Esattamente un anno fa recensimmo per voi Scorn, un’avventura in prima persona davvero particolarissima, presumibilmente nata dal sogno (o dall’incubo) di una o più menti malati – e sia detto in positivo, dato che ci convinse positivamente, tanto da assegnarle un buon voto. Anche se trovate la recensione di Scorn per Xbox One già sul nostro sito, comunque, vale la pena tornare a parlarne, per un motivo molto semplice: abbiamo avuto la possibilità di recensirlo nuovamente, questa volta nella conversione su PlayStation 5, grande assente ai tempi, per questioni di esclusive temporanee. A distanza di un anno, l’orrore di Scorn torna ad angosciarci, riconfermando pregi e passi falsi di un tempo, senza grandi sorprese; ma meritevole di considerazioni specifiche per la console di riferimento. Accomodatevi dunque, e godetevi la recensione di Scorn per PlayStation 5. A meno che non abbiate troppa paura.
Conversione e comparto tecnico: Scorn su PlayStation 5
La conversione di Scorn su PlayStation 5 è il principale punto di interesse di questa recensione, e quindi cercheremo di dedicargli abbastanza spazio. Innanzitutto potete stare tranquilli, perché dal punto di vista tecnico l’incubo di Ebb Software si comporta sull’ammiraglia Sony tanto bene quanto sulla controparte Microsoft. Non vi sono davvero segni particolari di cedimento, o differenze significative, o rallentamenti o problemi di sorta: entrando in casa di un amico che sta giocando a Scorn, difficilmente riuscirete a capire quale sia la piattaforma di riferimento, soprattutto se l’amico in questione possiede sia una PlayStation 5 che una Xbox One X. Questo significa che sì, come potete immaginare Scorn gira tranquillamente in 4K e a 60 fps.
Il che ci riporta nel passato, perché proprio gli sviluppatori del videogioco in questione dissero, in tempi non sospetti, che le console di attuale generazione avrebbero fatto fatica a gestire sempre e comunque il 4K contemporaneamente ai 60 FPS. Sappiamo che la storia ha dato loro ragione, ma Scorn non è incline a questi compromessi, si può avere infatti l’uno e gli altri – complice, ovviamente, il gioco in sé, le sue dinamiche, le dimensioni, e via dicendo. Su un open world sarebbe stato pressoché impossibile, ma siccome Scorn non lo è, appunto, c’è stato il tempo per curare il tutto raggiungendo così risultati tutt’altro che secondari. Il colpo d’occhio è quindi sempre soddisfatto, estremamente nitido, e i fondali rifiniti e curati; così come l’azione di gioco parecchio fluida. Sì, è vero che anche da questo punto di vista in Scorn fondamentalmente si cammina e poco altro – ci sono delle sessioni di combattimento, ma nulla di davvero rilevante – eppure anche tanti walking simulator del passato non riuscivano a garantire 60 FPS e 4K. Scorn sì: lode al merito!
Menzione particolare merita anche la mappatura dei comandi. I controlli di Scorn sono infatti molto particolari, soprattutto su console dopo l’intuitività garantita da mouse e tastiera ha bisogno di altri circuiti. In modo molto simile a quanto già visto su Xbox One X, su PlayStation 5 il movimento del personaggio e della visuale è legato ai rispettivi analogici, sinistro e destro, mentre l’interazione con i puzzle ambientali di volta in volta prevede mappature particolari. Mancando tutorial di ogni tipo, anche per i comenti sarà il giocatore a dover capire non solo cosa muovere, ma anche come muoverlo; il tutto garantisce inizialmente un bel po’ di incertezza, ma sul lungo periodo anche una notevole soddisfazione.
L’orrore, ancora una volta
Appurata la qualità grafica, tecnica e della conversione in sé di Scorn, non si può certo soprassedere di tutto all’illustrazione dell’offerta principale. Soprattutto in questo caso specifico, alle prese con una produzione molto, molto particolare, apertamente disturbante e onirica, con derive all’interno dell’incubo e della fantascienza. Il fatto è che, in realtà, di Scorn sappiamo pochissimo. Il protagonista dovrebbe essere un umano, o almeno ne ha le fattezze; un umano che si risveglia in un mondo che a chi scrive ricorda gli abomini dell’Inferno dantesco, una sorta di civiltà aliena in cui tutti i viventi si sono fusi (e confusi) in un’unica, gigantesca struttura. Perversioni, supplizi, sperimenti e torture sono all’ordine del giorno in Scorn, e non si capisce bene quale sia “il piano”, il motivo per cui tutto quello che siamo costretti a vedere sta accedendo.
Il protagonista si ritrova in questo mondo, e cerca in qualche modo di venirne fuori. Inizia ad esplorare piano dopo piano e stanza dopo stanza l’inquietantissimo edificio in cui si trova. E gli capita di tutto: di trasportare esseri viventi martoriati o vivisezionati, creature ormai non più umane, affrontare mostri raccapriccianti, interagire con puzzle ed enigmi ambientali che sono essi stessi carne umana e viva, pulsante di creature che non è più possibile distinguere. L’atmosfera malata e da incubo è forse, proprio lei, la vera protagonista di Scorn. E il tutto funziona, tenendo letteralmente incollati allo schermo. Funziona, va detto, anche perché è tutto molto breve: bastano sei ore, al massimo sette, per arrivare ai titoli di coda, e difficilmente avrebbe potuto essere il contrario (la noia sarebbe arrivata prima).
Un altro aspetto importante di Scorn riguarda il livello di difficoltà, tarato notevolmente verso l’alto. Non solo per via dell’assenza di qualsivoglia tutorial, ma anche per l’impostazione in sé: si procede in modo molto simile ai titoli old-school, in cui quasi mai era chiaro dove andare e che cosa fare, ma proprio per questo duravano di più e garantivano maggiori soddisfazioni. Non preoccupatevi quindi se rimarrete bloccati parecchie volte: è normale. È praticamente la filosofia di gioco che lo impone. Fatto salvo, va detto, qualche punto di salvataggio impostato in modo un po’ criticabile, anche dal punto di vista della rigenerazione della salute dopo gli scontri con i nemici…
Piattaforme: PlayStation 5, Xbox Serie S/X, PC
Sviluppatore: Ebb Software
Publisher: Ebb Software
Scorn è davvero uno di quei titoli particolari e divisivi. È un gioco difficile, in cui nessuno spiega cosa fare e come; si procede per tentativi al buio, immersi in un incubo soprannaturale, ospiti di un mondo alieno brulicante di orrori; gli enigmi e puzzle ambientali sono complessi e a tratti davvero difficili, anche se la soddisfazione garantita dal superarli è enorme. Riconfermiamo pregi e difetti della recensione originale, aggiungendo ovviamente il plauso per la conversione su PlayStation 5, solida e fissa ai 60 fps con 4K. Se finora non avete provato Scorn, perché carenti di PC o console Xbox, è arrivato il vostro momento. Ma attenzione, perché la paura è sempre in agguato!
