The Diofield Chronicle Provato: primi passi nel nuovo fantasy

The Diofield Chronicle

Se avevate nostalgia delle avventure fantasy e di immergervi in un mondo pieno di dame e cavalieri, Square Enix ha rimesso in moto le sue fucine per regalare un’avventura dal deciso sapore classico, a tratti amarcord, con tutte le conseguenze del caso. Sì, perché probabilmente non avremo mai abbastanza titoli a disposizione in grado di raccontarci universi medievali e pericoli catastrofici imminenti; tutto però dipende dal modo in cui tali vicende ci vengono narrate. Abbiamo cominciato a scoprirlo con il primo assaggio del nuovo The Diofield Chronicle, classico JRPG di cui è disponibile la demo dal 10 agosto, ma che abbiamo potuto testare in anteprima per voi in versione PlayStation 5. Inutile anticiparvi che, ancora una volta, la software house madre di saghe quali Final Fantasy, Mana e Dragon Quest, solo per citarne alcuni, ha richiamato all’ordine diversi, importanti nomi creativi, che si sono uniti al team. Tra questi, il character designer Taiki (Lord of Vermilion III, IV), il concept artist Kamikokuryo Isamu (FINAL FANTASY XII, XIII) e compositori quali Ramin Djawadi e Brandon Campbell (Game of Thrones). Ci sono diverse premesse per renderci decisamente curiosi del risultato finale, ma cosa è emerso dalla nostra prova della demo?

The DioField Chronicle

The Diofield Chronicle: solite guerre…

Recuperiamo innanzitutto le fila del discorso e ricapitoliamo la trama di The Diofield Chronicle. Questo RPG strategico racconta un’epica storia di guerra e onore in un mondo unico che riprende le classiche grafiche in grado di unire fantasia, influenze medievali e moderne. The DioField Chronicle si apre proprio quando una guerra in corso è ormai giunta al suo apice e, approfittando dei disordini nel continente di Rowetale, un bandito chiamato Trovel Schoevia costituisce un vero e proprio Impero, riuscendo inoltre a comandare un esercito esperto di magia moderna. La potenza è evidente e in poco tempo viene conquistata la parte occidentale del continente, costringendo le altre nazioni a formare la cosiddetta Alleanza per contrastarlo, o almeno tentarci. Ogni sforzo sembra inutile e il conflitto si estende finché l’equilibrio non riesce a tornare grazie all’entrata nell’Alleanza della repubblica di Vherma. In tutto questo, anche se la guerra è giunta a un punto di stallo, i combattimenti si sono intensificati nel tentativo di assicurarsi la giada, una risorsa indispensabile per la magia moderna che si trova in particolare nell’unica isola rimasta più lontana dal conflitto: DioField. La nazione dell’isola, detta di Alletain, è stata finora l’unica a non farsi coinvolgere, diventando così ora l’obiettivo di Alleanza e Impero. L’unica speranza in cui possiamo riporre è una élite mercenaria detta “Blue Fox”. Il destino ora è nelle loro, e nostre, mani. Sin dai primi dettagli della storia offertaci, è evidente come Square Enix stia per tornare tra noi con un prodotto sì di medio budget, ma che può essere davvero goloso per i giocatori di nicchia e gli aficionados a produzioni del calibro di Octopath Traveler, Triangle Strategy e altri di questo genere. La nostalgia per i giochi di ruolo anni ’90 dunque non è ancora finita e anzi si dimostra essere un pozzo senza fondo per fornire cornici in grado di raccogliere storie valide.

…nuove tecniche di combattimento

Giungiamo ora però alle note più tecniche legate ai primi momenti di gameplay che abbiamo potuto analizzare, a partire dai tre diversi livelli di difficoltà di gioco, che possiamo impostare sin dall’inizio. Il titolo inizia con un breve prologo, prima della schermata iniziale di gioco, per poi introdurci in medias res nel primo capitolo, dove siamo protagonisti di un’imboscata nel bel mezzo di una foresta. In questa sequenza animata, possiamo fin da subito apprezzare il lavoro grafico svolto dal tema di sviluppo, che ci regala delle animazioni e rese tecniche e grafiche non sempre al massimo della perfezione e cura, soprattutto quando abbiamo a che fare con elementi in movimento, che sgranano, non sono ben definiti sullo schermo e purtroppo non si mostrano pienamente fluidi. Dopo questa breve sequenza, abbastanza scarna di dialoghi, siamo subito introdotti alla prima missione di salvataggio di Lorraine Luckshaw, evidenziandoci le condizioni di vittoria e sconfitta per questa e riportandole anche all’interno di un menu a tendina che ricapitola, alla destra dello schermo, le varie informazioni disponibili. Alla guida di Izelair Wigan, Andrias Rhondarson e Fredret Lester, assoldati dalla famiglia Wigan, a questo punto non abbiamo solo a che fare con il sistema punta-e-clicca per spostare i nostri personaggi sul territorio in fase di battaglia, ma possiamo anche sperimentare il nuovo sistema di combattimento stesso, denominato “Battaglia tattica in tempo reale” (RTTB) offre un gameplay parecchio strategico, in cui le truppe nemiche si muovono in tempo reale e il flusso della battaglia può cambiare decisamente in un batter d’occhio. 

the diofield chronicle

I Magilumic Orb, le evocazioni in The Diofield Chronicle

Per uscire vincitori dagli scontri, dobbiamo utilizzare diversi personaggi, ognuno dei quali appartiene a uno dei quattro tipi di unità e ricoprendo il proprio ruolo sul campo di battaglia. Soldier, Cavalier, Sharpshooter e Magicker: queste le categorie, e il fatto che più personaggi appartengano alla medesima unità non comporta che utilizzino lo stesso tipo di armi. Questo permette di sperimentare diverse modalità di attacco e trovare i personaggi migliori di volta in volta a seconda del caso. Le battaglie in questo gioco sono definite dal Battle Status Overview, che ci consente di ripartire da un checkpoint selezionato dal Battle Log, oltre a poter fare una  valutazione delle condizioni del campo di battaglia e emettere ordini decisivi che sfruttano i punti di forza e di debolezza delle truppe per ottenere un vantaggio sul nemico. Ogni nostro alleato inoltre detiene diverse informazioni indicate nel suo menu, con tutti i dettagli di attacco, oggetti posseduti e del proprio Magilumic Orb, ossia le evocazioni immancabili anche per questa produzione Square Enix. Facendo uso di sfere, potremo far apparire evocazioni quali Bahamut, l’immancabile personaggio caro alla software house nipponica che gli ha anche appena dedicato un DLC in Stranger of Paradise Final Fantasy Origin (qui la nostra recensione dedicata). I Magilumic Orb possono essere ottenuti come ricompensa per aver portato a termine alcune missioni, ma anche soddisfando le richieste del nostro quartier generale. Un aspetto per nulla imprescindibile in fase di battaglia e che saprà tornarci decisamente utile, con attacchi scenici e dalle animazioni, come sempre, ricche di enfasi.

the diofield chronicle

Dedichiamo in ultimo passaggio la nostra attenzione al comparto grafico e tecnico, oltre alle performance del motore di gioco, nel complesso caratteristiche non del tutto esaustive in questa demo. L’ambiente naturale e le culture dell’isola di Diofield si combinano con texture in stile diorama uniche per creare un’estetica visiva chiara ma, come detto in precedenza, le grafiche non risultano sempre curate nel dettaglio.bGli elementi ci appaiono talvolta piatti e poco definiti, oltre alla resa abbastanza “antiquata” dei riquadri di dialogo e di alcune sbavature di quanto appare ai bordi dello schermo. Non ultima nota, in alcuni casi il doppiaggio dei personaggi non corrisponde a quanto possiamo leggere nelle linee dialogiche, uno degli errori che ci aspettiamo vengano risolti nella versione definitiva in uscita a fine settembre. 

Piattaforme: Xbox One, Xbox Series X/S PlayStation 4/5, PC, Switch

Sviluppatore: Square Enix, Lancarse

Publisher: Square Enix

Data di uscita: 22 settembre 2022

Diciamo con tutta onestà che ci saremmo aspettati di meglio da questa prima performance di The Diofield Chronicle, soprattutto nella resa visiva e nei dettagli tecnici, aspetti che devono necessariamente fare la differenza nel momento in cui abbiamo per le mani una storia per nulla originale dal punto di vista del contenuto narrativo. Guardando al gameplay, le poche fasi esplorative che abbiamo potuto osservare sono buone e a un livello di soddisfazione sufficiente, mentre è il sistema di combattimento la vera punta di diamante del gioco, su cui siamo pronti a puntare le nostre scommesse e a credere che ci siano buone probabilità di rimanere soddisfatti da quanto potremo vedere nella versione definitiva. Un titolo che necessita comunque di alcune rilavorazioni e revisioni, senza dubbio, ma che al momento mostra un disequilibrio tra l’attenzione al RTTB e la cura grafica, non svecchiata rispetto ai classici JRPG anni Novanta. Ogni giudizio è decisamente sospeso e rinviato a settembre, con la speranza di poter vedere diversi aspetti migliorati e risistemati.