Game Connection Europe 2022: intervista al nuovo CEO Raymond Qiang

Game Connection Europe 2022

Il 3 e il 4 novembre abbiamo partecipato a Game Connection Europe 2022, l’importante evento europeo dove oltre 1.500 tra sviluppatori, editori, distributori e fornitori di servizi si recano alla ricerca di nuovi partner o nuovi clienti. La Game Connection è dunque un luogo d’incontri dove è possibile fare la conoscenza di tante realtà, pronte a mostrare i propri lavori (soprattutto team indipendenti) o, dall’altra parte della barricata, pronti ad investire e fiutare le migliori occasioni. Senza dimenticare ovviamente gli Indie Development Awards, premi assegnati ai giochi indie che si sono contraddistinti per sviluppo e tematiche trattate.

Parlando di incontri, personalmente ho avuto l’occasione di conoscere Raymond Qiang, il nuovo CEO della Game Connection che ha acquistato la manifestazione nel 2019, poco prima dell’inizio della pandemia COVID-19. Dopo 2 anni di stop forzato, l’evento è finalmente tornato e per noi è stato un onore e un piacere essere il primo media occidentale a poter intervistare Qiang. Dalla nostra chiacchierata sono emersi diversi spunti molto importanti che toccano il nostro settore: si è passati dagli effetti del Coronavirus sull’industria videoludica, al metaverso; da Google Stadia che di recente ha chiuso i battenti a rapporti di collaborazione tra Cina e occidente, toccando anche temi geopolitici passati e di attualità. Ovviamente Raymond Qiang ci ha parlato anche della sua visione e del perché ha deciso di investire acquistando Game Connection. Dunque, senza ulteriori indugi, vi lascio alla mia intervista.

Game Connection Europe 2022 Raymond QiangMarco Accordi Rickards: Buonasera Raymond, è un piacere conoscerti e grazie per aver trovato un po’ di tempo per questa chiacchierata. Perché non ci racconti qualcosa di te così che i lettori possano conoscerti meglio?

Ray Qiang: Ciao, grazie mille, in realtà è la prima volta che vengo intervistato da un media occidentale. Mi chiamo Raymond Qiang e sono il proprietario di Game Connection. Ho ricevuto la mia prima console quando avevo sei anni, era un Nintendo Famicom, è costata ai miei genitori 6 mesi di stipendio e quello è stato il mio primo contatto con l’industria videoludica. Sono sempre stato appassionato di videogiochi e sono passati 12 anni da quando ho iniziato a lavorare nel settore. In realtà ho acquisito la Game Connection dal precedente proprietario e fondatore nel 2019, poco prima della pandemia COVID-19. Sapevo che stava ipotizzando di cederla ed ero interessato a questa opportunità, quindi siamo andati a cena, qui a Parigi, e abbiamo stipulato un accordo.

Marco Accordi Rickards: La Game Connection è uno degli eventi di riferimento del settore in cui si riuniscono tutte le tipologie di professionisti, inclusi sviluppatori e publisher e tu stai gestendo il tutto. Vedendo la costante evoluzione del settore e i suoi cambiamenti nel corso del tempo, quali sono i principali trend di quest’anno, quelli davvero rilevanti? Se dovessi fornire un quadro dei temi attuali, quali sono i principali fattori che ti saltano all’occhio?

Ray Qiang: Lavoro nel settore videoludico da 12 anni e fin dall’inizio ho visto i giochi per mobile e pc crescere di importanza, specialmente durante la pandemia. Quest’anno, si possono osservare tutti: giochi per pc, mobile e console, insieme ai giochi indie che diventano sempre più rilevanti, ma anche giochi AR e VR. Quindi, nella mia mente, quest’anno è abbastanza diverso dai precedenti: contiene tutti gli elementi della Game Industry in un unico spazio. Ad esempio, nel 2012, l’argomento principale erano i giochi mobile, giochi popolari dell’epoca come Candy Crush Saga di King erano sulla bocca di tutti. Poco prima della pandemia, l’argomento principale era Google Stadia, ma ora abbiamo qualsiasi cosa. 

Marco Accordi Rickards: Rimandando al titolo di un film molto famoso possiamo dire che questa volta per l’industria videoludica è “tutto, ovunque, nello stesso momento”, in cui tutto è presente e accade nel medesimo istante.

Ray Qiang: Infatti. L’unica eccezione è però il cloud gaming: era la stella più luminosa, soprattutto quando è stato annunciato Google Stadia, ma ora sappiamo che il progetto sta chiudendo. Pare che ci siano altri progetti simili in arrivo, ma per quest’anno abbiamo notato che non sta andando bene – anche se il cloud gaming è ancora presente – ci sono molti altri elementi emergenti come il metaverso e gli NFT che stanno iniziando a prendere campo. Non so se un giorno scompariranno o meno, ma per ora sono qui alla Game Connection. Sono tutti qui, nuovi e vecchi, e questo è un bene. Per me, la cosa più importante nel settore è che un gioco dovrebbe essere di buon livello, interessante e divertente in ogni caso. Inoltre, quest’anno alla Game Connection stiamo supportando molti giochi indie in aree dedicate, sarà molto interessante.

Marco Accordi Rickards: Sono decisamente d’accordo con la tua visione, perché alcune tendenze cambiano ma i giochi sono qualcosa di reale che rimane. Quindi, se ci si focalizza su di essi è sempre la soluzione migliore, perché possono adattarsi a tutto. Torniamo alla pandemia: è stato qualcosa di terribile che ha cambiato tutto per almeno un paio d’anni. In questo momento sembra che stiamo tornando alla normalità, ad esempio con la Game Connection in corso. Pensi che l’effetto pandemia abbia cambiato le abitudini delle persone? Ad esempio, dopo due anni in cui le persone si sono collegate online, hanno svolto webinar e hanno saltato eventi dal vivo per fare qualcosa di diverso tramite l’uso di smartphone, tablet, computer ecc., Pensi che tutto possa tornare alla normalità o qualcosa sia cambiato, e i cambiamenti persisteranno?

Ray Qiang: Si tratta di qualcosa di cui io e il precedente proprietario dell’evento abbiamo discusso negli ultimi anni, e siamo arrivati alla conclusione che la pandemia ci ha cambiato per sempre. A causa del modo in cui abbiamo imparato a fare affari durante la pandemia, in modo più efficiente e meno dispendioso, ora preferiamo il business online. Ho anche notato che alcune aziende che organizzano eventi online stanno avendo molto successo e si stanno espandendo: in un anno sono passati dall’organizzare uno o due eventi ad organizzarne dieci. In ogni caso io sono un sostenitore degli eventi offline. Credo che le persone abbiamo ancora voglia di incontrarsi faccia a faccia, stringersi la mano, cenare insieme e così via, modalità di comunicazione che credo sia molto più potente ed efficace. Per questo motivo ho insistito nell’organizzare questo evento, per dimostrare che le persone vogliono incontrarsi nel mondo reale e organizzare incontri di lavoro reali nella Game Industry.

Marco Accordi Rickards: In un mondo in cui ci sono così tanti eventi dedicati al settore dei videogiochi, qual è la formula per farsi riconoscere? 

Ray Qiang: La prima cosa che salta all’occhio alla Game Connection sono i nostri il partecipanti internazionali: aziende europee, asiatiche e americane. Possono svolgere meeting live, prenotarli e organizzarli in anticipo. Il nostro sistema è molto efficiente e penso funzioni bene. E’ stata un’idea del proprietario precedente, ma allo stesso tempo sto cercando di mettere in campo elementi aggiuntivi. Ad esempio, essendo io cinese, sto cercando di coinvolgere più aziende cinesi e asiatiche nell’evento. A causa della pandemia e della politica zero tolleranza attualmente in vigore in Cina il numero di aziende che riescono a partecipare ad eventi internazionali come questi è diminuito e si tratta di una minoranza, attualmente del 10%. Vorrei tornare ad un 15%. Potrebbe essere un evento da condividere anche con partecipanti dal Giappone, dalla Corea e così via. Questo è ciò a cui vorrei puntare e che vorrei migliorare. 

Marco Accordi Rickards: Quindi la tua idea è di creare un ponte con l’Asia.

Ray Qiang: Si, esatto. Credo sia qualcosa di molto importante. Vorremmo dare vita a collaborazioni ancora più internazionali e offrire un evento flessibile che possa offrire diverse tipologie di finanziamento e fondi. 

Marco Accordi Rickards: Nella tua prima risposta hai menzionato il metaverso come uno tra i trend di questa edizione. Qual è la tua opinione al riguardo? Pensi che il trend diminuirà in qualche anno o è qualcosa di grande che resterà nella storia?

Ray Qiang: Credo che sarà come il caso del 5G: all’inizio tutti impazzivano per il nuovo 5G, ma poi non c’è stata una grande differenza rispetto al 4G. Potrebbe essere lo stesso con VR e AR. È iniziata come un grande annuncio futuristico, ma onestamente non vedo ancora molte persone che vanno in giro indossando occhiali AR. Per quanto riguarda il metaverso, credo che le esperienze di vita reale non possano essere sostituite con la tecnologia AR o VR. Almeno io personalmente preferisco le esperienze del mondo reale e sicuramente ci sono molte altre persone che sono d’accordo con il mio punto di vista!

Marco Accordi Rickards: il metaverso mi ricorda diversi tentativi falliti di costruire qualcosa di simile: ti ricordi la PlayStation Home? Anche Second Life. Ma vedremo, è tutto molto interessante, staremo a vedere.

Ray Qiang: Si vedremo.

Game Connection Europe 2022 Raymond QiangMarco Accordi Rickards: Abbiamo notato che fino a pochi anni fa in diversi eventi in tutto il mondo la tipica relazione B2B era tra il publisher e i developer. Negli ultimi anni sta diventando sempre più una connessione publisher – fornitori di servizi – developer. Qual è la tua  opinione al riguardo? La presenza di molte società di outsourcing che aiutano sviluppatori e publisher sta cambiando il modo in cui il settore sviluppa i giochi? Pensi che sia qualcosa che crescerà ancora di più? Anche qui alla Game Connection ci sono molte aziende di servizi outsourcing, il che sta cambiando un po’ lo scenario in cui vedevamo solo sviluppatori e publisher, quindi un rapporto più diretto.

Ray Qiang: Sì, ho anche notato che ci sono molti fornitori di servizi. Credo che siano ottimi elementi per l’industria videoludica. Tuttavia, i publisher pubblicano giochi, quindi sono i partecipanti più importanti della Game Connection. Però dovrebbero esserci più partecipanti per rendere l’ecosistema più sano, proprio come i fornitori di servizi. Dato che di solito lavorano su sound design ed effetti visivi, grafica, traduzione ecc. dovrebbero anche esserci investitori per fornire denaro e fondi agli sviluppatori . Questa sarebbe una buona cosa per il settore: per sviluppare più videogiochi hai bisogno di più fondi per assicurarti che il lavoro venga completato in tutte le sue fasi. Credo che queste collaborazioni siano ottime, ad esempio per l’edizione 2019 di Game Connection abbiamo noleggiato una barca sulla Senna, sponsorizzata da un fornitore di servizi. Hanno partecipato all’evento circa 400 persone che si sono divertite molto quella sera e l’evento è stato memorabile. Anche dopo anni, le persone vengono da me chiedendomi se la festa in barca tornerà mai. Ha avuto molto successo ed è importante portare più valore al nostro evento, non si tratta solo di servizi ma anche di intrattenimento.

Marco Accordi Rickards: Questa è la mia ultima domanda. A livello geopolitico, gli ultimi trent’anni sono stati sotto l’effetto di un tipico globalismo in cui tutte le principali tendenze dell’industria videoludica provenivano sostanzialmente dagli Stati Uniti d’America. Ma quello che stiamo vedendo in questo periodo – purtroppo anche a causa della guerra e di tante altre crisi internazionali – è che qualcosa sta cambiando, e ci sono diversi modelli, ad esempio provenienti dalla Cina e da altri Paesi, che non sono più così allineati agli Usa. Se il mondo cambia e diventa più polifunzionale e meno multilaterale potrebbe influenzare anche l’industria videoludica?

Ray Qiang: Quando si parla di Cina vorrei dire che quando avevo 6 anni, circa 34 anni fa, i miei genitori mi comprarono un Nintendo Famicom. Costava sei mesi del loro stipendio, ma era legale comprarlo e potevo giocare agli ultimi giochi. La Cina è un paese molto più consolidato ora, non posso però acquistare l’ultima console rilasciata per mio figlio  a causa delle leggi molto rigide sull’approvazione delle licenze. Le cose in Cina stanno tornando indietro, quindi non penso alla Cina come al paese più predominante in termini di produzione e creatività. Sì, abbiamo Genshin Impact di miHoYo, che sta andando abbastanza bene, ma non vediamo molti altri titoli in questo momento rispetto ai poli creativi di Europa e Stati Uniti. Credo che la Cina abbia un suo potere nel creare giochi: abbiamo grandi programmatori e persino artisti, ma game design? Come si fa a progettare un gioco? Tu ci dai un’idea, un buon documento di design e noi possiamo fare il resto del lavoro per te.

Quando sono venuto per la prima volta a Parigi sono rimasto piuttosto scioccato nel vedere così tanti giovani che si divertivano lungo le rive della Senna, in Cina in quel periodo della tua vita dovresti essere a casa e lavorare sodo, ma qui le persone hanno le proprie idee, sanno divertirsi e questo è probabilmente uno dei motivi principali per cui si hanno più game designer. Questa è la principale differenza tra la Cina e il mondo occidentale, qui puoi creare tutti i giochi che desideri. Il Giappone, ad esempio, è dominato da Nintendo e Sony, due delle tre console più importanti provengono dal Giappone stesso. Hanno anche titoli molto importanti come Super Mario e The Legend of Zelda ecc. L’America, ovviamente, dominante nell’industria videoludica ed è molto forte, ma ci sono molte aziende famose che non provengono dagli Stati Uniti: Parigi , ad esempio, è molto forte su NFT e giochi blockchain. Anche i giochi mobile sono molto popolari, con Supercell e Playrix che dominano le classifiche. Supercell è finlandese, mentre Playrix è una società fondata in Russia, trasferitasi in Irlanda a causa della guerra. Quindi, come puoi vedere, molti giochi famosi e aziende produttive non sono americane. Sono abbastanza ottimista sull’Europa, c’è del potenziale. Dovremmo assolutamente tenerla d’occhio.

Marco Accordi Rickards: Grazie davvero, è stata una chiacchierata molto interessante.

Metalmark, giornalista, scrittore e docente universitario, si dedica al culto delle avventure Infocom, di X-COM e dell'Intellivision. Come hobby, dirige VIGAMUS, il Museo del Videogioco di Roma, e i corsi di VIGAMUS Academy. La sua prima rivista da caporedattore? CUBE. Poi tante altre, tra cui PSW, Xbox World, PC Games World, Game Pro (EDGE Italia) e Game Republic.