The Ascent Recensione: il cyberpunk non basta mai

The Ascent

Raramente è possibile mettere in discussione il fascino del cyberpunk senza infrangere amicizie storiche. Se tempo fa il genere era apprezzato solo da una ristretta nicchia di appassionati, negli ultimi anni – merito anche, sicuramente, del mondo videoludico – si è diffuso a vista d’occhio, fino a casi recentissimi come il ben noto Cyberpunk 2077 di CD Project Red (a proposito, volendo potete recuperarne la recensione sulle nostre pagine). Ora, perché vi stiamo dicendo questo? Ma perché The Ascent rientra perfettamente nella categoria, è ovvio. Pur con tutta una evidente differenziazione nella trama, nel gameplay e persino nella visuale (dimenticatevi la prima persona di Cyberpunk 2077). The Ascent, veramente, non è neppure nuovo come titolo: qualcuno potrebbe, in proposito, ricordarsi di averlo adocchiato già nell’estate del 2021 su PC. La novità è che ora arriva anche su PlayStation 5 (per la prima volta) anche con una serie di ottimizzazioni da tempo chieste dall’utenza. Vi raccontiamo la nostra esperienza nella recensione che segue.

The AscentLa storia di The Ascent: salutate la corporazione

È possibile che abbiate già una certa familiarità con le tematiche e i contesti cyberpunk. Se così non è, sappiate che il 99% delle volte al centro della narrazione vi è un futuro distopico estremamente sgradevole, in cui la differenziazione sociale ha raggiunto al parossismo: insomma, praticamente tutti sono infelici, e una minoranza di persone detiene il potere. In tutto questo, la tecnologia è ormai avanzatissima e ha portato all’ibridazione pressoché totale tra uomo e macchina; infine, ma questa è una variante opzionale, altre specie viventi (per esempio gli alieni) possono convivere con gli uomini sul nostro pianeta. Tutti gli aspetti sopra ricordati convivino in The Ascent, all’interno di un mix ben bilanciato, credibile e tutto sommato affascinante. I problemi sono altri, e non risiedono affatto nella caratterizzazione del mondo di gioco.

the Ascent Xbox Inside

Il fatto è che la storia di The Ascent è estremamente anonima. Vi sfidiamo ad affezionarvi al protagonista o ad uno qualsiasi dei personaggi secondari o NPC che incontrerà nel corso della sua avventura. A parte il contesto efficace, le risorse economiche del team di sviluppo certo non sono state investite per la scrittura, la regia e la narrativa. Il nostro bellimbusto (dovrete crearlo con un rapido e discretamente corposo tutorial) lavora proprio per la cooperativa che dà il nome al titolo, la The Ascent. Non spiccicherà una parola per l’intera avventura, quindi abituatevi da subito al suo mutismo selettivo; per la cronaca, se vi interessa, i titoli di coda possono essere raggiunti in circa 15 ore, che diventano 20 iniziando ad esplorare con un minimo di criterio il circondario. Ma torniamo alla trama: ad un certo punto, in un mondo complesso e problematico qual è già di suo quello in questione, la The Ascent fallisce. Qualcuno ha portato al tracollo la cooperativa. Chi? A voi risolvere il mistero.

Però attenzione, perché The Ascent era anche uno dei pochi punti fermi del mondo distopico proposto. Caduta la società, potremmo dire, caduti gli ultimi freni dell’intero contesto sociale: fazioni che impugnano le armi contro altre fazioni, tradimenti, intrighi, destabilizzazione sociale al completo. Anche in tutto ciò, e in molto altro, risiede il fascino della produzione. Effettivamente, a parte la narrativa molto fine a sé stessa e all’acqua di rose, il contesto funziona bene. È un piacere perdersi nelle città e nei dungeon “ad alta tecnologia” di The Ascent, tutti pensati e costruiti in modo molto credibile. In tutt’altra veste grafica, con tutt’altra prospettiva, secondo una direzione artistica assai personale (e forse a volte poco originale), The Ascent racconta un mondo come quello di Cyberpunk, spostando la focalizzazione. È un’esperienza sicuramente interessante, che non ci è dispiaciuta.

Gameplay, e gli analogici vanno a fuoco

Cominciamo dalle “parolacce”, così ci togliamo il pensiero: The Ascent è un action-RPG dalle meccaniche twin-stick shooter. E va bene, direte voi, viviamo in Italia ma ormai va così, di italiani restano soltanto gli abitanti, neppure i termini lessicali. La colpa non è certo nostra, ma possiamo ovviamente farvi capire di cosa si tratta un po’ più alla buona. Per action-RPG saprete bene o male di cosa si tratta, ovvero di un gioco di ruolo dalle notevoli possibilità di personalizzazione, le cui meccaniche di base riguardano appunto “l’azione”: dunque tanti nemici a schermo da eliminare nello stesso momento, adrenalina, armi, ricariche, oggetti da sbloccare, arsenale da potenziare e via dicendo. Un twin-stick shooter è invece uno sparatutto in terza persona che fa grande affidamento sugli analogici. L3 ed R3, per capirsi, gli stick del vostro DualSense su PlayStation 5! Ma siccome vogliamo proprio rovinarci, il paragone che vi proponiamo di seguito sarà quello definitivo. Avete presente l’eccezionale Diablo 3 su console? Avete presenti le sue meccaniche, la progressione, e il sistema di combattimento? Ecco, The Ascent è quello: ma si spara tantissimo, sempre a distanza, e la maggior parte delle azioni viene controllata dagli analogici.

the Ascent Xbox Inside 02

Con i due “stick” del DualSense si guida il protagonista e si mira, mentre ai grilletti è deputata la potenza di fuoco. L’armamentario di The Ascent consiste in uno degli aspetti maggiormente riusciti della produzione, perché vi sono davvero tanti strumenti di morte tra principali, secondari e speciali; tutti possono contare anche sullo sblocco e sul potenziamento di abilità passive, o di chip cybernetici in dotazione al protagonista, una volta arrivati ad almeno un certo punto nella storia principale. All’inizio il gioco consegna appena una pistola e una mitraglietta, ma da lì ad essere muniti di tutto lo scibile umano ci vuole davvero poco: basta seguire con cognizione di causa la progressione, parlare con tutti i personaggi disponibili, accumulare risorse e soprattutto esplorare per bene le aree di gioco, non particolarmente vaste prese singolarmente, ma nel complesso The Ascent resta un open world. Isometrico, ma pur sempre dotato di tutte le risorse di ogni buon open world che si rispetti.

Il gunplay presenta un aspetto curioso, perché è come se gli sviluppatori avessero voluto introdurre un sistema di copertura più che situazionale. Tramite un grilletto secondario, cioè, il protagonista può sparare normalmente o con una postura rialzata, come se stesse utilizzando un riparo; ma questo può avvenire sia in presenza di un vero riparo, che senza alcun oggetto davanti a noi. Starà quindi all’intelligenza del giocatore capire bene quando attivare o meno la possibilità in questione. Per quanto ci riguarda, ce la siamo cavata egregiamente facendo fuoco su tutto ciò che si muoveva a schermo dall’inizio alla fine, riflettendo un po’ di più solo in presenza dei boss. Non prendetevela troppo, perché anche in The Ascent è normale assistere alla schermata del game over, ma non è mica Elden Ring! Spendiamo ancora qualche minima considerazione su alcuni aspetti che ci sembrano migliorati dal passato: una maggiore ottimizzazione e pulizia delle immagini su PlayStation 5 (ma con tempi di caricamento, di tanto in tanto, del tutto fuori luogo); una buona mappatura dei comandi; un’integrazione minima ma apprezzabile dei “suoni” del DualSense. Peccato per la lingua di gioco, che resta tutta interamente in inglese, e da leggere c’è tanto.

Piattaforme: PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X, Xbox Series S, PC

Sviluppatore: Neon Giant

Publisher: Curve Digital

The Ascent è il titolo perfetto che fa per voi, a patto che almeno una di queste sue caratteristiche vi intrighi: è un universo a tema cyberpunk, compresi personaggi e narrazione; è un gioco di azione dalle forti meccaniche RPG, ma resta uno sparatutto frenetico con visuale isometrica; è un open world “giusto”, dalle dimensioni non mastodontiche e soprattutto organizzato per aree. Immaginatelo come un Diablo 3 “twin stick” a base di armi tecnologiche, e non sarete troppo distanti dalla realtà. Su PlayStation 5, dal punto di viste delle prestazioni, si è comportato egregiamente, e la mappatura dei comandi ci è parsa sensata. Valutate voi un eventuale acquisto a prezzo pieno; noi forse avremmo aspettato uno sconticino, ma solo perché in questo periodo le pubblicazioni di rilievo non mancano.

VOTO: 7.3

La formazione del buon Simone, classe '93, avviene pad della prima PlayStation alla mano, a base di draghi viola, gemme e pecorelle fumanti (del resto è un vero abruzzese). Cresce a pane e Dylan Dog, mostrando fin da subito gravi problemi psicologici e mentali. Tra le altre cose ha ancora paura del buio, e probabilmente Stephen King lo approverebbe. Un paio di lauree in letteratura non gli hanno impedito di diventare uno dei massimi esperti del mondo Nintendo; compensa non riuscendo neppure ad accendere una Xbox. È attualmente ai domiciliari per abbandono dei cagnolini di Nintendogs e omocidio degli abitanti di AnimalCrossing.