MOUNTAIN Everest 60 Recensione: la commerciale perfetta per il gaming

MOUNTAIN Everest

Il mercato delle periferiche da gioco per PC ha ottenuto un’ottima impennata negli ultimi anni. Se cinque anni fa ci avessero detto che una tastiera commerciale avrebbe potuto raggiungere quasi gli stessi livelli di una custom, non avremmo creduto ad una singola parola. Eppure oggi la nuova MOUNTAIN Everest 60 ci dimostra che quel giorno è arrivato, per la gioia di tutti i giocatori.
A soli 139,99 euro, il prodotto è disponibile sul sito ufficiale dell’azienda in numerose colorazioni e tre scelte di switch proprietari. La scelta di questi ultimi comprende dei classici modelli lineari o tattili (questa la versione provata da noi) oppure un’interessante opzione lineare con un sistema di attuazione più rapido per non perdere nemmeno un millisecondo durante le vostre partite. Tuttavia ora è arrivato il momento di fornirvi il nostro verdetto, spiegato nell’analisi sottostante.

MOUNTAIN Everest

MOUNTAIN Everest 60: una tastiera pensata a fondo

Sebbene il profilo 60% della MOUNTAIN Everest 60 è pensato primariamente per il gaming, dato che permette di guadagnare più spazio per il nostro tappetino e mouse, è possibile ricevere come add on il blocco numerico. Quest’ultimo può essere collegato tramite il sistema magnetico posto ai lati della periferica, per cui è si può anche posizionare sulla sinistra e avere il meglio dei due mondi.

Il profilo dei keycaps disponibile è il classico Cherry MX e il materiale utilizzato per ogni pezzo è un doppio strato di plastica PBT, potete quindi stare sicuri che i componenti risulteranno duraturi non solo nella struttura ma anche nell’estetica. Proprio per questo motivo, sono disponibili una vasta gamma di colorazioni che potete sfruttare per abbinare la MOUNTAIN Everest 60 al vostro ambiente d’utilizzo. L’unica pecca di questa opzione di personalizzazione è che la base non può essere modificata, ragion per cui poche varianti stonano con la tastiera stessa. Ovviamente, non manca la retroilluminazione RGB personalizzabile con il software Base Camp, di cui tratteremo nel prossimo paragrafo.

MOUNTAIN Everest 60

Base Camp: semplice e con molte funzionalità

In questo piccolo paragrafo analizzeremo Base Camp, il software proprietario che ci occorre per personalizzare la nostra MOUNTAIN Everest 60. Come già anticipato in precedenza, è possibile modificare la retroilluminazione RGB tramite le ormai famosissime numerose opzioni come il semplice cambio di colore, fino ai diversi effetti proposti nel programma.

Oltre all’aspetto grafico, si possono organizzare i propri shortcut e macro all’interno di Base Camp per definire l’esperienza a vostro piacimento. Ovviamente, non siamo difronte alla flagship dell’azienda,  il modello MOUNTAIN Everest MAX, per cui molte feature non sono disponibili data la loro assenza fisica.

Un’ottima alternativa alle custom

La MOUNTAIN Everest 60 riesce a garantire un’ottima esperienza di scrittura e sessioni di gaming soddisfacenti grazie alla cura posta nei dettagli. Innanzitutto, gli switch sono stati lubrificati di fabbrica, motivo per cui ad ogni pressione del tasto lo scorrimento è più fluido e piacevole al tatto.

Non sono presenti fastidiosi cigolii, sia in termini di feeling e audio, per cui durante i momenti estensivi di digitazione non abbiamo avuto episodi spiacevoli che potessero interrompere la nostra immersione. Inoltre è stato aggiunto uno strato di silicone per garantire una riduzione del suono maggiore, tuttavia non tanto da silenziare completamente il rumore di ogni battitura, ma è risultata molto utile durante le nostre partite consentendoci di concentrarci meglio sul sonoro dell’esperienza ludica.

L’unico appunto negativo che abbiamo da fare riguardo la MOUNTAIN Everest 60 è il profilo ANSI utilizzato. Sebbene il tipo di modello è molto comune nel mondo delle periferiche custom e noi ne eravamo già abituati, non abbiamo apprezzato la scelta di introdurre le frecce direzionali a discapito e DEL a discapito della lunghezza dei tasti SHIFT, ALT e FN (con la totale rimozione di WIN a destra). Il motivo è dovuto dal fatto che per una tastiera dall’unica opzione, in questo ambito, avremmo preferito lo stile ANSI classico così da poter accontentare la maggior parte degli utenti, compresi noi che ci siamo dovuti abituare al nuovo schema di tasti.

Gli switch da noi provati sono il modello tattile da 55 gf, per cui non possiamo commentare sugli altri due tipi, anche perchè quello SPEED uscirà a maggio. Tuttavia dobbiamo ammettere di essere davanti ad un modello piacevole da utilizzare, il quale è decisamente superiore ai classici “tattili” scadenti presenti in molte tastiere commerciali.

Nel complesso, la tastiera MOUNTAIN Everest 60 si è rivelata essere un prodotto decisamente ottimo sia per il gaming che per la scrittura grazie alla sua modularità. La scelta di mantenere il sistema di attacco magnetico del blocco numerico visto nel modello MAX è stata ampiamente apprezzata da noi, così come tutti gli accorgimenti posti all’interno dei materiali utilizzati. Il software Base Camp risulta essere semplice da utilizzare e allo stesso tempo consente di personalizzare l’esperienza in ampio modo. L’unica vera critica che ci sentiamo di fare al prodotto è il profilo ANSI scelto, dato che a nostro parere sarebbe stato meglio optare per quello base.

VOTO: 9

Appassionato di videogiochi dalla tenera età di 5 anni, passando per diversi generi fino ad arrivare ai titoli eSports, coltivando una vera passione per la competizione e tutto ciò che la riguarda, soprattutto nell'ambito degli sparatutto in prima persona.