Dopo quasi due anni di attesa, siamo finalmente riusciti a mettere le mani sull’esperienza completa che ha voluto servirci Stormind Games (software house italiana, già conosciuta per la serie survival-horror Remothered) con il suo nuovo esperimento: Batora Lost Haven, che già ci aveva incuriosito non poco grazie al suo affascinante e promettente gameplay. Quello che ci ha scosso in particolar modo, è stato il completo cambio di registro applicato dalla casa di sviluppo sulla sua opera, soprattutto se lo raffrontiamo a quello che hanno rappresentato i giochi di Remothered. Da un sistema di comandi non propriamente svecchiato (e per certi versi legnoso) ed un mood tetro e orrorifico, si è passati ad un gioco veloce, fantasy, sci-fi e dotato di meccaniche action-RPG (con visuale isometrica): una vera e propria dimostrazione di coraggio, versatilità produttiva e di conoscenza del medium. Passiamo ora ad analizzare punto per punto ciò che Batora Lost Haven ha significato per noi, che ne abbiamo testato tutte le feature su PlayStation 5. Il titolo approderà il giorno 20 ottobre 2022 su PlayStation 5, PlayStation 4, Xbox Series X/S, Xbox One e PC. Per quanto riguarda l’uscita sulla console ibrida di Nintendo, ancora, non si conosce la data.
Batora Lost Haven: cuore o cervello?
Dopo il susseguirsi di tanti piccoli trailer (di cui uno lo abbiamo mostrato durante lo Spring Showcase di GamesVillage), la nuova IP di Stormind Games si è fatta conoscere ai più, destando la curiosità dei giocatori, genuinamente desiderosi di approfondire ciò che di originale l’opera avrebbe potuto offrire al mercato in questo ricco 2022. Dopo un particolarmente deludente Remothered Broken Porcelain (2020), la software house nostrana, quindi, ha puntato tutto su un cambio radicale di rotta, andando ad ispirarsi ad una serie di romanzi scritti dall’autrice italiana Annika Morris, intitolati “Batora Il Risveglio” e “Batora Il Marchio della Terra“.
Seppur Batora Lost Haven affondi le radici nei manoscritti della Morris, il videogioco presenta varie modificazioni di trama, nonostante il fil rouge sia sempre e comunque riconducibile ad un concetto cardine, presente sia nell’opera letteraria che videoludica: il dualismo. Sì perché nel videogioco, il dualismo è il tema ricorrente, che sarà riscontrabile in qualsiasi aspetto di Batora Lost Haven, a partire proprio dal gameplay. Questo, infatti, si snoda attraverso due approcci tanto distinti quanto strettamente sinergici per ciò che concerne il loro uso. L’inizio della storia vedrà la protagonista, Avril, avere un primo contatto con due divinità: Sole e Luna, le quali le conferiranno due forme alternative. Quella del Sole, permetterà ad Avril di sferrare micidiali attacchi melee con l’ausilio di uno spadone magico; l’altra forma, invece, riguarda la Luna, tramite cui Avril sarà perfettamente in grado di lanciare attacchi psichici a lungo raggio. Con l’ottenimento di queste due trasformazioni, Avril (in compagnia della sua migliore amica Mila) sarà in grado di viaggiare nell’universo per conto di Sole e Luna, approdare in vari pianeti e cercare di salvare ciò che resta dell’umanità, attualmente afflitta da un’apocalisse, la cui causa rimane sconosciuta. Una responsabilità decisamente enorme per una ragazza adolescente, che si ritroverà a doverla assolvere per volere delle stesse divinità che, per motivi ignoti, non hanno la possibilità di salvare il pianeta Terra di cui si professano guardiani.
La questione del dualismo, badate bene, non riguarda solamente lato gameplay. Anche sul piano della narrazione, il giocatore si ritroverà sempre in situazioni scomode e difficili, in cui una decisione potrà salvargli la vita e porre fine a quella di un altro malcapitato. Bianco o nero? Vivere o morire? Tè con zucchero o senza zucchero? Queste sono solo alcune delle domande esistenziali dinnanzi cui ci dovremo scervellare. Il gioco, tuttavia, fin dai primi istanti dell’avventura, vi richiederà la massima attenzione nel prendere delle decisioni, proprio perché a seconda di come reagirete, la trama prenderà una piega differente, e questa varierà in base a quale approccio verrà preso dal giocatore (impersonerete un Conquistatore o Difensore?). Ci sarà da ragionare, e molto, soprattutto a causa della pesantezza morale che contraddistingue la maggior parte delle situazioni. Saremo chiamati a dover giustiziare o graziare delle vite; appoggiare piani o mandarli allo scatafascio; e, ancora, a sabotare amicizie o rimanerne estremamente fedeli. Molti giochi, direte voi, permettono di sentenziare su alcune questioni, in modo da incrementare il grado di immersione in un’opera narrativa. Ebbene, se pensate a videogiochi come Horizon Zero Dawn (e al suo sequel), alcune delle scelte che Aloy è chiamata a fare risultano fittizie, poiché non portano ad una variazione delle conseguenze. Nel caso di Batora, nonostante non vi dobbiate aspettare una complessa ramificazione della trama, Stormind Games ha voluto, attraverso un sistema piuttosto basilare ma efficace di scelte (basato sulla somma finale delle scelte prese in tutti i “livelli”, che vengono trattati come compartimenti non comunicanti e che quindi non si influenzano tra loro), aiutare il giocatore ad immedesimarsi nella psiche di Avril, spesso scossa dalla rilevanza che le sue decisioni occupano. Oltre a ciò, la casa di sviluppo è riuscita ad infondere un notevole senso di curiosità nel giocatore, che dopo aver percorso uno specifico cammino, sarà interessato a ricominciare l’avventura con il New Game + per esplorare la via del tutto opposta. Batora offre ai giocatori due finali alternativi: il primo lo abbiamo raggiunto in circa 7 ore di gameplay, mentre il secondo lo abbiamo potuto visionare al termine del New Game +, il quale permetterà al giocatore di conservare tutte le abilità apprese nel corso della prima run, che risulteranno decisamente utili in vista di una curva di difficoltà che si innalza notevolmente.
Decisioni che modificano il gameplay
Come già abbiamo accennato precedentemente, la protagonista potrà avvalersi di due forme ben distinte: la forma della Luna e quella del Sole, dotate di due barre degli HP indipendenti. Queste si riveleranno disponibili fin dai primi minuti di gameplay e apporteranno un notevole senso di varietà, dinamicità e strategia, perché in base al nemico che il giocatore si troverà davanti, questi dovrà utilizzare una forma specifica per evitare di perdere troppi HP, e anche a causa della maggior efficacia di un approccio rispetto ad un altro. Alcuni nemici alieni saranno particolarmente sensibili agli attacchi melee, altri, invece, sopporteranno a fatica gli attacchi a distanza di Avril. Altri mostri, ancora, saranno dotati di una doppia barra della salute, che dovrà essere portata a zero attraverso l’impiego di ambe due le forme dell’eroina. Non dovrete, però, temere di colpire un nemico con la forma errata, in quanto ciò conferirà ad Avril la possibilità di accumulare punti combo: un valore speciale che aumenterà sensibilmente l’intensità dei propri attacchi. L’impiego di ciascuna “versione” di Avril modificherà in maniera sostanziale il gameplay: la forma del Sole, come già accennato, consta in attacchi melee, che permetteranno al giocatore di scatenare la sua furia in sezioni che, in un certo senso, ci sentiamo di definire hack ‘n slash. Al contrario, la forma della Luna rivoluzionerà il gameplay, trasformando il gioco in un twin-stick shooter che, ahinoi, ci risulta il vero e proprio tallone di Achille di Batora Lost Haven.
Se durante le fasi melee il giocatore si sentirà estremamente appagato, durante i momenti di twin-stick, questi si sentirà quasi frustrato da ciò che il titolo ha in serbo per lui. A causa, secondo noi, di una scarsa accuratezza delle hit-box e di un sistema di mira tutt’altro che eccezionale, la maggior parte dei proiettili che Avril scaglierà contro gli avversari, andranno a vuoto. Quelle poche volte che i colpi andranno a segno, invece, il mediocre feedback dei colpi (conferito tramite una leggera vibrazione del DualSense) non vi farà percepire lo stato attuale del combattimento. Lodevoli, invece, la responsività dei comandi che, soprattutto nelle sezioni più concitate non delude mai e ammette schivate rischiose, nonché la qualità delle boss-fight, con cui ci siamo divertiti, nonostante le meccaniche semplicistiche.
Parlavamo, poc’anzi, della volontà del giocatore, in grado di modificare l’andamento del corso degli eventi. Ebbene, questa saprà anche mutare leggermente qualche aspetto del gameplay vero e proprio. Nel momento in cui il giocatore saprà senza ombra di dubbio di volersi rispecchiare in un approccio da “Conquistatore” o da “Difensore”, questi riceverà i punti Karma corrispondenti, che andranno ad influenzare le statistiche base di una delle due forme di combattimento (tra cui vi troviamo i punti salute, la forza d’attacco, la difesa, il periodo di tempo che intercorre tra una schivata e l’altra, e così via). Oltre a ciò, l’ottenimento dei punti Karma, faranno sì che il giocatore possa sbloccare determinate abilità esclusive di una certa forma, tramite l’acquisizione delle rune: veri e propri pezzi di equipaggiamento che apporteranno modifiche sostanziali agli attributi del personaggio.
Batora Lost Haven: Non solo combattimenti contro extraterrestri
Il cuore del gameplay, anche se in gran parte devoto al combat-system, batte ardentemente anche per le fasi di esplorazione e di risoluzione dei puzzle. Le prime, sono state studiate ad hoc per permettere al giocatore di esplorare in lungo e in largo ciascuna delle mappe che offre Batora. Siano esse fetch-quest o perlustrazioni con il fine di scovare i collezionabili, Avril avrà senz’altro il modo di ammirare le magnifiche architetture dei vari pianeti extraterrestri che sarà chiamata a visitare. Questi pianeti, ciascuno dotato di caratteristiche proprie, sono tutti estremamente curati nella resa ambientale e dei personaggi ottimamente caratterizzati. Qui e là vi capiterà, poi, di scovare qualche mercante da cui acquistare le rune, oltre ai Semi del Risveglio (il codex per intenderci), che vi aiuteranno ad apprezzare ancor di più la cultura e la lore di ogni singolo corpo celeste visitabile, pensate e descritte in modo maniacale, facendo emergere una grande cura per il world-building. L’unica cosa che ci dispiace aver constatato è che l’esplorazione risulta piuttosto carente in qualche pianeta in termini di level-design, in cui appare troppo lineare, con qualche bivio sparso che, però, si traduce in una falsa biforcazione del percorso, in quanto una delle due vie è sempre un vicolo cieco.
A spezzare il ritmo concitato dei combattimenti, interviene anche la componente puzzle-solving, che, in tutta sincerità, ci è sembrata lineare, intuitiva e non particolarmente complessa. Avril, infatti, in qualche occasione, si ritroverà all’interno di una dimensione onirica in cui dovrà risolvere degli enigmi ambientali, che consistono quasi sempre nell’attivare e disattivare delle piattaforme, che appaiono all’accensione di una delle due forme del personaggio. Tramite l’apparizione delle piattaforme, il giocatore dovrà affrontare un percorso ad ostacoli per giungere alla fine del livello e tornare all’avventura.
Un universo colorato e cartoon
Sul fronte artistico non possono che emergere delle lodi al team di sviluppo, sia per quanto riguarda la cura delle ambientazioni, che per ciò che concerne lo studio di design che si cela dietro ai comprimari e ai personaggi secondari che si avvicendano nel corso dell’odissea spaziale di Avril. Dotato di grafica 3D e in stile cartoon, Batora Lost Haven riesce a spiccare artisticamente, avvalendosi di stilemi tipico del genere retro sci-fi, che non scadono mai nel banale. Oltre a ciò anche il comparto registico e la qualità di animazione che traspaiono dalle cutscene sono di eccellente fattura. La colonna sonora “Will of the Keeper” (che peraltro si ispira candidamente a quella di Journey e Ori and the Blind Forest) calza a pennello è stata realizzata grazie ad una collaborazione fra Stormind Games e Ron Fish, celebre compositore, noto soprattutto per aver lavorato alle musiche di God of War e Batman Arkham. Nonostante si tratti di un gioco tutto italiano, il doppiaggio, realizzato ottimamente, è stato reso solamente in lingua inglese. I sottotitoli, invece, sono presenti in varie lingue, fra cui l’italiano.
Infine, nella sezione delle impostazioni, il gioco presenta due opzioni grafiche: la prima è la modalità prestazioni che punterà a riprodurre Batora Lost Haven con un frame-rate stabile a 60 fps (su PlayStation 5); la seconda, invece, è la modalità fedeltà che, come molti sapranno, tende a prediligere una maggior qualità nella risoluzione dell’immagine a discapito della fluidità, ovvero dei frame per secondo. Altra interessante e graditissima aggiunta riguardante l’accessibilità, consta della possibilità per i giocatori aventi varie forme di daltonismo, di adattare la palette cromatica ad ogni tipo di esigenze.
Sviluppatore: Stormind Games
Publisher: Team17
Piattaforme: PS5, PS4, Xbox Series X/S, Xbox One, Switch e PC
Data di pubblicazione: 20 ottobre 2022
In definitiva, Stormind Games ha deciso di proporre al pubblico qualcosa di inaspettato se confrontato con il suo pedigree. Il risultato ha soddisfatto a pieno le aspettative per tutti i motivi sopra elencati: gameplay vario e dinamico, reso ancora più interessante dal fatto che sia legato indissolubilmente alle decisioni che il giocatore prenderà avanzando di trama. Batora Lost Haven presenta pochi elementi ma li realizza con grande cura e grande amore nei confronti del suo progetto, soprattutto per quanto riguarda il fronte del world-building. Uniche pecche sono da ritrovare in alcune ingenuità di level-design e nella componente twin-stick shooter, a causa di difetti di mira e di hit-box.