The Bear è una delle ultime perle della casa di produzione FXP (Disney), nota in particolare per Sons of Anarchy, Fargo e Atlanta. La serie ha debuttato in Italia lo scorso autunno su Disney+ dopo l’enorme successo negli Stati Uniti, facendo subito parlare di sé. D’altronde, una serie che ruota attorno alla ristorazione non poteva che suscitare interesse anche in Italia. Ma al di là dei tanti reality culinari a cui siamo ormai abituati, la novità di The Bear è che veniamo coinvolti nella vita del ristoratore protagonista tra passato e presente (i traumi non mancano), mentre lo seguiamo nelle giornate trafelate in cucina al fianco di un’improbabile brigata. Jeremy Allen White (Shameless) è lo chef Carmy (diminutivo di Carmen, un nome che negli USA si usa anche al maschile), tornato a Chicago dopo una lunga esperienza nel mondo dei ristoranti stellati di New York per gestire la tavola calda del fratello morto suicida. Gli 8 episodi, la cui durata varia dai 20 ai 47 minuti del finale, scorrono agilmente tra incomprensioni, non poche difficoltà economiche ma soprattutto tanta passione per la cucina.
Mentre il pubblico attende la seconda stagione, la cui uscita negli USA è prevista per metà del 2023, è d’obbligo un giretto culinario nei 6 ristoranti locali a cui rende omaggio l’introduzione all’episodio finale sulle note del cantautore indie Sufjan Stevens. Chissà che non sia d’ispirazione per il vostro prossimo viaggio oltreoceano…
In ordine di apparizione:
Parky’s Hot Dogs
Uno sgargiante stand arancione situato nel sobborgo periferico di Forest Park serve hot dog con tutti i condimenti del caso, hamburger e patatine dal 1947. Il classico Parky’s, in particolare, prevede pomodori a fette, cipolla, sedano, senape e relish agrodolce.
Johnnie’s
Pare che i migliori panini “al manzo all’italiana” di Chicago vengano serviti in questo locale spartano che un po’ ricorda il fittizio Original Beef della serie. Ma si può sapere che cos’è un italian beef? Non siete i soli italiani a non averne mai sentito parlare prima di questa serie… Un italian beef è un grosso panino ripieno di roast beef tagliato sottile (in origine si usavano le parti meno pregiate del manzo) e unito a croccante insalata giardiniera e peperoncini verdi in salamoia. La parte più importante viene alla fine: una volta assemblato, il pane va tradizionalmente bagnato con il sugo della carne.
Pequod’s Pizzeria
Siamo pur sempre a Chicago, dove è stata inventata la deep dish pizza. I napoletani distolgano lo sguardo… Pequod’s è celebre per la sua pizza alta dai bordi super croccanti, al limite del bruciacchiato. Che sia ricoperta di salamino pepperoni, polpettine, acciughe o ananas, si tratta di un’esperienza che i meno puristi della pizza non vorranno lasciarsi scappare.
Gene & Jude’s
Lo slogan di Gene & Jude’s mette subito in chiaro che in questo storico locale non troverete né posti a sedere né ketchup, ma soprattutto niente false pretese. Il menu è brevissimo: hot dog, doppio hot dog, patatine e corn roll tamale, uno snack di ispirazione messicana fatto di farina di mais. Difficile quindi confondersi ordinando, ma magari portatevi il vostro ketchup (e nascondetelo).
Superdawg
Superdawg nasce nel 1948 per mano degli sposini Maurie e Florence “Flaurie” Berman che cercavano un’attività da gestire nei mesi estivi quando il loro lavoro “principale” si fermava. Ebbene, il drive-in ha avuto un tale successo che è diventato la loro vita e un simbolo di Chicago. Nonostante la combo panino-bibita non costi più 32 centesimi come negli anni Cinquanta, il menu non è cambiato molto rispetto ad allora: la star è naturalmente l’hot dog Superdawg che viene impreziosito da senape, cipolle, peperoncini e cetriolini all’aneto, ma è possibile ordinare anche hamburger, pollo fritto, grilled cheese e pesce fritto. Gli amanti dei dolci vintage verranno tentati dal gelato Supersundae con cioccolato, fragole, ananas o caramello.
Wrigley Field
L’ultimo luogo della lista non è altro che lo stadio di baseball dei Chicago Cubs, perché il baseball non si guarda a stomaco vuoto. La scelta è vastissima tra salsicce classiche e vegetariane, pizza, hamburger, pollo fritto, nachos, popcorn, pretzel… Ma tutti concorderanno nell’incoronare l’hot dog spuntino-re dello sport più americano che ci sia.
Volare a Chicago con passaporto ed ESTA
Per chi non lo sapesse, dal 2008 esiste una comoda alternativa elettronica al visto per gli USA, per il quale in passato era obbligatorio recarsi in ambasciata: un’autorizzazione di viaggio digitale chiamata ESTA che va richiesta online. Dopo aver compilato un modulo inserendo i dati del viaggiatore o dei viaggiatori (è possibile creare una richiesta di gruppo per rispamiare altro tempo prezioso) e alcune informazioni relative al viaggio, si carica una scansione o foto del passaporto e si pagano le spese previste. La conferma dell’ESTA approvato si riceve via e-mail e si conserva per ogni evenienza ma non è nemmeno necessario stamparla, perché dal numero del passaporto le autorità aeroportuali sono in grado di risalire all’ESTA valido. Un ESTA permette di viaggiare negli USA per un massimo di 90 giorni per volta nell’arco di 2 anni a patto che anche il passaporto utilizzato per la richiesta rimanda valido.