Road 96 Recensione: il ritorno di un viaggio poliedrico

Road 96

Su PlayStation 5 non è cosa rara che vengano lanciati porting di titoli preesistenti, per rinfoltire da un lato l’offerta a disposizione dei giocatori next-gen, e per dare una seconda opportunità (e “vita”) a titoli che rischiano altrimenti di cadere nel dimenticatoio, ingiustamente. Uno di questi è il lavoro poliedrico e originale di DigixArt e Ravenscourt, uscito per la prima volta l’anno scorso e ora di ritorno su PS5, come preannunciato: parliamo di Road 96, il videogame narrativo e d’avventura che ci racconta l’esperienza di un autostoppista che solo così riesce a percorrere appunto la road 96 americana. Tappa dopo tappa verrà dispiegato un viaggio esplorativo alla scoperta degli altri e, in ultima battuta, anche di sé. Ripercorriamo insieme questa esperienza a seguito della nostra prova, in attesa dell’uscita di questa versione prevista in arrivo il 14 aprile prossimo.

Road 96

Road 96: a ogni tappa un individuo da scoprire

Quante volte avete provato a fare l’autostop? O ancora, a provare un videogame concettualmente basato sul fare l’autostop di tappa in tappa? Ecco che chiedere un passaggio diventa necessario e non più opzionale, vivendo in maniera del tutto naturale quello che tendenzialmente non lo è. Road 96 è un’esperienza vera e propria, ispiratrice di nuove avventure e invitante all’esplorazione, all’abbattimento di barriere che altrimenti tenderemmo a mantenere attorno alla nostra zona di comfort. Una condizione, quest’ultima, che viene fin da subito messa da parte, facendoci assaporare il gusto del rischio e della paura, del sentirsi sul filo del rasoio finendo in situazioni che non ci dovrebbero riguardare, ma dove ormai siamo in ballo. E non possiamo esimerci dal ballare. Lungo questa strada, appunto la 96, finiamo per incontrare e incrociare vite sempre diverse, ognuna con le sue caratteristiche, così come i protagonisti stessi. Per quanto infatti si tratti di un’avventura in prima persona, il personaggio che andiamo a interpretare è sempre diverso, a dimostrazione che non importa chi sta compiendo questo viaggio, ma è il viaggio stesso il vero protagonista. Così abbiamo a disposizione decine di istanze narrative in un unico racconto di viaggio, dove la struttura tradizionale dell’interazione con l’utente si combina felicemente e in maniera funzionale a quella della della storia, con cambiamenti ai personaggi controllati. Road 96 è infatti, in definitiva, il racconto di un viaggio di diversi ragazzini in fuga da Petria, un paese non adatto a loro anche, e soprattutto, per via delle elezioni del 1996 che stanno per iniziare in un mondo dove vige un regime totalitario assolutista. Ma come vanno a finire quindi le esperienze vissute dai fuggitivi, alla ricerca di un mondo migliore?

Road 96 Drive

A ogni run il suo “runner”

Come anticipato, interpretiamo ragazzi e ragazze alla ricerca di un nuovo posto dove stare, ma di cui non sappiamo nulla della loro identità o della loro storia. Ogni run di Road 96 è la storia di un viaggio che può avere un finale sempre diverso, da quello più a lieto fine, a quello mediocre o neutro, fino a un ending per nulla “happy”. Sono sette personaggi non giocanti che possiamo incontrare durante il nostro cammino, vite che possono anche definire chi siamo e modificare il percorso che avevamo intenzione di compiere. Le deviazioni possono essere diverse e inaspettate, a volte fastidiose da sopportare perché siamo bloccati in momenti che avremmo preferito evitare. Road 96 dunque ci conduce in un viaggio dove da un lato abbiamo una linea temporale dedicata alle elezioni a Petria, una seconda e parecchio intrecciata con le singole run, ciascuna della breve durata di mezz’ora o un’ora al massimo, concepite come episodi singoli e stand-alone. L’obiettivo, in ognuna di queste, è arrivare al confine, anche se la vera esperienza è dettata dagli incontri per strada, dall’adolescente in fuga al camionista che parteggia per le Brigate Nere, o ancora un fragile giovane, ma geniale, o due ladri in crisi, e tanti altri ancora. Tutti tasselli diversi uniti da un obiettivo comune, in grado di restituirci un caleidoscopio per nulla banale.

Un gameplay tra domande e risposte

Da un punto di vista del gameplay, Road 96 ci mostra una prima sequenza, parzialmente casuale e contornata da un ambiente surreale, quasi onirico, con domande simili a un questionario che ci introduce scegliendo tra 60 prologhi diversi e una volta partiti, ci mettiamo in marcia verso tante tappe, chilometri da percorrere e incontri sempre diversi. La composizione delle storie di Road 96 è abbastanza chiara e lineare, ma altrettanto funzionale ed efficace: ogni run sfrutta l’escamotage di metterci nei panni di un ragazzino o ragazzina scomparsa, diventando così un attante in grado di influire sul destino di Petria. A ogni tappa del viaggio, possiamo decidere come proseguire, incrociando la nostra storia con quella degli altri protagonisti. Ogni tappa è un quadretto declinato in una classica avventura narrativa in prima persona, con esplorazione, ma non eccessiva, tra luoghi piccoli e circoscritti, alcune interazioni con NPC e anche con l’ambiente. Ogni scelta porta man mano a produrre tante variabili., una dopo l’altra, cercando di avere sempre con sé dei soldi per viaggiare, per corrompere e per sopravvivere. Anche la stabilità emotiva e le proprie condizioni psicofisiche hanno il loro impatto, non rendendo questa una banale avventura, ma contestualizzandola in modo sensibile e in stile roguelite. In conclusione, più stiamo sulla strada, più esperienza facciamo ma diventa ancora più rischioso arrivare al confine. Tutto sta a noi e alle nostre scelte, proprio come nella vita reale, resa ancora più fluida dalle performance su console next-gen che consentono di vivere in maniera regolare e il più possibile tranquilla l’esperienza complessiva, senza cali di frame rate e con un motore di gioco in grado di supportare interamente le nostre partite tra una run e l’altra.

Piattaforme: Switch, PS5, PS4, Xbox Series X/S, Xbox One, PC

Sviluppatore: DigixArt

Publisher: DigixArt, Ravenscourt, Koch Media, Plug In Digital

Road 96 ci lascia un retrogusto amaro, non per le sue caratteristiche tecniche, anzi, ma per la storia che ci viene narrata. Una vicenda di fuggitivi da un regime totalitario che ci suona quanto mai vicina e attuale in questo momento storico contemporaneo, portando con sé una narrazione dalla grafica non propriamente polished, ma a volte grezza nelle forme dei personaggi e delle ambientazioni, quasi uno specchio della situazione politica e sociale che respiriamo. Un viaggio on the road che restituisce tutte le asperità e le incognite della vita, alla ricerca di una speranza che non sapremo se saremo in grado di raggiungere e conquistare se non alla fine della storia.

VOTO: 8

Si svezza con Medievil e Tomb Raider, cresce con Final Fantasy, matura con la scrittura di qualsiasi genere di videogiochi. Giocatrice da più di 20 anni, Francesca coniuga passione e studio in una tesi magistrale a tema videoludico e la nutre quotidianamente tra console e articoli su videogiochi, cinema e serie TV. Toglietele tutto, ma non la scrittura.