovisivo con tante luci e qualche ombra
Anche da un punto di vista strettamente tecnico e artistico, Dying Light 2 si presenta ai nastri di partenza con tante luci e qualche ombra, alcune di esse ingombranti e fastidiose. Se Villador ĆØ semplicemente splendida da vedere, coi panorami mozzafiato e con alcuni scorci a tratti impensabili, anche contestualizzando il tutto con lāoscuritĆ e la decadenza dellāinfausto 2036 che fa da sfondo al gioco, a lasciarci qualche dubbio ĆØ lāottimizzazione generale del prodotto, che in alcuni casi si espone a qualche lacuna a alcune mancanze difficili da ignorare. Va detto che Dying Light 2 offre al giocatore ben tre modalitĆ grafiche differenti (ci riferiamo alla versione PS5, da noi testata in fase di recensione grazie a un codice fornitoci dal publisher) le quali, come un poā da tradizione, permettono di scegliere tra la qualitĆ grafica, la fedeltĆ generale e le prestazioni. Come ormai da tradizione, abbiamo velocemente puntato a questāultima, scegliendo cosƬ di godere di un frame-rate maggiore, stabile sui 60 fps nella maggior parte dei casi, ma non perfettamente ancorato sui suoi standard. Nelle fasi più concitate e con più nemici a schermo, cosa che poi si verifica piuttosto spesso considerando la natura del gioco, il frame-rate infatti non risulta sempre solidissimo, generando alcuni segmenti di incertezza che possono risultare anche fatali, specialmente negli scontri con gli esseri umani piuttosto che con i redivivi, risultando invalidanti in diverse occasioni anche a livello di gameplay.
La domanda lecita, dunque, potrebbe essere perchĆ© non passare alla modalitĆ QualitĆ con il frame rate fisso a 30 fps? PerchĆ©, ovviamente, per un titolo del genere ĆØ sempre consigliabile prediligere la velocitĆ di aggiornamento, per quanto comunque ĆØ chiaro quanto con un target più alto in termini di risoluzione il gioco guadagni molto sotto il profilo dellāestetica e della resa finale, che rimane comunque di ottimo livello. A stupire, come dicevamo pocāanzi, sono infatti i giochi di luce, gli effetti sui particellari e la gestione della draw distance, semplicemente encomiabile in tutte le modalitĆ grafiche, che rendono il viaggio di Aiden un vero e proprio giubilo di passo in passo, al netto delle sbavare elencate ma anche quelle legate ad alcune texture meno curate e ad alcuni asset riciclicati, seppur in maniera comprensibile e mai invadente. Seppur comunque āmacchiatoā dai difetti sopracitati, ĆØ impossibile non elogiare il risultato complessivo dellāopera, che pur senza far gridare al miracolo offre comunque degli sprazzi qualitativi importanti e difficili da ignorare, specialmente se si prende come punto di riferimento principale la natura artistica piuttosto che tecnica della produzione. Il vastissimo mondo di gioco ĆØ infatti tanto bello quanto pericoloso e si lascia vivere intensamente, grazie anche al sontuoso lavoro sotto lāaspetto sonoro del gioco, sia per quanto riguarda il doppiaggio sia per quel che concerne la soundtrack che accompagna il viaggio nei meandri dei letali e spaventosi anfratti di Villador. Il cast di doppiatori si ĆØ comportato infatti egregiamente, sia quelli più importanti sia i comprimari, e i vari brani che accompagnano le varie sezioni del gioco sono senza mezzi termini spettacolari e stimolanti, capaci di spingere il giocatore a fare sempre di più una volta indossati i panni di Aiden. Molto buona ĆØ anche la traduzione italiana, con battute sempre molto a fuoco e con una buona gestione di lāHUD, personalizzabile e modificabile in base praticamente a ogni esigenza.
Piattaforme: Xbox Series X/S, PS4, PS5, Xbox One, Switch, PC
Sviluppatore: Techland
Publisher: Techland, Square Enix
Dying Light 2 Stay Human ĆØ un sublime action-rpg, per quanto però non sia riuscito a diventare quel prodotto ācrackā a cui sembrava ambire in origine. Il complesso percorso di sviluppo, lāabbandono di Avallone e in generale la voglia di āgiocare in casaā su alcuni aspetto ha fatto sƬ che alla fine della corsa sia stato confezionato un prodotto sƬ ottimo, ma non in grado di rappresentare un vero e proprio punto di rottura con il passato ma, anzi, che risulta in tutto e per tutto uno splendido more of the same. Sia chiaro, alcune cose funzionano meno bene, altre potevano essere gestite in maniera diversa e altre ancora ci hanno fatto schizzare estasiati dalla sedia, ma nel complesso non possiamo che consigliare il titolo a mani basse agli amanti sia del genere sia della serie, che sicuramente non rimpiangeranno lāacquisto, a patto però di chiudere un occhio sui problemi sopracitati e su qualche bug sporadico.