Soulstice Provato: due spiriti, un unico obiettivo

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Settembre, come al solito, sarĆ  un mese rovente dal punto di vista delle uscite videoludiche e tra i tanti titoli in arrivo non bisogna assolutamente sottovalutare Soulstice, un prodotto nostranoe su cui il movimento italiano punta fortemente. Lo studio milanese Reply Games Stiudios, dopo l’ottimo ā€œesordioā€ nel mondo del videogioco che conta con Lone Wolf, ha deciso di puntare sempre più in alto, andando a scomodare uno dei generi più cari e al contempo complessi da ā€œimitareā€, e l’ha fatto gettandosi nel mischione furibondo degli action puri e crudi. Sulle orme di produzioni quali Bayonetta, un po’ di Darksisders e soprattutto Devil May Cry, da cui l’ispirazione di fondo ĆØ tanto evidente quanto ricca d’amore, Soulstice si presenta ai nastri di partenza della seconda metĆ  della stagione videoludica con una carica imponente. A metĆ  tra lo smisurato hype dei videogiocatori e le ottime sensazioni dei colleghi che hanno giĆ  avuto modo di provare il titolo, la nuova fatica di Reply Game Studios ci ha saputo stupire e catturare ancor di più dopo la nuova prova e siamo sempre più convinti che, smussando alcune incertezze, possa rappresentare un piccolo punto di riferimento per la cultura italiana del videogioco. Attenzione, con questo non vogliamo dire che il titolo sia perfetto, anche perchĆ© grazie al codice preview abbiamo potuto provare soltanto una porzione limitata dell’offerta complessiva, ma siamo comunque sempre più convinti che potrĆ  ritagliarsi degnamente il suo spazio all’interno di un settore scomodissimo e con un pubblico dal palato difficile da soddisfare.

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Soulstice: il giorno in cui la razza umana scomparve…o quasi

Se da un punto di vista tecnico e ludico il gioco si rifĆ  con forza e convinzione a capolavori quali i titoli di Capcom o di Platinum Games, ĆØ impossibile non notare – a livello di ā€œloreā€ e di narrativa in generale – quanto Soulstice sia un po’ il figlio di produzioni iconiche di un genere dark fantasy piuttosto marcato. Da Berserk a Claymore, passando per Bastard! con qualche piccola impronta proveniente da opere quali Made in Abyss e Jagan, il titolo di Reply Game Studios mette in scena un mondo cupo, oscuro e tremendamente flagellato, il cui declino fisico e morale ĆØ ormai soltanto una questione di tempo. In questo nefasto contesto si snoda la storia delle due protagoniste di Soulstice, Briar e Lute, due ā€œarmiā€ e cieche figlie di un ordine misterioso che sembra avere più di un collegamento con la prossima distruzione del mondo. ƈ proprio questo l’incipit narrativo che apre le danze: una schiera di creature provenienti da una sorta di dimensione spettrale si sta lentamente riversando sulla cittĆ  e proprio le due sorelle, le ā€œClaymoreā€ della situazione, per intenderci, vengono inviate alla ricerca della veritĆ  che si cela dietro alla nuova e spaventosa minaccia che attanaglia il mondo. Con addosso il pesante fardello dell’essere una ā€œchimeraā€ Briar e Lute sono fortemente connesse tra loro, in tutti i sensi. Le due giovani, infatti, sono separate soltanto dalla forma del loro corpo, mutata a seguito della trasformazione in chimera.

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Durante questo passaggio, Briar ha mantenuto il suo corpo fisico acquisendo poteri ā€œsovrumaniā€ mentre Lute ha oltrepassato il confine tra il mondo fisico e quello spettrale, diventando a sua volta una sorta di spettro indissolubilmente collegato al corpo della sorella. Grazie a questo espediente, la giovane ha acquisito un grande potere magico, e per quanto il genere di appartenenza non brilli esattamente per la qualitĆ  delle storie che racconta, possiamo affermare (ovviamente con le dovute riserve) che questa soluzione sembra avere un ottimo ascendente anche proprio sulla narrativa. Durante le fasi esplorative, e in generale durante tutto l’arco della storia, le due giovani dialogano tra di loro, si fanno forza a vicenda e soprattutto ampliano non poco quella che ĆØ la conoscenza del giocatore sull’oscuro mondo di gioco, il cui unico barlume di speranza sembra proprio essere il genuino rapporto tra le due giovani, su cui sembrano gravare, oltre alle sorti del mondo, anche le oscure macchinazioni di chi dovrebbe essere dalla loro parte. Senza entrare troppo nel merito e soprattutto senza affrettare troppo il giudizio, l’entrare in contatto con l’Osservatore, guida spirituale dell’ordine di Keidas, ci ha fatto subito dubitare sulla bontĆ  delle sue azioni, segno inequivocabile di un disegno narrativo potenzialmente sfaccettato e ben più ampio di quanto si potrebbe immaginare. SarĆ  veramente cosƬ? Lo scopriremo prossimamente, ma intanto possiamo affermare che la linea narrativa di Soulstice potrebbe regalare qualche colpo di genio inatteso e certamente ben accetto.

Come Lorian e Lothric

Il forte legame che unisce le due sorelle, che per rappresentazione estetica e per le loro azioni ci hanno ricordato una versione femminile e alternativa dei principi Lorian e Lothric, si avverte con forza anche pad alla mano, ossia durante le fasi più importanti di un gioco del genere: il sistema di combattimento. Tanto semplice quanto in realtĆ  più sfaccettato di quanto potrebbe sembrare, il combat system di Soulstice ci ha intrigato, incuriosito e appassionato, grazie a una formula che ricorda da vicino i giganti del genere sopracitati ma che comunque riesce a risultare in qualche modo unica sotto diversi aspetti. In primis, ĆØ doveroso sottolineare che il titolo di Reply Game Studios non vuole rivoluzionare il genere, e di fatto si presenta sin da subito con delle similitudini importanti rispetto ai giganti sopracitati, tra cui spicca subito il sistema di potenziamento delle due sorelle, legato alla ricerca e alla conquista di cristalli di colore rosso e blu, disseminati un po’ per tutto il mondo di gioco e che rispettivamente consentono di far avanzare nello skill tree Briar e Lute. La progressione di Briar ĆØ legata principalmente alle armi utilizzate: la giovane guerriera dai capelli argentei può infatti cambiare una delle due ā€œbocche da fuocoā€, che si alternano alla classica spada, che rimane una sorta di arma ā€œbaseā€ con cui sferrare ugualmente poderosi attacchi e dare il via alle varie combo. Il sistema di combattimento di Briar, da buon action stilosissimo, si basa proprio su questo aspetto: concatenando gli attacchi con i due tasti adibiti alle schivate e al salto, e in generale con le levette analogiche, ĆØ possibile infatti sfoderare combo via via sempre più devastanti, che sfruttano proprio le diverse armi impugnate dalla guerriera e che chiaramente si ampliano per potenza e soprattutto per numero e tipologia di mosse in base ai potenziamenti sbloccati presso l’Osservatore. Pur sembrando molto semplice sulle prime, il sistema di combattimento di Soulstice diventa comunque più complesso col passare del tempo e dei potenziamenti, anche grazie proprio alla natura diversa di ogni bocca da fuoco, che rende gli scontri sensibilmente diversi in base proprio alla tipologia di arma impugnata.

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Ovviamente, bisogna ricordare che il tutto si lega a un sistema difensivo apparentemente classico di schivata e parata perfetta, che però in Soulstice, almeno per quanto concerne i ā€œparryā€, assumono un sapore differente. Se le dinamiche offensive rimangono in larga parte nelle mani di Briar, la fase difensiva ĆØ invece fondamentalmente aria di competenza di Lute che, grazie ai suoi poteri ultraterreni, ĆØ in grado di generare campi di energia e in generale barriere e soluzioni protettive in grado di risultare decisive in battaglia. Con la pressione, coi tempi giusti (indicati da un indicatore che cambia colore in base proprio alle tempistiche) del tasto B/O del controller, Lute ĆØ in grado di eseguire un Contrattacco, che consente a Briar di difendersi dagli attacchi dei numerosi nemici che, proprio a tal proposito, tendono a sfruttare quasi sempre la loro superioritĆ  numerica in battaglia, accerchiando le protagoniste e attaccandole con tipologie di attacchi differenti. Anche i poteri di Lute sono potenziabili, come detto poco sopra e, a differenza di quelli della sorella che sono comunque legati al potenziamento più delle armi che delle sue skill, rendono maggiormente l’idea di una sorta di albero delle abilitĆ  più ordinario. Tramite esso, infatti, ĆØ possibile aumentare la durata dei campi di energia, la loro aria d’azione, le diverse tipologie di Contrattacco e in generale la durata e la qualitĆ  della Coesione tra le due, il cui countdown ĆØ un altro step fondamentale da tenere sotto controllo durante le battaglie. Alcuni nemici, infatti, sono ā€œcolpibiliā€ soltanto se entrano nel raggio d’azione dei campi energetici creati da Lute, i quali possono essere richiamati attraverso la pressione dei tasti dorsali del pad. Tramite la pressione di LT/L2 o RT/R2, infatti, Lute può richiamare una sorta di campo mistico, che permette di dare forma agli spettri e di conseguenza consente a Briar di poter ferire i propri avversari, altrimenti completamente immuni ai colpi della guerriera. Inoltre, la possibilitĆ  di plasmare la realtĆ  e di generare campi di energia diventa anche un passaggio fondamentale per l’esplorazione. Oltre a rendere tangibili i nemici, infatti, i campi energetici di Lute rendono interattivi anche oggetti come cristalli di energia con cui reperire materiali di potenziamento, ma anche oggetti di ā€œscenarioā€ utili per scalare pareti o per raggiungere luoghi sopraelevati altrimenti inaccessibili. Ciò rende il fattore esplorativo sicuramente più intrigante: esso infatti si ĆØ rivelato piuttosto lineare ma comunque pieno di elementi da puzzle gaming discretamente continui, anche se semplici. Questa dinamica dei campi energetici, per quanto semplice, apporta comunque all’esperienza di gioco una ventata d’aria fresca importante, soprattutto considerando i caratteri più circoscritti del genere di appartenenza.

Un mondo in rovina

Un altro aspetto decisamente positivo di questo Soulstice, seppur bisogna sottolineare che non sappiamo ancora come il titolo girerĆ  su console, ĆØ sicuramente quello tecnico. La versione da noi provata, ancora assolutamente in via di sviluppo, ha giĆ  dimostrato di sapere il fatto suo, con performance di buonissimo livello anche su una macchina non esattamente di primissimo pelo. La versione PC di Soulslike, infatti, si ĆØ dimostrata molto valida sia dal punto di vista della stabilitĆ  sia sotto il profilo della qualitĆ  dell’immagine, riuscendo a portare su schermo un mix di spettacolaritĆ  ed esplosioni cromatiche di tutto rispetto. Durante il nostro test abbiamo potuto provare diverse configurazioni, scegliendo alla fine i dettagli ā€œaltiā€, cosa che ci ha permesso di ottenere un ottimo compromesso tra la risoluzione (2K) e il frame-rate, complessivamente stabile sui 60 fps, tranne nelle fasi più concitate, ma siamo convinti che queste piccole incertezze siano imputabili più alla nostra configurazione che al codice del gioco. Se la qualitĆ  ā€œcostruttivaā€ di Soulstice non sembra soffrire di particolari problemi, a lasciarci un po’ l’amaro in bocca ĆØ quella stilistica, decisamente meno performante e più anonima.

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Durante la nostra prova, che ribadiamo ĆØ comunque limitata da un numero preciso di capitoli giocabili, ci siamo imbattuti in una sequela di scenari e soluzioni stilistiche e visive molto simili tra loro, un dettaglio che evidenzia un lavoro forse eccessivamente svogliato e poco originale e che mette in risalto ancor di più le forti ispirazioni esterne da cui il titolo attinge. Ciò si evince anche dal design dei nemici, anche di quelli più ostici e ā€œuniciā€, che risultano comunque molto poco originali nel tratto e nella loro resa stilistica, che ancora una volta ci ĆØ apparsa sin troppo rinunciataria e poco vogliosa di aggiungere qualcosa di veramente ā€œnuovoā€ al settore di riferimento. Per rimanere in termini ā€œtecniciā€, ĆØ impossibile non menzionare anche un altro problema, che però a onor del vero riguarda un po’ tutti i prodotti del genere, e Soulstice, purtroppo, non ĆØ immune. Stiamo parlando della gestione della telecamera che, al netto del puntamento e di alcune funzioni ā€œmanualiā€, si rivela quasi sempre una sorta di nemico aggiuntivo difficilissimo da arginare e che si indebolisce soltanto grazie all’utilizzo delle skills di Lute, che in qualche modo mettono una pezza in più di un’occasione. Infine, lasciateci fare un plauso al doppiaggio: le due protagoniste sono infatti doppiate da Stefanie Joostein (Quiet, MGS V) e godono di un’interpretazione affascinante e consapevole, che riesce a dare un tocco di classe in più impossibile da non apprezzare.

Piattaforme: Microsoft Windows, Xbox Series X/S, PlayStation 5

Sviluppatore: Reply Game Studios

Publisher: Modus Games

Data D’uscita: 2022

Soulstice ci ha piacevolmente sorpreso. Smessi i panni di un apparentemente ā€œordinarioā€ action classico, il titolo dello studio italiano Reply Game Studios si ĆØ rivelato più particolare di quanto si potrebbe immaginare, grazie anche ad alcune dinamiche veramente interessanti. Certo, non siamo di fronte a un prodotto rivoluzionario, ma siamo comunque più che convinti che il titolo possa risultare una delle più piacevoli sorprese di questa seconda metĆ  del 2022, a patto chiaramente di chiudere gli occhi su qualche piccola incertezza di natura tecnica e artistica

Ho imparato a conoscere l'arte del videogioco quando avevo appena sette anni, grazie all'introduzione nella mia vita di un cimelio mai dimenticato: il SEGA Master System. Venticinque anni dopo, con qualche conoscenza e titoli di studio in più, ma pochi centimetri di differenza, eccomi qui, pronto a padroneggiare nel migliore dei modi l'arte dell'informazione videoludica. Chiaramente, il tutto tra un pizza e l'altra.