L’uscita di Weird West è stata discussa, citata, presentata con contenuti esclusivi (l’ultimo uscito il giorno prima della presentazione) per molto tempo. Non stiamo parlando di un titolo atteso per anni, ultimo capitolo di una gloriosa saga con fan in tutto il mondo. Al contrario, è un’opera prima, nata da un’idea semplice e da molte riflessioni personali, che ci trasporta all’interno di un mondo strano e originale, che regala una visione differente su un’ambientazione molto conosciuta come il Far West. Il primo gioco della WolfEye, quindi, cerca di regalarci un’avventura più legata al racconto e all’esperienza, invece che alla grafica e ai tecnicismi. Rimane però il dubbio se queste decisioni possano portare a un primo grande passo per lo studio, o a una rovinosa caduta verso il basso.
Weird Tales: quanta libertà riesci a gestire?
Il punto centrale della narrazione di Weird West sono le scelte. All’interno di questa avventura, saremo chiamati a vivere 5 capitoli ambientati nel selvaggio west, con protagonisti differenti e ambientazioni sempre più ricche. Il valore aggiunto di questa storia, sono gli affascinanti e ben integrati elementi esoterici e dark fantasy. Un’accoppiata strana, singolare, ma che fin da subito si amalgama in maniera naturale, come se il vero west fosse questo e che, man mano che procediamo nella storia, andremo a scoprire. Si parte subito con la ex Cacciatrice di Taglie che, vista distrutta la sua terra e ucciso il figlio, parte per ritrovare il marito rapito dai banditi. Un primo capitolo che funge da tutorial, senza essere noioso, e da introduzione al mondo del gioco. A seguire vestiremo i panni di Pigman, un uomo maledetto da una strega, il Protettore, cacciatore indiano alla ricerca del Wiindigo, il Lupo Mannaro, servo della malvagità chiamato a compiere una scelta, e l’Onirista, in cui le tue decisioni potrebbero portare alla salvezza del mondo o alla sua distruzione.
Perché la colonna portante di Weird West è proprio il suo sistema di scelta. A ogni decisione che prenderai, ci sarà una conseguenza. Non si parla solo di dialoghi. Anche le tue azioni ti porteranno su strade diverse all’interno di questo sim immersivo estremamente fluido. Per fare un esempio concreto, decidere di sterminare la carovana accampata fuori città, potrebbe far nascere un nuovo nemico come richiamare personaggi molto più loschi a prenderne il posto. Questo sistema così variabile, rende fondamentalmente ogni partita unica e ci regala una sensazione di controllo che forse non siamo per niente abituati a gestire all’interno di un titolo di questo genere. Perché gli elementi di interazione sono veramente tanti e si ha sensazione di assistere a un microcosmo assolutamente strutturato e complesso, con negozi, giocatori di carte, mercenari, banditi, maghi, streghe, mostri e molto altro ancora. A sostenere il tutto c’è una narrazione indubbiamente complessa ma che non riesce a trasmettere il giusto livello di pathos al giocatore. Come la morte del bambino all’inizio, che scorre via velocemente, senza intaccare in maniera importante la nostra emotività.
Wolfeye Studios: alla ricerca dello stile perduto
Weird West non è soltanto un videogioco ma anche il simbolo di una libertà espressiva, valore che certe volte diventa intangibile nelle grandi major del settore. Ritmi stressanti, lunghi periodi di lavoro e il tempo personale che inevitabilmente si assottiglia. Questi erano i problemi che affliggevano i fondatori della WolfEye. Nel 2017 Raphael Colantonio e Julien Roby avevano lasciato Arkane Studios, famosa per serie come Bioshock o Dishonored, oltre che all’ultimo e acclamato titolo Deathloop, alla ricerca di maggiore tempo da dedicare alla famiglia e soprattutto per capire su che strada indirizzare la propria vita. Nel 2019, dopo due anni di riflessione, il dinamico duo torna a far parlare di sé proprio con la fondazione di questo nuovo, strano e particolare studio di sviluppo. Perché Colantonio in maniera particolare, all’interno di un’azienda grande, iniziava a smarrirsi e soprattutto a perdere la passione, nonostante la Arkane fosse considerata da molti un vero e proprio paradiso.
Ma con la WolfEye, Colantonio e Roby vogliono tornare a un’idea diversa di creazione del gioco. Per ammissione dello stesso Roby, sviluppare titoli a tripla A ti portava a concentrarti sempre più sugli aspetti tecnici invece che su quelli narrativi ed esperenziali. Ti trovi a lavorare a giochi che devono avere principalmente un bell’aspetto, piuttosto che essere coinvolgenti, e i due si accorgono di stare cercando altro. A loro piacciono i giochi che danno la sensazione al videogiocatore di avere massimo controllo, in cui ad un’azione corrisponde una reazione e una conseguenza. E sulla base di un ragionamento personale, sociale e industriale ben più complesso, decidono di lanciarsi in questa avventura, dove poter costruire storie secondo la loro idea di divertimento. Weird West rappresenta e contiene al proprio interno proprio tutto questo, presentandosi come il simbolo non solo di un’azienda ma di una vera e propria filosofia di lavoro.
Combattendo nel selvaggio, strano west
Cercare di sintetizzare le possibilità di gioco di Weird West in poche parole, non è un’operazione semplice. All’interno del sim immersivo, ci sono veramente tanti grandi e piccoli aspetti da dover affrontare. Iniziamo dicendo che il gioco si struttura in una serie di aree dalla diversa ampiezza, sempre ben delimitate, all’interno delle quali possiamo muoverci in completa libertà. Piccoli accampamenti, villaggi abbandonati, miniere e molti altri territori, dove saremo chiamati a interagire, dialogando o combattendo, con i personaggi presenti. Non esiste praticamente nessun luogo in cui non è possibile accedere, attraverso porte, finestre, cunicoli e, qualora fossero tutti chiusi, forzando le aperture con kit da scassinatore. Il tutto viene abbracciato da una grafica molto contrastata, rozza ma ben definita, quasi graffiata che si adatta perfettamente all’atmosfera generale del videogioco.
Quando si arriva al bordo degli specifici territori, si può abbandonare il luogo e vedere la mappa generale, che ci permette di raggiungere altre località attraverso non una semplice transizione ma un vero viaggio fisico. Perché in Weird West il tempo ha una rilevanza fondamentale, in molteplici sensi. Raggiungere un luogo può richiedere ore se non addirittura giorni. Elemento centrale, considerando che alcune missioni hanno una scadenza temporale. I lunghi viaggi, però, hanno anche il vantaggio di farci imbattere in nuove località sconosciute o in eventi straordinari, come l’assalto a un accampamento o una carovana con alcune specialità in vendita. Il tempo atmosferico non è soltanto d’ambiente, ma può avere ripercussioni anche gravi, come il vento che può tramutarsi in tormenta o la pioggia che bagna le nostre armi, rendendole perfetti acchiappafulmini. Il susseguirsi di giorno e notte, infine, va a trasformare la gamma di possibilità. Banalmente, la notte i negozi sono chiusi e quindi non potremo accedervi. Ma per i più loschi tra noi, scassinando porte e finestre è possibile intrufolarsi e derubare il gestore. Ma d’altronde in questo particolare west, ogni cosa può essere rubata, facendo attenzione a non farsi scoprire, pena la reclusione in galera e l’abbassamento della nostra Reputazione, che ci darà pro e contro nel gioco.
Il sistema di crescita è essenziale: attraverso il recupero di due tipologie di oggetti, un mistico amuleto legnoso e un asso dorato, possiamo acquisire abilità speciali con il primo e migliorare le nostre capacità con l’altro. Non ci sono punti esperienza ma è presente un sistema di equipaggiamento che ci permette di avere 5 armi equipaggiate, da scegliere durante gli scontri attraverso una ruota rapida, una protezione e ben 2 amuleti, per acquisire alcuni bonus. Trattandosi di un western, le munizioni hanno un ruolo fondamentale, così come la ricerca di provviste da poter cucinare per riacquistare la salute persa durante le sparatorie. È fondamentale quindi svuotare qualunque tipo di contenitore troviamo, sia per recuperare beni di prima necessità che oggettistica varia da poter rivendere. Attenzione, però, perché il nostro inventario ha uno spazio limitato e spesso ci si ritrova ad averlo riempito a metà della missione.
Nelle inquietanti avventure di Weird West, però, non saremo da soli. Potremo reclutare fino a due compagni che ci aiuteranno nel procedere nella storia, a cui potremo dare anche compiti particolari. Ma il loro supporto è fondamentale per superare alcune missioni particolarmente intricate, dove ci daranno aiuto durante le sparatorie. Purtroppo l’Intelligenza artificiale dei nostri compagni (nonché dei nemici stessi) poteva essere sviluppata in maniera più accurata, perché non è raro che chi doveva aiutarci, finisca poi per dover essere salvato. Nonostante gli scontri possano essere aggirati con una modalità stealth molto interessante, in cui nascondersi tra i cespugli e aggredire alle spalle gli ignari avversari, spesso non ci saranno altre vie che sparare, naturalmente. Ci saremmo aspettati una maggiore cura nella creazione del sistema di puntamento che spesso crea qualche difficoltà, risultando più che impreciso, poco accurato. Per fortuna in nostro aiuto, in maniera totalmente fuori dal nostro controllo, posso arrivare anche i Friend for Life, personaggi NPC con cui abbiamo stretto un legame e che sono pronti ad intervenire. Ma il West non è solo strette di mani, baci e abbracci. Esattamente come gli amici, possiamo trovare anche nemici speciali. Se infatti lasciamo in vita un nemico all’interno di un’area o facciamo un torto particolarmente grave a qualcuno, rischiamo che si inneschi il sistema delle Vendette, e il sopravvissuto torni successivamente a reclamare la nostra vita. D’altronde tutto questo è il Weird West.
PIATTAFORME: PC, PlayStation 4 e Xbox One
SVILUPPATORE: Wolfeye Studios
PUBLISHER: Devolver Digital
L’opera prima di WolfEye Studio stupisce per la quantità di opzioni e la libertà di azione che mette in campo. Nei panni di 5 personaggi differenti, in altrettanti capitoli, dovremo immergersi sempre in più in questo west così particolare, dalle forti tinte dark, in cui ogni nostra scelta può cambiare il mondo intorno a noi. Azioni e parole, infatti, vanno a influire su noi e sui personaggi che incontriamo, creando amici per la pelle pronti a intervenire qualora ne avessimo bisogno, ma anche avversari speciali desiderosi di farci la pelle. L’azione di gioco, nonostante si svolga in mini mappe, è dinamica e impegnativa. Possiamo decidere di assalire i nemici alle spalle o gettarci in una classica sparatoria, ma in entrambi i casi l’esperienza è impegnativa e stimolante, anche se il sistema di mira avrebbe bisogno di qualche ritocco. Al nostro fianco potremo avere fino a due aiutanti che ci aiuteranno a superare le avversità durante un viaggio che riesce a mescolare l’horror e il western in maniera naturale, quasi fossero sempre stati uniti. Peccato che nelle singole narrazioni ci sarebbe stato bisogno di un po’ più di pathos, che avrebbe coinvolto maggiormente i giocatori. In ogni caso, Weird West si rivela essere un gioco molto ben costruito e riuscito, che colpisce pienamente gli obiettivi che WolfEye si era prefissato: riportare l’esperienza al centro del videogioco.