Il leitmotiv del viaggio è ormai ripreso con variazioni sul tema sempre più varie e variegate, nel mondo dei videogiochi. Ma tutto sta nell’approccio utilizzato al “classicone” del viaggio. Se poi il principale elemento protagonista non è una persona, ma un veicolo, e non stiamo parlando di racing-game, la cosa si fa ancora più interessante. Come vi anticipavamo poco tempo fa, l’1 marzo prossimo fa ufficialmente capolino sulle nostre console il nuovo lavoro del publisher Frontier Foundry e dello sviluppatore Okomotive: stiamo parlando di FAR Changing Tides, titolo già mostrato in precedenza al Pc Gaming Show che tratta di una suggestiva avventura ambientata perlopiù su di una nave, per raccontare in maniera alternativa e in perfetta soluzione di continuità con il precedente capitolo, FAR Lone Sails, il viaggio di un ragazzo e della sua nave verso una nuova casa. Abbiamo vissuto per voi questa avventura su PlayStation 5 e siamo pronti per raccontarvi, senza troppe rivelazioni e anticipazioni, com’è andata la nostra traversata tra mari in tempesta e rovine dimenticate dall’uomo.
FAR Changing Tides: un nuovo viaggio verso una nuova casa
Immersi totalmente in acque ignote, piene di relitti, edifici sommersi e resti di un mondo abbandonato. Rimane integro il fil rouge che collega la precedente storia di Lone Sails a Changing Tides, ma quanto sono effettivamente cambiate, o in via di cambiamento, le maree, come recita il titolo di questo secondo capitolo della saga? La storia dunque si apre con Toe, il ragazzino protagonista della vicenda, nonché proprietario della nostra caratteristica nave, appunto immerso in queste acque abbastanza oscure, presentandoci un panorama e una ambientazione decisamente diversa e molto più “detersa” rispetto a quella in cui ci siamo trovati nel precedente titolo. Dalle pianure arse e riarse, cosparse di polvere di Lone Sails, qui la navigazione è quasi del tutto puramente in acqua, anche se per raggiungere la nostra imbarcazione dovremo impiegare una piccola parte di introduzione del gioco. Qui infatti possiamo notare come ci dobbiamo destreggiare tra piccoli enigmi, non sempre facilmente risolvibili, per proseguire lungo il nostro percorso a scorrimento orizzontale e in 2.5D, al fine di arrivare a riportare alla luce l’imbarcazione che avevamo già conosciuto nel primo capitolo del franchise. Sempre in perfetta soluzione di continuità con il concept del precedente gioco, anche in FAR Changing Tides non esiste game over, punti esperienza o punti vita che possiamo perdere mentre saltiamo da altezze vertiginose o rimaniamo sommersi in acqua per lungo tempo. Niente di tutto questo: ancora una volta la nostra attenzione, e quella del team di sviluppo, si concentra proprio sulla pura esperienza di viaggio nel gioco in questione, dove tutti gli elementi secondari sono stati tolti per presentarci solo la linfa essenziale di questo gioco.
Piccoli uomini su una grande nave
In cosa consiste dunque il main focus del gameplay di FAR Changing Tides? Innanzitutto, la navigazione e l’esplorazione, elementi ancora una volta dominanti in questo titolo. Qualsiasi nostra azione viene compiuta al fine di regalarci una suggestiva avventura e un viaggio emozionante che vede come protagonista un ragazzo decisamente sproporzionato e minuscolo, rispetto sia alla sua imbarcazione, sia al mondo che lo circonda. Per dare infatti ulteriore spazio all’esplorazione e regalarci ampie zone di perlustrazione, da un lato possiamo godere di ampie vedute che ci consentono di vedere al meglio sia la rotta di navigazione della nostra barca, sia di contestualizzare al meglio i luoghi che dobbiamo esplorare e in cui ci attendono enigmi e piccoli puzzle da risolvere. Dall’altro lato però, non sempre le piccole dimensioni di Toe e di alcuni elementi essenziali alla risoluzione, come leve, tasti, oggetti da raccogliere e quant’altro, ci facilitano nel portare a termine il nostro compito. Ricordiamo però che possiamo sia ingrandire, sia rimpicciolire lo zoom della telecamera, che inquadrerà per la stragrande maggioranza del tempo l’ambientazione in orizzontale, suggerendo ancora una volta la linearità del cammino che dobbiamo percorrere.
Colonna sonora mozzafiato, domina incontrastata la natura
Non tutti gli enigmi saranno di facile risoluzione, così come non sempre sarà immediato e intuibile cosa dobbiamo fare per progredire nel gioco. Non sono rari infatti i momenti in cui dobbiamo fermarci e capire al meglio i passaggi da seguire, anche per via della totale assenza di tutorial, suggerimenti, scritte. Qualsiasi elemento verbale, scritto o orale che sia, così come la presenza umana è totalmente annullata, ancora una volta, nella produzione di Okomotive, che ci fa concentrare su un’esperienza di gioco totalmente rivolta al silenzio e all’assenza di linee dialogiche. Il comparto audio infatti ci regala sparuti effetti sonori legati a eventuali spostamenti di oggetti, e tracce tratte da una colonna sonora orchestrale che ci sa sorprendere ed emozionare anche in questo secondo capitolo della saga, riconfermandosi punta di diamante del gioco. La colonna sonora è infatti dinamica, ossia reagisce a ogni contesto e alle nostre azioni, amplificando i momenti chiave del gioco e rendendo ancora più intensa l’atmosfera. Abbiamo dunque sia dei crescendo e climax ascendenti alternati in un buon contraltare con momenti di serenità e riflessione, generati dalle scelte del giocatore. Accanto a questa meraviglia, non possiamo però notare la stessa cura nella risoluzione grafica, che ci porta talvolta a osservare glitch e bug soprattutto in fase di immersione subacquea e di esplorazione di alcuni edifici, con una latenza nella risposta da parte del motore grafico che cala nelle sue performance durante il nostro test della versione per PlayStation 5. Siamo però rimasti affascinati dalla cura artistica con cui sono stati disegnati i vari elementi naturali e artificiali in tutti i vari scenari di gioco che abbiamo esplorato, grazie ai quali abbiamo notato la dominazione incontrastata dell’ambiente naturale e la sua forza maestosa contro gli artefizi dell’uomo. Un messaggio ancora una volta ribadito dal team Okomotive, che non perde occasione di ricordare quali siano le vere forze potenti a questo mondo.
Piattaforme: Xbox Series X/S, Xbox One, PS4, PS5, PC, Switch
Sviluppatore: Okomotive
Publisher: Frontier Foundry
In conclusione, FAR Changing Tides ci regala un viaggio decisamente meditativo, che abbiamo saputo gustare assaporando tutte le nuances narrative e artistiche regalateci dal team Okomotive anche per questo secondo capitolo. Abbiamo affrontato ambienti naturali decisamente rinnovati e diversi rispetto al precedente titolo della saga, portando da un lato una novità nello storytelling, ma mantenendo dall’altro la tradizionale firma del team di sviluppo per quanto riguarda le tecniche di gameplay e il gusto originale nel comparto artistico e sonoro. Un gameplay non sempre di immediata comprensione, che inficia in parte lo scorrimento del gioco, ma che in generale mantiene alta la nostra attenzione in questa alternanza tra mondo sommerso e la superficie. Le sfide si fanno dunque ancora più difficili e impegnative, rendendo il gioco avvincente da un lato, ma con qualche impiccio tecnico dall’altro.