Microsoft e Activision Blizzard: l’acquisizione è stata temporaneamente bloccata in USA

Microsoft Activision Blizzard

Un giudice statunitense ha accolto una richiesta della Federal Trade Commission (FTC) per bloccare temporaneamente l’acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft. Lunedì la FTC ha presentato una denuncia al tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto settentrionale della California, chiedendo un ordine restrittivo temporaneo e un’ingiunzione preliminare.

La denuncia sosteneva che senza il blocco temporaneo, Microsoft e Activision avrebbero potuto chiudere l’accordo in qualsiasi momento da venerdì e che l’ingiunzione era “necessaria per mantenere lo status quo mentre la denuncia è pendente”. La richiesta della FTC è stata ora accolta e un’udienza di due giorni si terrà il 23 e 24 giugno. Rispondendo lunedì alla presentazione della denuncia da parte della FTC, il presidente di Microsoft, Brad Smith ha dichiarato:

L’azione odierna della FTC per intentare causa nel nostro caso Activision presso il tribunale federale dovrebbe accelerare il processo decisionale. Questo avvantaggia tutti. Preferiamo sempre percorsi costruttivi e amichevoli con i governi, ma abbiamo fiducia nel nostro caso e non vediamo l’ora di presentarlo.”

La saga della proposta di acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft continua a proseguire, con le autorità di regolamentazione della concorrenza del Regno Unito e degli Stati Uniti che rappresentano il principale punto critico dell’accordo. Mentre molti regolatori in tutto il mondo hanno approvato l’acquisizione, l’Autorità per la concorrenza e i mercati del Regno Unito ha dichiarato ad aprile che stava impedendo l’accordo da 69 milioni di dollari a causa delle preoccupazioni per il suo impatto sul mercato del cloud gaming. Microsoft ha fatto ricorso alla decisione presa dalla CMA e eventuali sviluppo sulla situazione avverranno tra pochi mesi.

Al di fuori dei dibattiti tra Stati Uniti e Regno Unito, l’accordo Activision Blizzard è stato approvato in quasi altri 40 paesi e regioni, inclusa l’Unione Europea e più recentemente in Corea del Sud.

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