Corsair K70 RGB TKL Recensione: quando ogni millisecondo conta davvero

Corsair K70 RGB TKL

Le tastiere da gaming K70 di Corsair hanno avuto così tante iterazioni diverse dal lancio dell’originale nel 2013 che era solo questione di tempo prima che il tastierino numerico venisse eliminato per passare a un design cosiddetto “tenkeyless”. Ma la qui presente K70 RGB TKL riesce a fare abbastanza per differenziarsi dalla stragrande maggioranza delle altre offerte di Corsair? Se siete giocatori occasionali forse non percepirete chissà quali vantaggi, ma qualora calchiate il palcoscenico competitivo potrebbe valerne decisamente la pena.

Corsair K70 RGB TKLCorsair K70 RGB TKL: una super compatta per la vittoria

Tanto per partire con una considerazione ovvia, i 360 mm di larghezza della K70 RGB TKL occupano molto meno spazio su una qualsiasi scrivania rispetto a una tastiera full size, ma non si tratta certo dell’unica novità. È la seconda tastiera Corsair ad avere una frequenza di polling di 8000Hz, dopo l’ancora più minuta K65 RGB Mini, e ciò significa che la pressione dei tasti viene registrata fino a otto volte più velocemente della maggior parte delle altre tastiere da gioco, o due volte più in fretta dell’ammiraglia Corsair K100. Se tutto questo non bastasse a far capire che è stata progettata pensando ai giocatori professionisti, sul bordo posteriore trova anche posto un interruttore dedicato che disattiva qualunque funzionalità potrebbe essere considerata una violazione alle regole vigenti nelle competizioni: nello specifico, significa niente attivazioni accidentali di macro che possono portare alla squalifica e niente animazioni luminose RGB che potrebbero distrarre. Dopodiché, a parte queste aggiunte, non troverete nulla di significativamente diverso rispetto alle altre tastiere della medesima categoria targate Corsair. Del resto, squadra che vince di solito non si cambia.

Questa volta non sono inclusi keycap speciali, il che è un po’ un peccato vista la splendida barra spaziatrice personalizzata della K65 RGB Mini. Tuttavia, il prodotto sfoggia un set completo di copritasti in PBT a doppio strato, che lo fanno sembrare molto più pregiato rispetto ai keycap in ABS più economici della K65 RGB Compact TKL. Ad ogni modo, messa da parte la differenza di qualità costruttiva, la tastiera presenta un ormai tradizionale lettering sobrio che privilegia un look più moderno rispetto al font fantascientifico e obsoleto che si trova sulle tastiere più datate. Poiché trascorro più tempo a ticchettare sulla tastiera di quanto io stesso vorrei ammettere, sono rimasto deluso dalla mancanza di un poggiapolsi, ma non si tratta di un inconveniente eccessivo: dopotutto, è sempre possibile acquistarne uno di terze parti a basso costo se per noi può fare la differenza e, una volta estratti i piedini per tenere la periferica sollevata, il comfort risulta adeguato. Purtroppo non è possibile regolare l’inclinazione, il che non vi sorprenderà se avete usato altre tastiere Corsair in precedenza.

Corsair K70 RGB TKLSpirito da velocista, mente da torneo

Corsair fornisce in dotazione un cavo intrecciato molto resistente che non dovrebbe sfilacciarsi o rompersi con facilità durante le trasferte. Ciò nonostante, la sua perdita potrebbe rivelarsi problematica, poiché l’alloggiamento dell’USB di tipo C sulla tastiera è dentellato e non consente la sostituzione con un cavo qualsiasi, perché quest’ultimo deve essere abbastanza sottile da raggiungere il connettore. A rendere ancora più strana questa scelta progettuale è il fatto che Corsair non sembra ancora aver messo in commercio ricambi sul suo sito web, né per il cavo né per i tasti in policarbonato, quindi non sono del tutto sicuro delle motivazioni che l’hanno spinta ad intraprendere questa strada. La K70 RGB TKL oggetto della recensione è dotata di interruttori opto-meccanici Corsair OPX, progettati per garantire tempi di input e di attivazione molto rapidi, che offrono una distanza di attuazione di soli 1,0 mm con zero debounce. Rispetto agli interruttori Cherry MX più veloci, MX Speed o Silver, sono più veloci di 0,2 mm (Cherry MX Speed/Silver ha un punto di attuazione di 1,2 mm). Per fortuna, è presente anche un nutrito assortimento di tasti accessori per la riproduzione di contenuti multimediali e la taratura del volume, senza ripiegare su un quantitativo assurdo di combinazioni fra pulsanti come sulla K65 RGB Mini, ma è necessario un breve periodo di adattamento se la tastiera si trova più vicina al tappetino del mouse di quanto non siate abituati. Bene o male si tratta solo di un problema di familiarità, poiché la distanza tra le mani gioca un ruolo importante nei tempi di reazione e, dopo appena una settimana, non ci farete più neanche caso.

Corsair K70 RGB TKLCome è lecito aspettarsi da una tastiera di qualità superiore, sono presenti il rollover completo di N-key e la tecnologia anti-ghosting, ma è la frequenza di polling a 8000 Hz della tecnologia Hyper-Processing AXON che la distingue da altre periferiche simili, almeno sulla carta. Dopo essere passati dall’impostazione predefinita di 1000 Hz a quella più elevata mediante il software proprietario iCUE, ai miei occhi Overwatch, Apex Legends e Valorant si sono comportati esattamente come prima. La frequenza di 8000 Hz potrebbe forse tornare molto più utile nelle mani di un professionista con riflessi abbastanza veloci da sfruttare la risposta di 0,125 ms, ma la tecnologia presumo sia sicuramente più apprezzabile con i movimenti di un mouse da gaming come il Corsair Sabre RGB Pro piuttosto che con le singole digitazioni su una tastiera. È inoltre necessario tenere conto della compatibilità, in quanto Corsair suggerisce di abbinare i dispositivi a 8000 Hz ad un processore moderno per compensare il maggiore carico di lavoro della CPU. Non ho notato picchi significativi utilizzando la K70 con il mio Intel i7-11700K, ma potrebbe trattarsi di una questione generazionale. L‘interruttore da torneo è un’altra caratteristica che probabilmente non verrà utilizzata nel quotidiano, ma i vantaggi che offre sono tangibili: posizionato in modo non intrusivo accanto all’ingresso USB sul retro, una volta premuto ripristina lo stato predefinito della tastiera senza macro personalizzate e forza un colore di illuminazione statico, rosso di default, che è possibile personalizzare sempre tramite iCUE. C’è anche una sicura sempre in plastica da ribaltare per assicurarsi che l’interruttore resti al proprio posto e non venga disattivato accidentalmente, un elemento di design tutto sommato marginale ma nondimeno ammirevole, che spero venga implementato anche su altre tastiere in futuro.

Siamo perciò giunti alla domanda che tutti vi sarete posti durante la lettura: ma allora, questa K70 vale davvero i 169,99 euro richiesti da listino? La spesa è leggermente più alta rispetto alla K65 RGB Rapidfire Compact con interruttori Cherry MX Speed, ed alla K65 RGB Compact con Reds, ma è più che giustificata anche solo per i keycap in PBT a doppio strato, senza nemmeno menzionare le funzioni eSport, anche se forse per qualcuno la mancanza di un poggiapolso potrebbe farsi sentire. Messa a paragone con la K63 Compact, l’entry-level tenkeyless di Corsair equipaggiata con interruttori Cherry MX Red e tasti multimediali, la differenza di prezzo risulta ragguardevole ma più che comprensibile, perché lo chassis in metallo anziché in plastica, l’illuminazione RGB invece che rosso statica e le diverse caratteristiche aggiuntive pongono la K70 RGB TKL decisamente su un altro livello.

Corsair K70 RGB TKLQuesta nuova proposta di Corsair non è così accattivante come il bellissimo pannello LED full body della K65 RGB Mini, ma la K70 RGB TKL rimane comunque una tastiera da gioco robusta e affidabile che si inserisce comodamente nell’attuale line-up della società californiana. Aggiunge quanto basta per spodestare la SteelSeries Apex 7 TKL come migliore tastiera da gaming a parità di prezzo, soprattutto se stiamo cercando un design pratico senza tastierino numerico e se vogliamo avere un considerevole vantaggio sui nostri avversari grazie ai tempi di reazione più rapidi sul mercato.

VOTO: 9

Gioca da quando ha messo per la prima volta gli occhi sul suo Commodore 64 e da allora fa poco altro, nonostante porti avanti un lavoro di facciata per procurarsi il cibo. Per lui i giochi si dividono in due grandi categorie: belli e brutti. Prima che iniziasse a sfogliare le riviste del settore erano tutti belli, in realtà, poi gli è stato insegnato che non poteva divertirsi anche con certe ciofeche invereconde. A quel punto, ha smesso di leggere.