Annunciato durante il PlayStation Showcase 2023, FOAMSTARS si è da subito presentato come un nuovo progetto live service sviluppato da Square Enix che punta ad accaparrarsi quella fetta di pubblico interessata a nuove esperienze multiplayer su PlayStation 5 e PlayStation 4, prendendo in prestito alcune fondamenta e concetti di base da una delle serie Nintendo che negli ultimi anni ha attraversato un periodo di rapida ascesa e del quale noi oggi non faremo assolutamente menzione, al punto che fin dal suo annuncio alcune malelingue hanno declassato l’intera produzione a semplice “copia carbone” del prodotto più famoso disponibile su Nintendo Switch. Quale miglior modo quindi per diradare questa nube di diffidenza con una bella schiumata di prova, effettuata durante l’Open Beta Party tenutosi durante lo scorso fine settimana. Come sarà andata? FOAMSTARS ha le carte in regola per distinguersi nella lotta tra i TPS Online e soprattutto differenziarsi rispetto a quei simpatici calamaretti inchiostrati? Scopriamolo.
FOAMSTARS: la festa più spumeggiante del mondo!
Prima di buttarsi nella mischia è necessario imparare le basi del gameplay, attraverso un tutorial iniziale che parte una volta lasciata la schermata d’avvio. Dopo aver familiarizzato con i classici controlli dedicati al movimento e alla telecamera, il giocatore viene introdotto alle meccaniche principali di Soa, la idol dai capelli rosa protagonista del primo trailer e postergirl principale di FOAMSTARS. Imbracciando un set di pistole ricolme di sapone è possibile riempire l’intera arena di schiuma, creando scie e montagne schiumate per muoversi con una tavoletta da surf ottenendo un notevole boost in velocità tramite la pressione del grilletto sinistro. Utilizzando i tasti dorsali Soa è in grado di scatenare le sue peculiari abilità speciali, che nel suo caso prevedono il lancio di una granata dalla breve gittata ma utile per creare piccole collinette, e uno slancio verso l’alto con tanto di barricata di bolle utilizzabile come “via di fuga” da uno scontro concitato. E per non farci mancare davvero nulla, il mostro di bolle che affianca ogni personaggio può scatenare un’abilità finale in grado di ribaltare in “quattro e quattr’otto” la situazione, come una trasformazione in palla in grado di travolgere qualunque cosa.
L’idea di base di FOAMSTARS è quindi quella di proporsi come un nuovo esponente del genere hero shooter, differenziandosi dalla concorrenza con un roster di personaggi vario e che trasuda personalità da ogni poro dei loro design. Oltre a Soa abbiamo infatti individui dalla celerità superiore come Agito e il suo squalo Kirimaru, la scienziata Tonix dotata di fucile alimentato a Soda, l’esuberante eroe Jet Giustizia dal design molto “My Hero Academiano” e addirittura il barista del caffé all’aroma di “daddy issues” soprannominato “El Baristador”. Insomma in questo frangente FOAMSTARS pone fin da subito delle basi dal poteziale non indifferente. La grande varietà di personaggi e stili di gioco dovrebbe permettere ai giocatori di poter entrare nella mischia intraprendendo diversi ruoli che esulano dalla semplice strategia offensiva. Per esempio, un Jet Giustizia potrà brillare meglio nelle veci di un tank difensivo, laddover un El Baristador o Mel T utilizzeranno le loro abilità per creare lo spazio necessario per muoversi all’interno dell’arena. Il tutto dovrebbe creare una formula di gioco adatta per le serate tra amici o comunque i contesti in cui – magari anche sotto una luce più competitiva – è necessaria la cooperazione e comunicazione tra compagni di squadra. Ma di questo ne riparleremo tra qualche riga e in maniera più specifica una volta che il gioco verrà rilasciato.
“Chilling out with the crew in the poolyard”
In termini di modalità di gioco, l’Open Beta Party ci ha permesso di provare ben due tipi di partita online. La prima, soprannominata “Smash the Stars”, può essere intesa come l’opzione di gioco principale di FOAMSTARS. Si tratta di una variazione del normale deathmatch a squadre, in cui due squadre da quattro giocatori si danno battaglia all’interno dell’arena a suon di bolle. L’obiettivo? Chillare (ndr.) abbastanza avversari in modo da rivelare il “giocatore stella”. Una volta individuato quest’ultimo basterà eliminarlo a sua volta per ottenere la vittoria, riempiendolo di sapone quel tanto che basta per trasformarlo in una palla di schiuma pronta per essere sbalzata via da uno scontro con la tavola da surf. Un loop di gameplay interessante che enfatizza il ruolo centrale della cooperazione e sinergia tra i player, sia in termini di coordinazione in fase offensiva che difensiva per quanto riguarda il soccorso degli alleati in difficoltà.
Una volta raggiunto un particolare livello del nostro profilo giocatore (personalizzabile all’interno dell’hub di gioco tramite il café di El Baristador), è stato possibile entrare nel matchmaking di “Happy Bath Survival”. In questa seconda e ultima modalità disponibile durante l’Open Beta Party, entrambe le squadre vengono divise in coppie e scaraventate in due parti diverse dell’arena. Nella parte inferiore, i giocatori si daranno battaglia seguendo le stesse dinamiche di “Smash the Stars”; al contrario, ai lati superiori dell’arena le due coppie rimanenti daranno supporto ricoprendo di schiuma il campo di battaglia, cercando quindi di fornire agli alleati un “vantaggio ambientale”. Tuttavia, se da un lato le dinamiche degli scontri a fuoco rimangono divertenti, dall’altro i giocatori posizionati “in piccionaia” non possono interagire tra di loro – che sia tramite l’uccisione o la semplice gestione di uno strato di schiuma per ottenere il boost nelle manovre di movimento, risultando tanto monotone quanto legnose pad alla mano.
Questi dubbi sono più insidiosi della forfora
Al di là di una presentazione tutto sommato bella da vedere e sentire, con ambientazioni piene di luci al neon, fuochi d’artificio e un’estetica Casino che Square non potrà mai sbagliare dopo aver dato i natali al Gold Saucer nel 1997, soprattutto se accompagnate da una colonna sonora energetica e orecchiabile come quella delle tracce proposte fino ad ora. Da quel punto di vista non possiamo fare altro che aspettarci un miglioramento fino al giorno della release. I veri dubbi su FOAMSTARS arrivano quando si prende in esame tutto il resto. Al netto di un netcode che in questo Open Beta Party non si è rivelato particolarmente stabile – non tanto per il fatto che sia comunque una versione di prova del titolo in evidente fase di rodaggio, quanto per l’impossibilità anche solo di avviare una partita per un periodo di tempo che supera anche il quarto d’ora – gran parte delle partite effettuate sono state permeate da una confusione e mancanza di controllo su ciò che è possibile vedere, anche a causa dell’enorme quantità di schiuma che si va a creare una volta raggiunte le fasi più avanzate della partita.
Tra mosse spettacolari, particellari sparsi e componenti dell’interfaccia grafica spalmati su tutto lo schermo, un qualche tipo di radar o qualsiasi altra opzione per avere una panoramica completa di quanto sta accadendo attorno al giocatore sarebbe la soluzione ideale per accontentare tutti: sia gli sviluppatori con la loro visione per il prodotto, sia quegli utenti che vorrebbero portare il gioco ad un livello più competitivo. Menzione di “disonore” per i controlli tramite il sensore di movimento del DualSense, che non solo non vengono mai menzionati dal tutorial del gioco se non durante una delle tante schermate di caricamento, ma anche perché una volta abilitati risultano comunque scomodi e legnosi da utilizzare, portando a situazioni in cui un leggero spostamento sull’asse sbagliato porta la telecamera – e concedetemi la citazione di cultura – a “sbinnare” e virare verso angolazioni strane, distraendo il focus del giocatore dall’azione che conta.
PIATTAFORME: PlayStation 5, PlayStation 4
SVILUPPATORE: Square Enix
PUBLISHER: Square Enix
DATA DI USCITA: TBA
Con buona pace della diffidenza mostrata da tanti e anche da me stesso dopo il suo iniziale annuncio a Maggio, durante questa prova iniziale FOAMSTARS si è rivelato un titolo con una propria anima o quanto meno un accenno di quest’ultima. L’estetica sfavillante e la musica tecno-jazz risultano le parti più accattivanti di una produzione che cercherà in tutti i modi di costruirsi una propria utenza all’interno di un mix di generi (TPS e Hero Shooter) già abbastanza saturo di contendenti. E al netto di una base di gameplay convincente ma con ancora alcuni angoli da smussare, il vero ostacolo durante la cavalcata verso la vetta degli eroi saponati risiede in Square Enix stessa. Come detto già alla fine del PlayStation Showcase, questo è il quarto titolo di tipo live service lanciato su piattaforma console dalla compagnia e la possibilità di rivivere la stessa staticità e non curanza verso i feedback degli utenti è molto alta. Poi chi lo sa, magari questa sarà veramente la volta buona.