Dragon Ball The Breakers Provato: un erede di Dead by Daylight in salsa anime

Dragon Ball The Breakers

Un titolo videoludico su licenza può attrarre un bacino di utenti molto ampio, tuttavia non è raro che gli esemplari di questa categoria tendano ad essere figli di un processo creativo tutt’altro che brillante. Legarsi a un brand è d’altronde sempre un’arma a doppio taglio: non solo può incidere significativamente sulla gestione del budget, ma limita grandemente la libertà dei programmatori e degli autori del prodotto digitale. I fan vogliono rivivere virtualmente ambientazioni e personaggi che hanno imparato a conoscere e ad amare, ogni rivisitazione dallo status quo rischia di essere accolta con accese proteste. Con una simile premessa, continua a sorprenderci che Bandai Namco abbia deciso di uscire dal seminato per pubblicare Dragon Ball The Breakers, prodotto attraverso cui gli sviluppatori di Dimps (Dragon Ball Xenoverse e il suo sequel) desiderano analizzare la prospettiva di un normale civile alle prese con i mostri che abitano la serie.

Dragon Ball The Breakers: a spasso nel tempo per difendere il canone

Strutturato come un versus asimmetrico 1-contro-7, Dragon Ball The Breakers contrappone un manipolo di disperati sopravvissuti a una delle diverse nemesi comparse nell’anime/manga, soggetti malevoli qui identificati con l’epiteto generico di “razziatori”. Il contesto in cui lo scontro si svolge è pressoché irrilevante: Dimps ha sfruttato la formula già esplorata dai suoi Xenoverse e da Dragon Ball Online, ovvero ha approfittato del concetto dei viaggi temporali per ipotizzare un universo privo di un canone definito, una Pangea narrativa in cui diversi episodi si incrociano in paradossi che non hanno grandi necessità di giustificazione. Essendo il gioco ancora in fase di beta, abbiamo avuto modo di vedere molto poco della trama, tuttavia alcuni indizi ci danno a intendere che gli sviluppatori abbiano comunque deciso di dedicare tempo e risorse al definire una qualche forma di racconto. Una scelta più che azzeccata, visto il contesto in cui il prodotto si inserisce.

Il Mercato dei “live service” si fa sempre più competitivo, i gamer sono sottoposti a un numero crescente di alternative e orientano la propria scelta di consumo in base a una molteplicità di fattori. Basta un passo falso e i server rischiano di non riempirsi, un pericolo micidiale per chi, come Dragon Ball The Breakers, necessita di un costante flusso di connessioni per rimanere in vita. In occasione del nostro ultimo test, i tempi d’attesa del matchmaking superavano mediamente il minuto, un lasso di tempo breve, ma non abbastanza da passare inosservato, soprattutto se si considera che a questa base vanno poi sommati i tempi morti della lobby, nonché quelli di caricamento della partita. Risulta dunque auspicabile che il bacino di utenti presenti online rimanga stabilmente molto alto, presupposto che può essere garantito anche grazie allo stralcio di trama già presente.

Molti titoli pensati per la competitività online sono caratterizzati da una curva d’apprendimento estremamente brusca, caratteristica che complica non poco il coinvolgimento di neofiti e “casual player”. L’ultima fatica di Dimps risulta invece molto accomodante, sfrutta il contesto narrativo per impartire organicamente al giocatore le basi necessarie a comprendere il sistema di controllo, quindi offre la possibilità di compiere partite di prova utili a esplorare le mappe e i comandi più elaborati. Temprato dal tutorial, il giocatore potrà forse vivere un primo match che magari sarà anche traumatico, ma che non risulterà affatto alienante, anzi lo spingerà a esplorare più a fondo quanto il titolo ha da offrire.

Un loop che avviluppa e costringe

A giudicare dalle ore di gioco che abbiamo avuto modo di sperimentare, Dragon Ball The Breakers si basa su di un loop frenetico a cui è difficile resistere. I “sopravvissuti” sono dotati di mille accessori e abilità che gli permettono di muoversi da una parte all’altra della mappa in un battibaleno, dettaglio che inscena un dinamismo utile a far sì che le partite si concludano molto prima che sopraggiunga la noia. Che si vinca o che si perda, si innesta il desiderio di un rematch immediato, anche perché il destino degli incontri tende a risolversi in evoluzioni di pochi secondi. Una partita può iniziare magnificamente, quindi crollare di colpo in un fallimento catastrofico. Gli umani non sono certamente resistenti e poche mosse del razziatore bastano a mandare a piedi all’aria l’intero team, una situazione che si ripresenta con una certa regolarità, visto che l’obiettivo finale della loro missione li obbliga a radunarsi in un’area del campo di battaglia che certamente sarà presidiata dal loro potente avversario.

Per evitare la disfatta, i sopravvissuti possono fare affidamento ad armi ed equipaggiamenti trovati sul campo, a mosse e supplementi legati al proprio profilo e, soprattutto, a poteri temporanei ereditati da quei “combattenti Z” che hanno reso famosa la saga. Accumulato il potere necessario, anche un comune mortale può infatti tramutarsi per qualche secondo in un campione, basta attingere al repertorio di supermosse e tecniche marziali garantito dalle “transfere” . Un’idea creativa, ma che risulta più complessa di quanto non sia dato a credere, anche perché la lotta rimane in ogni caso impari, quindi i “power-up” devono comunque essere usati in chiave strategica, pena la sconfitta.

Complessivamente non possiamo che ribadire quanto già accennato in una nostra precedente prova di Dragon Ball The Breakers, ovvero che la risposta dei comandi appaia “ovattata” e lenta. O, per meglio dire, che i tempi di reazione delle animazioni siano sorprendentemente lunghi. Si tratta a questo punto di un’evidente scelta editoriale, una decisione che condurrà certamente molti giocatori a incassare batoste per colpa di manovre imprevedibilmente tardive. Una croce con cui si può imparare a convivere, ma bisogna farci la mano.

Un cuore puro, ma potenzialmente malvagio

Più insidioso è l’elemento più “ruolistico” e di personalizzazione dell’avatar. Oltre al modificare l’aspetto del proprio protagonista, i giocatori possono infatti attribuirgli le sopracitate abilità, aggiungergli talenti passivi ed equipaggiargli oggetti ricaricabili da sfruttare durante i match. A questo si aggiunge la possibilità di incrementare i livelli delle singole abilità, di addestrare le transfere e di ottenerne delle nuove. Ci sono dunque molte possibilità in ballo e sono tutte legate a quattro diversi tipi di valute, un grido d’allarme che ci suggerisce un futuro modello “freemium” fatto di molteplici microtransazioni.

Ci sono gli zeny, facilmente ottenibili giocando, a questi si aggiungono dei crediti speciali che vengono utilizzati per comprare oggetti esclusivi, quindi c’è l’”attrito” attraverso cui si sviluppano progressivamente le abilità e i ticket utili a riscattare loot box contenenti eroi e campioni. Difficile prevedere già da ora quanto questa impostazione sarà sfruttata con atteggiamento predatorio, tuttavia ci sono evidenti margini di pericolo, ancor più quando ci si ricorda che Dragon Ball The Breakers non sarà un titolo freemium, bensì sarà venduto a partire da €19.99.

Ecco dunque che emerge la nostra preoccupazione più impellente, ovvero che il prezzo d’ingresso, per quanto accessibile, possa ostacolare fatalmente l’afflusso dei giocatori. Per ogni Dead by Daylight esistono infatti un’infinità di titoli omologhi i cui server finiscono per desertificarsi nel giro di poche settimane. Temiamo che il prodotto sviluppato da Dimps possa incappare in un afflusso di giocatori insufficiente a mantenere viva l’esperienza ludica. Ovviamente è ancora presto per dirlo, molto dipenderà da come Bandai Namco gestirà le campagne promozionali e i sistemi di monetizzazione in-game, tuttavia non possiamo fare a meno di dare voce ai nostri timori, magari nella speranza che il nostro sfogo possa contribuire a salvaguardare il titolo da un eventuale futuro distopico.

Piattaforme: PS4, PS5, Xbox One, Xbox Series X e S, PC
Sviluppatore: Dimps
Publisher: Bandai Namco
Data d’uscita: 14 ottobre 2022

Dragon Ball The Breakers offre una prospettiva del tutto inedita sul mondo di Dragon Ball, il che ci incuriosisce con fervore ormai da mesi. L’idea di interpretare umani che devono fuggire da letali predatori soprannaturali non è certamente nuova, tuttavia l’impostazione offerta dal colorato mondo fumettistico disegnato da Akira Toriyama mette in campo un qualcosa che accende il nostro entusiasmo. A livello di sviluppo, il titolo sembra già adesso in buono stato e il fatto che gli sviluppatori stiano proponendo massicce fasi di test ci fa ben sperare che al momento del lancio potremo avere per le mani un prodotto bilanciato e privo di bug molesti. Nonostante l’ottimismo, non possiamo però nascondere l’apprensione che proviamo nei confronti di quegli elementi che sembrano predisporre il gioco a una monetizzazione predatoria.