Come abbiamo avuto modo di constatare più e più volte, emergere nel mercato dei videogiochi partendo da un paese come l’Italia non è mai facile. Che si tratti di sviluppatori indipendenti, piccoli studi o anche grandi realtà imprenditoriali, entrare nel mondo dell’industria videoludica nel bel paese può rivelarsi un’impresa colossale, quasi impossibile se si ambisce a ritagliarsi una grossa fetta di pubblico internazionale. Eppure, negli ultimi anni abbiamo visto la nascita “silenziosa” di un nuovo player nella scena dello sviluppo di videogiochi AA italiani. Ubicata nella cornice urbana di Milano, città ormai diventata il fulcro dell’attività e crescita nella produzione di arti digitali, Nacon Studio Milan si sta imponendo come una realtà italiana in rapida ascesa, attraverso un processo di crescita che li sta portando a diventare una valida opzione per chi è alla ricerca di un ambiente di lavoro nel mondo videoludico all’avanguardia, inclusivo e sempre alla ricerca di nuovi talenti. Ma torniamo indietro nel tempo e introduciamo l’argomento con le dovute presentazioni.
Nello specifico torniamo all’ormai lontano mercato indipendente del 2016. Se nell’anno precedente fenomeni mondiali come Undertale e Rocket League avevano cominciato a raccogliere ampi consensi anche al di fuori della bolla di appassionati, prendendo d’assalto una parte del pubblico più generalista ma comunque alla ricerca di nuove esperienze un po’ più autoriali. Da tutto questo nacque una vera e propria rivoluzione creativa che coinvolse anche il nostro paese. E tra i vari esponenti del piccolo panorama indipendente italiano, a Marco Ponte – veterano dell’industria italiana che in passato aveva già collaborato con Milestone e Artematica Entertainment nelle vesti di Producer e Game Designer – venne in mente un’idea Cruijffiana: riunire quanti più volti della vecchia guardia all’interno di un singolo studio super-indipendente specializzato nello sviluppo di titoli per il mercato globale.
Con l’apertura di Lunar Great Wall Studios inizia quindi un percorso di sviluppo durato ben 3 anni e che porterà – verso la fine del 2018 – al rilascio su PC e console di Another Sight. Ambientato in un mondo sotterraneo della Londra di fine ottocento a metà tra lo steampunk e Alice nel Paese delle Meraviglie, il gioco racconta la storia di amicizia tra Kit e il misterioso gatto Hodge. Dopo essere sopravvissuta al crollo di un ponte, la ragazza si ritrova senza vista e in compagnia di questo gatto parlante che – facendole da guida in questo mondo inesplorato – la accompagnerà alla scoperta di una misteriosa cospirazione tra le menti più ingegnose del XIX Secolo come Claude Monet, Jules Verne e molti altri. Il gioco ottenne un successo più che modesto tra pubblico e critica, venendo particolarmente apprezzato per le sue meccaniche di gioco, ottenendo anche un piccolo DLC stand-alone dedicato al gattone Hodge come simpatico extra che andava a concludere una produzione in grado di portare a Lunar Great Wall Studios le attenzioni di Nacon, uno dei publisher più attivi in ambito europeo, alla ricerca di uno sviluppatore con le competenze più adeguate per un progetto ambizioso nell’ambito delle simulazioni motociclistiche.
Dopotutto, nonostante una prima produzione incentrata sull’avventura e il mistero, Lunar Great Wall Studios ha al suo interno uno staff che proviene principalmente dal mondo del motorsport virtuale e che in passato – vuoi per conto di Milestone o outsourcing di altre software house – era già entrata in contatto con svariate licenze e realtà del motociclismo come MXGP, MotoGP e Superbike. Quale miglior occasione quindi per non accaparrarsi l’esclusiva su un team così on point? Presto detto, nel 2019 Nacon completa l’acquisizione di Lunar Great Wall Studios ed effettua il rebranding in Nacon Studio Milan e RaceWard Studio, un team interno che si sarebbe occupato della realizzazione di RiMS Racing e successivamente di TT Isle of Man: Ride on the Edge 3 e del prossimo titolo survival ambientato nel mondo di Terminator. Ma chi sono i protagonisti di questo studio? Facendoci aiutare dalle iniziative Discovering Departments e Ask a Dev, in questo speciale cercheremo di mettere in risalto le qualità e soprattutto le forti personalità che hanno permesso e permettono tuttora allo studio di dire la sua all’interno del mercato.
I pilastri della Company Culture
La vita all’interno degli uffici di Nacon Studio Milan ruota attorno a pilastri fondamentali, che rappresentano in toto la vision del team a partire dai reparti dedicati al gameplay, alla direzione artistica fino ad arrivare agli ingranaggi più intricati della gestione organizzativa. Il primo è sicuramente legato all’atmosfera accogliente che abbraccia tutte le varie mura dello studio di Corso Europa, contribuendo ad istituire un luogo in cui tutti possono sentirsi parte di una grossa e unica famiglia, a prescindere dal proprio livello di competenza, seniority, età, gender etc. Il lavoro si svolge inoltre seguendo un ritmo rilassato e che diffida da qualsiasi tipo di crunch, in modo che ogni dipendente abbia la possibilità di lavorare tranquillamente e senza troppe pressioni.
Questa armonia corale all’interno dei vari reparti è supportata da una costante ricerca della collaborazione all’interno di ogni fase del processo creativo. Come raccontato dallo stesso Direttore Tecnico Marco Marconi, regolarmente vengono tenute varie riunioni d’aggiornamento per quanto riguarda i progressi dello sviluppo di un progetto, incoraggiando tutti i membri dei team a dire la propria e fornire feedback chiari e costruttivi. Certo, è possibile che si vengano a creare compromessi, tagli e/o modifiche al progetto, ma ognuna di queste operazione va poi a definire direttive in grado di accontentare tutti e rendere il gruppo ancora più affiatato e soprattutto performante. I presupposti ideali per competere all’interno di un mercato alla costante ricerca della “perfezione”. L’unione di queste due caratteristiche rappresentano in sé per sé ottimi auspici per la crescita individuale di ogni dipendente, che si sentirà non solo parte di qualcosa di più grande, ma anche invogliato – attraverso percorsi personalizzati secondo le proprie esigenze – a migliorare la propria formazione all’interno del team e di conseguenza a diventare ogni giorno degli sviluppatori di altissimo livello.
“Il nostro è un settore sfidante per sua natura. Siamo chiamati sugli stessi campi dove giocano dei Super Big. Noi però siamo lì, e questa è già una sfida che vinciamo ogni giorno.”
-Sergio Rocco, Executive Producer
Nacon Studio Milan: nato da videogiocatori, per videogiocatori
Con queste parole Alessandra Tomasina introduce una delle caratteristiche più peculiari che possiamo trovare all’interno di Nacon Studio Milan: la varietà. Non importa quando, dove o perché un membro del team abbia iniziato a videogiocare, ognuno di loro utilizza la passione per il medium come motivazione per dare il massimo. C’è chi ha iniziato con i classici come Tomb Raider, Crash Bandicoot, Syberia, Final Fantasy; c’è chi preferisce i live service e chi i single player o i titoli orientati agli e-sports; chi è più curioso verso le nuove tecnologie in sviluppo. Quella stessa curiosità che alimenta la voglia di fare ancora di più per il futuro.
Ovviamente però “giocare ai videogiochi” è un po’ diverso dal “saper creare un videogioco” e infatti per assicurarsi il meglio dai propri talenti da formare e inserire all’interno del contesto lavorativo, Nacon Studio Milan compie operazioni di scouting all’interno delle principali scuole che trattano il videogioco come materia di specializzazione. Una volta entrati nella vita lavorativa, le nuove leve verranno poi accolte da un clima generale incentrato sulla condivisione di esperienze, conoscenze e soprattutto dell’amore incondizionato per il videogioco in tutte le sue forme.
“C’è molta passione. Al di là delle battute scontate alla Boris, c’è veramente tanta passione in questo settore
e c’è gente invasata come me per cui i videogiochi sono vita.”
– Alessandra Tomasina, Senior Producer
Raccontarsi e sapersi raccontare “in poche parole”
Come abbiamo avuto modo di vedere fino ad adesso, la comunicazione attraverso i social e i format video è diventato un marchio di fabbrica con il quale Nacon Studio Milan vuole raccontare la propria identità come studio e come singoli membri di un enorme grande famiglia. E se con le rubriche Discovering Departments e Ask a Dev, abbiamo visto la software house milanese rispettare queste premesse, nell’immediato futuro si andrà ad aggiungere una nuova serie di video che punta a venire incontro al pubblico più generalista e ignaro delle sfide e dei ruoli che compongono la vita quotidiana all’interno di un team di sviluppo.
Utilizzando lo sfondo del cruciverba, il nuovo format “Do you have what it takes?” invita i membri del team di sviluppo ad una chiacchierata informale. Parlando e scambiandosi aneddoti, gli ospiti – nel primo video si parla del ruolo di Game Producer – ricostruiscono l’identikit perfetto del proprio ruolo attraverso le parole chiave formulate all’interno di questo brainstorming ludico. L’obiettivo di questa serie di video è quindi quello di educare e fornire agli aspiranti sviluppatori le nozioni base in grado di ispirare questi ultimi ad intraprendere una carriera nel mercato videoludico. Chi lo sa, magari tra qualche anno uno dei candidati per un colloquio di lavoro all’interno di Nacon Studio Milan potrebbe uscirsene con: “ho deciso di intraprendere questo percorso grazie a uno dei vostri vecchi video”.