Metal Hellsinger Recensione: quando i demoni gridano (a tempo)

Metal Hellsinger recensione

Se in questa recensione di Metal Hellsinger potessi gridare forte tanto quanto vorrei, DOVREI SCRIVERE TUTTO IN CAPS LOCK. Tale è la forza espressiva che vorrei imprimere nelle vostre menti mentre vi racconto le ragioni per cui Metal Hellsinger è un gioco tanto semplice quanto inebriante. Non certo un titolo perfetto, né tantomeno imprescindibile per qualsivoglia categoria di player. Piuttosto, un videogioco che gli ascoltatori di “musica potente” (per citare un famoso video reportage che spero abbiate visto tutt*) potrebbero voler provare. Cimentandosi in un mix di generi interessante e spesso molto meno autoriale e narrativo di quanto sia Metal Hellsinger. Sparatutto e rhythm game, infatti, o più semplicemente “clicca-tutto” e rhythm-game, si son già fusi molte volte sotto la bandiera dell’allenamento per E-sportivi. Giocatori, quindi, abituati a vedere questo connubio elaborato attraverso forme e colori essenziali, utile a sviluppare velocità di reazione, memoria muscolare e precisione nel posizionamento del mouse. Tutte capacità che anche Metal Hellrising vi permetterà di migliorare e sviluppare, ovvio. Ma in un contesto estetico, ludico. narrativo e musicale molto più stimolante e “diabolico”. “Doomistico” mi verrebbe da dire, per chi non ha paura dei neologismi e degli orrori celati nei gironi infernali. “Lasciate ogni speranza voi che suonate” quindi. E mettetevi delle belle cuffione comode: la colonna sonora originale di Metal Hellsinger merita di essere ascoltata al meglio delle vostre possibilità.

Metal Hellsinger Recensione

Metal Hellsinger: il ritmo della morte

Vi snocciolo qualche nome, che ne dite? Randby Blythe (Lamb of God), James Dorton (Black Crown Initiate), Matt Heafy (Trivium); Dennis Lyxzen (Refused and INVSN), Bjord Strid (Soilwork), Alissa White-Gluz (Arch Enemy). E anche Serj Tankian, frontman dei System Of A Down. Se leggendo l’intro di questo paragrafo un sorriso un po’ malefico si è allargato sui vostri volti, potete anche chiudere la recensione, accendere il PC e buttarvi su Metal Hellsinger senza esitazione. C’è un motivo se l’editore Funcom e il team di sviluppo The Outsiders hanno organizzato un concerto più che di successo nel corso della gamescom tenutasi a Colonia sul finire di agosto (2022). Ed è che i brani (lo ripeto, brani ORIGINALI composti appositamente per il gioco e interpretati dagli artisti del metal summenzionati) sono fenomenali. Vi deve piacere il genere Metal però, ed è un “però”, un nodo, che non è così scontato da sciogliere quanto in molti potrebbero pensare. E’ vero, infatti, che i giocatori di FPS alla Doom/Wolfenstein difficilmente si faranno problemi ascoltando le schitarrate, i doppi pedali e gli scream, sincronizzandoli con pistolettate, finisher e spadate varie. Per loro, come per molti giocatori di FPS tradizionali, la ritmicità è parte di un pacchetto di skill innate e indispensabili. Quasi sempre messo in pratica inconsciamente, seguendo ritmi personali, certo, e non imposti come in Metal Hellsinger. Che infatti si sporge dal bordo della barca di Caronte, ed ecco che il nodo di cui sopra si stringe, per guardare negli occhi anche eventuali rhythm-game player in cerca di una “botta di vita”. O di morte, che dir si voglia.

Metal Hellsinger Recensione

Esteticamente, va detto, sembra di trovarsi a metà strada tra Dante’s inferno e Doom/Doom Eternal, con una spruzzata di altri simili sparatutto sanguinari e Kronenberghiani nel design di nemici, ma anche di pistole/fucili ecc.. Non abbiate “timori tecnici” però, pensando alla relativa piccola dimensione da doppia A entro la quale si muove Metal Hellsinger. Tanto artisticamente, quanto in ambito tecnico, quindi di ottimizzazione, stabilità del frame rate ecc., il titolo non delude mai (su PC). Addirittura, per adattarsi al meglio al vostro hardware, Metal Hellrising vi propone degli slider appositi per rallentare l’azione e accomodarsi sul minor imput-lag possibile sia fisico (sincronia tra click su mouse e tastiera e ricezione dell’imput in game) che uditivo (sincronia tra invio del suono dal PC, e successivo ascolto del suono in cuffia). Un indicatore sullo schermo, infine, aiuterà tutti, esperti o meno, ad abituarsi al livello di difficoltà minimo o a quello massimo, e a orientarsi tra i vari tipi di colpi a tempo richiesti per non morire in Metal Hellsinger. Che non sono affatto tutti uguali, e richiedono anzi al giocatore un po’ di attenzione in più per imparare i tempismi di attivazione del colpo. Sparare con il nostro fido teschio sputafuoco, infatti, è un’azione quasi istantanea. Al click del mouse corrisponde lo sparo, il travel time del proiettile e il recapitarlo a destinazione (possibilmente nella testa dei nemici). Usando la spada, invece, vi accorgerete che al click corrisponde l’inizio dello swing, e non il colpo inferto. Dunque, per restare a tempo più a lungo possibile e non perdere il prezioso accumulo di punti combo (da +0 a +16 massimo) con la spada non basta cliccare a tempo. Bisogna “colpire” a tempo. Che è tutto un altro discorso.

Parlando dei punti combo, poi, credo troverete galvanizzante mantenerli al massimo non solo per infliggere più danni, ed entrare in uno stato di furia letale per ogni avversario. Ma anche perché più punti avete, più la colonna sonora di sottofondo, quella di cui dovete seguire il tempo per infliggere più danni, si arricchisce di strumenti, epicità, e infine voce cantata solo da +8 in su. Tranquili: non immaginatevi uno scenario da “amico che spegne la canzone all’improvviso per farvi uno scherzo”. Il kick in-kick out di strumenti e voce cantata è molto naturale. Come se Serj Tankian in persona vi notasse da lontano; e preso dal vostro entusiasmo, dal vostro ritmo si mettesse a fiancheggiarvi mentre iniziate a prenderci la mano davvero. Mentre fate capire a tutti i demoni dell’inferno che “headbanging”, nel vostro e loro caso, non significa muovere la testa a tempo. Ma è, decisamente, un termine più letterale. BANG BANG!

Metal Hellsinger Recensione

When angels deserve to…

“Quando gli angeli meritano di morire”, insomma, sapete già qual è il feeling, la sensazione di vibrazione profonda che vi scuote e vi fa tenere il tempo con il piede; con le mani, con la testa (per citare la Rappresentante di Lista, sapete come continuare). Metal Hellsinger si gioca con tutto il corpo, prima ancora che con braccia e dita. Che sono di certo le più coinvolte nella danza di morte, sangue demoniaco e colpi pistola che la protagonista mette in scena sul palco dell’Inferno. La sua missione è ritrovare la voce alla fine del pellegrinaggio, voce che le è stata rubata da Lucifero in persona per ragioni ignote. E di cui, alla fine, non ci importa davvero un demone secco. Anche noi, come lei, dopo aver giocato a lungo a Metal Hellsinger potremmo doverci mettere alla ricerca delle nostre corde vocali; o, più facilmente, di una crema antidolorifica per il collo, qualora il coinvolgimento emotivo e musicale ci abbia avvolti con troppa veemenza tra uno stage e il successivo.

Lo dirò un’ultima volta, prima che questa recensione di Metal Hellsinger sia terminata: voi amanti del metal non dovreste perdere Metal Hellsinger. Un titolo semplice, il cui level-design lineare serve per focalizzare il giocatore sul vero main event: sparare a tempo di Metal. Un gioco pensato per elevare a potenza l’epicità di un genere musicale intenso e ritmatissimo; che si presta, perciò, benissimo al mix tra sparatutto e rhythm-game proposto dagli sviluppatori. Con la consapevolezza ben salda in voi, però, che le premesse fatte nell’intro del pezzo riguardo E-sportivi, allenamento, memoria muscolare e prontezza di riflessi e reazioni non sono messe lì per caso. Invece, sono motivate da un livello di difficoltà non alla portata di tutti, spesso. Giustificato dalla rigiocabilità e relativa brevità di ogni stage, alla ricerca del tempo/punteggio perfetto, come si confà a tutti i titoli basati su combo, moltiplicatori e musica.

Piattaforme: PC, Xbox Series X/S, PlayStation 5

Sviluppatore: The Outsiders

Publisher: Funcom

Alla fine mi sono controllato abbastanza, dai. Non ho urlato (quasi mai) nel corso della redazione di questa recensione, ma vi ho comunque fatto capire quanto Metal Hellsinger sia un videogioco di qualità tanto dal lato della tecnica, quanto in termini di espressione artistica e di virtuosismi ludici. Allo stesso tempo, però, non è un’esperienza longeva in senso stretto, e chi si soffermerà sul gioco per più della durata dell’esigua campagna lo farà per rigiocare gli stage e tentare di migliorare il punteggio ottenuto. Oppure, sfruttando Metal Hellsinger come un videogioco di “aim training” (allenamento della mira) di lusso, per gli amanti del Doom-like e ovviamente, lo ripeto ancora, della musica metal. Tuttavia, qualora puntiate a sfruttare il gioco unicamente con quest’ultimo scopo, vi avverto che potrebbe essere meno efficace del previsto. Il motivo è presto detto: alcune situazioni scriptate (spawn di nemici, spawn di Boss, attacchi in stile bullet hell) tendono a ripetersi con pochi pattern predefiniti tra un try e i successivi di uno stesso stage. Perciò, i professionisti dello sparatutto potrebbero imparare troppo in fretta a leggere tali scriptaggi, vanificando in parte lo scopo dell’allenamento. Per tutti gli altri: infilate i vostri polsini con le borchie risalenti alla “fase metal”, o se la “fase” non è mai passata non toglieteli: vi serviranno per assorbire l’intensa epicità di uno degli sparatutto più originali degli ultimi tempi. Non in termini di settings o inventiva assoluta. Quanto piuttosto per la commistione efficacissima di generi che propone in una modalità molto accattivante, tecnicamente impeccabile e coinvolgente da paura.

VOTO: 8

Vive in simbiosi con la sua Switch, segnato da un'infanzia vissuta solo sulle console Nintendo portatili. Persino la sua prima console Sony è stata la portatile PSP, il che è tutto dire. Monta video da quando erano ancora di moda gli AMV su Dragon Ball, e si usava Movie Maker pensando di essere i nuovi Spielberg. Malato di giochi competitivi ed E-sport, ma anche dal lato opposto dello spettro di GDR e Story Driven, pochi titoli si salvano dalle sue spire, e solo perchè ogni tanto deve anche nutrirsi e dormire. Ha scritto questo testo, ma di solito non parla di sè in terza persona. Così, per dire.